Epilogo.
Lo scontro con Myhawk era stato tutt’altro che senza conseguenze; avevo il
corpo coperto di ferite più o meno gravi che mi avevano costretto a letto senza
potermi rialzare. Sentivo Ryoko entrare e uscire dalla stanza varie volte al
giorno, fiaccato da un permanete stato di semi incoscienza che mi annebbiava la
vista e inibiva i sensi. Mi sentivo debole, in costante pericolo di vita, ma
finalmente ero libero.
Libero… quante volte questa parola mi è tornata mentre guardo fuori dalla
finestra e osservo il cielo terso oltre il vetro? Ho sognato per tutto questo
tempo solo la libertà dal giogo di Occhi di Falco, ma mi sto rendendo conto che
non è la libertà che volevo… quando vedo i tuoi occhi ambrati, quando sento il
tuo profumo di sapone, quando mi inumidisci la fronte e le tue dita affusolate
sfiorano la mia pelle… sei tu, sei tu che voglio.
Una brezzolina leggera entra dalla finestra facendo danzare le tende leggere,
quasi evanescenti, e mi solletica il viso… ha il profumo del mare.
“Il… m-mare…?” mormoro ancora intontito mentre cerco di aprire le palpebre.
La stanza è illuminata dal tenero sole di primavera e, volgendo lo sguardo
accanto a me, ti vedo. Ti avvicini e ti siedi accanto a me, accarezzandomi la
fronte.
“Zoro… sei sveglio?” sussurri e io annuisco volgendo la testa verso di te.
Sorridi.
“Il… mare… c’è… c’è il mare qui vicino?” domando mentre cerco di mettere a
fuoco la tua figura, ma la vista mi si annebbia, evidentemente non sono ancora
del tutto guarito.
“Sì, Zoro…”
Il mare… quant’è che non vedo quell’immensa distesa azzurra?
“Voglio andarci… Ryoko… portamici…” sussurro sorridendo debolmente.
“Sei ancora troppo debole, non puo…” ma non fa in tempo a finire la frase che
mi sono tirato a sedere.
I suoi occhi preoccupati incontrano il mio sguardo deciso e non possono far
altro che cedere.
“Va bene.”
La strada per arrivare alla spiaggia è lunga e tortuosa, affaticante per il mio
fisico ancora debole, ma la vista della sabbia bianca, sottile come borotalco,
e delle onde che schiumano su di essa fanno dimenticare la fatica.
La luce vermiglia del sole morente avvolge tutto dando un senso di calore,
facendo rilucere come cristalli e rubini i flutti che gorgogliano schiumando
calmi. Finalmente, dopo tanto, mi sento a casa. I problemi scivolano via, la
mente si svuota e la tensione scompare mentre, mano nella mano con te, muovo un
passo sulla sabbia ancora tiepida.
Passeggio, finalmente libero, sento gli ultimi raggi di questo sole d’inverno
sul mio volto, il tramonto è favoloso… quanti ricordi, quanti sogni; d’un
tratto la mente mi si affolla di pensieri. Emozioni, sensazioni, alcune dolci,
alcune amare… sento il calore dentro di me, ma so che non è solo la luce mi
accarezza, sei tu… tu che mi scaldi il cuore e rendi tutto chiaro, sereno…
Ti amo, lo sai?