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Autore: Tinn_    19/06/2013    1 recensioni
Ricordo ancora le nostre mani che si cercavano,l'ansia del momento e l'incertezza di non essere all'altezza.
Ricordo tutto come se fosse ieri e invece sono passati quattro anni.
Io l'amavo,ma credo che la 'parola amare' sia riduttiva per spiegare quello che eravamo io e Louis.
Il suo nome mi provoca ancora i brividi.
E' una cicatrice su di me,un segno indelebile scritto appena sotto il cuore.
Il nostro legame era qualcosa di indescrivibile a parole,inconcepibile per ogni mente umana,irreale per ogni persona razionale.
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FOUR YEARS.
 
2013
 
 
< Tata Delilah! Tata Delilah! >
 
Con la voce tremante Mia indica il ginocchio sbucciato dal quale inizia ad uscire un po' di sangue.
Che stupida a non essermene accorta prima. Devo smetterla di farmi prendere dai miei pensieri,soprattutto al lavoro.
Le accarezzo il contorno del viso bagnato dalle lacrime e l'accompagno in infermeria.
 
< Tommy!>
 
Cerco di attirare l'attenzione del bimbo che si dimostra impegnato ad infastidire un'altra compagna.
 
< Thomas! Smettila! Vieni subito qui che ci facciamo una bella chiaccherata! Su su e non guardarmi con quella faccia,non mi fai tenerezza. >
Invece si,quel bimbo ha due occhi che non possono paragonarsi neanche al più bel diamante presente sulla terra. Verde.
Mi ricordano tanto i suoi occhi,così innocenti ma in contrasto con la sua personalità.
 
< Hannah io porto Tommy e Mia in infermeria,guarda cosa le ha combinato.. > dico alla mia collega,riferendomi al ginocchio sbucciato della piccola,che con un dito in bocca tenta di fermare il pianto,mentre Tommy si nasconde dietro di me insieme al suo sorriso beffardo. 
 
Non  è la prima volta che infastidisce i suoi compagni e credo sia il momento di parlarne coi suoi genitori.
 
Hannah si limita ad un cenno della testa lanciando un'occhiata di rimprovero al furbetto.
 
< Bene Mia,vediamo se c'è qualcosa di rotto qui.. > cerco di sdrammatizzare posando il suo piccolo corpo sul lettino dell'infermeria.
 
Con un po' di disinfettante e un batuffolo di cotone la medico cercando di non farle male. 
A lavoro finito mi sorride asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Non posso fare a meno che stamparle un affettuoso bacio sulle guance così morbide e profumate di quell'odore che solo i bambini hanno.
 
dice con fare accusatorio rivolta a quel bambino che fissava il vuoto seduto di fronte a noi.
 
< Tranquilla Mia,Tommy non ti farà più del male,vuole solo giocare. Dai ora raggiungi i tuoi amici e non ci pensare. >
 
La bimba esce dalla stanza saltellando e la vedo sparire dietro la colonna che da sul giardino.
Incrocio le braccia prestando la mia attenzione su Tommy.
 
< Ora veniamo a te ragazzino... Lo sai che è sbagliato disturbare i tuoi compagni e soprattutto far loro del male? >
 
Continua a guardarmi senza dire niente,nel suo sguardo non c'è nessun accenno di senso di colpa,solo testardaggine.
Se non avesse cinque anni penserei che mi stia sfidando.
 
< Ora tu starai nella sala dell'appello con me a riflettere su tutte le volte che hai fatto piangere un bambino e quando ti sentirai pronto e avrai capito i tuoi sbagli,andrai a chiedere scusa a chi di dovere... >
 
< Tata Delilah...voglio andare a casa,non voglio stare qui..> mi risponde guardandosi le punte dei piedi.
 
 
Continua a guardarmi,ma dal suo sguardo non traspare niente e questa cosa mi preoccupa. Vorrei abbracciarlo,ma molte volte mi hanno rimproverata dicendomi di non accontentare sempre i bambini ma far capire loro quando sbagliano. Mi toccherà far così oggi.
 
< Vieni con me! > gli tendo la mano e lui la stringe.
 
Ci incamminiamo in segreteria,dove sfoglio l'album dei numeri telefonici e scorro fino a trovare il suo nome,con riportato il numero di casa.
 
< Siediti qui e non sparire! >
 
Trattiene una risata. Non sono credibilie come maestra severa.
 
< Si? Pronto? > una voce maschile metallica mi risponde dall'altro capo della cornetta.
 
< Pronto,salve. Chiamo dall'asilo di Thomas per invitarvi ad un colloquio oggi pomeriggio verso le tre per parlarvi un po' della sua situazione qui all'asilo e dei suoi comportamenti. Ci sta dando un po' di problemi ultimamente,vorremmo parlare con un genitore per capire se c'è qualcosa che non va o... >
 
< I nostri genitori non ci sono..ehm sono in viaggio per lavoro,io sono il fratello.. >
 
< Ah il fratello,e...è maggiorenne? > chiedo presa in contropiede.
 
< Si ho diciannove anni! Cosa ha combinato ? >
< Vede,infastidisce i suoi compagni e oggi ha fatto male ad una bambina... >
 
Me lo può passare? 
Non siamo mica in un call-center mi viene da pensare.
Rendendomi conto che ha solo diciannove anni e che è un ragazzo...credo sia comprensibile non sapere come funzionano certe cose.
 
< Ehm..no non posso passarglielo al momento. Quindi conferma l'appuntamento alle tre? > chiedo frettolosa.
 
< Si..si alle tre e un quarto! >
< Sarebbe alle tre...>
< Oh tre..scusi non avevo capito bene,ok alle tre sarò lì! >
< Perfetto,chieda di parlare con Delilah,in qualunque caso l'aspetto nella saletta delle riunioni..se non la trova chieda agli inservienti. A dopo allora! >
< Ok a dopo,mi saluti Tommy! >
 
Chiudo la chiamata sorridendo. Che cosa buffa,mai nessun genitore mi aveva chiesto di passargli il figlio o di salutarglielo soprattutto dopo aver comunicato un comportamento non corretto.
Ma quel ragazzo non è un genitore,quindi che posso pretendere?
 
< Ho parlato con tuo fratello,verrà lui oggi al colloquio. Ora andiamo a mangiare,credo sia pronto. E dopo ti aspetta una lunga riflessione..non la scampi! >
 
Si limita ad annuire e a stringermi la mano.
Credo abbia imparato la lezione,ma una conversazione con chi si occupa di lui non credo gli farà male.
 
 
 
 
< La maestra Delilah? > chiede un'inserviente entrando nella saletta relax,dove alcuni bimbi stanno facendo il riposino.
 
< Sono qui! > sussurro alzando un dito.
mi informa imitando il mio tono di voce.
 
Controllo l'orologio e noto che sono le due e cinquantanove minuti.
Wow! Ho a che fare con Mr. Puntualità!
 
Tommy mi guarda,come per chiedermi 'tocca a me?' .
Gli prendo la mano e a passi felpati usciamo,senza svegliare gli altri.
 
Davanti alla sala riunioni trovo un ragazzo di spalle.
E' molto alto e dal berretto di lana spuntano dei ricciolini.
Saranno una caratteristica di famiglia.
 
< Hazza! >  urla Tommy correndogli in contro.
 
Hazza? Cos'è? Il nome di un'iguana?
Il ragazzo si gira e spalanca le braccia per accoglierlo.
Non posso fare a meno di notare i suoi numerosi tatuaggi.
Instintivamente mi porto una mano leggermente sotto il petto,ricordandomi ciò che è inciso sulla mia pelle.
 
Per sempre, penso.
 
Dopo aver salutato a modo il suo fratellino mi guarda e sorride.
Senza dire nulla.
 
< Delilah,piacere sono io che l'ho chiamata oggi! > gli dico porgendogli la mano.
 
< Ah è lei? Bene il piacere è tutto mio! > risponde avvolgendo la  mia stretta con due mani.
 
< Mi segua.. > 
 
Tutti e tre ci avviamo verso la sala riunioni,una volta entrati mi siedo alla cattedra e i due fratelli dalla parte opposta.
 
< Bene signor.... > mi accorgo di non avergli chiesto il nome e mi sento una stupida.
 
E' la prima cosa che si chiede quando ci si presenta con qualcuno,ma no! Io ero troppo preoccupata a pensare ai tatuaggi.
 
Lui continua a guardarmi annuendo lentamente.
L'ha visto fare nei film? Annuire per dare l'impressione di star ascoltando una donna?
 
< Il suo nome prego...> lo incito educatamente.
< Ah già scusa, io sono Harry ! Può non darmi del 'lei' ? Mi fa sentire anziano! > conclude con una piccola risata.
 
Ricambio con un sorriso. 
Alla fine io ho 21 anni,lui 19. Non c'è motivo di dargli del 'lei'.
 
< Già la forza dell'abitudine ... >
 
 
Dopo avergli spiegato la situazione e avergli raccontato delle innumerevoli volte in cui Tommy ha infastidito o fatto piangere qualcuno,lui esordisce dicendo :
 
< Ma è solo un bambino! >
 
Mantenendo l'educazione e la professionalità,incrocio le dita mettendomi in una posizione più composta,forse per assumere un'aria autoritaria. Sperando che mi riesca,ovviamente.
 
< Certo è così,ma deve anche capire che certi comportamenti non sono da assumere. Se non viene..mm diciamo,fermato ora questi atteggiamenti potrebbero riscontrarsi anche in età adolescenziale e quindi essere considerati più gravi. > 
 
< Capito Tommy,da grande diventerai un pericoloso bandito,un latitante,tutti i giornali parleranno di te. Credo sia da arrestare già da ora,non crede Delilah ? >
   dice imitando la voce di un adulto rigido e severo.
 
Non riesco a trattenere una piccola risata.
Tommy invece sembra preso dal discorso o meglio,dal teatrino ,messo in piedi dal fratello maggiore.
 
< Bene,ha solo cinque anni,ha avuto la sua punizione,la sua sgridata e il colloquio con un parente. Credo sia abbastanza per un bimbo. Anch'io spingo i miei amici dall'altalena! > dice gesticolando quasi divertito.
 
< Non ne avevo dubbi > rispondo massaggiandomi le tempie.
 
Non sopporto quando la gente non è in grado di affrontare argomenti seri.
 
< Ascoltami, il mio lavoro è quello di educare questi bambini,parzialmente sia chiaro,per il resto ci pensa la famiglia..spero! Ed è mio diritto e dovere riprenderli quando sbagliano...non vedo il bisogno di sdrammatizzare su tutto. Devono capire i propri errori per crescere! > nel mio tono riconosco un pizzico di irritazione e credo sia giustificato.
 
Dal canto suo,Harry mi ascolta serio,preso dalle  parole e poi rivolgendosi a Tommy spiega:
 
< Ok,adesso basta scherzare! Tommy,la maestra Delilah ha ragione. Non c'è motivo di disturbare i tuoi amichetti o farli piangere. Puoi essere amico di tutti usando la simpatia,l'umorismo,la gentilezza...comportati come quando giochiamo insieme a calcio o con le pistole d'acqua.
Ti piace vedere i bimbi che piangono?
Ti piacerebbe piangere per colpa di qualche biricchino ? >
 
risponde il bimbo imbarazzato facendo cenno di no con la testa.
 
 
Alza il mignolo e il fratellino lo segue a ruota.
Li stringono e scuotono la mano su e giù.
Dopo il loro rito Tommy abbraccia Harry chiedendogli scusa.
Un sorriso si stampa sul mio volto,un sorriso non controllato,spontaneo causato da quella scena che mi fa tanta tenerezza e per un attimo mi pento di aver classificato Harry come 'bambino immaturo e irresponsabile'.
 
Rivolgendosi a me:
< Problema risolto,bisogna solo saperlo prendere con le parole giuste. E' un bimbo intelligente,credo si sia reso conto. > la sua voce diventa dolce ,la voce di chi sa quello che dice,la voce di chi vuole dimostrare qualcosa e sa di non sbagliarsi.
 
< Ho fatto bene a chiamarla..ehm chiamarti. > 
 
Mi sorride e solo ora noto i suoi occhi verdi che spiaccano insieme a due fossete ai lati delle guance.
Smeraldi.
Come ho fatto a non notarli subito.
Si vede che sono fratelli. Stessi occhi,stessi capelli.
 
< Bene,credo sia tutto... > mi alzo dalla sedia e gli porgo la mia mano per congedarlo.
 
Lui la stringe sorridendo .
 
< Tata Delilah posso  andare a casa con lui? >
 
Controllo l'orologio,fra mezz'ora tutti i bambini andranno a casa,quindi decido di lasciarlo andare a casa.
 
< Si Tommy,vai a prendere la giacca e intanto faccio firmare delle cose a tuo fratello.. >
 
< Tata! Posso chiedere scusa agli altri bimbi anche se dormono? > mi chiede con voce squillante e capisco che il discorso di Harry ha fatto effetto.
 
Harry contemporaneamente mi porge uno di quelli sguardi da 'hai visto? te l'avevo detto che funzionava' 
 
< No! Prima voglio un bacino proprio qui,sulla guancia! >
 
Sorridente sale sulla sedia dov'era seduto poco fa il fratello e mi schiocca un bacio rumoroso che mi fa ridere,anche perchè mi lascia un filo di saliva sulla pelle.
 
< Io non sbavo così tanto quando bacio.. > salta su Harry.
 
Sgrano gli occhi  incredula.
 
< ... mh,scusa > abbassa la testa come un bimbo,nascondendo un sorriso beffardo.
 
< Ooook,capisco da chi ha preso il fratello ora! Seguimi,ti faccio firmare un foglio,così che Tommy abbia l'uscita anticipata giustificata. >
 
Mi segue fino in segreteria,scrivo l'orario in cui il bimbo esce e li porgo il foglio dove gli indico il punto da firmare.
 
Harry Styles,scrive.
Suona meglio di Thomas Styles.
 
Fischia due volte.
 
< Bell'anello! > indicando con lo sguardo il mio anulare sinistro.
 
Guardando l'anello una serie di immagini mi passano per la testa,come un  film in bianco e nero,un film vecchio,degli anni passati.
Il volto di Louis illuminato dalle stelle,l'anello inaspettato,il nostro primo bacio,la nostra prima volta,le litigate fatte con mia madre,le nostre litigate dove non abbiamo risparmiato neanche le mani,il suo vizio di fare facce stupide anche nelle foto di un matrimonio o nella foto del nostro primo mese insieme,le sue mani che mi accarezzano le ginocchia ogni volta che l'ansia si impossessava di me,i suoi baci,i suoi occhi,il suo sapore,il suo odore,i nostri respiri che si mischiavano ogni volta che facevamo l'amore...si l'amore,il nostro era amore,non sesso,non attrazione fisica,non cotta adolescenziale,ma semplicemente amore.
 
Harry mi distoglie da quei pensieri nascosti schioccandomi ripetutamente un dito davanti agli occhi.
Mi riprendo di scatto mostrandogli un sorriso impacciato,come se avessi dimenticato come si faccia a sorridere davvero.
 
< Scusa,non volevo... > mi dice dispiaciuto posando la penna sul foglio.
 
Deve essersene accorto.
Sono passati quattro anni,quattro lunghissimi anni e mi sembra ancora ieri.
Solo Dio sa cosa ho passato e cosa ho dovuto sopportare.
Darei via l'anima,darei via tutto per averlo indietro.
E no,non mi accontenterei di un bacio o un abbraccio,io lo voglio tutto. Voglio Louis non un suo gesto.
I nostri progetti tutti nel cesso con tanto di sciacquone a completare l'opera.
 
Mi sfioro l'anello e tiro un respiro,per poi rivolgermi ad Harry.
 
< No non devi scusarti,tutto bene... > 
< Non si direbbe dal tuo volto... > assume un tono serio,molto serio. 
 
Mi sento come se  mancasse l'aria.
Mi massaggio la fronte con due dita,cercando di lenire il mal di testa che improvvisamente si è preso gioco di me.
 
< Ei? Tutto ok? Vuoi andare fuori a prendere un po' d'aria? Oddio,io,io sul serio...mi sento in colpa...non dovrei eh... > cerca le parole impacciato.
 
Non ha colpa,voglio solo che se ne vada per fumarmi una sigaretta in santa pace,prima che i bambini si sveglino.
Voglio stare da sola con me stessa.
 
Vorrei ci fosse una medicina per curare i ricordi.
 
< Io..io vado! Tommy andiamo è tardi.. > mi rivolge un cenno della mano e uscendo si copre gli occhi con degli occhiali da sole neri,per poi sparire dietro al cancello.
 
 
Com'è possibile che continui a far parte della mia vita ancora,dopo questi anni?
Il motivo è che lui giace nel mio cuore e la chiave apparteneva a lui. 
 
Lui non può uscirci.
Nessuno può entrarci.
  
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