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Autore: Kaori_97    17/06/2013    2 recensioni
Un complicato caso, riguardante un pericoloso serial killer porterà il Lightman Group a collaborare di nuovo con l' FBI.
Una bruttissima sorpresa colpirà Cal, ma sopratutto Gillian.
Genere: Angst, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Eccomi qui! Scusate il ritardo! 


I will save you*



CHAPTER FIVE


Gillian tremava si poteva leggere il terrore nei suoi occhi.
Tutte le ferite, le cicatrici e i lividi nel suo corpo facevano talmente male da non riuscire quasi a respirare.
Lungo le sue guance si potevano vedere i segni delle lacrime leggermente anneriti per via degli ultimi residui del trucco. Sentiva che da un momento all’altro sarebbe svenuta.
Pierce si avvicinò alla donna, le tolse le catene, nelle sue caviglie ne era rimasto il segno, poi le carezzò una guancia ma lei si scostò. Questo gesto le costò un altro schiaffo.
“Ne ho abbastanza di te Gillian!”- la afferrò per un braccio per la gola per farla alzare, ma non era abbastanza forte per reggersi in piedi allora lui incominciò a trascinarla per un braccio.
“Basta.. ti prego basta…” 
Percorsero qualche metro, in modo da trovarsi proprio al centro della luce che proveniva dalla porta aperta e poi Derek lasciò rudemente la presa dal braccio di Foster facendola cadere sulla schiena dove l’aveva precedentemente ferita. Lei gemette per il dolore.
“STAI ZITTA!” Le urlò contro il rapitore.
Le legò i polsi e poi l’appese ad un gancio che non le permetteva di toccare per terra con i piedi. Le corde erano strette e facevano male. Sapeva che non sarebbe sopravvissuta a un’ ulteriore tortura.
“Ora devo andare… Sai ho commesso un’ errore… Mi sono distratto e la carissima Zoey è ancora viva… Menomale che ci sei stata tu che mi hai avvertito qualche giorno fa, mentre cenavamo, ora posso rimediare.” Disse sfiorandole la guancia con le labbra. Gillian si era irrigidita quando lui le si era avvicinato. 
“Ma come? Sei ancora così imbarazzata? Quando tornerò andrò ben oltre quello che ho appena fatto. Me lo merito giusto? Ci siamo frequentati per un mese intero e non mi hai mai accontentato nel modo che volevo. Beh anche questo si risolverà presto.” Disse Pierce con un tono da far gelare il sangue.
“Ora devo proprio andare, mi dispiace lasciarti qui da sola. Ma vedrai che tornerò presto.”
Sentì i suoi passi farsi sempre più lontani. Dopo di che il mix di paura dolore e angoscia le fece perdere conoscenza.

Lightman inchiodò davanti la grande struttura.
Gillian era li dentro. Tra poco l’ avrebbe potuta vedere. L’avrebbe potuta abbracciare.

Dopo qualche minuto Cal riuscì a entrare rompendo una finestra di vetro, tutte le entrate erano sigillate.
Si guardò intorno e cominciò a girare alla ricerca di Foster:
“Gillian! Gillian!!” Continuava a chiamarla senza ricevere alcuna risposta.
Camminando, dopo un po’ notò una porta spalancata. Andò verso essa, accelerando il passo ogni secondo di più, fino a che non raggiunse la stanza.
Quello che vide lo paralizzò.
Era proprio lei. Immobile. Appesa ad un gancio, i polsi arrossati. Il collo gonfio e annerito dai lividi. I vestiti a brandelli e ricoperti di sangue e segni di bruciatura, graffi ovunque sul suo corpo e sulla faccia. La sua carnagione era ancora più bianca del normale. 
A vederla così gli venne una morsa al cuore, dolorosa e angosciante. Chi può fare questo a una donna? Come può un uomo avere il coraggio di picchiare a tal punto una donna così… Una donna come la sua Gill.
“Mio Dio… Gillian!” 
“Gillian!” Senza aspettare un secondo di più si precipitò da lei, sperando che fosse ancora viva.
La slegò, e con cura la fece sedere al suolo facendola poggiare al suo torace.
Le sentì il polso.
“Oh Dio GRAZIE! E’ ancora viva…”
Il battito c’era. Debole, ma c’era.
“Gillian! Svegliati! Ti prego!” 
Delicatamente provò a scuoterla, ma niente.
“Gill, amore, non puoi abbandonarmi.
La scosse di nuovo.

Qualcosa spingeva Gillian ad aprire gli occhi. Ma era come se qualcosa glielo stesse impedendo, rendendolo sempre più complicato. Ma .per quanto difficile lei doveva combattere contro la paura, il dolore e la stanchezza. Le pesanti palpebre sbatterono e poi, lentamente, poco alla volta si aprirono. La vista annebbiata. Foster sbatté le palpebre più volte ancora. Qualcuno era lì nella stanza. E la stringeva.
Un uomo. La donna si irrigidì.
“Gill!”
Qualche secondo dopo cominciò debolmente a dimenarsi e a urlare.
“Lasciami andare!” Ti prego non ce la faccio più… Ti prego lasciami…” Il so era un grido disperato-
“Gillian! Va tutto bene tesoro, è tutto okay sono io… Sono Cal!”
La donna riconobbe la voce.
“Cal…?”
Cal era li.
“Cal… Sei qui?”
Non era sicura che non fosse uno scherzo della sua mente.
Gill sbatté le palpebre quasi con forza per mettere a fuoco. Dopo alcuni secondi la prima cosa che vide furono delle familiari sfere verdi ambra, che la guardavano intensamente. La psicologa che era in lei non poté fare a meno di analizzare la sua espressione. Sollievo, preoccupazione entrambe allo stesso tempo.
Non era un sogno. Lui era li!
Lacrime di sollievo sfuggirono agli occhi di Gillian.
Fino a quando Cal era li tutto sarebbe okay. Forse era un sentimento ingiustificato di agio, perché di solito è Cal quelloi che finisce nei guai, ma era così che si sentiva. Semplice al sicuro.
“C-Cal…” mormorò faticosamente.
Il collo le faceva talmente male che anche delle azioni semplici come parlare e respirare erano dolorose.
“Si! Si tesoro sono io!”
Era congelata e tremava.
Si levò la giacca e gliela mise sulle spalle.
Cal la strinse delicatamente a se. Non voleva rischiare di causare altro dolore.
Poteva sentire la sua pelle a contatto con la sua, il suo cuore battere, il respiro sul collo e le sue mani avvinghiate saldamente alle spalle. E le sue lacrime inumidirgli la camicia.
“Dob-biamo andarcene, lui…Lui tornerà…Tornerà tra poco…”
“Lui chi? Gillian, chi ti ha fatto questo?”
“De-Derek…”
“Cosa?!”
“Figlio di puttana…”
“Dobbiamo andarcene… S-subito…”
“Va bene Gill, ce la fai ad alzarti?” Chiese lui facendole una carezza e spostandole alcune ciocche di capelli.
“Posso- Posso provarci.”
“Okay tesoro, aggrappati a me! Sei pronta?”
“S-si.”
Gillian provò a mettersi in piedi.
“AAAAAH”
Ma un dolore lancinante la colpì allo stomaco e alle gambe.
Faceva talmente male da mozzarle il fiato.
“Non fa niente tesoro, non ti preoccupare, ti porto io!” Disse Cal cercando a tutti i costi di mantenere la calma.
Senza pensarci due volete Lightman sollevò la malridotta amica e più veloce che poté si diresse verso l’uscita, usare la finestra di prima era praticamente impossibile perché era situata in alto nella parete.
Provò ad aprirla. Magari era bloccata dall’esterno ma dall’interno poteva essere… 
“Dannazione”
Chiusa.
Nel frattempo Gillian lottava con tutta se stessa per non chiudere gli occhi e svenire. Ma sentiva che le forze la stavano abbandonando.
“Gill! Gill resta sveglia, ti tirerò fuori da qui, te lo prometto tesoro! Ti tirerò fuori!”
Con molta cura posò la donna per terra.
“Vado a cercare altre uscite, torno subito!”
Foster con una smorfia di dolore fece cenno di si con il capo, dopo di che Cal cominciò a cercare.

Passarono alcuni minuti.
“Maledizione, maledizione!” Diceva tra se e se li scienziato.
Quando sembrava non esserci più speranza, notò un’ altra finestre quasi totalmente rottea, ma stavolta accessibile anche da terra. Tirò un sospiro di sollievo, e corse di nuovo dall’ amica.

Stavano per andarsene, stava per portarla via da quel posto orrbile.
“No!”
Quando la raggiunse, c’era un uomo accanto a lei.
“Pierce…”
“Cal.” Disse lui sfoggiando un sorriso malato e soddisfatto.
“Lasciala andare bastardo!” Gridò aggressivo Lightman.

Solo dopo Cal si accorse che l uomo che era in piedi accanto a Gillian stava tenendo una pistola, in una delle sue mani. 




Kaori_97
Alloraaa,  è un capitolo un po' corto, spero vi sia piaciuto lo stesso! :)
Mi piacerebbe sapere come la pensate!

   
 
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