Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Rosmary    17/06/2013    5 recensioni
Dopoguerra: ogni cosa tenta di tornare alla normalità. La spensieratezza s'insinua nelle vite dei vittoriosi sopravvissuti.
Tutto procede nel migliore dei modi e poi, d'improvviso, un buffo esperimento dei gemelli più scapestrati di Londra scaraventa sette maghi in mondi paralleli. Quello che si prospetta essere un viaggio nei meandri della fantasia, a causa di assurdi effetti collaterali, si rivela essere un gioco che rimescola tutte le carte già estratte dal mazzo, costringendo Hermione a interrogare ancora una volta il proprio cuore. Ed è così che, tra antichi dissapori, ritrovata routine, insospettabili attrazioni e un improbabile scambio di corpi, tutto ciò che è stato narrato potrebbe essere riscritto.
«Ti piace la mia ragazza?»
«No! No! Non gli piaccio! Sarà qualche magia venuta male… oh, Ron, calmati!»
«No che non mi calmo. Io gli spacco la faccia»
«Spaccamela pure, tanto non cambia niente»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo X



E sono tutti nella casella. Sembrano avere pari possibilità di vittoria.
Nessuno l'ha ancora notato, quel pedone che ha già invaso la casella successiva.
Forse, ha barato o, forse, è destino che sia così.





 

 

«Allora a dopo!»
 
«A dopo, Ron!» Esclama Padma Patil tutta sorridente, uscendo dai Tre Manici di Scopa.
 
«Stai facendo l’idiota»
 
«Non essere pesante, Harry, sta facendo benissimo!» Aggiunge Seamus immediatamente.
 
«Infatti» S’accoda Dean, facendo cenno a Madama Rosmerta di voler ordinare «Il C.R.E.D.O consiglia: chiodo scaccia chiodo!»
 
Ron accenna un sorriso complice, seppure in cuor suo non sia affatto d’accordo con Dean e lo sfiga club, come è stato ribattezzato da Neville. Harry, dal canto suo, si limita a lanciare occhiate eloquenti al proprio migliore amico, comunicandogli quanto sia in disaccordo con la nuova politica. Sono trascorsi altri due giorni, altri due giorni che hanno messo a dura prova la relazione tra Hermione e Ron, i due, infatti, dichiarano ormai finito e sepolto quel qualcosa che li univa. Troppa rabbia, troppi elementi taciuti e troppa voglia, ora che la guerra è finita, di vivere.
 
 
«Dove sei stata?»
 
«A casa mia, con Ginny»
 
Ron, evidentemente spiazzato da quel “Ginny”, che gli impedisce di dubitare delle parole della strega, continua, voglioso di coglierla in fallo «E prima dov’eri?»
 
«Cos’è quest’interrogatorio?»
 
«Rispondi»
 
No, lei non l’ha mai visto così arrabbiato. A ben pensarci, quello sguardo carico d’ira l’ha avuto solo in occasione del litigio con Harry, quando li ha abbandonati. Forse è questo pensiero o forse la voglia di chiarirsi, ma qualcosa la spinge a rilassare i lineamenti del volto e a rispondergli conciliante «Ero a Hogwarts, come te. Non ci siam…»
 
«E con chi eri?»
 
«Cosa?»
 
«Hai visto George?»
 
«Ma cosa c’entra George? Perché sempre George?» Non è George il problema, vorrebbe gridargli. Ma tace, rifugiandosi ancora una volta nel silenzio.
 
«Non mi fido di te»
 
«Mi stai lasciando»
 
«È una domanda?»
 
«È una constatazione»
 
 
E in effetti l’ha lasciata e lei non ha fatto nulla per riconciliarsi con Ron. Quest’ultimo, ingenuamente, si sarebbe aspettato d’essere rincorso da Hermione, che l’avrebbe abbracciato tremante, implorando perdono. Peccato che Hermione Granger non abbia mai neanche ipotizzato un risvolto simile, ma che si sia sentita libera; schifosamente libera, si è autodefinita. Libera da un rapporto, ormai, opprimente e libera di schiarirsi le idee.
Così Ron si è rifugiato nella solidarietà maschile e in quel C.R.E.D.O. fondato per lui, che finge d’avere le risposte a tutto.
 
«La cosa migliore sarebbe chiarire con Hermione» Interviene distrattamente Neville, il cui sguardo sembra seguire i movimenti di qualcosa in particolare.
 
«Non voglio neanche sentirla nominare» S’infuria Ron.
 
«Io concordo con Neville» Ammette Harry placidamente, facendo corrugare la fronte a Dean e Seamus «Hermione non sta con George, l’avremmo saputo. Ma se continui così, inizierà davvero a frequentare un altro»
 
«Non mi interessa. Io anche esco con altre» Commenta Ron con aria imbronciata. La verità è che è troppo doloroso tornare da Hermione e dal suo sguardo colpevole, almeno per ora.
 
«Ciao, ragazzi! Cosa vi porto?»
 
«Hannah? Lavori qui?»
 
«Non proprio, Dean» Risponde ridacchiando la Abbott «Aiuto Madama Rosmerta, c’è tanta folla in questo periodo! Allora, cosa volete?»
 
«Per me un Succo di Zucca» Interviene Neville con aria rapita. Harry, più abituato ad osservare degli altri, nota che, stranamente, lo sguardo di Paciock si è spostato assieme alla giovane Tassorosso «Perché non ti fermi a bere qualcosa con noi?» Appunto, direbbe il Prescelto.
 

****

 
«Fred, ti dai una mossa?»
 
«Non rompere, noi non siamo mai puntuali, lo sanno!»
 
«Ma siamo già in ritardo» Sbotta George, rigirandosi la bacchetta tra le mani.
 
«E non stare tanto in ansia, che la trovi, la tua bella!» Scherza Fred, uscendo dal bagno e mascherando con un occhiolino una punta d’acidità del tutto fuori luogo.
 
«Molto divertente! Intanto, stasera vado all’attacco. Con Ronnie sono giorni che non si parlano»
 
«Andiamo» Liquida Fred, Smaterializzandosi assieme al gemello alla Tana.
 
L’atmosfera in cui si imbattono i due ragazzi è di gioia contagiosa. La Tana è addobbata a festa, il giardino ospita dei tavoli e sono tutti in giro, a parlottare e a preparare. Molly esibisce un’espressione radiosa, assieme a Arthur, che racconta, per l’ennesima volta, con quali parole il Ministro gli abbia comunicato la promozione.
 
«Responsabile, mi ha detto! Responsabile! Ora ho un vero ufficio tutto mio! Ah, che soddisfazione! Fred! George!» Aggiunge notando gli ultimi arrivati.
 
I due, felici, si lasciano abbracciare dal padre. È un evento unico per la famiglia Weasley: dopo anni e anni, è stato riconosciuto ad Arthur il merito di tanto lavoro svolto. Percy, la cui indole è votata alla carriera, si è persino offerto d’aiutare la madre nell’organizzare la festa. Una promozione appartiene alla schiera di eventi che meritano festeggiamenti e lodi, mamma, ha ammesso con il solito tono solenne. E Molly ha accondisceso all’idea del terzogenito, invitando ai festeggiamenti i figli e le eventuali compagne. Implicito, dunque, che anche Hermione abbia ricevuto l’invito, dopotutto, Molly non sa che il più piccolo dei suoi figli ha ancora problemi con la ragazza. Ron, d’altro canto, voglioso di tenere fuori la famiglia da quella storia, ha convinto i genitori che ogni presunta voce sulla propria vita privata sia frutto di calunnie.
 
«Non ti godi la festa?»
 
Sobbalza Hermione, scuotendosi dai propri pensieri «È una bella festa» Commenta evasiva, distogliendo lo sguardo dal volto di George. Sono entrambi in cucina, lei lontana dagli altri e lui pronto ad attaccare, come un bravo predatore.
 
«Perché non ci vediamo, qualche volta?» Allo sguardo stranito di lei, s’affretta a proseguire «Non sei più la ragazza di mio fratello, posso chiederti un appuntamento!»
 
«Ti senti bene? Hai bevuto qualcosa di strano?»
 
Ride lui, scuotendo il capo in senso di diniego «Sono padrone di me stesso, Hermione! E ti sto seriamente invitando ad uscire con me»
 
Hermione deglutisce, stordita, per un rapidissimo attimo, osservando il volto malizioso di George, le è sembrato di veder riapparire l’orecchio mancante «Scusa… ma… no, ecco, no, mi spiace, scusa» Farnetica confusa, uscendo dalla cucina per dirigersi al piano superiore. George, sin troppo sicuro di sé, cataloga quella reazione come normalissima, considerata la relazione appena conclusa con Ron; così torna in giardino, affiancandosi a Harry, Bill e Charlie, che intonano l’inno di Hogwarts.
 
«Ti sconsiglio la testata, potrebbe provocarti un debole trauma e lasciarti comunque in vita»
 
«Fred? Perché non sei giù?»
 
S’esibisce in un ghigno lui, osservandola «Non so, magari sono inviato da Merlino per salvarti la vita!» Un sarcasmo che riesce a far sorridere Hermione e a farle distaccare la fronte dal muro «Perfetto! Scendiamo giù?»
 
«Vai tu» Biascica nervosa, entrando rapida nella camera di Ginny. Si tasta le guance, avvertendole bollenti. L’aveva immaginato, in effetti, d’essere arrossita in modo poco decoroso. Dopotutto, solo un attimo prima le è parso di vedere lui, anziché George, intento a chiederle d’uscire. Si siede sul letto, molleggiando come una bambina, nascondendo il volto tra le mani. Si ripete che non può succedere a lei, che non può averla stravolta tanto un maledettissimo bacio di Fred Weasley.
 
«Provi a soffocarti, ora? Guarda che così ci impiegherai il doppio del tempo!»
 
«Ancora qui?» Chiede stizzita, facendo scivolare via le mani.
 
«Voglio solo offrirti il mio aiuto!» Lui s’accomoda accanto a lei e lei… beh, lei arrossisce ancora di più, ma inarca le sopracciglia, mostrandosi stoica «Posso strangolarti, se vuoi!»
 
«Devo ridere?»
 
«Basta accettare!»
 
«Cosa vuoi, Fred?»
 
«Sapere quando uscirai con George»
 
Sbotta in una risata amara, guardandolo torva «Mi spieghi cosa avete in testa? Cacca di Gnomo?! Io passo le mie giornate a…» Pensare a come mi è saltato in testa di baciarti «…trovare un modo per far pace con Ron! E tu… tu, invece di…» Baciarmi «…aiutarmi con Ron, mi proponi di uscire con George! Non mi piace George! E io non piaccio a George, come non piaccio a te!» Sgrana immediatamente gli occhi, fissando il pavimento. Non avrebbe dovuto coinvolgerlo in quell’intricato discorso.
 
«Cosa c’entro io?»
 
«Niente, solo che sei il prossimo, no? Il prossimo che finge d’essere interessato a me»
 
«Io non fingo mai, Granger» Le afferra il mento tra le mani, obbligandola a guardarlo. Lui non è Ron, che le chiede attenzione. Lui agisce e basta «George sarebbe perfetto per te, hai bisogno di uno sveglio, che ti faccia ridere un po’»
 
«Ron è sveglio e mi fa ridere tanto»
 
Sorride sghembo Fred a quelle parole. Entrambi hanno voglia di chiedere all’altro il perché di quel bacio tanto coinvolto, tanto fuori luogo. Ed entrambi sembrano rivivere, secondo dopo secondo, quel feeling che li ha uniti quando il giovane è stato costretto nel corpo di Ron.
Non se ne avvedono, ma sono sempre più vicini, vicini al punto che i respiri riescono a confondersi e i nasi a sfiorarsi. Vicini al punto che gli occhi, curiosi, possono incontrare solo altri occhi. Così vicini da rendere Hermione irrazionale, istintiva, da portare lei, questa volta, ad avventarsi sulle labbra di Fred, afferrandogli i capelli, con la voglia d’attirarlo ancora di più a sé. Lui, dapprima colpito dal gesto, s’affretta ad accontentarla, ad accontentarsi. E la bacia. La bacia con irruenza, scaricando in quel bacio i perché a cui non è in grado di rispondere e i tanti, troppi, sensi di colpa. Perché tradire un amico è sbagliato, tradire un fratello è inqualificabile, ma tradire George è un abominio. Ed è mentre lui riflette su questo e lei incolpa se stessa per le sensazioni che sta provando, per quell’elettricità che la sta percorrendo, che i due ragazzi s’accorgono d’essere quasi distesi sul letto di Ginny. S’avvedono delle mani di Fred, che, bramose, sono ai fianchi di Hermione. Schiudono entrambi le palpebre, spezzando il bacio con crudele velocità.
Lui è il primo ad alzarsi in piedi, costernato e scioccato da quel qualcosa che ha consumato con lei e da quello che avrebbe consumato se un lampo di lucidità non l’avesse letteralmente investito. Lei, altrettanto scossa, si mette seduta, venendo invasa da un terribile imbarazzo. Fred boccheggia, vorrebbe dirle qualcosa, vorrebbe avvicinarla di nuovo a sé, ma lei è lei, è la lei che interessa a George e questo pietrifica ogni intento del ragazzo. Hermione, d’altro canto, rivive in un rapidissimo flashback le accuse di Ron, così si alza, boccheggia al pari dell’altro e, non trovando di meglio da dire o fare, scappa via. Solo quando lei è uscita e scompare il rumore dei suoi passi, Fred tira un calcio alla porta.
 

****

 
«Cosa pensi?»
 
«A papà e mamma. Sono felicissima per loro!»
 
Harry sorride, stringendo di più Ginny, così che la schiena di lei possa aderirgli al petto «Quindi, come lo interpreto quello sguardo triste?»
 
«Mi spiace per Hermione e Ron» Ammette lei, godendosi il contatto con Harry «Quando le ho parlato era davvero sconvolta»
 
«Lo è anche Ron»
 
«Credo si stia innamorando e non se ne rende conto»
 
«Non parliamo più di Ron, vero?»
 
Scuote il capo Ginny e Harry sospira «Harry?»
 
«Sì?»
 
Si volta verso di lui, incrociandone gli occhi verdi «Ti amo»
 

****

 
«Fred! Si può sapere dov’eri finito?»
 
«Charlie!» Saluta il diretto interessato «Ero in bagno»
 
«Anche Hermione è tornata ora» Fa notare George, invitando tacitamente il gemello a seguirlo «Mica ci hai parlato?» Chiede, una volta soli.
 
Il senso di colpa e lo squallore verso se stesso s’affacciano in Fred «Più o meno» Riesce a dire.
 
«Mi ha detto di no, comunque»
 
«Non le interessi» Chiarisce spiccio Fred, che ha molte difficoltà nel tacere l’accaduto al gemello. Quest’ultimo, però, stupendolo, s’esibisce in un ghigno malizioso, indicando con un cenno del capo Hermione al fratello, che, proprio in quell’istante, ha distolto lo sguardo da loro.
 
«Immaginavo, Freddie» Gli dà una spallata «Ha pessimi gusti la ragazzina, ha scelto il più brutto!»
 
«Fai sul serio?» Fred, a metà tra il divertito e lo sconvolto.
 
«Vediamo come va a finire!»
 
 

****

 
L’indomani, Hermione si alza al solito orario mattutino, fugge prima che la madre possa notare l’aspetto stravolto e si Smaterializza direttamente a Hogwarts, dato che, per il periodo della ricostruzione, al fine di facilitare la vita ad ogni volontario, le barriere non sono state ripristinate. Il periodo estivo scivola via più rapidamente del previsto e la scuola sembra tornare al suo antico splendore.
 
«Hermione, mia prode studentessa!»
 
«Sir Nicholas, buongiorno a lei» Sentenzia la giovane verso il fantasma, sforzandosi d’apparire serena.
 
«Ti vedo stanca, mia cara, non va affatto bene. Mi aspetto grandi cose dalla nuova Caposcuola!»
 
«L-la nuo-nuova Caposcuola, ha detto?»
 
«Sir Nicholas!» Un tono imperioso, appartenente ad una donna dalla lunga veste da strega verde smeraldo, interrompe lo scambio tra i due «Le avevo espressamente chiesto di non rivelare a nessuno la mia decisione»
 
«Mi scusi, Preside» Afferma con fastidiosa educazione Nick, fluttuando via, lasciando Hermione basita e la McGranitt indispettita.
 
«Preferivo dirtelo di persona, signorina Granger, ma sono stata preceduta»
 
«Io? Davvero?» Si indica anche Hermione, stupidamente, non avendo il coraggio di credere alle proprie orecchie.
 
«Avevi dubbi? Se c’è una studentessa che merita quella spilla, sei tu, e il signor Paciock, naturalmente. Ma concedimi, almeno tu, di comunicarglielo di persona!»
 
Annuisce la ragazza, seguendo la figura della nuova Preside svoltare il corridoio. È una sensazione meravigliosa che l’invade, ha sperato di divenire Caposcuola solo nei sogni più ardimentosi, ma mai avrebbe pensato che dopo un anno di assenza sarebbe stata scelta. Il pensiero la porta a Neville e alla reazione che avrà Augusta Paciock alla notizia. Sorride, con semplicità. Ma il sorriso svanisce presto, quando il corridoio inizia a popolarsi e il vociferare la distrae dalla conquista, riportandola alla notte insonne appena trascorsa e… a lui. Lui, che è letteralmente scappato da lei. E lei, che ha intavolato una discussione con Percy circa la dimensione giusta dei calderoni, pur di evitarlo.
 
«Ehi, Hermione!»
 
«Ciao, Charlie» Ecco, al suo inquieto stato d’animo mancava il ragazzo dagli occhi chiari e i capelli rossi, giusto per rigirare il coltello nella piaga.
 
«Me l’ha dato Fred, ha detto che era per te» Le tende un piccolo pezzo di pergamena, mentre fa cenno a Cho d’aspettarlo «Se è roba strana, che crea fastidi, disastri o morte, io non voglio responsabilità!» Parole con cui si congeda.
 
Lei fa appena in tempo a rivolgergli un cenno, poiché troppo impegnata a studiarsi quel frammento di pergamena. È ripiegato in quattro parti, dovrebbe aprirlo, certo. Ma qualcosa le dice che più evita Fred, più sarà probabile per lei riuscire a riacquistare il controllo della propria vita.
 
«Meglio buttarlo» Sussurra a se stessa. Peccato che lo infili in tasca anziché gettarlo via.
 

****

 
«Questo che vedete è l’ufficio del Comandate. Dovrete aspettarlo, temo, so che è stato trattenuto»
 
Ron e Harry sbadigliano, stremati dalla visita guidata al Ministero, che peraltro conoscono benissimo, improvvisata da Percy, l’ormai sottosegretario del Ministro della Magia in persona.
 
«Fantastico, Percy, davvero, ma ora vuoi stare zitto?»
 
Sistema gli occhialini il più grande, raddrizzando le spalle «Ron, sei pregato, almeno in questa sede, di assumere un comportamento adeguato e di moderare il linguaggio»
 
Parole a cui segue una risatina divertita, che no, non viene da Ron o da Harry, ma da una graziosa ragazza che avanza verso gli uffici Auror. Ha un passo, Percy lo nota subito, deciso e autoritario, schiena dritta e abiti impeccabili.
 
«Molto divertente, signor Weasley, spaventare in modo così crudele suo fratello» Esclama la giovane, tendendo poi la destra a un imbalsamato Percy «Sono Audrey, la segretaria dell’uomo che suo fratello e il signor Potter attendono»
 
«Ah» Biascica Percy, la cui salivazione è momentaneamente azzerata. Harry e Ron, ovviamente, soffocano delle risate divertite «Percy Weasley» Si riprende, stringendo la mano di Audrey «Sottosegretario del Ministro…»
 
«Percy andrà benissimo! Posso darti del tu, vero?» Gli sorride, per poi assumere un improvviso cipiglio professionale e rigido, invitando Harry e Ron ad accomodarsi in una saletta adiacente all’ufficio. Percy, intanto, fa appena in tempo a dare uno sguardo all’orologio, rendendosi conto di essere già in ritardo.
 

****

 
«Eccoli qui, i miei scalmanati amici!»
 
«Lee» Salutano in coro Fred e George, mentre sistemano il nuovo prodotto sullo scaffale «Dacci una mano» Continua George.
 
Ma Lee porta le braccia conserte ed esibisce un sadico sorriso «Non ci penso proprio! Sono venuto a dirvi che Angelina ci vuole tutti alle otto di stasera al campetto Babbano»
 
«Ma fa sul serio?»
 
«Io non gioco a quella robaccia. Portiamoci le scope e facciamoci una partita a Quidditch» Sbotta Fred, rabbrividendo alla sola idea di dover giocare con i piedi a terra.
 
«Diglielo tu! Io non contraddico Angelina dal secondo anno, quando mi ha tirato una scarpa alla lezione di Rüf!»
 
I gemelli, a quel ricordo, ruotano il capo in direzione della testa di Lee, dove, per ben tre settimane, ha resistito un bel bozzo a causa di quella scarpa «A stasera!» Afferma George. Fred, invece, si limita al silenzio, come se l’avesse già programmata, la sua serata.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rosmary