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Autore: selala    18/06/2013    1 recensioni
Tutti qui in città lo conoscono, tutti qui in città lo temono. Nessuno, però, lo conosce per davvero.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi trovavo in uno strano vialetto che non mi sembrava di aver mai visto prima. Il suo aspetto era inquietante. Ai lati della strada c’era parecchia spazzatura e le case erano spente e trasandate. Se non ci fosse stata la biancheria appesa fuori dal balcone, avrei pensato che fossero state abbandonate.

“Mamma?!” urlai, nella speranza di ricevere una risposta.

 
Niente. Sentivo solo il fruscio dei rami spogli che venivano scossi dal vento.
 
 Avanzai di qualche passo e mi ritrovai di fronte ad un vicolo cieco. Non sapevo dove andare.

“Mamma!!!” urlai più forte di prima. Ma non ricevetti comunque alcuna risposta.
 
Feci un giro su me stessa, alla ricerca di qualche indicazione in più.
 
Afferrai il mio cellulare e controllai velocemente l’ultimo messaggio di mia madre.
 
Da: Mamma

Via James Joyce. Vediamoci là. X

 
Pur non essendoci alcuna indicazione, sapevo per certo che quella era la via in cui mia madre aveva detto di andare.
Iniziai a dubitare che l’avesse veramente scritto mia madre quel messaggio.
 
Da quanto ricordavo, era già tanto se riusciva a fare una chiamata. Non amava molto la tecnologia.
 
“Stai cercando tua madre, dico bene?” disse una voce maschile a me sconosciuta.
 
Mi voltai e…
 
I miei ricordi furono interrotti non appena urtai contro qualcosa. O meglio, qualcuno. Barcollai leggermente all’indietro e premetti la mano sulla mia testa per cercare di alleviare il dolore.

“Mi dispiace, non ti avevo vista” . Avevo gli occhi chiusi, ma riuscii comunque a distinguere quella voce.
 
“No, questa non me la bevo” dissi, aprendo gli occhi. Justin era in piedi davanti a me e aveva un’espressione confusa sul volto. I suoi occhi azzurri erano socchiusi. Strano, non li ricordavo di quel colore. Evidentemente si era messo delle lenti. “Mi stavi seguendo. Ma come ti permetti?” incrociai le braccia sul petto e girai la testa di lato, incapace di sostenere il suo sguardo.
 
“Non so di cosa tu stia parlando” balbettò lui. A quanto pareva, era anche un ottimo attore.
 
“Justin, dico seriamente, devi lasciarmi in pace” dissi stringendo i denti per poi ritornare a guardarlo.
 
Rimasi di sasso quando il ragazzo davanti a me si mise a ridere.

“Ah, adesso mi ridi pure in faccia? Sei proprio un cafone!” urlai e lo superai, ma fui bloccata per un braccio.
 
“Lasciami subito o giuro che…” iniziai a dimenarmi con tutte le mie forze.
 
“Io non sono Justin” disse con calma, cercando di smettere di ridere.

“Divertente” dissi facendo una smorfia falsamente  divertita. “Ora mi lasci?” ritornai seria e ricominciai a scuotere il braccio per liberarmi dalla sua forte presa.
 
“Justin non ti ha mai detto di avere un gemello, vero?” rise divertito dopo aver parlato.

Cosa?

“C-cosa?” balbettai.

“Sono il fratello gemello di Justin. Mi chiamo Robin, piacere di conoscerti” disse poi mollandomi il braccio e porgendomi la mano.

Scossi la testa. Ero incredula. Cos’altro doveva succedere ancora in una sola giornata?

“Incredibile” dissi ridendo.

“Cosa è incredibile?” mi chiese il ragazzo alzando un sopracciglio.

“Vuoi sapere cosa è incredibile? Oh, beh, Robin, tutto lo è. Tutto è incredibile. Non ti conosco nemmeno eppure ho una voglia pazzesca di scaricare tutta la mia frustrazione addosso a te. Prima di tutto, è incredibile il fatto che il mio professore mi abbia comunicato solo adesso che sono insufficiente nella sua materia. Ma, senti un po’ qua, indovina chi ha accettato di darmi delle ripetizioni? Tuo fratello! Assolutamente incredibile, non lo pensi anche tu? E poi, come se non bastasse, ho parlato con la mia migliore amica e non appena ho detto il nome di Justin lei è sgattaiolata fuori dalla scuola dicendo che aveva qualcosa da fare.  Così, ho cercato di tranquillizzarmi, ma appena vado al mio armadietto chi c’è davanti a me? Justin, ovviamente! Così sono scappata non appena l’ho riconosciuto. Pensavo di essere fuori dai guai, ma adesso me lo ritrovo davanti e sta pure fingendo di essere un’altra persona!” urlai tutte quelle parole ad una velocità che non sapevo di poter raggiungere. “Capisci cosa è incredibile adesso?” sussurrai poi.

“Non so cosa mio fratello ti abbia fatto, ma io non ti conosco. Te lo giuro, mi chiamo Robin e sono il gemello di Justin”.

Il ragazzo di fronte a me sembrava davvero dispiaciuto. Quasi quasi mi veniva voglia di abbracciarlo.

Ma a cosa diamine sto pensando?

“Mi dispiace, ma non posso crederti” dissi a bassa voce.

Non ero sicura che lui mi avesse sentito, ma iniziai comunque a correre e sperai di arrivare a casa il più presto possibile.
 
 Non appena arrivai a casa, mi tolsi le scarpe e mi buttai a peso morto sul divano. Ero sfinita. Non avevo nemmeno fame. Cosa strana per una come me. Io avevo sempre fame. Ma non quel giorno. Volevo solo dormire e sognare lei.

Il mio subconsio, per fortuna, era dalla mia parte. Sognai i suoi occhi blu che mi fissavano e le sue braccia che si tendevano verso di me per abbracciarmi.
 
No one’s point of view.
 
Robin era rimasto spiazzato dal comportamento di quella ragazza sconosciuta. Sembrava provare vero e proprio disgusto nei confronti del fratello. Eppure, Robin non riusciva proprio a capacitarsi del perché. Le più assurde ipotesi si fecero strada nella mente del giovane, ma non riuscì comunque a considerare positivamente nessuna di esse.

Camminava verso casa, quando ricevette un messaggio del fratello. Il detto: “Parli del diavolo e spuntano le corna”, a quanto pareva, non era stato inventato a caso.
 
 Da: Justin
Sono a casa. Jazzy non è ancora arrivata. Tu a che punto sei?

 
Robin mise il telefono in tasca. Non valeva la pena rispondere, poiché era appena arrivato in casa.
 
“Ah, allora ecco a che punto eri” Justin rise e si alzò dal divano per dare una pacca sulla spalla del fratello non appena quest’ultimo aprì la porta.
 
 Robin chiuse la porta alle sue spalle e si recò velocemente in cucina, senza ricambiare il saluto.
 
“Woho, qualcuno è di cattivo umore!” esclamò Justin in tono ironico prima di seguire il fratello. “Cos’è successo?” chiese poi appoggiandosi al tavolo e alzando le sopracciglia.

“Oggi ho avuto uno strano incontro con una ragazza. Capelli neri. Occhi azzurri. Non aveva un bellissimo fisico, ma era comunque molto carina…”
 
“Te la sei fatta?” Justin interruppe Robin e assunse un’espressione divertita e falsamente stupita.
 
“No, idiota. Te la sto descrivendo perché a quanto pare ti conosceva. Mi ha scambiato per te” spiegò il fratello, mentre prendeva i piatti sporchi lasciati nel lavabo e iniziava a pulirli.
 
“Beh, non succede che qualcuno ci scambi dai tempi delle elementari. Insomma, non siamo più così uguali” replicò Justin facendo spallucce. “Evidentemente era un po’ fuori di testa”.
 
“In effetti sì, sembrava proprio fuori di testa. E la causa parevi essere tu”.

“Che intendi?” domandò Justin divertito appoggiando la schiena al muro e incrociando le mani dietro la testa.

“Pronunciava in continuazione il tuo nome, per farti un esempio”.

Robin guardò seriamente il fratello e si rese conto del fatto che aveva capito di chi stava parlando, ma non voleva ammetterlo.

“Già, faccio questo effetto alle ragazze” rispose Justin dandosi un’aria di superiorità. Aveva voglia di scherzare.
 
 “Mi ha detto di averti incontrato al suo armadietto” Robin si asciugò le mani con uno strofinaccio e camminò verso il fratello che aveva ancora un grosso sorriso stampato sul viso. “Chi è, Justin? E cosa le hai fatto?” domandò poi a denti stretti.


“We, fratello, calmati. Si chiama Mefrey Colwen e non le ho fatto assolutamente nulla” rispose Justin. Aveva smesso di sorridere e sembrava sovrappensiero.
 
“Non dirmi balle, Justin” lo ammonì Robin.
 
Justin sospirò profondamente. “Ricordi John?” chiese infine mettendosi in posizione eretta.
 
“L’amico di papà?”.
 
“Sì, lui.  Insomma, non era proprio amico di papà…” Justin fece un altro profondo sospiro prima di continuare. “Diciamo che era il suo capo”.
 
“Cosa?!” Robin fece quella domanda ad alta voce, facendo sobbalzare Justin. “Non mi starai mica dicendo che nostro padre spacciava droga insieme a John?”.
 
“In verità, è proprio quello che ti sto dicendo. So che è una notizia abbastanza scioccante per te, ma ti prego non fare scenate e ascoltami bene”. Justin implorò il fratello e, quando non ricevette una risposta, continuò a parlare. “Nostro padre non lo faceva proprio come lavoro, diciamo che era più un qualcosa per il nonno, per continuare la tradizione e cose così… Non voglio andare nei dettagli perché potresti rimanerci davvero scioccato… Però…”. Justin si inumidì le labbra non sapendo cosa dire.

“Però cosa, Justin?” Robin parlò scandendo parola per parola.

“Mefrey è veramente pazza, Robin. Lo è da quando sua madre è morta”.
 
  
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