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Autore: paynekilllers    17/06/2013    21 recensioni
«Sarò anche stata una grande bugiarda, ma non sono sicura di poter mentire di nuovo guardandoti negli occhi.»
____
Questa fanfiction scritta a quattro mani. Abbiamo messo 'slash' come tipo di coppia per un motivo, guardate il trailer e capirete (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VAtnuUz4cT0).
Speriamo vi piaccia, un bacio.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter ten:
-Change of plans.


Harry's Pov


Mi passai una mano sugli occhi non appena mi accorsi che era arrivata l’ora di alzarsi. Avevo avuto una nottataccia a causa del dolore al naso. Avevo chiuso gli occhi al massimo per un paio d’ore e per la seconda volta feci lo stesso sogno.
Avevo chiesto a Dylan di lasciarmi davanti alla guardia medica. Il dottore mi aveva detto che avevo una frattura al naso, ma niente di grave. Mi sarebbe passata in un paio di settimane. Mi alzai dal letto, raggiunsi il bagno e quando mi guardai allo specchio ciò che vidi non fu un bello spettacolo: due grandi occhiaie mi circondavano gli occhi, ero piuttosto gonfio a causa delle botte e in più avevo una specie di tutore sul naso che serviva, così aveva detto il dottore, a guarire prima. Mi preparai e, senza nemmeno fare colazione, uscii per andare a scuola. La moto era rimasta in quel vicoletto ma Dylan mi aveva promesso che mi avrebbe accompagnato lui a riprenderla.
Dopo circa venti minuti arrivai a scuola, sfilai le cuffie dalle orecchie e cercai qualcuno con cui scambiare due parole. Inutile dire che mi arrivavano occhiatacce da tutte le parti a causa del mio aspetto. Fortunatamente intravidi Dylan tra la folla e mi feci spazio tra gli altri per raggiungerlo.

«S.O.S un panda è scappato dallo zoo.» arrotolò un quaderno e lo usò come microfono.
«Sta zitto! E’ già abbastanza dover sopportare tutte queste occhiatacce.» mi misi al suo fianco e camminammo insieme verso l’entrata.
«E’ stato un gesto eroico da parte tua!» si mise una mano sul cuore con fare drammatico.
«Non ho mai visto un ragazzo che non sa fare a botte.»
«Kyle è mingherlino…» rise.
«Sarà anche mingherlino ma un calcio nelle palle lo sanno dare tutti.»

Dylan sembrò pensare ad altro per un paio di secondi poi tornò con lo sguardo su di me. Decidemmo di andare a riprendere la moto il giorno seguente, dopo la fine delle lezioni. Dopo esserci salutati, raggiunsi l’aula di inglese. Mi buttai a peso morto sulla sedia e qualcuno, al mio fianco, fece lo stesso. Quando mi voltai per vedere chi fosse mi ritrovai davanti una ragazza che mai avevo visto prima. Carnagione olivastra, lunghi capelli scuri… Se avessi avuto un aspetto presentabile ci avrei anche provato, ma non mi sembrava il caso. Si voltò per salutarmi con un gran sorriso.

***

Mi appoggiai con le spalle contro l’armadietto e mi massaggiai le tempie mentre Dylan cambiava il libro di aritmetica con quello di economia.

«Ho bisogno di un’aspirina il prima possibile, la testa mi sta scoppiando.»
«E’ per colpa della botta, Styles.»
«Lo so. Comunque ho chiamato Tom per raccontargli tutto e mi ha dato un giorno di permesso, avvisa anche Kyle. L’ha dato anche a lui.»
«Quindi passerai la serata a deprimerti sul divano?» chiese lui ridendo.
«Passerò la serata tra antidolorifici e una bella pizza.» mi passai una mano sullo stomaco.
«Se ti annoi troppo chiamami. Stasera non lavoro nemmeno io, Mark mi da il cambio.»
«Perché?»
«I miei mi hanno chiesto di restare a casa visto che è il compleanno di papà.»

Risi. La famiglia di Dylan era davvero bizzarra, a partire da Dylan stesso. Raccontava continuamente bugie ai suoi mentre loro lo credevano un figlio modello. Per fortuna i suoi voti a scuola lo aiutavano a rendere il tutto più credibile, aveva la media più alta dell’istituto. Il padre era il reverendo della città e per questo tutti consideravano Dylan un santarellino di diciotto anni ancora vergine. Il punto era che aveva avuto più ragazze lui di, addirittura, alcuni ragazzi della squadra di football della scuola. Aveva una vita parallela completamente diversa da quella che i loro genitori pensavano avesse. Si divideva tra il paradiso e l’inferno, così mi piaceva pensarla.




Kayla's Pov

Come era possibile il fatto che riuscivo a incontrare Harry ad ogni fottuto angolo della scuola? Non facevo altro che nascondermi da tutta la mattina… non ce la facevo più. Alla fine della quinta ora finalmente avevamo la pausa pranzo, sperai di incontrare Zoe o Dylan, ma di loro non c’era traccia. Avevo voglia di parlare con qualcuno, e loro erano gli unici amici che avevo… Perché quando mi servivano non c’erano?
Mi misi seduta tranquilla sotto un albero nel cortile della scuola, mi piaceva mangiare lì, mi tranquillizzava più del lecito e non sapevo nemmeno il perché. Mentre stavo per addentare voracemente il mio panino, sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla. Mi voltai e scommetto che i miei occhi si illuminarono appena incontrai lo sguardo di Dylan.

«Hey…» mi disse sorridendo. Ero così contenta di vederlo.
«Hey!» ricambiai con entusiasmo e gli feci posto accanto a me.

Si sedette e incominciò anche lui a mangiare. Tra una chiacchiera e l’altra il tempo passò velocemente, e quasi mi dispiacque doverlo lasciare quando la campanella suonò per avvertirmi che anche quella pausa pranzo era finita. Quando accennai ad andarmene mi fermò.

«Aspetta un attimo, mi sono dimenticato di dirti che Tom ti ha dato un giorno di permesso… Sai per quello che è successo con Harry ieri.» disse.
«Che strana gentilezza da parte sua. Tanto meglio.» dissi sorridendo.
«Già. Comunque dato che oggi è il compleanno di mio padre e anche io ho il giorno libero… Ti va di venire a casa mia? Non voglio stare di nuovo a cenare noiosamente con la mia famiglia e altra gente, non fanno altro che parlare di come io sia il figlio perfetto e di come io debba seguire alla lettera ciò che la Bibbia dice.» disse alzando gli occhi al cielo, ma con un leggero rossore sulle guance. Era per il caldo o per l’imbarazzo? Penso più per la seconda cosa, visto che era autunno.
«Quindi mi stai chiedendo di tenerti compagnia e conoscere i tuoi?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Diciamo di si.» disse scompigliandosi i capelli nervosamente.
«Ok, ma ho solo un’altra domanda per te.»
«Spara.»
«Devo venirci come Kyle o Kayla?» dissi ridendo.
«Kayla va bene. Vieni da me alle sette, ok?» disse.
«Ok, allora a stasera.» lo salutai prima di tornare in classe, mi aspettava un’ora di matematica e non sapevo se fossi sopravvissuta a un’altra lezione con quella prof. scorbutica che mi ritrovavo.

La cosa strana fu che quella volta, invece della professoressa, mi ritrovai davanti una supplente che era il suo esatto contrario! Era molto dolce, comprensiva e carina. Ci disse che la prof. Winson non era potuta venire a causa di una malattia, e che ci sarebbe stata lei per almeno una settimana. Tornai a casa con il sorriso sulle labbra e con la voglia di incominciare già a prepararmi per andare a casa di Dylan anche se mancavano ancora cinque ore, mi vestii il più elegante possibile, trovai nell’armadio un vestitino bianco con un nastro di colore nero che potevo allacciare con un fiocco.  Abbinai delle ballerine nere e una borsa dello stesso colore. Quando finalmente si fecero le sette, mi ritrovai a bussare a casa di Dylan. Non sapevo perché ma mi sentivo molto ansiosa quella sera, era come se dovessi conoscere i genitori del mio fidanzato… Anche se effettivamente io e lui non eravamo in quel tipo di relazione, ci eravamo baciati si e no solo una volta e non significava nulla ne per me ne per lui. Mi aprì la porta una donna sulla cinquantina, vestita in modo molto elegante.

«Oh! Tu devi essere Kayla, la nuova amica di Dylan! Prego cara, entra.» mi disse accogliendomi calorosamente in casa sua.
«Salve signora, è un piacere conoscervi.» dissi con nervosismo. La vidi avvicinarsi alle scale.
«Dylan! E’ arrivata la tua amica, scendi a farle compagnia.» urlò.

Si voltò nuovamente verso di me e mi sorrise.

«Vado a chiamare Patrik, tu se vuoi puoi accomodarti in salotto.» disse indicandomi con il dito la stanza.
«Oh, certo signora.»
«Oh cara, puoi chiamarmi anche Elen.» disse prima di scomparire dietro una porta.

Mi guardai intorno e alla fine decisi di sedermi sul divano, Dylan ci stava mettendo un po’ troppo a scendere… Che diamine stava combinando?
Dopo pochi minuti però lo vidi scendere dalle scale e capii perché ci aveva messo così tanto tempo. Mentre scendeva gli ultimi scalini continuava ad aggiustarsi la camicia che aveva avvolto fin sopra ai gomiti. Indossava dei pantaloni stretti grigio chiaro e ai piedi aveva delle convers blu come il colore della camicia. Appena mi vide sul suo viso affiorò un sorriso e subito mi raggiunse per venirmi a salutare. Mi alzai dal divano e mi avvicinai a lui che mi poggiò una mano sul fianco per poi lasciarmi un bacio sulla guancia.

«Grazie per avermi salvato da una serata noiosa.» mi sorrise.
«Che ne sai se non sarà noiosa lo stesso?»
«Ne sono sicuro.»
«E se non dovessi piacere ai tuoi?»
«Kayla, – mi poggiò le mani sulle spalle – sarà presente mezza città… Non ci penseranno nemmeno.»

Quello mi rassicurò. Non ero come quelle persone, non mi ci vedevo ad andare in chiesa ogni domenica e a pregare prima di mangiare anche solo una nocciolina. Ero così tanto persa nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta che Dylan mi aveva portato con se nell’altra sala dove c’erano già una trentina di persone che parlavano tra di loro. Tutt’intorno c’erano dei tavoli con sopra da mangiare. Il mio stomaco brontolò a quella visione e dovetti poggiarmi una mano sulla pancia per calmarlo. Dylan mi guardò e rise, capendo tutto.

«Vado a prenderti qualcosa, tu aspettami qui.» annuii e lo vidi avvicinarsi al tavolo.

Mi guardai attorno e vidi Elen che, con una mano, mi faceva cenno di andare da lei. Improvvisamente mi sentii agitata, non sapevo perché volesse che andassi da lei. Feci come mi era stato chiesto e attraversai la sala e mi fermai al suo fianco sorridendole, cercando di sembrare a mio agio.

«Tesoro, volevo presentarti il padre di Dylan. – Mi indicò l’uomo davanti a me – Patrik, lei è l’amica di Dylan, Kayla.»
«Piacere signor Brooks, auguri.» Strinsi la mano dell’uomo.
«Grazie Kayla, il piacere è tutto mio. Come ti trovi in città? Dylan ci ha detto che ti sei appena trasferita.»

Oh, bene. Dylan aveva parlato di me ai suoi genitori. Non poteva andare peggio visto che non sapevo cosa avesse detto loro sul mio conto.

«Bene, la città mi sembra molto carina, così come le persone che ci abitano.»
«Mi fa davvero piacere che tu e tua madre vi troviate bene qui. – Quindi sapevano anche che vivevo solo con mia madre. – Dove vivevi prima?»
«Cardiff.» risposi. Notai che Dylan mi aveva raggiunto con un piatto stracolmo di cibo tra le mani.
«Cardiff? Oh, ci siamo stato molti anni fa, quando il nostro bambino ancora doveva nascere.» disse stringendo una guancia a Dylan.
«Papà… – sospirò lui guardando per terra. – Posso far fare a Kayla un giro della casa o dovete continuare con il quarto grado?»

Entrambi i suoi genitori risero e scossero la testa.

«Certo, potete andare.»

Dylan strinse forte le labbra fino a farle diventare una linea sottile, poi mi afferrò per un gomito e mi portò con lui in cucina. Poggiò il piatto sul ripiano di marmo e si avvicinò al frigo per prendere qualcosa da bere.

«Mi dispiace, i miei sono fatti così… Fanno tante domande.» disse passandomi una lattina di coca.
«Dylan, tutti i genitori sono così.» risi.
«Si, ma i miei esagerano.»
«Non conosci mia madre…»
«Me la farai conoscere?»
«Dylan… Non stiamo esagerando?» dissi corrugando la fronte.
«Che c’è di male? Siamo amici, no?»
«Si, ma…»
«Ma cosa?»
«Ok… Allora, questo giro della casa?»

Lui rise e uscì dalla cucina facendomi cenno di seguirlo. Salimmo al piano di sopra. Entrammo in camera sua, era esattamente come l’ultima volta che l’avevo vista. Beh, forse era un po’ più ordinata. Dylan andò a sedersi sul letto mentre io presi posto sulla sedia davanti alla scrivania. Per alcuni minuti ci fu un silenzio completamente imbarazzante poi fui io a parlare.

«Te l’ho detto che sarebbe stata una serata noiosa.»
«Oh, no. Non mi sto annoiando, anzi quando ci sei tu mi diverto sempre.»
«Era un complimento?» sorrisi.
«Lo è solo se non te la tiri troppo.» disse ironico.
«Non sono il tipo.» risi.

Dylan si alzò e si avvicinò a me. Con lui così vicino respirare risultava una cosa abbastanza difficile. Allungò una mano verso di me ed io mi allontanai istintivamente, non lo feci apposta. Lui corrugò la fronte e mi guardò ridendo.

«Kayla, non voglio farti niente.»

Questa fu una delle miei più grandi figure di merda.

«Lo so…»
«E allora perché ti allontani?»
«Non lo so.»
«Sei buffa, è per questo che mi diverto con te.»

Posò una mano sulla mia guancia e mi scrutò con attenzione.

«Mh, stai guarendo in fretta.»
«Guarda che è il trucco che fa miracoli.»

La suoneria del suo cellulare riempì la stanza e ci fece sobbalzare. Si allontanò da me e prese il cellulare dalla tasca posteriore del pantalone. Osservai ogni sua mossa e non riuscii a non pensare a quanto fosse bello. Mi mimò con le labbra ‘Harry’ e io capii di dover stare zitta.

«Styles?» rispose al telefono.

Mentre i due parlavano mi alzai e mi guardai in giro. Notai su una mensola la sua collezione di fumetti dei supereroi. Guardando meglio notai qualcosa che non mi sembrava proprio un pezzo da collezione. Tra i vari fumetti c’era una rivista di Playboy. L’afferrai e la guardai incredula. Sulla copertina c’era una biondona con una sesta come seno. Guardai istintivamente il mio mini-seno e incominciai a deprimermi.

«Che cazzo fai?» sentii Dylan urlarmi a bassa voce. Si avvicinò e mi strappò la rivista di mano portandosela dietro alla schiena per nasconderla.
«No, sto con Kyle.» disse a Harry.

Avrei voluto ammazzarlo in quel momento.

«Cosa? Uscire tutti e tre… Adesso? Oh, va bene…»

Iniziai ad urlargli contro di tutto, anche se a bassa voce. Mi aveva messo nei casini. Come sarei potuta uscire con Harry in quel momento? Cercai di calmarmi ma appena spense il cellulare partii in quarta.

«Cosa cazzo hai fatto? Uscire tutti e tre? E chi glielo spiega che oggi Kyle è una donna? Devo venire con il vestitino? Oh, no Harry. Kyle pensava fosse carnevale e si è vestito da transessuale!»
«Kayla, calmati! Prima di tutto spiegami tu cosa stavi facendo con quella rivista in mano.»
«Ma piuttosto spiegami cosa fai tu con quella rivista in camera!»
«Non sono affari tuoi.»
«Certo che non sono fatti miei ma tanto un’idea me la sono già fatta, quindi non toccarmi con quelle luride mani.»
«Non ho bisogno di masturbarmi.»
«Beh, sicuramente non fa parte della collezione di fumetti che hai in camera.»
«Non è questo il problema ora. Tra mezz’ora Harry sarà qui e tu dovrai essere Kyle. Ce la puoi fare?»
«L’unica cosa che posso fare in meno di mezz’ora è strangolarti con le mie stesse mani.»
«Dai, smettila! – Aprì l’armadio – Ti presto qualcosa di mio.»

Iniziai a levarmi le ballerine e frugai nella mia borsa per cercare la parrucca. Me la portavo sempre dietro per evitare che mamma la trovasse altrimenti avrebbe fatto troppe domande. Lui mi lanciò una felpa a caso e dei pantaloni di una tuta, i più piccoli che aveva spiegò lui. Rimase lì a guardarmi con le braccia conserte. Lo fissai.

«Oh. – Sembrò realizzare – Devo uscire.»
«Direi…»

Quando chiuse la porta dietro di se, afferrai i pantaloni della tuta e me li infilai sotto la gonna. Quando portai le mani dietro alla schiena per abbassare la cerniera mi sentii tirare i capelli. Si erano incastrati nella zip. Imprecai a bassa voce e quando capii che non sarei riuscita a risolvere la cosa da sola chiamai Dylan. Lui aprì di poco la porta e si affacciò.

«Desidera?»
«Vieni qui e fammi uscire da questo vestito.»
«E’ un invito? Guarda che dopo toccherà a te trovare un modo per farmi uscire da questa stanza.»
«Abbassami questa cerniera e vattene!» urlai esasperata.

Lo sentii armeggiare con la zip. Forse chiedere aiuto a lui era stata una pessima idea. Se avessi chiesto aiuto ad un cieco avrebbe saputo fare di meglio. Ma davvero aveva spogliato un sacco di donne? Non riuscivo a crederci. Sentii il suo respiro sul mio collo e notai che era irregolare. Non era il massimo trovarsi in quella situazione. Mi abbassò una bretella del vestito e stampò un bacio sulla mia spalla nuda.

«Ma che cazzo fai?» mi voltai di scatto.
«Era più forte di me. – Alzò le mani a mo di difesa – Comunque ho fatto.»

Andò via. Quando chiuse la porta lo sentii ridere. Che diavolo gli era saltato in mente?
Quando finii di prepararmi uscii dalla camera e chiesi a Dylan di darmi un paio di scarpe anche se, non avendo lo stesso numero, sarei sembrata sicuramente un clown.
Quando scendemmo al piano di sotto cercammo in tutti i modi di non farci vedere, ma quando lui aprì la porta per uscire, la voce di sua madre ci fermò. Mi spinse fuori e chiuse la porta.

«Dove vai?» sentii la madre di Dylan.
«Facciamo due passi.»
«Oh, c’è anche Claire. E’ appena arrivata… Perché non la fai venire con te e Kayla?»
«Mamma, Kayla è appena andata via. In verità stavo per uscire con Harry ed un altro mio amico.»
«Oh, Claire te la senti di uscire con loro? Sono tutti ragazzi…»
«Sì, certo Elen.» quella doveva essere la voce della ragazza.

Dylan aprii la porta e mi scansai giusto in tempo altrimenti mi avrebbero beccato ad origliare. Mi chiese scusa con lo sguardo e mi presentò Claire.

«Kyle, lei è Claire. – Mi indicò la ragazza – Claire, lui è Kyle.»
«Piacere.» disse lei sorridendo.

Le sorrisi di rimando. Non potevo negare che la sua presenza mi infastidisse. Sembrava… stupida?! Le ragazze come lei mi stavano altamente sulle palle, nonostante non le avessi. Prese Dylan sotto al braccio e iniziammo a camminare. Inutile dire quanto mi sentissi il terzo in comodo. Quasi non vedevo l’ora di incontrare Harry, almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare.
Fuori ad un pub, appoggiato al muro, ci stava aspettando. Aveva lo sguardo fisso sullo schermo del cellulare che gli illuminava il viso. Aveva un capello che gli tirava indietro i ricci lasciando libere solo alcune ciocche sui lati. Aveva una maglia bianca e una giacca di cotone grigia e dei pantaloni stretti neri. Ai piedi portava un paio di vans e solo Dio sapeva quanto cazzo mi piacessero i ragazzi con quelle scarpe. Alzò lo sguardo e appena ci vide sfoderò uno dei suoi magnifici sorrisi. Ci raggiunse e ci salutò. Guardò meglio la ragazza di fianco a Dylan e si presentò. Salutò Dylan con la solita stretta di mano e quando toccò a me, mi poggiò una mano sulla schiena e mi guardò sorridendo.

«Hei, piccoletto!» mi disse. La sua mano indugiò per troppo tempo sulla mia schiena e vidi, di sottecchi, che anche Dylan se n’era accorto. La sua espressione sembrava irritata, ma non sapevo con esattezza se era per quel gesto o per la ragazza al suo fianco che continuava a parlare senza sosta. 




Harry's Pov

Onestamente non mi sarei aspettato che Dylan si portasse una ragazza dietro. Mi sentii sul serio a disagio. Quell’uscita sembrava una vera e propria uscita a quattro. Il punto era che affianco a me non c’era una ragazza con cui fare coppia, c’era Kyle.
Con lui, oltre a quel saluto, non riuscii ad spiccicare parola a causa di quello che era successo il giorno prima. Non so esattamente cosa mi era preso ma averlo a pochi centimetri di distanza mi aveva fatto provare una fitta allo stomaco. Kyle aveva tratti femminili. Infatti per alcuni secondi mi era sembrato di avere una ragazza schiacciata contro il mio petto. In quel momento sarei stato disposto anche a baciarlo… In verità avrei davvero voluto baciarlo. Per fortuna Dylan mi aveva riportato alla normalità e non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se lui non ci fosse stato. Per un attimo pensai alla reazione di Kyle, anche lui mi era sembrato… strano. Avevo notato come con il suo sguardo fosse passato dai miei occhi alla mia bocca e quello era un gesto che significava solo una cosa. In quel momento avrebbe voluto baciarmi esattamente quanto lo volevo io.
Scossi la testa e allontanai tutti quei pensieri da me. Deglutii a fatica e improvvisamente iniziai a sentire caldo. Eravamo arrivati fuori ad una gelateria e Claire quasi ci supplicò di fermarci a mangiare qualcosa. Trascinò dentro Dylan che, prima di seguirla, mi aveva rivolto uno sguardo e con le labbra mi aveva mimato un ‘aiutami’.

«Poverino.» dissi a bassa voce ridendo.
«Non ha l’aria di uno che si diverte.» avvertii la presenza di Kyle di fianco a me. Quelle erano le prime parole che pronunciava quella sera.
«Nemmeno io mi divertirei con una come quella.» misi le mani nelle tasche.

Kyle sbuffò.

«Mah, nemmeno io. Non ha nemmeno le tette grandi.» perché doveva essere così volgare?
«Ah, si? E la tua ragazza quanto le ha grandi?»
«All’incirca…» iniziò a mimare con le mani la grandezza e notai di averlo messo sul serio in difficoltà. Mi scappò da ridere.
«Dai, andiamo a prendere un gelato.» lo afferrai per un polso e lo tirai dentro con me.

***

Mentre Claire e Dylan dividevano un gelato, io e Kyle rimanemmo in disparte per lasciare ai due un po’ di spazio. Anche se credo che Dylan avesse voluto il contrario. Aveva un’espressione scocciata e sicuramente me l’avrebbe fatta pagare per averlo lasciato nelle mani di quella tipa.
Finii il mio gelato dopo pochi minuti e mi allontanai per andare a buttare il fazzoletto sporco. Quando mi voltai vidi Kyle seduto sul muretto che litigava con il suo cono gelato. Aveva gelato ovunque: sulle labbra e sulle dita. Si portò un dito alla bocca per rimediare al problema e rimasi di sasso. Non potevo trovare attraente Kyle in quel momento. Stavo esagerando, non mi era mai capitato. Continuò con l’altro dito e quasi il mio cuore perse un battito. Ero spinto dalla voglia di andare da lui, di strappargli quel coso da mano e di baciare quelle fottute labbra che nel frattempo lavoravano attorno alle sue dita.
Improvvisamente lo vidi voltarsi di lato e sorridere. Dylan lo stava raggiungendo con Claire che gli stava dietro. Non so perché ma mi accorsi di essere geloso. Sì, geloso del loro rapporto. Si vedeva che avevano legato più di quanto avessimo legato io e Kyle. Si voltarono verso di me e Dylan mi urlò un «andiamo?». Io annuii e li raggiunsi.
 
 
 

Il trailer della ff


Se avete un account youtube, un pollice in su per il video non ci starebbe male u.u




Spazio autrici:
Ecco il decimo capitolo u.u
Capitolo molto importante perché per la prima volta il nostro Harry ammette di aver provato qualcosa per Kyle.
Questo è solo l'inizio. Dovrà affrontare un vero e proprio conflitto con se stesso, no?
Riguardo al sogno ho letto che alcune di voi pensano sia Kayla, ma lo scopriremo solo vivendo (?)
Comunque speriamo vi piaccia, ci impegnamo davvero a scrivere questa fanfiction, ecco perché spesso aggiorniamo in ritardo.
Vogliamo che sia perfetta, o almeno ci proviamo, e soprattutto non vogliamo deludervi.
Speriamo di non averlo fatto nemmeno questa volta.
Sappiate che le vostre recensioni ci fanno davvero tanto piacere, grazie.. Davvero.
Continuate a farci sapere cosa che pensate.

 

I nostri twitter: L(x) R(x)

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