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Autore: artemis90    03/01/2008    1 recensioni
Achimic è un mondo pacifico comandato dai nove maghi più potenti e saggi che ci sono.Ma uno di loro ha perso la testa e ha deciso che vuole tutto il potere nelle sue mani. Un ragazzo diventerà l'eroe di quel mondo trascinato dal succedersi di eventi
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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le pietre magiche capitolo 1 CAPITOLO 1
La pietra blu

-Ti dico che è la verità!-
-Bugiardo. Sei molto cambiato Mirko. Chi ti ha messo in testa questa idea della pietra con i poteri? Non fai altro che inventarti storie assurde. Non vai più nemmeno bene a scuola! Prima eri bravo, prima eri d’accordo con me su tutto, ora invece litighiamo in continuazione-.
-Si, ma la vedi questa pietra? Questa pietra ha dei poteri magici! È la verità, è tutto vero-.
Era circa un mese che andava avanti così, e tutto da quando avevo trovato quella pietra, quella maledetta, dannatissima, schifosissima pietra!
Se non capite quello che sto dicendo ora passo a raccontarvi tutto dettagliatamente.
Il mio nome è Mirko, ho 15 anni e vado d’accordo, o meglio, andavo d’accordo con il mio migliore amico che si chiama Oscar.
Fino a un mese fa non avrei mai creduto a qualcuno che mi diceva di avere qualcosa di magico o avente a che fare con la magia, anche se mi piaceva molto il genere fantasy. Ma poi cambiai idea. Tutto iniziò quel giorno sulla spiaggia e non avrei mai pensato che saremmo arrivati a tutto questo. Comunque vi parlo di quel giorno che andai al mare. Ero con i miei amici a mare, c’era anche Oscar. Eravamo stati un sacco di tempo a mollo, eravamo usciti dall’acqua e ci eravamo sdraiati ad asciugarci e a prendere un po’ di sole, quando io, nel sdraiarmi, toccai qualcosa con il piede.
Vidi cos’era e mi accorsi che era una stranissima pietra tutta sferica e intagliata con stranissimi segni.
Bisogna precisare che collezionare pietre a me piace molto, è il mio hobby; ne ho di ogni forma e dimensione. Non che questo importi qualcosa con tutto il resto.
Dunque presi questa pietra che avevo trovato e stranamente invece di conservarla, visto che le colleziono, la lanciai in acqua pensando a quanto lontano sarebbe arrivata.
Arrivò molto lontano, tanto lontano che la persi di vista e dopodichè tornai all’ombrellone, insieme ai miei amici.
Quando andai per sdraiarmi nuovamente mi accorsi, con mia grande sorpresa, che c’era un’altra pietra simile, per non dire uguale, a quella che avevo lanciato poco prima. Stavolta non la lanciai, ma la conservai mettendola nella tasca del costume e dimenticandomi di lei fino al giorno dopo.
Il giorno dopo sentì un rumore assordante provenire da una stanza della casa (quella dove c’era la lavatrice per la precisione).
Io e mia madre andammo a vedere cos’era stato quel boato e vidimo la lavatrice in pezzi che era esplosa mentre era ancora in funzione.
Allora mi tornò tutto in mente.
-La pietra!- esclamai e mi misi a cercare fra i pezzi della lavatrice con mia mamma che ripeteva in continuazione:
-Quale pietra?-. Ma io la ignorai finche non trovai quello che cercavo.
Finalmente la trovai. Trovai la pietra quasi integra. Dico QUASI perché la trovai in due parti uguali, due semisfere perfette, e non in frantumi come mi aspettavo di trovarla.
La misi da parte per vedere se potevo fare qualche cosa per ripararla in qualche modo. Ma qui accadde un miracolo o se volete, una magia.
Quando il giorno dopo la ripresi per vederla la trovai di nuovo integra! Di nuovo perfettamente sferica, solo che adesso aveva assunto un colore diverso, una specie di blu scuro che rimaneva comunque molto vicino a quel grigio che è il colore caratteristico dei sassi.
Mi venne allora in mente che mia madre avrebbe potuto sostituirla per chissà quale oscura ragione, ma non era così perché io ho la mania di numerare le pietre che colleziono e su quella il numero di riconoscimento c’era ancora.
Così, giorno dopo giorno, iniziai ad accorgermi di avere a che fare con un oggetto stranissimo. Magico se non addirittura alieno!
Iniziarono ad accadere molti fatti strani: vetri che scoppiavano, tende che si muovevano senza che ci fosse la minima corrente d’aria e infine le cose peggiori di tutte; quelle che odiavo con tutto il cuore visto che mi facevano venire una tremenda emicrania, erano delle strane e pazzesche visioni.
Sempre le stesse; un uomo e una donna vestiti decisamente all’antica. Moda di circa 1500 anni fa o giù di lì.
Iniziarono ad avvenire puntualmente ogni tre giorni e mi parlavano. Però al risveglio non mi ricordavo cosa mi avevano detto. Niente neanche una sillaba.
Allora decisi di parlarne con qualcuno se no pensavo di impazzire e chi c’era di meglio, per questo scopo, del mio migliore Oscar?
Così la settimana scorsa andai a raccontargli tutto, così come l’ho raccontato adesso a voi, e il risultato è stato che non mi ha creduto, mi ha preso per pazzo (d’altronde come dargli torto?) e adesso litighiamo in continuazione.
Gli ho anche fatto vedere la pietra, ma questo non ha fatto che peggiorare di più le cose, sì perché la pietra non era più come gliela avevo descritta io. Era diversa, di nuovo grigia come una normalissima pietra e per di più mancavano tutti gli intagli strani e non era più sferica ma leggermente allungata da un lato, quasi ovale.
Così Oscar si è offeso e adesso non mi parla più tranne quando litighiamo.
Il bello è che quando se ne è andato da casa mia dopo che gli avevo fatto veder la pietra quest’ultima è ridiventata tutto d’un colpo blu sotto i miei occhi e gli intagli si sono trasformati in lettere! <>.
Che voleva dire? Chi era questa Azrel? Eppure mi ricordavo di aver sentito già questo nome, forse in qualche mia visione. Che fosse quella donna strana?
E mentre che stavo lì a rimuginare su chi potesse essere Azrel le lettere si trasformarono nuovamente in intagli.
“Parla Azrel’’. Mah! Quello era un altro enigma in più da risolvere.
Intanto la pietra mi dava molte preoccupazioni e molto a cui pensare, tanto che non andavo più bene a scuola, cosa che non dimenticava di rammentarmi Oscar ogni volta che litigavamo.
Inoltre a scuola tutti quanti mi dicevano come mi andava, se stavo bene, se avevo qualcosa o mi era capitato qualcosa e quando io chiedevo perché mi ponevano quelle domande se ne andavano via tutti dicendo che non era niente, che chiedevano così, solo a titolo informativo.
Dopo un’altra settimana Oscar era ancora offeso. Non mi rivolgeva più la parola, non mi salutava più addirittura!
Ogni tanto io gli chiedevo: -Ma si può sapere che ti ho fatto?-
E Oscar tutto seccato mi rispondeva: -Niente, a parte avermi preso in giro!-
-Ma non ti ho preso in giro!-
-No, certo! Hai perfettamente ragione!- mi rispose un giorno, mentre eravamo in classe al cambio dell’ora -La tua pietra magica che mi hai fatto vedere era PERFETTAMENTE SFERICA E TUTTA INTAGLIATA!- queste parole me le sputò praticamente in faccia. -A me è sembrata una normalissima, banalissima pietra qualsiasi. L’unica cosa strana era la sua forma ma oltre a quello niente! Perché ti ostini tanto a dire che quella pietra è magica? Non ha niente di magico!-
-La pietra che ti ho fatto vedere è magica, infatti non era come te l’avevo descritta io perché si era trasformata!-
-Tu sei pazzo Mirko. Di quanto sei pazzo dici di avere delle visioni! Mi hai rotto Mirko, mi hai veramente rotto! Vattene a quel paese tu, la tua pietra e le tue visioni!-
Mentre che noi litigavamo animatamente non mi ero reso conto che eravamo in classe e che c’erano tutti i miei compagni che sentirono tutto su pietre magiche e strane visioni.
Adesso tutti mi stavano guardando stranamente, come se fossi pazzo. -Cosa avete da guardare?-. Ero molto arrabbiato e me la presi con loro. E quando continuarono a guardarmi senza che nessuno mi rispondesse mi accorsi che mi stavo comportando da idiota e me ne scappai di corsa, piangendo.
Ma prima di uscire dall’aula mi girai verso Oscar e gli gridai fra le lacrime: -TI DIMOSTRERÒ CHE HAI TORTO!LO DIMOSTRERÒ A TUTTI!-. Già, proprio così, lo dimostrerò a tutti che non sono pazzo.
Per iniziare quel pomeriggio, per prima cosa, mi venne l’idea di fare una foto alla pietra così avrei fatto vedere a Oscar il suo reale aspetto. Così scattai questa benedetta foto e la portai a fare sviluppare.
Ma, quando il giorno dopo andai a ritirarla, mi aspettò una bella (si fa per dire) sorpresa.
Quando il fotografo mi consegnò la foto io gli dissi:
-Scusi, ma questa non è la foto che io ho portato a sviluppare. Non è la mia foto-
-No,- mi rispose il fotografo - questa è proprio la tua foto-
-Mi scusi, ma si sbaglia! La foto che io ho portato a fare sviluppare era quella di una pietra rotonda e blu, questa invece è una normalissima pietra-. E appena dissi quella frase, quasi inconsapevolmente, mi accorsi di cosa stava succedendo.
-Senti!- mi disse il fotografo con un tono già scocciato -Tu mi hai portato questa foto e io l’ho fatta, adesso togliti dai piedi che devo lavorare!-
-Si, ha ragione. Mi scusi, buongiorno-. E anche questo tentativo era andato male. Ma come facevo io a dimostrare che non ero pazzo? Che avevo ragione e che quella pietra era magica veramente?
Il tempo passò …
-Maledetta pietra, ti odio, mi stai facendo perdere tutti gli amici. Mi prendono per pazzo e visionario! No, ma tutto questo deve finire! Io ti distruggo, ti disintegro!-.
Mirko non ne poteva più di quella storia. Ormai tanto tempo era passato da quel giorno sulla spiaggia e da allora tutto era andato sempre peggio. E Mirko voleva porre fine a tutto, era intenzionato a finirla una volta per tutte con quella pietra e con quelle visioni. Gli venne la stupida idea di rompere la pietra con un martello. Così lo prese e tornò nella sua stanza.
-Vedi questo, maledetta? Con questo io metto fine a tutto!-.
Mirko alzò le braccia sopra la testa, tenendo forte il martello, con due mani e poi abbassò di colpo le braccia. Colpì la pietra in pieno, ma questa non si spaccò, anzi, per tutta risposta, il martello rimbalzò nelle mani di Mirko colpendolo sul naso, la pietra si accese di un forte bagliore infuocato che illuminò la stanza a giorno, e da un’altra stanza della casa si sentì un forte rumore di oggetti che andavano in frantumi.
-Dio, che dolore!Oh madonna, maledettissima pietra, che dolore!ma che diavolo è stato quel rumore?-.
Con la testa che gli rintronava e il sangue grondante dal naso, Mirko andò in cucina per vedere quale era stata la fonte di quel rumore.
In cucina vi trovo un putiferio: il lampadario era esploso, il pavimento disseminato di cocci di ogni tipo, dai piatti e bicchieri ai cocci di vetro del vasetto di nutella delle bottiglie di vetro del vino. Tutto ciò che era di vetro o ceramica e si poteva rompere si era rotto.
<< Madonna, alla mamma ci verrà un infarto quando vedrà questo macello! >> pensò Mirko.
Non sapendo cosa doveva fare o come rimediare a quel disastro tornò nella sua stanza.
Ma le sorprese non erano finite; tornando nella sua stanza Mirko rimase ancora più stupito perché la pietra blu si stava ingrandendo a poco a poco, e mentre Mirko continuava a osservarla sempre più stupito sotto i suoi occhi nella pietra comparvero occhi, bocca, naso, orecchie, capelli bianchi lunghissimi e quei strani intagli sulla pietra divennero delle profonde rughe in un viso da donna molto vecchio. Ma la cosa più strana di tutte erano quei capelli lunghissimi in un viso che era sospeso in aria senza nessun corpo che lo sostenesse. Sembravano quasi un gomitolo di lana bianco latte pronto ad essere usato.
Mirko ovviamente era terrorizzato. E chi non lo sarebbe vedendo comparire nella propria camera una faccia sospesa nel vuoto?
Ma riuscì lo stesso a chiedere:
- T.. tu.. chi diavolo sei?-
- Sono la donna delle tue visioni, la maga Azrel!-
- E sai dirmi chi è l’uomo che vedo?-
- Lui è il mago Stungard! Mirko devi fare molta attenzione a lui, è un uomo malvagio-.
E nel frattempo che Mirko iniziava a prendere un po’ di coraggio e credeva di poter finalmente capire qualche cosa sugli ultimi strani avvenimenti che gli stavano accadendo da quando aveva trovato la pietra blu, sua madre entrò nella sua stanza tutta infuriata.
- Che cosa sta succedendo qui? Tu mi saprai spiegare cosa è successo alla mia cucina!-
Ma non ci fu bisogno di alcuna parola di scusa pronunciata da Mirko, perché quando la signora Mara si accorse che una faccia fluttuava nella stanza senza nessun corpo di sotto la fissò incredula per un istante, prima di accasciarsi a terra svenuta.
- Mamma!-
- Non ti preoccupare per lei. Quando si risveglierà non ricorderà più niente. Ah ho anche sistemato la cucina così non dovrai spiegare niente a tua madre. Adesso ti devo lasciare. E ricorda, fai attenzione a Stungard-.
- No, aspetta!- gli disse dietro Mirko, ma già era troppo tardi la faccia stava sparendo e la pietra stava tornando alle sue normali dimensioni.
Per controllare se effettivamente era tutto a posto, Mirko andò nella cucina e vide che Azrel era stata di parola; aveva sistemato tutto.
- Mirko cosa mi è successo?- chiese la signora Mara entrando in cucina.
- Non lo so mamma, sei entrata nella mia stanza e sei svenuta-.
- Davvero? Mah! Io mo sento stanca, vado a letto-.
- Va bene mamma-. Mirko la guardò andare via.
- Grazie Azrel- disse all’aria e gli sembro che qualcuno rispondesse “prego”.
Tornò in camera sua cercando di fare i compiti per l’indomani, ma non riuscì a concentrarsi finché non arrivo la notte e si addormentò.
***
- Oscar, è da molto che non vedo Mirko, perché non lo fai venire qualche volta?-chiese la signora Carmen, la madre di Oscar.
- No,- rispose Oscar - ha detto che in questo periodo è molto occupato, ha altre cose da fare-.
- Non è che invece hai litigato con lui? A me sembra che sia così-.
- No-.
- Sei sicuro di non aver litigato con Mirko?-.
- Si-.
- Mah, se lo dici tu-.
- HO DETTO CHE NON HO LITIGATO CON MIRKO E VUOL DIRE CHE NON HO LITIGATO, CAPITO?- esplose Oscar, scoppiando in lacrime e scappò nella sua stanza.
Uscendo dalla stanza da pranzo, dove stava cenando con la madre, andò a sbattere contro suo fratello e tutti e due finirono per terra.
Oscar si rialzò subito e si chiuse in camera sua.
- Ma che cos’ha?- chiese il fratello più piccolo alla madre.
- Ha litigato con Mirko, ma non so perché -.
Oscar affondò il viso nel cuscino per non fare sentire che stava singhiozzando, ma tanto si sentiva lo stesso.
- Oscar, apri la porta. Scusami, non sapevo che avevate litigato. Apri la porta che ne parliamo-.
E rimasero così madre e figlio, finche Oscar si addormentò ancora piangendo e arrabbiato e la signora Carmen si seccò e se ne andò.
***
Un uomo in quel momento stava vedendo tutta la scena, ma non si trovava li vicino e non stava spiando neanche da una delle finestre. Quel uomo si trovava molto ma molto distante dalla casa di Oscar. Si trovava su un altro mondo, diverso da quello di Oscar.
Era in un castello sperduto su un’isola deserta e in quel momento stava tenendo in mano uno specchio. Uno specchio magico che gli mostrava qualunque cosa volesse vedere.
- Non sembrano molto pericolosi questi ragazzi. Ahahahahah, staremo a vedere e se si dimostrerano pericolosi saprò cosa fare. Azrel credi di potermi fermare con due stupidi ragazzini? Vedremo chi avrà la meglio-.
  
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