Fumetti/Cartoni europei > Winx
Ricorda la storia  |      
Autore: Sabriel Schermann    17/06/2013    6 recensioni
"La morte trasforma ogni istante in un elemento di vuoto, assenza di qualcosa che riempiva i tuoi pensieri, ed ora non c’è più."
Stephen Littleword
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Riven
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

RIFLESSI D'ACQUA



Voglio ricordarti com'eri,

pensare che ancora vivi,

che come allora,

mi ascolti e sorridi.


È mattina presto, e io non sono ancora arrivata a scuola.

Una mano calda e forte poggia sulla mia schiena, accarezzandola e fermandosi di tanto in tanto.

Siamo sulla riva di un lago, l'uno nelle braccia dell'altro.

Stiamo così per qualche minuto, fino a quando non sento battere forte il suo cuore come se volesse uscire dal petto.

Riven, che succede?”

Lui si limita a guardarmi negli occhi, poggiando poi le labbra su una mia tempia, bagnandola leggermente.

“Facciamo un bagno?”, sussurra.

Lo guardo stupita, ricordando quanto non gli piaccia l'acqua e il romanticismo.

Poi mi alzo sorridendo, trascinandolo con me.

Rifletto sul suo comportamento stranamente dolce degli ultimi tempi.

Osservo i nostri corpi riflettere sull'acqua, splendendo di una luce incantata.

Sorrido, poi lo trascino lentamente con me nel lago.

I nostri corpi si avvolgono di un calore piacevole, leggermente frizzante.

Incontro il suo sguardo leggermente malinconico.

Vorrei chiedergli che cos'ha, perché non me ne parla, ma decido di non parlare.

Mi avvicino a lui, stringendolo tra le braccia.

Lui mi bacia il collo, mormorando qualcosa che non afferro.

Lo bacio, lo accarezzo, lo coccolo lentamente tra le braccia per quelle che mi sembrano ore.

Poi la sua voce rompe il silenzio.

“Devi tornare a scuola”

“No, voglio rimanere qui con te ancora per un pò”

Lui mi allontana dolcemente da sé.

“No Musa, torna a scuola”

La sua voce è autoritaria, quasi dura.

Osservo i suoi occhi viola come ipnotizzata.

Ogni volta che passiamo del tempo insieme, sembra che esso voli, che non sia mai abbastanza.

Forse sto diventando appiccicosa. Forse mi sto illudendo che lui sia ancora innamorato di me.

Lo perdonai molte volte, ma ora sono determinata a non farlo più.

Può capitare un momento di debolezza, ma mio padre mi ha sempre insegnato che quando una persona ti vuole davvero bene, non ti delude.

Leggermente offesa, esco dall'acqua e mi asciugo in fretta.

“Sono tre giorni che salti la scuola per stare con me. Non dirmi che non ho ragione”

“Pensavo ti piacesse stare con me”, sussurro delusa.

“Mi piace stare con te, Musa. Ma entrambi abbiamo dei doveri”

So che ha ragione. Ma la mia testardaggine e il mio orgoglio non mi permettono di rivolgergli uno sguardo e chiedergli scusa.

“Ti accompagno”, sussurra.

Così ci incamminiamo in silenzio, in direzione di Alfea.


~


Tre giorni sono passati veloci insieme alle due notti piene di incubi.

Sognavo delle facce scure, minacciose, mani che mi prendevano e mi sbattevano violentemente al muro, facendomi sanguinare.

Soltanto la mattina, la luce del sole mi tranquillizzava e riuscivo a riposare serena.

È sera tarda, dovrei essere a letto, ma sono sul balcone della mia stanza ad osservare il cielo.

Osservo il giardino di Alfea, nel quale non poco tempo fa si consumò una violenta battaglia con le streghe e i loro mostri.

Osservo gli alberi in lontananza, illuminati dalle luminose ali di qualche Pixie.

Poi osservo il cielo, scuro e minaccioso, che annuncia la tempesta.

Improvvisamente il mio magico telefono si mette a squillare.

Lo prendo, portandolo fuori, cercando di non fare il minimo rumore.

Poi alzo la cornetta e sussurro:”Pronto?”

Musa...”

Riconosco la voce ansiosa e preoccupata di Bloom.

“Che succede?”

La sua voce non prevede assolutamente nulla di buono.

“Mi dispiace...”

“Per cosa?”, domando curiosa.

Cosa sta succedendo?

Riven...è morto”

Il cuore comincia a battermi forte nel petto, quasi come se volesse scappare dalla cassa toracica.

Rimango in silenzio, come congelata, con il telefono all'orecchio, in attesa di qualche segnale.

Forse sto aspettando un “Tranquilla Musa, è tutto uno scherzo!” con una sonora risata.

Ma non arriva nulla.

Sento Bloom sospirare e ripetermi con voce angosciata “Mi dispiace”

Poi chiudo la chiamata, immobile, senza pensare a niente.

Improvvisamente, sento un violento bisogno di andare via da qui, di isolarmi, di stare solamente con me stessa.

Corro in direzione del lago di quella mattina, veloce, come se fosse l'ultima cosa che faccio.

Non importa se qualcuno mi vede. Non m'importa più nulla.

Non trovo nessuno, la spiaggia è deserta.

Mi siedo proprio nello stesso punto in cui ero seduta l'ultima volta, o almeno così credo.

Osservo il blu immenso che si trova davanti a me.

Ora non riesco a distinguerne la fine.

Il mio cuore è come anestetizzato, muove battiti lenti e regolari.

Mi sdraio sulla sabbia senza pensieri, quando improvvisamente una voce sussurra qualcosa.

Riconosco Aisha accanto a me, la mia grande amica.

“La morte è strana perché riesce a far emergere il meglio e il peggio delle persone contemporaneamente. Accende la luce della verità e rende la vita chiara in modo abbagliante”, mormora sedendosi sulla sabbia.

Penso alle sue parole. Penso al fatto che abbia ragione. Glielo dico.

Poi lei si sdraia supina, chiudendo gli occhi.

Alzo lo sguardo al cielo, quando una lacrima offusca la mia vista per poi scendere lentamente sulla guancia destra.

Sto cominciando ad affrontare la realtà. Sto cominciando a capire che lui è morto davvero, che non c'è più, che questa volta non tornerà.

Una miriade di lacrime adesso sgorgano dai miei occhi.

Ma Aisha non se ne accorge, rimane ad occhi chiusi.

Poi emetto un sibilo simile più ad uno squittio, e finalmente apre gli occhi.

Ma non si mette a sedere. Rimane nella stessa medesima posizione.

“La morte è come il passato. Il passato non torna più. E le persone che muoiono, non torneranno”

Penso ancora alle sue parole. Penso di nuovo che ha ragione.

Osservo il lago scuro, che si confonde con la notte.

Poi mi alzo lentamente, camminando verso di esso.

Osservo il mio riflesso alla luce della luna, ricordando il suo viso accanto al mio in quell'acqua calda solo qualche giorno prima.

Mi staranno cercando. Ci staranno cercando.

Ma questo ora non importa.

“Nessuno se ne va per sempre”, sussurro piano.

Forse in risposta alle sue parole.

Ma lentamente, anche queste volano via nell'aria torbida, scappando lontano, dove cantano i fagiani e i draghi combattono.* Lasciando dietro di sé soltanto una scia magica, una linea immaginaria dove la speranza è scomparsa e la tristezza domina su ogni cosa.



*: Citazione di Ueda Akinari (1734 – 1809), scrittore giapponese, che descrive il suo libro più famoso, “Racconti di pioggia e di luna”, con questa frase:”Per caso possedevo alcune futili storielle e quando le ho buttate giù esse hanno creato un mondo fantastico, dove cantano i fagiani e i draghi combattono”.

Ecco da dove ho preso parte della frase presente nel testo.



   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: Sabriel Schermann