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Autore: Ari_92    18/06/2013    25 recensioni
Crossover Glee/Harry Potter; Beauxbatons!Kurt & Durmstrang!Blaine
Dal primo capitolo:
"«Almeno non sono l’unico a rientrare perfettamente negli stereotipi.»
«Conosci la parola “stereotipi”? Sono impressionato.»
«Certo che la conosco. E non mi serve neanche essere odioso e portare un cappellino da donna.» Kurt spalancò gli occhi.
«Wow. Tu sì che hai sempre la risposta pronta, ragazzo-di-Durmstrang! O almeno ce l’hai quando si tratta di offendere; tre volte in due minuti, complimenti!»"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon martedì a tutti :)
A quanto pare siamo davvero arrivati alla fine. Tutte le volte che mi ritrovo a questo punto con una storia non so mai cosa dire, e questa non fa eccezione. Come alcuni già sanno “Triwizard Klainement” inizialmente è stata pensata  per essere una One Shot, nata dall’autoritario sms della mia beta che – vedendo il Calice di Fuoco – mi ha candidamente comunicato: “Voglio una Durmstrang!Blaine/ Beauxbatons!Kurt”.
Da quel momento in avanti le cose sono decisamente cambiate, ma questo di certo non ha reso meno divertente scriverla. Mi sono affezionata tantissimo a Kurt e a Blaine, e spero che ne avrete un bel ricordo anche voi :)!
Al solito, mi riservo tutto lo spazio per le note finali (nonché i doverosi ringraziamenti) nella parte conclusiva, anche perché non credo abbiate molta voglia di stare qui a sorbirvi i miei sproloqui visto e considerato come è finito il capitolo undici ;)
Solo una piccola precisazione: a un certo punto vi imbatterete in un discorso diretto che NON ho scritto io. L’ho preso direttamente dal quarto libro della saga, quindi non allarmatevi quando troverete qualcosa di scritto mille volte meglio di come scrivo io u.u
Buona lettura :)!
 
 


 

Capitolo Dodicesimo

 

 
«Scusate il ritardo.»
Puck si voltò con aria sdegnata alla sua destra, dove un Blaine completamente trafelato ed ansimante stava goffamente infilando le gambe sotto al tavolo, esattamente come erano intente a fare Santana Lopez e Quinn Fabray, apparentemente nelle sue stesse condizioni.
Blaine – finalmente seduto, nemmeno riusciva a crederci – si lasciò andare ad un sospiro di sollievo. Voltò mollemente la testa verso il suo compagno di stanza, trovandolo sconvolto.
«Beh?» Puck sgranò gli occhi, spalancando le braccia.
«Beh?! Tu, mister perfezione, che arrivi in ritardo? E non un ritardo leggero, ma addirittura dopo di me?» Blaine fece per ribattere, ma Santana fu più rapida.
«Il nano si è perso sulle scale. È qui da un anno e non ha ancora imparato come muoversi.» Quinn, al suo fianco, annuì energicamente.
«Fortunatamente le nostre matricole non sono così tonte.»
«Non parlerei così in fretta se fossi in te. Magari troviamo lo scheletro di qualche Tassorosso che cercava di andare in bagno...» Blaine scosse la testa, sbuffando una risata. Puck, tuttavia, non sembrava ancora pienamente soddisfatto.
«Pensavo che fossi insieme a Kurt.» Commentò, prendendo una forchettata di carne. Blaine guardò brevemente Santana, che gli rivolse un piccolo sorriso.
«Puck?» Lui si voltò, con la bocca piena di cibo.
«Mm- sì?»
«Posso fare una cosa? Sarà veloce.» Aggrottò le sopracciglia, lanciandogli un’occhiata sospettosa.
«Beh, immagino che dipenda da- » Però Blaine lo stava già abbracciando. Come promesso fece in fretta: solo una piccola stretta prima di allontanarsi, con un mezzo sorriso. Puck lo stava fissando come se avesse due teste.
«E questo per che cos’era, se posso chiedere?» Blaine si strinse nelle spalle.
«Lo so che non siamo mai stati molto vicini prima di quest’anno, ma adesso che è finito voglio ringraziarti. Sai, per avere supportato sia me che Kurt e per esserti sempre comportato da amico.» Spiegò, con un pizzico di imbarazzo. Puck lo guardò per un attimo prima di abbozzare un sorriso.
«Sei strano, Anderson.» Prese un’altra forchettata di carne, osservando con soddisfazione le occhiate furtive che Blaine lanciava verso il tavolo di Beauxbatons, dalla parte opposta della Sala Grande.
«Ma ormai ci ho fatto l’abitudine.»
 
 
Kurt appoggiò il mento sul palmo della mano, con gli occhi fissi sugli stendardi neri che incupivano la Sala Grande. L’irreale silenzio circostante – così incredibile con tutte quelle persone presenti – era intervallato soltanto dai mormorii di qualche studente che parlava sottovoce con il suo vicino. Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi male per Cedric Diggory e in realtà era davvero dispiaciuto, sul serio. Tuttavia non era capace di smettere di pensare a Blaine.
Blaine, che non aveva visto per tutto il giorno, nonostante non avesse fatto altro che cercarlo. Lo stesso Blaine che adesso era seduto insieme ai suoi compagni di Durmstrang quattro tavoli distante da lui; lo stesso Blaine che sarebbe sparito definitivamente dalla sua vita nel giro di un paio d’ore. Kurt avrebbe voluto sentirsi in collera con lui per essere stato irreperibile tutto il giorno, avrebbe voluto davvero. Ma arrabbiarsi serve se poi c’è il tempo di chiarirsi e fare pace, e lui quel tempo non l’aveva. Poteva davvero biasimare Blaine per avere anticipato il loro addio di un paio d’ore?
Odiava dover rimanere lì seduto senza poter fare niente per cambiare le cose.
«Hummel? Sei più bianco del solito, ed è abbastanza grave.» Si voltò pigramente alla sua destra, incontrando l’onnipresente sorrisetto di Sebastian Smythe.
«Non si è fatto vedere per tutto il giorno.» Bisbigliò, abbastanza sottovoce perché Rachel non potesse sentirlo: non aveva bisogno di gestire anche la sua indignazione. Sebastian inarcò le sopracciglia.
«Chi, il tuo nano? Non vi eravate giurati amore eterno, con tanto di matrimonio, cane e due bambini?» Chiese con quello che sembrava sincero stupore, senza smettere di sorridere. Al momento Kurt gli avrebbe levato volentieri quell’espressione dalla faccia a suon di pugni. Aprì la bocca per replicare, ma Rachel si era già voltata verso di loro.
«Grandi notizie, ragazzi. Quest’estate i miei papà ci lasciano a completa disposizione la loro casa sul lago! Parlo di tutta l’estate, e per due settimane anche Finn sarà dei nostri, dovete esserci.» Affermò, con un tono che non ammetteva repliche.
Kurt voleva rispondere che magari non era in vena di passare l’estate insieme a lei e agli altri ragazzi di Beauxbatons, e magari non aveva voglia di vederla cinguettare con il suo ragazzo per quindici giorni. Perché gli si sarebbe spezzato il cuore, magari. Rachel si voltò in fretta, ansiosa di comunicare la notizia a Brittany e a Sugar. Kurt sospirò.
 
«Non capisco perché non gliel’hai chiesto anche tu.» Mormorò Sebastian, dopo aver bevuto un sorso di qualunque diavoleria si fosse versato nel bicchiere.
«A Blake, dico.»
«Blaine
«Quello che è. Non capisco perché non gli hai chiesto di venire da Rachel qualche giorno, o andare tu da lui.» Kurt strizzò forte gli occhi, cercando disperatamente di non piangere.
«Perché siamo troppo lontani, perché avevo paura che mi dicesse di no e perché sono un idiota.» Elencò ogni cosa sulla punta della dita mentre il preside di Hogwarts si alzava in piedi, chiedendo il silenzio.
E Kurt rimase in silenzio. Lo sentì ricordare Cedric Diggory e odiò quando si mise ad elencare le sue qualità, a descriverlo, a renderlo abbastanza familiare da non poter fare a meno di sentirsi in colpa per non essere del tutto concentrati su di lui. Disse anche che Voldemort era tornato.
Kurt non aveva idea se fosse il caso di credergli o meno, ma il fatto che avesse davvero pronunciato il suo nome ad alta voce in qualche modo riusciva a rendere quella notizia ancora più scioccante. Si chiese cosa stesse pensando Blaine in quel momento; probabilmente ai suoi nonni, e a tutti i viaggi che avevano dovuto affrontare per scampare al pericolo incombente del Signore Oscuro.
«Lo scopo del Torneo Tremaghi era di approfondire e promuovere l'intesa tra maghi. Alla luce di quanto è accaduto questi legami sono più importanti che mai.» Continuò il preside, mentre Kurt combatteva disperatamente per non scoppiare in lacrime.
«Tutti gli ospiti di questa Sala saranno i benvenuti qui, in qualunque momento, quando vorranno venire. Ripeto ancora una volta a tutti voi: alla luce del ritorno di Voldemort, siamo forti solo se uniti, deboli se divisi. L'abilità di Voldemort nel seminare discordia e inimicizia è molto grande. Possiamo combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e fiducia. Le differenze di abitudini e linguaggio non sono nulla se i nostri scopi sono gli stessi e i nostri cuori sono aperti.»
Kurt stava piangendo. Non poteva farci niente, non poteva davvero farci niente. Abbassò la testa e pianse in silenzio, con le lacrime che gli rigavano le guancie e creavano piccoli cerchi blu scuro sulla stoffa azzurra della sua camicia. Non voleva separarsi da Blaine. Non voleva tornare a casa.
Sentì una mano appoggiarsi delicatamente sulla sua spalla, e gli ci volle qualche istante per rendersi conto che era quella di Sebastian.
«Dai. Se farai così per tutti i ragazzi ci sarà da spararsi.» Kurt alzò cautamente lo sguardo verso di lui, incontrando un piccolo sorriso.
«Credi che abbia mentito quando ha detto di essere innamorato di me? È per questo che mi ha evitato per tutto il giorno- »
«Sul serio, Kurt? Credi davvero che non ti ami?» Kurt ci pensò un attimo. Per quanto potesse sforzarsi, la risposta che gli veniva in mente era una soltanto.
«No.» Sebastian ridacchiò.
«Ti sei risposto da solo.»
Ci fu un brindisi in onore di Cedric Diggory, qualche altra parola del preside e poi i primi studenti iniziarono ad alzarsi dal tavolo. Kurt incolpò stupidamente loro, perché se non ci fossero i primi ad alzarsi tutti gli altri sarebbero rimasti seduti e quel momento – con lui a pochi passi da Blaine – non sarebbe mai finito. Però si erano alzati, così si alzò anche lui.
 
«Ehi.» Kurt sentì la testa girargli vorticosamente, e dovette prendere un profondo respiro prima di riuscire a voltarsi.
«Ehi.» Cercò di rimanere impassibile, nonostante si trattasse di Blaine, e rimanere impassibile davanti a lui era qualcosa di impensabile.
«Blaine senti, io- »
«Ti amo.» Kurt lo guardò dritto negli occhi, pregandolo silenziosamente di non farlo. Lui continuò.
«Ti amo, Kurt. E per quello che vale ti prometto che farò tutto quello che posso per- » Non terminò la frase, perché Kurt gli si era avventato letteralmente addosso, stringendolo in un abbraccio disperato. Blaine rimase immobile per un momento, poi avvolse saldamente le braccia attorno al suo corpo.
«Ti amo. E sei molto di più di un semplice idiota di Durmstrang.» Sussurrò con una piccola risata, mentre Blaine gli accarezzava la schiena con una mano.
«Ci vediamo davanti all’ingresso tra mezz’ora?» Chiese dopo un po’, senza essere sul serio intenzionato a lasciarlo andare.
«Certo.» Rispose semplicemente, sciogliendo malvolentieri il loro abbraccio.
Fu più o meno in quel momento che Kurt si accorse che Sebastian era rimasto dietro di loro per tutto il tempo, e si sarebbe anche sentito in imbarazzo se avesse avuto il posto anche solo per un altro sentimento in corpo.
«Sono praticamente certo che mi si siano cariati tutti i denti.» Commentò, con le braccia incrociate al petto. Kurt lo ignorò, fissando con insistenza ogni singolo dettaglio del viso di Blaine – dalla curva morbida delle ciglia ai contorni delle labbra – nella speranza che rimanessero impressi a fuoco nei suoi occhi per tutto il tempo del mondo. Blaine gli sorrise dolcemente.
«A dopo, okay?»
«Okay.» Rispose con voce incrinata, mentre Blaine gli dava le spalle e si avviava verso il gruppetto di Durmstrang in procinto di uscire dalla stanza. Kurt guardò i contorni della sua figura, resi quasi irriconoscibili dalle lacrime che gli riempivano gli occhi. Sentì la mano di Sebastian nuovamente sulla sua spalla, in una stretta incoraggiante.
«Avevi ragione.» Mormorò, tirando su col naso.
«Su che cosa?»
«Sull’essere dispiaciuto per me quando ti ho detto di essermi innamorato.» Sebastian gli sorrise, con un pizzico di tristezza.
«Oh, quello. Sai... Non deve essere così per forza.» Commentò, incamminandosi di fronte a lui.
Poi si fermò e si voltò a guardarlo. Kurt non aveva la più vaga idea di cosa gli stesse passando per la testa.
«Kurt?»
«Sì?» Lui rimase in silenzio per un attimo, poi sorrise.
«...Non importa. Ci vediamo tra mezz’ora.»
«Certo.» Lui gli fece un cenno con la testa, avviandosi verso lo stesso angolo dietro al quale era sparito Blaine.

 

 

 ***


 
Kurt fece un piccolo passo avanti, in modo da essere al centro esatto dell’enorme portone del castello di Hogwarts, stupidamente convinto che in quel modo per Blaine sarebbe stato più facile trovarlo nel confuso mare di abbracci da cui ogni singolo studente intorno a lui sembrava essere travolto.
Qualche metro più in là Rachel stava baciando Finn, rinnovandogli poi le raccomandazioni circa le due settimane di vacanza che avrebbero trascorso insieme; adocchiò di sfuggita Puck che si stava allontanando con qualche ragazzo di Durmstrang, e rispose al cenno del capo che gli fece.
E Kurt aspettava. Aspettava con il cuore in gola e le ginocchia molli che Blaine venisse da lui, perché glielo aveva promesso e perché voleva sforzarsi di salutarlo con un sorriso, e magari chiedergli se ci fosse una qualche possibilità per lui di fare una visita a casa di Rachel, quell’estate.
Si guardò intorno con apprensione, sempre più teso e nervoso; era praticamente sicuro che sarebbe impazzito se avesse iniziato a cercarlo tra la folla un’altra volta.
Kurt aspettò, e aspettò ancora, e per la prima volta dopo mesi tornò a chiedersi come avesse potuto dar credito alle promesse di un ragazzo di Durmstrang. Era come quella volta che temeva che gli avesse dato buca per la loro gita ad Hogsmeade, solo mille volte peggio.
Chiuse gli occhi per un momento, sforzandosi di rimanere calmo. Il tentativo fallì miseramente quando la loro preside iniziò a chiamare a sé gli studenti, desiderosa di radunare tutti e venti gli ospiti il più in fretta possibile. Sentì le gambe iniziare a fremergli, e andò completamente nel panico. Girò i tacchi in un singolo movimento e si sarebbe messo a correre se solo non fosse andato a scontrarsi direttamente contro qualcosa che intralciava il suo passaggio – qualcuno, piuttosto.
«Kurt?» Lui alzò lo sguardo, riconoscendo a malapena i lineamenti di Sebastian oltre lo spesso strato di lacrime che gli offuscava gli occhi. Strinse le palpebre, lasciando che due grosse gocce salate gli scivolassero lungo le guance. Il suo sorriso inaspettatamente dolce lo spiazzò solo per mezzo secondo.
«Madame Maxime sta’ radunando tutti.» Sebastian guardò oltre la sua testa, adocchiando il piccolo gruppetto di studenti di Beauxbatons che si stava lentamente ampliando attorno all’imponente figura della preside.
«Sì, lo vedo. Andiamo?» Kurt scosse immediatamente la testa.
«Non me ne vado senza salutare Blaine.» Fece per passargli oltre, ma Sebastian fu più veloce: lo prese prontamente per le spalle, impedendogli di muoversi.
«Sebastian. Devo vederlo, okay? Salirò sulla loro nave se è necessario, non mi interessa- »
«Kurt, ragiona. Non puoi sparire: gli altri si accorgerebbero della tua assenza e ti verrebbero a cercare. Non puoi andare da lui.» Kurt fece per ribattere, ma la voce di Rachel lo distolse dai suoi propositi.
«Kurt? Sebastian? Stiamo andando, ragazzi.» Lui scosse meccanicamente la testa, facendo un passo indietro.
«No.»
«Kurt- »
«Io non me ne vado. Devo andare da Blaine, devo dirgli che- »
 
«Kurt Hummel. Ti fidi di me?» Glielo chiese con voce ferma e decisa, guardandolo direttamente negli occhi. Kurt non aveva idea di che cosa rispondere: Sebastian non gli aveva mai chiesto niente del genere prima d’ora.
«Io- »
«Adesso ti calmi, non fai nessuna cazzata di cui potresti pentirti e raggiungi gli altri insieme a me. Quando sarà il momento di salire sulla carrozza troverò il modo di farti andare da lui, okay?»
Glielo disse con talmente tanta convinzione che Kurt gli avrebbe creduto anche se avesse appena affermato di avere tre teste. E comunque al momento era troppo fuori di sé per applicarsi a un qualsiasi tipo di ragionamento. Annuì appena, tirando su col naso: Sebastian gli sorrise di nuovo, con quella strana dolcezza che a memoria d’uomo non gli aveva mai riservato. Doveva sembrare davvero patetico per suscitare sentimenti del genere addirittura a qualcuno come lui.
«Okay.»
Si lasciò afferrare per un braccio e si fece trascinare verso Rachel, seguendo passivamente l’avanzare del gruppo. Non vide il sorriso allegro di Sugar, non sentì le battutine sarcastiche di Kitty e non si accorse della folla che acclamava il loro passaggio mentre si dirigevano verso la carrozza. Tutto ciò di cui aveva consapevolezza erano le sue gambe, e di quanto fossero pronte per correre. Quando sarebbe arrivato il momento giusto, l’avrebbe solo saputo. E a quel punto sarebbe andato da Blaine e sarebbe sparito nel Lago Nero insieme alla nave di Durmstrang.
Era folle, era sconsiderato, ma aveva fatto la sua scelta.
Rachel e tutti gli altri si sbracciavano per salutare i ragazzi di Hogwarts, e Sebastian strinse più forte il braccio di Kurt.
«In fila per due, ragazzi.» Lui fece un passo indietro, ma un’ulteriore stretta decisa gli impedì di allontanarsi.
«Sebastian- »
«Mettiti in fila. Credimi, okay?» Scosse la testa.
«Non posso. Devo andare da Blaine, devo dirgli che voglio andare via con lui, che lo amo- »
«Ma lui lo sa, Kurt. Lo sa. E vorrebbe che ti mettessi in fila e salissi su quella cavolo di carrozza.» Kurt provò a liberarsi, ma Sebastian non lo lasciò andare: lo costrinse a mettersi in fila con lui, e avrebbe solo voluto urlare, divincolarsi e correre via. Madame Maxime lasciò entrare nella carrozza le prime accoppiate di studenti, facendo attenzione a non perdere il conto. Kurt provò un’ultima volta a scappare, e avrebbe volentieri rifilato un calcio a Sebastian se solo la preside non fosse stata a meno di un metro da loro.
«...Diciannove e venti. Ci siamo tutti, a quanto pare.» Non per molto.
La donna inarcò un sopracciglio; Kurt dovette piegare la testa verso l’alto per poterla guardare in faccia.
«Hummel, dov’è il tuo cappello?» Per qualche motivo, Sebastian sorrise. Kurt era semplicemente troppo fuori di sé per inventarsi una semplice scusa.
«Sul fondo del Lago Nero.» Disse tranquillamente sotto lo sguardo sospettoso della preside, che si limitò a lanciare loro un’occhiataccia prima di spingerli dentro alla carrozza; Kurt si trovò circondato dall’azzurro e dal bianco di Beauxbatons, tutto quello che fino a un anno prima considerava l’apice di ciò che poteva desiderare. Avrebbe solo voluto dare fuoco a quel posto.
 
«Stai bene?» Alzò lentamente lo sguardo, non del tutto convinto che Sebastian stesse davvero parlando con lui.
«Hai detto che mi avresti aiutato ad andare da Blaine. Sai... Mi rendo conto che le cose sono sempre state complicate tra noi due, ma credevo davvero che fossimo amici, o che semplicemente avresti giudicato troppo crudele fare- farmi qualcosa del genere.»
Sebastian aprì la bocca per ribattere, ma lui stava già riprendendo la parola.
«Hai- hai idea di cosa significa per me? D’accordo: ho diciassette anni e forse sto solo esagerando, ma io stavo davvero bene con Blaine, Sebastian. In ogni cosa che facevamo, in ogni momento io ero felice insieme a lui, e non riesco a pensare di essere stato così stupido da non avergli chiesto di venire qualche settima a casa di Rachel per il mio stupido orgoglio e la stupida paura che dicesse di no. E hai fatto bene a fermarmi, perché non ha fatto altro che evitarmi tutto il giorno e magari è solo un bravo attore e non gli importava niente di- di noi, ma ti odio lo stesso per non avermi lasciato andare.»
Non era ben sicuro di come era stato capace di articolare tutte quelle parole una dopo l’altra, non con la testa che gli pulsava e il cuore che batteva all’impazzata. In realtà non credeva che Blaine fosse un bravo attore; in realtà era convinto che ci fosse una spiegazione se era sparito nel nulla, perché i bravi attori non ti guardano con quegli occhi e non ti baciano in quel modo. Si girò di scatto e strinse le dita sulla maniglia, provando con tutte le sue forze a girarla per uscire da quel maledetto posto. Sebastian lo afferrò per le spalle un attimo prima che Rachel facesse capolino nell’ingresso, sistemandosi il cappellino in testa.
«Kurt, Sebastian. Dovete sedervi, ragazzi: conoscete le regole.»
«Io non vengo.» La ragazza aggrottò la fronte.
«Cosa?»
«Ho detto che non vengo, non potete costringermi- »
«Si da il caso che possiamo.» Sebastian lo sollevò praticamente di peso, e a poco valsero i suoi tentativi di liberarsi e aprire quella stupida porta. Rachel non intervenne in alcun modo. Quando riuscì a farlo arrivare in corridoio, Kurt gli assestò un calcio su uno stinco e scomparve dietro una delle spesse tende che separavano gli scompartimenti predisposti per il viaggio. Rachel e Sebastian sospirarono nello stesso momento; lei gli fece un cenno, avviandosi verso la tenda azzurra dall’altra parte del corridoio.
«Va’ da lui. E non torturarlo ancora per molto.» Sebastian annuì, con un piccolo sorriso.
 
 
Kurt appoggiò la testa sul vetro oltre al quale Madame Maxime si stava assicurando che i cavalli fossero pronti ad affrontare il viaggio, cercando senza particolare successo di ignorare il completo senso di impotenza che lo stava dilaniando. Voleva andare da Blaine, ma non poteva. Aveva preso tutto ciò che aveva potuto dal loro tempo insieme, eccetto quello che avrebbe desiderato più di tutto il resto: altro tempo insieme. Represse un singhiozzo.
«Oh, Kurt.» Non si voltò nemmeno a guardarlo. Non prese in considerazione neanche per un momento che Sebastian potesse essere davvero dispiaciuto di vederlo in quello stato.
«Vattene.» La carrozza si mosse leggermente, ma Sebastian non se ne andò.
«Mi ringrazierai.»
«Non credo proprio.» Tutti erano a bordo, i cavalli iniziarono a scalpitare.
«Te lo prometto.» Kurt smise di ascoltarlo. Guardò oltre il vetro, verso la folla che li salutava a gran voce mentre la carrozza si alzava in volo. Le persone si fecero poco alla volta più piccole, così come l’imponente castello di Hogwarts.
Vide l’albero maestro della nave di Durmstrang sparire silenziosamente sotto la superficie del Lago Nero.
«È finita.»
«Cosa?» Chiese subito, a sua volta con lo sguardo fisso sullo specchio d’acqua grigio piombo.
«Blaine. È finita.» Sebastian sorrise.
«Lo sai che non è morto, vero?» Kurt non rispose. Sembrava completamente a pezzi.
«E comunque pensavo che vi sareste scritti.»
«Credi che lo farà?» C’era una timida speranza nella sua voce che non aveva previsto.
«Sono sicuro che lo farà.» Passarono qualche minuto in completo silenzio. Kurt a fissare le cime degli alberi che si susseguivano veloci al loro passaggio, del tutto ignaro che il suo attuale compagno di viaggio stesse impiegando il suo tempo a fissare lui. A un tratto Sebastian si irrigidì, inspirando bruscamente. Kurt gli concesse una piccola occhiata.
«Stai bene? Non che me ne importi: continuo ad odiarti per avermi impedito di andarmene.» Lui annuì, apparentemente entusiasta.
«Sto molto bene, e fidati: non mi odi affatto.» Kurt roteò gli occhi, voltandosi per fronteggiarlo direttamente.
«Ascoltami bene, Sebastian Smythe: hai disintegrato ogni singola speranza che avevo per infiltrarmi nella scuola del mio ragazzo, se non ti sembra una ragione abbastanza valida per- »
«Calma, Kurtie.» Il suo sorriso si allargò.
«Mi guardi come quella volta che ti ho riso in faccia davanti al Calice di Fuoco.»
 
Fu come ricevere un pugno in faccia, solo che non era doloroso; in realtà era esattamente l’opposto di doloroso. Probabilmente non assomigliava neanche lontanamente a ricevere un pugno in faccia, ma Kurt era troppo impegnato ad evitare di morire in quell’esatto istante per preoccuparsene.
Sbatté le ciglia più volte fissando il ragazzo che aveva di fronte, di secondo in secondo – senza un motivo apparente – sempre meno simile a Sebastian e sempre più simile a-
«...Blaine?» Osservò con il cuore a mille i suoi capelli che, da castani e lisci, si arricciavano e si scurivano; il colore degli occhi che cambiava, così come la forma del viso e beh, ovviamente l’altezza. Per un breve, terribile istante Kurt pensò di essere impazzito.
«Sei- sei davvero...?» Blaine si godette ogni singolo sprazzo di incredulità che trapelava dallo sguardo sconvolto di Kurt, mentre la sua pelle smetteva lentamente di formicolare e la divisa di Sebastian Smythe gli si afflosciava addosso, lasciandolo avvolto in un’informe ammasso di stoffa azzurra.
Kurt era letteralmente a bocca aperta. Guardò lui, e poi fuori dal finestrino, e poi di nuovo lui.
«S-Se questa è una specie di scherzo giuro che- » Blaine si morse le labbra per non scoppiare a ridere – dalla gioia, dall’adrenalina, o qualunque fosse il motivo.
«Kurt, tesoro. Sono io.» Kurt lo guardò dritto negli occhi, con un’espressione indecifrabile.
«Sei sicuro?»
«Beh, penso che me ne accorgerei se qualcuno mi rubasse l’ident- »
La sua frase si interruppe sulle labbra di Kurt che senza preavviso si stavano premendo con forza sulle sue, inchiodandolo allo schienale del divanetto. Blaine gli avvolse istintivamente le braccia attorno al collo perché ehi, era un giorno intero che non succedeva. Kurt si separò bruscamente da lui, allontanandosi quel tanto che bastava a guardarlo direttamente negli occhi.
 
«Aspetta un secondo. Come diavolo hai fatto? Cosa farai adesso, e- »
«Kurt, stai parlando a macchinetta. Sono io quello che parla a macchinetta.» Kurt si morse la lingua per non continuare il suo sproloquio; Blaine gli sorrise e gli diede un piccolo bacio sulla guancia prima di iniziare a parlare.
«La mia materia preferita è pozioni, ricordi?» Kurt trovò da qualche parte la prontezza di roteare gli occhi, con le mani che tremavano.
«Blaine, parla.»
«Puck mi ha dato la tua lettera, ieri. Beh, più o meno. Comunque quando l’ho letta ho semplicemente saputo che non potevo lasciarti andare via.» Confessò con un piccolo sorriso, mentre gli occhi di Kurt si addolcivano deliziosamente davanti ai suoi.
Se solo non fosse stato del tutto sicuro che lui l’avrebbe preso a pugni se non avesse continuato a spiegare, Blaine avrebbe semplicemente ripreso a baciarlo.
«Ho pensato a come fare con così poco preavviso, e mi sono ricordato di Sebastian: mi avevi detto che lui voleva restare ad Hogwarts, io invece volevo venire con te.» Kurt gli strinse leggermente una mano sul ginocchio.
«Poi ho pensato che anche se fossi riuscito a convincerlo a fare uno scambio non avrei comunque potuto spacciarmi per lui, a meno che non avessi avuto il suo stesso aspetto.» Sorrise, ancora vagamente orgoglioso della sua idea.
«E poi mi sono ricordato della pozione Polisucco.» Kurt aggrottò le sopracciglia.
«La pozione... Blaine, l’hai preparata stanotte
«Oh, andiamo. Lo sanno tutti che ci vuole quasi un mese!» Ignorò la sua occhiataccia.
«Ho chiesto a Santana dove fosse l’ufficio del professore di pozioni di Hogwarts, e quando ha intuito che era per qualcosa di non esattamente legale ha insistito per aiutarmi. Siamo stati tutto il giorno appostati davanti al suo ufficio ad aspettare il momento giusto. Grazie al cielo aveva conservato qualche fiala di Polisucco.» Kurt continuava a fissarlo, senza dire una parola.
«Stamattina ho chiesto a Sebastian di fare lo scambio; lui ha deciso di rimanere con non so che ragazzi di Hogwarts ancora per un po’ prima di tornare a casa, e a me sta bene: il mio preside se n’è andato e senza di lui nessuno si accorgerà che manca qualcuno della scuola, e in particolare non io. Passerò le vacanze con te a casa di Rachel, e poi tornerò a Durmstrang per l’inizio dell’anno scolastico. Tutti sono già stati informati di ogni cosa, l’unico a non sapere niente eri tu, perché... beh, perché vederti con quella faccia sconvolta mentre cambiavo aspetto è stato uno dei momenti più esilaranti della mia vita.» Concluse, con un gran sorriso. Kurt continuava a non muoversi, con gli occhi ben aperti e il cuore che batteva a mille. Blaine si accigliò.
 
«Ehi. Stai bene?»
«Hai fatto tutto questo per me?» Blaine gli sorrise, appoggiando una mano sulla sua.
«Quando volevi scappare da qui e correre sulla nave di Durmstrang era per me?» Kurt ci pensò un attimo.
«No. Sì, beh, per noi.» Blaine sorrise a quella parola.
Lui e Kurt erano sempre sembrati troppo diversi per potersi unire in una stessa successione di lettere. Eppure in quel momento – a venti metri da terra, su una carrozza volante e dentro a vestiti troppo grandi e troppo azzurri per lui – Blaine sentiva che era esattamente quello che erano. Noi.
«Non posso credere che tu abbia fatto questa... questa pazzia. E dovrò anche ricordarmi di ringraziare Sebastian!» Blaine sorrise e Kurt gli si sedette di fianco, lasciando che gli appoggiasse la testa sulla spalla.
«Lo sai che pensavo ogni singola parola di quella lettera, vero?»
«Lo so.»
«E che appena mi riprenderò dallo shock ti riempirò di calci per avermi guardato piangere come un idiota senza dirmi che eri tu?»
«Sei così carino quando piangi- »
«Bel tentativo, Durmstrang.» Blaine ridacchiò, sollevando la testa per dargli un bacio sulla guancia.
«No, continua a non funzionare. Oh, e sappi che riderò per tutto il resto del viaggio, con te che indossi la divisa della mia scuola.»
«Okay...» Sfoggiò il più adorabile dei suoi bronci.
Kurt si morse un labbro, cercando disperatamente di ignorarlo. Resistette ben dieci secondi. Lo baciò dolcemente, facendo scorrere le dita tra i suoi riccioli scuri. Sentì Blaine sorridere contro la sua bocca e non poté fare altro che sorridere a sua volta.
«Mi hai chiamato “tesoro”, prima.» Mormorò Kurt, sfiorando la punta del naso con la sua. Blaine ghignò.
«Lo so. L’ho fatto apposta.»
«Non ne dubitavo.» Tornò a sistemarsi sulla sua spalla. Kurt aspettò un attimo prima di parlare.
«Blaine?»
«Mm?»
«Cosa faremo? Dopo l’estate, dico. Sempre ammesso che io ti sopporti fino ad allora.» Blaine sorrise.
«Troveremo un modo.» Lui annuì, perché sì, l’avrebbero trovato.
«Troveremo un modo.»
«Ho scritto una risposta alla tua lettera.» Disse subito dopo, infilandosi una mano in tasca per estrarne un piccolo foglietto ripiegato in quattro. Kurt ridacchiò, prendendo il pezzo di pergamena che gli stava porgendo.
 
“Sai cosa sarebbe buffo?”
 
Kurt fissò la scritta per qualche istante, mentre il suo cuore – dopo tutta quell’angoscia – sembrava finalmente in procinto di tornare nella sua sede naturale.
«Che cosa sarebbe buffo, Blaine?»
«Che tu facessi quello che hai promesso in quella lettera e mi definissi il tuo ragazzo ad alta voce, finalmente.»
Kurt sorrise.
 

 

***

 

Fine

 
 
 
 
 

 
 
 
 
Sapete cosa sarebbe buffo?
Scrivere un comodo e pratico elenco puntato in modo da tentare di non dimenticarmi niente delle millemila cose che devo dire ;)
- Note: Il discorso diretto che ho preso direttamente dal libro è naturalmente quello del caro vecchio Albus (che il mio correttore automatico continua a trasformare in Album).
Per quanto riguarda la pozione Polisucco... Ve l’avevo detto un po’ di capitoli fa: ricordatevi che Blaine è bravo in pozioni u.u La cosa mi è venuta in mente ripensando alla frustrazione del povero Piton nel momento in cui si ritrovava senza pozioni ed ingredienti a causa del finto Moody :( Si sarà pure rifornito, no u.u?
So già che mi tirerete dietro clave e simili per avervi tenuto sulle spine fino alla fine (magari invece qualcuno l’aveva capito, chissà) ma guardate il lato positivo: una bella estate nella casupola di Rachel <3
- Coming soon: dovete sapere miei cari che lunedì otto luglio comincia la Klaine Week, quindi direi che ricomincerò a pubblicare qualcosa proprio in quell’occasione ;) Questo è il link dei prompt, per chi avesse intenzione di partecipare ---> http://klaineweek13.tumblr.com/schedule *-*
Come potete vedere tra i prompt c’è anche “crossover”... Nel caso i Klaine di questa storia vi mancassero, vi anticipo già che potrete ritrovarli lì in una piccola One Shot ;)
- T H A N K S: un GRAZIE enorme a tutti quanti, davvero. Quando ho iniziato a pubblicare questa storia non avevo idea che avrei ricevuto così tanto supporto e dolcezza sotto ogni forma, dalle recensioni, passando per gli MP fino alle fanart: è stato davvero un piacere condividere con voi questo breve ma intenso viaggio, e credetemi quando dico che la storia non sarebbe stata la stessa senza di voi, sul serio: è mia quanto vostra <3

Grazie mille a chi ha seguito questa fanfiction, a chi l’ha ricordata e chi l’ha preferita, a chi l’ha semplicemente letta e soprattutto a chi ha speso un po’ del suo tempo per farmi sapere che cosa ne pensava tramite una recensione: da chi mi accompagna fin dai tempi insospettabili della mia prima fanfiction a chi ha iniziato a seguirmi grazie a questa storia. È bello sapere che dietro un semplice account esistono persone così adorabili: grazie di nuovo.
Un ultimo ringraziamento particolare (non ho intenzione di scusarmi per la ripetizione disumana della parola “grazie”, sorry not sorry) va alla mia beta, che non solo ha letto & corretto ogni singolo capitolo, ma ha anche dato la possibilità a questa storia di vedere la luce dato che tutto è partito da lei. Grazie per esserci sempre, per supportarmi e sopportarmi: non potrei desiderare moglie migliore <3
 
A questo punto sono davvero curiosa di leggere i vostri commenti, sia relativi a questo capitolo sia – più in generale – per tirare le somme delle ultime 12 settimane :)
Grazie ancora a tutti ragazzi, e alla prossima ;) <3
 
Per leggere i miei scleri, guardare le meravigliose fanart su questa storia, rimanere al corrente di quando pubblicherò qualcosa di nuovo e dirmi tutto ciò che volete, al solito, la mia pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
E per chiedermi qualunque cosa: http://ask.fm/Nonzy9

  
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