Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: aslongasyoulove    19/06/2013    0 recensioni
La morte ha un obiettivo.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Clarissa, ci fai una foto?»
Erano appena scesi dall'auto per fare una breve sosta. Avevano trovato un piccolo autogrill in mezzo al deserto, così decisero di fermarsi e rinfrescarsi un po'. Mancavano ancora due ore prima di arrivare nella capitale Rabat. Eva era di fianco a Sofia. I lunghi capelli rossi le ricadevano sulle spalle con una curva dolce. Gli occhi verdi erano illuminati dal potente sole di fine luglio. Le guance arrossate dal caldo le davano un'aria innocente e pura. Clarissa prese la sua reflex e mise a fuoco i visi delle due amiche, e infine scattò. 
«Grazie» fu la risposta delle amiche. 
Si sedettero tutti e sette attorno ad un piccolo e sporco tavolino, dentro all'autogrill. Clarissa posò la reflex su una sedia vicino a lei. Ordinarono alcune bottigliette d'acqua e qualcosa da mangiare. Chris
 iniziò a dire qualcosa, ma Clarissa non lo stava ad ascoltare. Lei lo guardava molto attentamente. Guardava i suoi capelli biondi, un po' spettinati. Notò una gocciolina di sudore che scorreva lenta lungo la sua fronte. Gli occhi di lui si soffermavano alternativamente prima sull'amico Nate, con cui stava avendo una discussione, e poi sul suo bicchiere. Le sue mani ci giocavano, lui osservava i modi in cui l'acqua si spostava quando muoveva il bicchiere.
Il suo attento osservare fu interrotto da Chris stesso, che la richiamava all'attenzione. 
«Sì, scusa Chris, riflettevo» fu la sua risposta. 
«Allora andiamo», disse Nate, alzandosi.
«Un secondo, vado al bagno, aspettatemi fuori» disse Clarissa.
Una volta dentro i sanitari, si appoggiò al lavandino e si guardò allo specchio. I lunghissimi capelli castani le arrivavano fino all'ombelico. I suoi occhi azzurro ghiaccio la scrutavano con attenzione. Si fermavano sul naso, leggermente all'insù. Prese dalla borsa il mascara e se lo passò sulle ciglia già lunghe di natura. Poi si sciacquò un attimo ed infine uscì. Trovò i suoi amici già in macchina, così saltò su e ripartirono.

Arrivarono a Rabat verso le sei del pomeriggio. Appena scese dalla macchina, Clarissa ebbe l'istinto di prendere la custodia della reflex dalla borsa per scattare qualche fotografia. Ma la custodia era vuota. Chiese ai suoi amici di guardare in macchina se c'era, ma in tanto un particolare le saltò in mente. 

«Merda!» esclamò, mettendosi le mani nei capelli. Si ricordò di aver appoggiato la reflex su una sedia, nell'autogrill. Poi si era dimenticata di prenderla, dato che era andata in bagno. «L'ho dimenticata all'autogrill!» urlò quasi. Era esasperata, sapeva che anche se tornava indietro probabilmente qualcuno l'aveva già presa. I suoi amici cercarono di confortarla un po', ma era evidente che era abbattuta e che non c'era nulla da fare, così si incamminarono in silenzio verso il centro del paese.
«Senti, non ti deprimere; possiamo comprarne un'altra qui, da questi negozianti. Magari ne trovi una a basso prezzo. Certo, magari non così bella come la tua ma.. Si può provare.» propose Sofia.
«Sì, posso provare.» rispose Clarissa, un po' sollevata. «Voi andate all'hotel, io vi raggiungo fra poco, vedo se riesco a trovarne una.» lasciò i bagagli agli amici e si incamminò per le vie sabbiose della città. C'erano molti negozietti che vendevano tappeti, statuine, vestiti leggeri e molto altro. Camminando trovò un negozio senza insegna, che dalle vetrine pareva vendere roba d'antiquariato. Clarissa entrò, incuriosita. Dentro era semi buio e fresco. C'erano oggetti di tutti tipi: tantissime statue, tappeti, quadri e qualche pezzo d'argenteria. 
«Cerchi qualcosa?» disse una voce alle sue spalle. Clarissa si girò allarmata e notò un uomo, sui sessant'anni, seduto su una vecchia sedia di legno. Il volto era segnato dalle rughe e aveva un'espressione.. triste. 
«Sì, ma non penso che lei ce l'abbia.. Scusi, tolgo subito il disturbo» disse Clarissa imbarazzata e un po' spaventata. Non aveva motivo di essere spaventata, ma c'era qualcosa di strano in quel luogo, qualcosa che la rendeva inquieta. 
«Oh, io credo invece di avercela. Io ho tutto. Avanti, dimmi cosa cerchi» l'esortò il negoziante.
«Io cerco una macchina fotografica» rispose Clarissa.
Il volto dell'uomo si fece un po' scuro. Sembrava stesse affondando nei ricordi. Scosse appena la testa. Rimase qualche secondo fermo, poi il suo volto si illuminò, come se si fosse appena ricordato di qualcosa di cui non ricordava l'esistenza. Prese da un tavolo un oggetto che Clarissa, data l'oscurità, non notò. Poi l'uomo si risedette e si rigirò l'oggetto fra le mani.
«Sai, questa polaroid ha visto tante cose. E' un oggetto di valore indescrivibile per me. Mi ha reso l'uomo più infelice del mondo. Ma credo che.. sia l'ora di sbarazzarsene. E' con me da tanti anni e tenerla ancora non farà altro che ricordarmi alcuni brutti momenti. Tienila tu, fanne buon uso» detto questo, l'uomo allungò il braccio e tese la polaroid a Clarissa. Lei la prese in mano e la osservò qualche secondo, poi, sconfortata, la riconsegnò all'uomo. 
«Non credo di potermela permettere. E' una polaroid del '70. E' molto costosa.» disse Clarissa, un po' imbarazzata.
«Non mi pare di aver mai parlato di pagamento.» rispose l'uomo, e gliela riporse.
«Oh, no, non posso accettarla.»
«Avanti, la prenda!» esclamò l'uomo. Clarissa, intimidita, la prese, ringraziò ed uscì. 

Nota
Questo capitolo l'ho fatto molto descrittivo, per darvi un'idea di come sono fatti i ragazzi. Scusate se non succede molto in questo capitolo, dal prossimo in poi succederanno alcune cose un po'.. inquietanti. Adios!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: aslongasyoulove