10/9- di attaccanti e registi
Il caso autobus
“Aiuto.”
La
fermata dell’autobus era piena di studenti che parlottavano allegramente tra di loro, tutti contenti nonostante il brutto tempo che
quel giorno il cielo auspicava.
“Aiuto.” Shindou si guardò attorno, deglutendo. Cosa
avrebbe dovuto fare? Il 44, l’autobus che avrebbe dovuto portarlo a scuola, non
era in vista, e lui stava aspettando da più di venti minuti. Tutti sembravano
tranquillissimi, eppure a lui il solo pensiero di fare
tardi a scuola metteva ansia.
“Aiuto.” Shindou Takuto, quattordici anni,
era la prima volta che, costretto dagli eventi, doveva andare a scuola in
autobus.
E non
aveva idea di cosa fare.
In suo
favore, c’è da dire che stava mostrando un certo
contegno, nonostante fosse terrorizzato dalla nuova esperienza. E se si fosse scordato la cartella sull’autobus? E se invece lo avesse perso? Se si fosse distratto e quello
fosse passato senza che lui se ne accorgesse? E se gli fosse mancata l’aria? E se
fosse svenuto? Cosa sarebbe successo se non avessero
fatto in tempo a portarlo in ospedale e fosse morto?
“Takuto, calmati. E’ solo un autobus.” si
rimproverò, e mentre lo pensava constatò, con un sospiro di sollievo, che il 44
stava arrivando, finalmente.
-… Senpai?- una voce familiare lo fece sobbalzare, e proprio
mentre il mezzo arrivava ed apriva le porte, si accorse che dietro di lui un
perplesso Tsurugi Kyousuke
lo fissava divertito –Che cosa ci fai qui?- domandò -Il
macchinone dove l’hai lasciato?-
Takuto
si sentì avvampare dalla vergogna. Sperava che nessuno di quelli che conosceva
lo vedesse, perché aveva paura di mostrare apertamente i suoi dubbi sui poco
comodi mezzi pubblici e fare brutta figura ammettendo la sua ignoranza in
materia, ma evidentemente quella non era giornata –Tsurugi!-
balbettò, indietreggiando –Ha avuto problemi… Ma sono
abituato, è già capitato…- gesticolò, mentendo, e si chiese per quale motivo il
più piccolo fosse scoppiato a ridere, divertito.
Lo vide indicare un punto dietro le sue spalle –E’ arrivato,
meglio salire.- disse solo, entrando senza paura dentro l’autobus. Shindou si voltò e contemplò il bus un paio di secondi,
prima di sospirare ed entrare a sua volta.
Non
l’avesse mai fatto.
Non fece
nemmeno in tempo a mettere un piede che si ritrovò schiacciato, compresso, sogliolinizzato in mezzo ad una massa informe di ragazzi
che premevano da tutte le parti. Sbiancò sensibilmente e cercò inutilmente un
appiglio da qualche parte, e quando il veicolo partì fu sbalzato all’indietro
assieme ad altri due poveri tizi. Grazie al cielo quella prigione era talmente
piena che non c’era alcuna possibilità di cadere.
Una
risatina lo fece voltare -La prima volta è sempre così.- Tsurugi,
una mano alle labbra per trattenersi, se ne stava bello
tranquillo in mezzo alla massa, l’altra mano in tasca, senza tenersi a nulla.
Takuto
si chiese come facesse. Rimase in silenzio per qualche secondo a guardarlo, e
poi comprese cosa gli avesse detto –N-Non è la prima
volta!- sbottò, sviando lo sguardo. Lo imbarazzava da morire ammettere che non
gli fosse mai capitato di prendere un mezzo di trasporto pubblico. Era così per
molte cose, per le quali, grazie al suo status sociale, era decisamente
agevolato, anche se si perdeva tanto altro. L’occhiata eloquente del suo kohai lo fece irritare –Bhè, se
proprio lo vuoi sapere, quando avevo tre anni ci sono salito con mia nonna, su
un autobus, va bene?- borbottò, sconfitto, e la risata di cuore di Kyousuke lo
offese nel profondo –Cosa ti ridi, sto dicendo la
verità!- fece per allargare le braccia, ma uno scossone gli fece perdere
l’equilibrio ed andò a sbattere contro una ragazza, che gli lanciò uno strano
sguardo malizioso. Inconsciamente il castano si avvicinò al suo compagno di
squadra, spaventato. Inutile tentare di mantenere la sua copertura, ormai
l’aveva scoperto: -Questo coso è asfittico.- si lamentò.
Kyousuke
annuì.
-E
scomodo.- continuò.
L’altro
alzò le spalle.
-E
lento.- piagnucolò.
Il più
piccolo sbuffò.
-E—
non riuscì completare la frase che l’ennesimo scossone lo scaraventò a
spiaccicarsi il naso contro il petto del suo kouhai.
Mugolò sofferente.
Avvampò quando la mano di Kyousuke si poggiò sul suo capo
e gliel’accarezzò piano –Si, sono asfittici, scomodi e lenti. Però a me piacciono gli autobus.- poggiò il mento sulla testa
di Shindou, che stava soffocando dall’imbarazzo –Oggi
particolarmente.- ghignò.
Takuto
si agitò un po’, e dopo un po’ che erano così (e dopo essersi accorto che
nessuno stava badando a loro), pizzicò un fianco all’altro –Lo sai che cosa.-
-Mh?-
-Sei inopportuno.-
altro pizzico.
Kyousuke
borbottò qualcosa per il dolore, senza rispondere.
-Però
è adorabile.- terzo pizzico. Kyousuke arrossì –Che
cosa.- e poi si fece sfuggire un “ahia”.
-Anche
mia nonna mi tenne così, a suo tempo.- ci fu una pausa –Tsurugi,
sei un bravo nonno.- lo prese in giro, dandogli un ultimo pizzico. Quello
grugnì qualcosa, e per vendetta spinse ancora di più il capo del senpai sul proprio petto, con tutta l’intenzione di
soffocarlo –Sei un idiota, senpai.-
Shindou
rise e non protestò. In fondo si stava bene. E poi non
c’era più spazio per staccarsi.
Rimasero
così, in silenzio.
Kyousuke
lasciò andare Takuto solo quando
l’autobus arrivò alla loro fermata. Fecero la strada
fino a scuola assieme e poi si salutarono.
E da quel giorno la limousine di Shindou si
ruppe spesso.
*
THIS
MAKES SENSE.
Salve a tutti sono tornata MUAHAHAHAH <3 si, ok, cioè,
questa shot ce l’ho nella cartella da mesi, ma ormai
si sarà capito che sono davvero pigra e- mi mancavano questi due, davvero. Io-
li amo tanto, e- mi mancavano un sacco. Tantotanto. *piange*
Allora,
se nel capitolo corso (se qualcuno ha ricordi vaghi visto che è di mesi
fa-*cade*) è Tsurugi che diciamo comincia ad avere un
legame “più stretto” con Shindou e viene
invitato a casa sua eccetera, in questo è Shindou che
“entra”, per così dire, nel mondo di Tsurugi. La
trovo una cosa molto carina, insomma, loro che piano piano
vengono a contatto l’uno con l’altro.
Non so
come funzionino gli autobus in Giappone, se ci sono poi *le riesce difficile
immaginarsi il Giappone con gli autobus-*, se vengono
distinti con numeri, lettere o altro, e probabilmente Tsurugi
e Shindou a scuola ci arrivano a piedi, ma questi
sono futili dettagli (vediamola come un AU dove vanno a scuola in autobus-). Ed
il 44 è il numero dell’autobus che prendo io per andare a scuola, nonché la somma dei numeri di maglia delle mie due OTP del
GO °7° *dondola*
Detto
ciò, mi dileguo, e spero che la shot
vi sia piaciuta <3
Anche io
vorrei rimanere appiccicata al ragazzo che mi piace sull’autobus, mentre si
muore di caldo e lui mi accarezza i capelli PLS è così romantico-- *rotola*
Ringrazio
tutti coloro che seguono questa raccolta nonostante la
mia lentezza. Davvero grazie mille- *porge meringhe
(?)*
Alla
prossima shot <3
Greta.