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Autore: Silver_Doe    17/06/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO VII

Erano passati già due giorni da quella sera del banchetto di inizio anno: Lily se lo ricordava bene, così bene che ogni volta, al solo pensarci, le veniva una voglia matta di lasciare tutto e ritornarsene subito a casa, non che lì la situazione fosse migliore, anzi forse sarebbe stata addirittura peggiore…
Da quel primo giorno di scuola, ogni volta che lei passava per i corridoi o per andare a lezione, o semplicemente quando era presente, tutti i Grifondoro cominciavano a fissarla, mandandole occhiatacce storte, talvolta anche puntandole il dito contro e bisbigliando chissà quali parole. Lily era abituata ad essere strana, ad essere giudicata perché in qualche modo diversa dagli altri, ma non le era mai importato granchè, forse perché fino ad all’ora la situazione non si era mai fatta  così tragica. Anche le sue amiche sembravano essersi allontanate da lei, soprattutto Alice e Marlene si erano distaccate, e le poche volte che si trovavano insieme a Lily si comportavano in modo bizzarro, non da loro: stavano in silenzio, alzando lo sguardo verso di lei di tanto in tanto, come per controllarla; non le raccontavano più nulla, inventavano le scuse più banali pur di allontanarsi… era come se la loro amicizia si fosse di colpo frantumata in mille pezzi. Tutto per colpa di Potter! Si ritrovava spesso a pensare, anche se in realtà Lily sapeva benissimo che non era vero: era stata colpa sua, solo colpa sua e della sua boccaccia. Era stata quasi cattiva… una cattiveria che non riconosceva in lei, neanche quando si trovava davanti Potter. Perché si era intromessa? Non poteva lasciar correre un’altra volta…? 
In quel momento credette davvero di non farcela: era come se il destino si fosse ritorto contro di lei, per l’ennesima volta, non volendo lasciarla in pace, mai più.
Quel giorno, finite le lezioni mattutine, si stava recando in Sala Comune: non aveva voglia di pranzare  in Sala Grande, con tutte quelle persone pronte a giudicarla non appena avesse messo piede lì, no preferiva di gran lunga andarsene nel suo tranquillo dormitorio, chiudendosi tutto alle spalle.
Mentre camminava, Lily si sentì chiamare…
- Lily! Hey Lily… devo parlarti! -
… era una voce familiare… era la voce di Remus. Si fermò: non che avesse tutta quella voglia di parlare con lui, ma non voleva essere scortese o maleducata, infondo Remus non c’entrava nulla, anzi era sempre così gentile con lei, lo era stato anche in quei due giorni di inferno: l’unica faccia amica che non le aveva smesso mai di sorridere. Si voltò aspettando che la raggiungesse.
- Ehm… ciao Lily… - la salutò col fiatone.
Chissà per quanto la stava rincorrendo! Si sentì per un attimo in colpa.
- Remus… scusa non… non ti avevo visto… - si scusò lei.
- Tranquilla! Volevo dirti che la McGranitt ci vuole vedere, a noi Prefetti intendo, questo venerdì sera, nel suo ufficio… sai la solita riunione… - le spiegò.
- Oh, la riunione, certo… allora grazie per avermi avvisata… ti devo un favore… -
- Ma no, quale favore! Lo sai per me è sempre un piacere… - aggiunse Remus sorridendole amichevolmente.
Ecco che Lily si sentì nuovamente in imbarazzo: come faceva quel ragazzo ad essere sempre così estremamente gentile? E con lei poi! Lei che due giorni prima si era comportata così male col suo migliore amico… le venne quasi la voglia di colpirlo, di chiedergli perché era così dolce anche con lei, lei che non se lo meritava per niente...
- Lily… so che forse è una domanda troppo scontata, ma… stai bene? – non lo diceva per circostanza, ma si vedeva che era davvero preoccupato.
- Io… si sto… - farfugliò: era ovvio che non stesse bene, si sentiva uno schifo. Sospirò. – diciamo che sono stata meglio… -
Remus la guardò per qualche secondo. Non si era certo dimenticato la discussione fra lei e James di due giorni prima, come poteva… Secondo lui Lily non si era comportata molto bene, quello era ovvio, nonostante tutto però sapeva che James faceva uscire il peggio di lei, aggiungendo poi il fatto che stesse passando un periodo difficile, bè non la difendeva, però poteva capirla. Anche lui aveva passato momenti orribili, eccome! perciò sapeva cosa si provasse….
- Già… - disse semplicemente. Seguì un attimo di silenzio, poi riprese – Lily lo so che probabilmente tu non mi consideri uno dei tuoi migliori amici, però io voglio dirti ugualmente che se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, se hai bisogno di parlare o non so… voglio dirti che io ci sono! -
Quelle parole la sorpresero, non se le aspettava, neanche da Remus. Non sapeva, di nuovo, cosa rispondere.
- Remus davvero, non so come ringraziarti… sei sempre così gentile con me, e io, i-io non me lo merito, non me lo merito affatto… - disse finalmente sincera.
- Lily smettila… smettila di affliggerti! Tutti meritano un amico… perchè tu no? Io posso capire quello che stai passando, e proprio perché lo so voglio darti una mano, se me lo permetti… -
- No, non penso che tu capisca ciò che sto passando, ma grazie ugualmente per averci provato… -
Remus scosse la testa a quelle parole.
- Credimi se ti dico che lo capisco… l’ho provato anch’io… - Remus non voleva certo scendere nei dettagli, ma sicuramente stava dicendo la verità: chi meglio di lui poteva capire cosa significasse essere costantemente giudicato, additato, escluso da tutti, solo perché considerato diverso? Nessuno, probabilmente nessuno meglio di Remus Lupin.
- Come puoi aver mai provato ciò che provo io adesso? Sei sempre così gentile, così… così Remus! Tutti ti considerano un amico qui! – sbottò lei.
Remus sorrise di scatto sentendo quelle parole, un sorriso apparentemente triste: lei non poteva sapere, e non doveva sapere.
- Diciamo solo che a volte l’apparenza inganna… non sono tutto dolcezza e gentilezza… dentro di me si nasconde anche qualcun altro, e quel qualcuno alla gente non piace poi così tanto… - disse. Probabilmente stava dicendo troppo: tuttavia era sicuro che di lei si potesse fidare, lo sentiva… Ma no, non doveva rivelarle niente, avrebbe solo rovinato tutto.
Lily rimase stupita dalle sue parole: dentro di lui si nascondeva qualcun altro? E allora com’era possibile che lei non se ne fosse mai accorta? Aveva come la sensazione che Remus avesse un segreto e che glielo stesse per rivelare involontariamente proprio in quel momento.
- Qualcun altro? No, non ci credo! Cosa può nascondersi in te di tanto brutto? E’ assurdo… -
- E’ una lunga storia… non vorrei annoiarti! – rispose lui con un dolce sorriso sulle labbra, sperando che non insistesse.
Da quelle semplici parole, Lily capì che la conversazione, o almeno quella parte, era conclusa.
- D’accordo, allora… adesso è meglio che vada, devo sbrigare una faccenda e… si, ci vediamo in giro… ah e ancora grazie per avermi avvisata, grazie per tutto… -
- Va bene, ci vediamo! Però Lily… pensa a ciò che ti ho detto… io ci sono! -
- Si… ora lo so… - disse abbozzando un sorriso, per poi voltarsi e raggiungere il suo dormitorio. Finalmente capì che di Remus poteva fidarsi, e soprattutto capì che poteva considerarlo un vero amico.

Sala Grande
James, Sirius e Peter si trovavano tutti e tre in Sala Grande pronti a pranzare. Sedevano, come sempre vicini, al centro della tavola: lì la visuale era perfetta.
- Ma quanto diavolo ci mette Lunastorta?! – si lagnò Sirius.
- Aveva detto che avvisava Lily e tornav… - Peter si interruppe di colpo, avendo colto lo sguardo omicida di Sirius: ma ormai il danno era fatto… e ancora una volta mi sono dimostrato un idiota! Pensò con amarezza.
Intanto James, da buon osservatore qual era, si accorse subito di quello che era appena successo, dell’occhiataccia di Sirius e del successivo imbarazzo di Peter. Sospirò.
- Guardate che potete nominarla eh… - disse con un certo fastidio nella voce.
- Scusa se cerchiamo di non rovinarti la giornata non pronunciando il suo nome… scusa tanto, Jamie! – rispose Sirius.
- Avanti Felpato, non fare il bambino permaloso! Sto solo dicendo che non dovete preoccuparvi per me… mi è capitato molte altre volte, almeno mille, di litigare con la Evans, ci sono abituato ormai... -
- Ma mai in quel modo! Voglio dire… l’hai per caso vista… la rabbia che le traboccava da ogni poro della pelle?! -
- Sir lo sai che effetto le faccio… non è stata poi così diversa da tutte le altre volte… - Era chiaro che James cercasse di difenderla: sapeva che Sirius era completamente contrario a quello che era il suo proposito, ma non poteva farne a meno. E sapeva anche che quella era stata forse una delle liti più brutte: piccola ma estremamente tremenda… ma non voleva ammetterlo, non riusciva ad ammetterlo, né a sé stesso ne ad altri.
- Tu sei impazzito! Letteralmente impazzito! Ti ha trattato come se fossi solo un ragazzino pieno di sé che cerca in tutti i modi di mettersi in mostra, quando invece avrebbe dovuto ammirarti! -
- Tu… tu non capisci Felpato… -
- Hai ragione Jamie… non capisco, non lo capisco proprio! – e detto ciò Sirius fece per alzarsi. Era capitato molte altre volte che litigasse con James, e ogni volta non riusciva a sopportarlo, perché… perché era il suo migliore amico, suo fratello, non di sangue ma di spirito. I Malandrini, ma in particolare James, erano stati per lui un’ancora di salvezza: l’avevano salvato prima che affondasse anche lui nel baratro della famiglia Black. Perciò non riusciva ad essere arrabbiato con lui troppo a lungo, perché aveva bisogno di James, un disperato bisogno. E il fatto che si ostinasse a difendere sempre e comunque quella Evans… lo mandava in bestia. Nonostante lo trattasse peggio di un elfo domestico, lui continuava a proteggerla: incredibile!
Mentre stava per alzarsi, Remus gli mise una mano sulla spalla, premendo un po’ come per farlo risedere. Sirius si girò e vide il suo amico.
- Chi non muore si rivede, Lunastorta! Stavo per mandare una truppa a cercarti! – disse lui tagliente.
Remus si accorse subito del cattivo umore del suo amico e voleva saperne il motivo.
- Scusate per il ritardo, sono stato… trattenuto. Comunque Sirius, che hai? Non ti vedevo così arrabbiato da quando Piton ti ha steso con una fattura orcovolante! – rispose con una certa ironia.
- C’è poco da scherzare! Quindi vedi di piantarla col tuo sarcasmo totalmente inopportuno! – continuò, incrociando le braccia al petto.
- Remus… Sirius è preoccupato per me e cerca di difendermi dalla cattiva strega dai capelli rossi… - rispose James, anch’egli mettendoci la giusta dose di ironia.
- Ah… aaah… ora capisco… - e fece per sedersi – credo che si tratti solo di un po’ di gelosia! -
- Gelosia?! C-ch-che?! Voi state fuori, capito? FUO-RI! E’ possibile che nessuno sia d’accordo con me sul fatto che quella mocciosetta, nonostante tutto, venga sempre trattata come una principessina innocente?! E tu Codaliscia, che dici? – chiese Sirius, alzando la voce di qualche tono, volendo provare a tutti i costi di aver ragione.
Appena Peter si sentì nominare, alzò lo sguardo: per tutto il tempo era rimasto in silenzio ad osservare, come al solito, ma ora doveva dire qualcosa.
- Io… - sillabò incerto. A chi dar ragione? E a chi torto?
- Sirius, adesso calmati. E mangia un po’ di questo… - disse Remus, mettendogli davanti un piatto di purè.
- Bel tentativo Lunastorta… calmarlo con del cibo! E quando mai ha funzionato?! – esclamò James, del tutto goliardico.
- Vi sbranerò tutti, prima o poi… - concluse Sirius, a mezza voce, prendendo il purè e versandosene rabbiosamente un po’ nel piatto.
- Non credo che vinceresti tu, comunque! – ironizzò Remus.
- La vedremo! – e detto questo, si chiuse in un silenzio tombale.
- Allora Remus… vuoi dirci dove sei stato? – chiese James.
- Io sono andato da… Lily. La McGranitt mi aveva chiesto di avvisarla della riunione di venerdì sera… e poi ci siamo fermati a parlare, diciamo… -
- Parlare? E che ti ha detto? – continuò lui, volendo sapere tutto.
- Veramente ho iniziato io… le ho detto che posso capire ciò che sta passando in questo periodo, e che se vuole io ci sono, cioè sono suo amico… tutto qui. -
- Uhmpf! Che dolce! – articolò Sirius, mangiando nervosamente il suo purè.
Tutti lo guardarono, ma nessuno gli rispose.
James si lasciò andare ad un sospiro. - Come vorrei essere in te, Lunastorta! Ti invidio! -
- Non devi invidiarmi James… prova ad andare a parlarle un’altra volta, metti da parte l’orgoglio e provaci… magari questa volta andrà meglio! -
- Si James, và a parlarle… forse adesso Lily si è calmata… - finalmente Peter pronunciò una frase.
- Sarebbe troppo bello! Comunque ragazzi, credo che andrò da lei, è la cosa giusta da fare… -
- Oh si, và da lei! Portale anche un mazzo di fiori e dei cioccocalderoni! Poi mi raccomando, fammi sapere come è andata! – pronunciò Sirius, continuando col suo comportamento da idiota.
- Sarai il primo a cui lo dirò, Felpato! Non ti preoccupare! Le porterò anche i tuoi saluti! -
- Si, e un fortissimo e caloroso abbraccio! -
- Sarà fatto! -
E tutti e quattro scoppiarono a ridere: succedeva così tra loro, dopo una lite o delle incomprensioni, il tutto finiva di colpo com’era iniziato, in una barzelletta, tra scherzi e risate.
  
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