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Autore: SOPHIE STYLES    17/06/2013    1 recensioni
'' In quel mondo una ragazza subiva le conseguenze degli errori passati di suo padre , una parte della sua infanzia le era stata celata , ma un ragazzo con una dolce melodia risvegliò i suoi sentimenti ''
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Calmandomi mi resi conto che avevano smesso di parlare, il suono delle loro voci era stato rimpiazzato un rumore di passi veloci. Si scambiarono poche parole, poi sentii una porta chiudersi e di nuovo dei passi. Il suono era sempre più chiaro, vicino. Mi sedetti, assunsi un espressione disinvolta, sorridendo mentre la porta si apriva. 


< Signorina avrei bisogno di parlarle >
Con un cenno del capo la invitai a sedersi sulla sedia di fronte a me.
< La ascolto > dissi.
< Come ha potuto notare, abbiamo un ospite, è il figlio di un caro amico di suo padre.... >
Mi irrigidii ripensando a quell uomo e a quello che mi aveva fatto.
< Dovrà abituarsi alla sua presenza , resterà in questa casa per un po', va bene per lei? > 
< Si > dissi anche se poco convinta 
Lentamente si alzò raggiungendo la porta, mi girai credendo che fosse uscita ma udii la sua voce:
< Un ultima cosa, a lui sarà permesso uscire e frequentare un istituto pubblico ma per lei le regole non cambiano >
Non replicai, lasciando che il silenzio rispondesse da se.
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Poggiai il libro sul tavolino, alzai lo sguardo : erano le otto, l' ora di cena. Scendendo le scale raggiunsi la sala: la solita storia, seduta a capo tavola, camerieri che veloci portavano i piatti al tavolo, la solita tovaglia spenta....
Mangiai la zuppa e mentre aspettavo la seconda portata sentii qualcuno ridere, raro in quella casa. Dalla porta sbucò lo stesso ragazzo di prima, aveva un telefono poggiato all orecchio e sorrideva divertito.
< AHAHAHA puoi scommetterci > urlò.
Chissà con chi stava parlando, comunque non aveva importanza. Quella telefonata sarebbe finita presto; e infatti la signora Adelaide entrò nella sala.
< Chi è che urla in questo modo indecoroso!? > domandò alterata.
Il ragazzo si fermò e salutando sottovoce fece scorrere il telefono dall'orecchio alla tasca dei pantaloni rossi.
< Si accomodi > disse una delle cameriere. 
Lui ubbidì e si sedette all altro capo del tavolo.
< Bene! > esclamò Adelaide. < Buona cena > disse sparendo dietro la porta. 
Abbassando gli occhi lo sentii ridere, ma perchè ? Cosa c' era di tanto divertente!? Riamasi in silenzio aspettando che finisse. La cameriera portò il secondo piatto e sparì in cucina.
< Ciao > disse.
Alzai lo sguardo, lo vidi sventolare la mano in segno di saluto. Sorridendo, ricambiai il saluto. Ricominciai a mangiare pensando che la nostra fugace 'conversazione' fosse conclusa, ma mi parlò di nuovo:
< Come ti chiami? > chiese curioso 
Mi sembrava di essere tornata alle elementari, quando facevo amicizia con bambini mai visti prima.
< Mi chiamo Mary > risposi. 
Lo vidi fare strane espressioni cercando di interpretarle capii e azzardai 
< Tu? >


sorrise soddisfatto.
< Louis, piacere di conoscerti > 
mimai un inchino con la testa , sorridendo. Il resto della cena passà in totale silenzio. 
Finito ci alzammo dal tavolo , stavamo salendo le scale quando disse:
< Ci vediamo domani a scuola. Cioè non è una città molto grande quindi staremo di sicuro nello stesso istituto... >
< No > dissi dura
Vidi la sua espressione confusa
< Potrei sapere perché > chiese cauto
< Ho un insegnante privato >
La sua bocca mimò una 'o'
< Cose da ricchi > scherzò superandomi . 
Mi trovavo davanti alla mia porta quando mi bloccai a guardare il suo viso : i lineamenti erano delicati, un accenno di barba copriva il mento rilassato , i capelli coprivano una parte della sua fronte. Si girò, abbassai lo sguardo imbarazzata, sorrise raggiungendo la sua stanza.


<  Buonanotte Mary. > disse 
<  Anche a lei  > 
Mi maledii subito per aver usato un tono così formale, entrai in camera guardando di sfuggita il suo viso sorridente.
  
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