Il giovane lo sentiva dentro, sapeva che qualcosa di spiacevole stava per accadere; un brivido sinistro aveva percosso la sua schiena una volta varcato il confine della città ed un brutto presentimento lo aveva colto al brunirsi prematuro del cielo.
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Harry era paralizzato, sconcertato dalla naturalezza con il quale la ragazza lo sfiorava, senza imbarazzo. Nei suoi occhi, così chiari e accecanti vide una strana luce, diversa dal brillio naturale degli occhi umani; una luce ammaliante, ma allo stesso tempo inquieta e dannatamente ipnotica.
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«Dannazione!». Imprecò, maledicendosi per il poco autocontrollo avuto, nei confronti di quel ragazzo, che con facile stupidità stava per esser divorato dalla sua natura. «Cosa c'è sorellina, qualcosa ti turba?». Le chiese con suo solito fare da scherno, Raphael, comodamente poggiato sull'armadietto della ragazza. «Taci, idiota! -Lo zittì in malo modo la ragazza- Stava per succedere». Sospirò poi, colpevole. Le folte e scure sopracciglia del ragazzo si aggrottarono e la mascella si irrigidì brutalmente. «Chi è lei?» Domandò autoritario il ragazzo, fissando il vuoto. «No, Raphael». L'ammonì la ragazza, poggiandogli la piccola mano sul petto. «Questa volta è un lui...».