Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Maxximilian    18/06/2013    4 recensioni
In un continente sull'orlo della guerra oscure ombre si proiettano sul regno dell'Ovest. Alran, un giovane soldato del regno, ha l'incarico di indagare sulla malvagia Legione Nera in un viaggio tra la vendetta e il dovere.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Legami


Poi fu il turno degli abitanti di Vina. Anche loro si muovevano lentamente, quasi privi di vitalità se non fosse stato per il loro monotono avanzare.

La lunga colonna di donne, vecchi, bambini, bestiame e carri si estendeva per almeno un miglio. Le loro facce erano una maschera di disperazione, avevano perso tutto, Alran non li biasimava.

Doveva essere stato tremendo abbandonare le proprie case e i campi per quella povera gente, nessun nemico metteva piede nel nord da almeno un secolo e nessuno si aspettava che il confine cadesse in così poco tempo.

Le Montagne di Ghiaccio costituivano il confine settentrionale del regno e, anche se il nome lo suggeriva, non erano veramente di ghiaccio, ma il freddo patito da chi ci si avventurava dava l'impressione di essere circondati da questo. Non erano attraversabili tranne che per un angusto valico, alla fine del quale era poi sorta Dalgonn che si affacciava direttamente sulla distesa glaciale all'altro lato dei monti.

Vedendo i profughi, Alran ripensò a tutto quello che aveva detto il comandante Lucius. Improvvisamente tutto diventava reale, un incubo che prendeva forma: l'Ovest era stato invaso.

Era assorto nelle sue riflessioni quando un anziano lo prese per un braccio.

«Ragazzo faresti meglio a tornare indietro, sembra incredibile ma qualcuno sta invadendo il regno»

«Faccio parte delle guardie di Lisjask e ho una missione da compiere a Vina»

«Ti avverto ragazzo, il villaggio è deserto. Non è rimasto nessuno oltre alla guarnigione militare e alcuni dei nostri uomini che sono rimasti indietro a dare una mano per le fortificazioni. Pare che qualcuno abbia conquistato Dalgonn. Cosa vai a fare a nord?»

Nella sua voce c'era una nota d'incredulità, anche lui stentava a credere a cosa stesse succedendo.

« Sono al corrente della situazione e devo raggiungere il capitano Rakk » si limitò a rispondere il giovane.

Sospirando il vecchio continuò:

« Devono essere proprio a corto di uomini per mandare un giovane come te verso il fronte».

Improvvisamente, con l'aria di chi ha avuto una brillante idea, si girò e dal retro del suo carro tirò fuori qualcosa:

«So di chiederti troppo ma ti prego prendi questa spada e dalla a mio figlio Ulter, è rimasto con i soldati».

Porse ad Arlan una splendida spada dalla lama verde, sembrava intrecciata direttamente con i fili d'erba dei prati del sud . Era sicuramente un'arma degna di un cavaliere, dava l'aria di essere spietata ma, allo stesso tempo guardarla appagava la vista.

Qualcosa di quella lama ipnotizzava lo sguardo. Il giovane era a bocca aperta, mai si sarebbe aspettato di vedere uno strumento del genere in mano a quel vecchio.

Il vecchio colse immediatamente lo stupore negli occhi di Arlan e, prima che il giovane potesse dire qualsiasi cosa, iniziò a spiegare:

«Questa spada apparteneva a mio padre, era un Custode della Vita. E' l'unico ricordo che possiedo di lui, dopo la sua morte ho giurato che nessuno l'avrebbe più utilizzata ma credo che ora mio figlio ne abbia bisogno. Ho paura che non lo rivedrò mai più... ti scongiuro portagliela!»

Arlan, senza pensarci due volte, mosse la testa in segno di consenso.

«Oh grazie! Grazie! Sei davvero un bravo ragazzo!»

«E' un grande onore per me recapitare un'arma del genere. Adesso però devo proseguire»

Legando la spada al cavallo Arlan si rimise in viaggio, non così in fretta però da non notare la lacrima che rigava il viso dell'anziano e aver udito le sue benedizioni.

Per il resto della giornata, Alran cavalcò a tutta velocità verso Vina. Man mano che avanzava il paesaggio mutava, l'immensa pianura era ora interrotta da piccole pozze e rigagnoli. Le montagne, prima distanti, incombevano minacciose sulla steppa e, qualche fiocco di neve solitario aveva iniziato a posarsi sul mantello del cavaliere.

Al tramonto, iniziò a nevicare abbondantemente e, in poco tempo, tutto fu buio rendendo l'orientamento difficile. Il ragazzo voleva continuare il viaggio nonostante nevicasse, ma dopo aver tentato inutilmente di avanzare, in mezzo a quella che ormai era un tempesta bella e buona, iniziò a cercare rifugio.

Per fortuna dovette percorrere solo pochi metri prima di trovare una grossa roccia che forniva riparo dalla tempesta non solo a lui, ma anche al cavallo.

Anche se con difficoltà, riuscì a preparare un giaciglio per riposarsi, tentare di accendere un fuoco in quelle condizioni era impossibile quindi si strinse nel mantello e si abbandonò ai suoi pensieri.

Ripensò agli avvenimenti della giornata, al suo incontro con Lucius, alla Legione Nera e al vecchio. Si chiedeva se avesse davvero fatto bene a rifiutare l'offerta del comandante: ora, sicuramente, avrebbe riposato in un posto migliore e ben presto avrebbe anche goduto delle comodità di Lisjask e, soprattutto, della temperatura mite. In fin dei conti cosa sperava di ottenere andando a Dalgonn? Poteva davvero scoprire qualcosa un semplice soldato come lui? Lucius aveva ragione, era molto probabile che andasse incontro a morte certa.

La sua mandibola cominciò a tremare mentre veniva pervaso da un crescente senso di afflizione. Si diede dello stupido e maledisse la propria testardaggine.

Quando ormai la disperazione aveva preso possesso della sua testa, un ricordo si fece strada nei suoi pensieri:


Tutto era avvolto dalle fiamme, si guardava attorno e, accanto a lui, giaceva il corpo senza vita di sua sorella. Al di là del fuoco si stagliava la figura nera e la sua terrificante risata maligna, poi tutto diventava buio.


Aveva deciso di consacrare la sua vita alla vendetta, era entrato nell'esercito per perseguire quello scopo e, quando infine aveva saputo che il nemico faceva parte della Legione, aveva giurato davanti alla tomba di Elyna che li avrebbe uccisi tutti, anche a costo di guadagnarsi un posto negli Inferi.

Ecco perché non poteva ancora arrendersi, non prima di aver reso giustizia alla memoria di chi si era preso cura di lui quando il mondo lo aveva abbandonato.

Una fiamma si accese nel suo petto, scacciò via dubbi e insicurezze. Provò ad alzarsi, addormentarsi in quell'inferno di ghiaccio avrebbe significato morte certa, ma il vento era troppo forte e lui troppo stanco. Riuscì solamente a sedersi rimanendo a fissare il grigio spettrale davanti a lui per quelle che dovettero essere ore.


Quando la bufera calò d'intensità era quasi l'alba e una pallida luce iniziava a comparire a Est.

Non un singolo muscolo di Arlan era stato risparmiato dalla morsa del freddo e, solo con un grandissimo sforzo, riusci a rimettersi in piedi. Anche se continuava a nevicare, decise di partire immediatamente, il tempo era prezioso e inoltre non sapeva nemmeno se Vina fosse ancora in piedi. Era improbabile comunque che un esercito si mettesse in marcia durante una bufera del genere e quell'armata sconosciuta non avrebbe fatto eccezione, ne era certo.

La neve caduta sarebbe stata un ulteriore rallentamento: non sapeva cosa potesse nascondere e il cavallo avrebbe dovuto procedere lentamente per forza. Rapidamente si preparò per il viaggio, si strinse nel mantello e montò in sella. Se tutto filava liscio, avrebbe raggiunto il villaggio nelle prime ore del pomeriggio.


   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Maxximilian