Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Aster_Nepthys    04/01/2008    4 recensioni
Cosa succederebbe se il Diavolo decidesse di esaudire il più importante desiderio di una ragazza e lei accettasse?
Quale sarebbe il suo destino e quello della persona che ama più al mondo? [Sto sistemando i capitoli]
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo Due – Il Sogno Distrutto

Sembrava che lei fosse nata per quello, per poter volare, libera e spensierata, al di sopra di ogni cosa, perdendosi nell’infinità del cielo, confondendosi con l’oscurità della notte stellata.

In poco tempo le sue potenti ali la portarono lontano dalla sua casa, verso Lisbona e aaron: non aveva bisogno di sapere la strada, la guidava il suo cuore e ora la sua unica speranza era quella di poter essere a destinazione prima dell’alba. Il suo sogno si sarebbe avverato. Finalmente.

Come aveva previsto ci volle meno di un ora per arrivare e quasi altrettanto per trovare l’hotel dove il ragazzo alloggiava poi, quando finalmente lo trovò, si bloccò davanti alla finestra. Il cuore le batteva all’impazzata e non per lo sforzo che aveva fatto... il suo primo impulso fu quello di lanciasi contro la grande portafinestra ed entrare nella camera ma poi si rese conto del guaio che avrebbe combinato: come avrebbero potuto reagire i suoi amici se un angelo dalle ali d’ombra, con le sembianze della ragazza che abitava a chilometri di distanza, fosse piombato su di loro? E soprattutto come avrebbe reagito lui?

Mille dubbi le caddero addosso come pesanti gocce d’acqua. Che cosa era diventata? Aveva venduto la sua umanità... e se ora non l’avesse più amata per quello che era diventata? Era pur sempre un messaggero del demonio, una creatura infernale, mutilata nello spirito per soddisfare un capriccio... ma lo era davvero? No... era un bisogno urgente... diventato con il tempo indispensabile.. e se quel suo cambiamento si era rivelato necessario per riuscire a passare almeno un po’ di tempo insieme a quel ragazzo allora era contenta di aver dato tutto quello che aveva.

Si avvicinò con cautela, senza riuscire a calmare i battiti forsennati del suo cuore e osservò la camera. Era grande e spaziosa con un letto a castello e uno matrimoniale, tutto arredato sulle tonalità del blu. vicino alla porta d'entrata si vedeva l'entrata per il bagno e ai piedi del letto un comò di legno scuro.

Ovunque erano disseminate bottiglie di vodka e liquori vari mentre cinque o sei ragazzi erano ammassati sul pavimento ubriachi fradici. Si avvicinò maggiormente, con le ali che quasi sfregavano contro il vetro, e alla fine riuscì a vedere il letto matrimoniale dove riposavano altri tre adolescenti.

Il cuore le balzò nel petto quando finalmente i suoi occhi si posarono su Aaron. Era addormentato scompostamente sulla parte sinistra del letto con la testa rivolta verso l’interno della stanza e un braccio a penzoloni dal bordo, immobile. La maglietta bianca lasciava scoperta la parte inferiore del busto e i jeans coprivano le gambe leggermente aperte.

Con un lungo sospiro Evee appoggiò una mano sul vetro della finestra e rimase a guardarlo, felice di poterlo finalmente vedere e allo stesso tempo triste di non poterlo neanche sfiorare.

All'improvviso dal nulla comparve una nebbia sottile e fluorescente che cominciò a vorticare alle spalle della giovane, condensandosi fino a formare una figura quasi umana, incredibilmente simile ad uno spettro.

< Vorresti essere accanto a lui, vero? > apostrofò la creatura con una voce leggera e lievemente acuta.

La ragazza si allontanò dal vetro, voltandosi velocemente. Non era spaventata da quella apparizione, sapeva chi l’aveva mandata.

< Cosa vuole ancora Satana? > chiese soltanto.

< Avvisarti che è meglio se non ti fai vedere da nessuno con questo aspetto, potresti scatenare il panico. >

< E da quando il signore dell’inferno si preoccupa di non procurare caos nel mondo? >

< Da quando questo potrebbe procurare danni al tuo corpo. È pur sempre una parte del vostro scambio: se tu verrai vista sotto queste spoglie perderai le ali per sempre così come hai perso metà della tua anima e in questo caso il tuo corpo apparterrà per sempre al mio signore > la avvisò prima d scomparire nuovamente come nebbia al sole.

< Bastardo... > inveì contro di lui la ragazza, immaginandolo che rideva tra fiamme degli inferi e continuando a rivolgergli contro una serie di imprecazioni che sarebbero potue durare tutta la notte.

< Mi vuoi così male ragazza? > le sussurrò all’orecchio la voce suadente dell’angelo caduto.

< No ti voglio molto peggio > rispose lei tranquillamente, anche se infastidita dal tono divertito dell’altro, che era comparso nella sua forma umana, seduto sul davanzale della finestra accanto al piccolo balconcino.

< Io lo faccio solamente per il tuo bene mia cara... >

< Risparmiati l’ipocrisia... sapevi perché io desideravo così ardentemente questo paio di ali, mi hai ingannato! >

< Non è vero, mia cara, tu puoi comunque vedere quel ragazzo, puoi stargli vicino, toccarlo... come angelo custode! > disse ridendo. Una risata malvagia e fredda che la fece divampare di rabbia. < se vuoi continuare a stare vicino a lui e a proteggerlo, sotto questa forma ne hai tutto il potere... io ti ho dato quello che volevi, piccola incontentabile demonietta! Ma visto che mi piaci così tanto arrabbiata, voglio concederti un altro aiuto, non posso fare altro mia cara > continuò, schioccando le dita e facendo girare la maniglia della portafinestra, che si aprì senza il minimo rumore.

< Ora potrai stargli veramente vicino. Contenta? > la schernì mentre spariva inghiottito nuovamente dalla nube di fiamme.

Evee lo ignorò, tornando a guardare la stanza. Si avvicinò lentamente al letto a due piazze, chinandosi verso il viso del giovane dai capelli castani. Sorrise tristemente osservando quel volto così sereno e dolce, il volto che non avrebbe mai potuto baciare... senza rendersene conto portò una mano fino a sfiorargli la guancia, per poi accarezzargli piano i capelli... se si fosse svegliato sarebbe stata la fine ma non voleva smettere... era troppo tempo che desiderava toccarlo... Gli occhi le diventarono lucidi mentre si faceva forza per cercare di allontanarsi: ormai era vicina l’alba non poteva rischiare di non vederlo più per l’eternità...

Improvvisamente il giovane si mosse, stringendo le braccia intorno alla vita della fanciulla che aveva aperto le ali per la sorpresa e avvicinandola a sé. Evee trattenne il respiro pensando che si fosse svegliato, ma presto si accorse che si era solo mosso nel sonno anche se questo non rendeva meno forte la sua presa.

Con il cuore che batteva all’impazzata la ragazza cercò delicatamente di staccarsi dalla sua stretta, senza riuscirci, finché dopo poco non si arrese a quel caldo abbraccio che aveva sempre desiderato. Appoggiò con delicatezza la testa al petto del suo amore, ascoltando il battito ritmato del suo cuore e il suo respiro calmo, sentendo il profumo della sua pelle così vicino a lei.

Dolcemente, cominciò ad accarezzargli il collo, finché lui, all’improvviso, non sospirò.

< Evee... > il suo mormorio sembrava quasi un gemito, che le aprì il cuore, rompendo le sue ultime difese. Calde lacrime cominciarono a scivolare sulle sue guance bagnando la maglietta di lui, lacrime che sapevano del suo bisogno, del suo amore.

Si alzò lievemente per riuscire ad arrivare alle sue labbra e lo baciò, un bacio casto ma che le infiammò l’anima come le fiamme dell’inferno non avrebbero mai potuto fare, un bacio che si impresse a fuoco in ogni suo pensiero e in ogni scintilla del suo essere... rimase pochi secondi a gustare quella splendida sensazione che forse non avrebbe mai più risentito, un tempo splendido che le sembrò durare un’eternità ma mai veramente abbastanza, poi si staccò con forza da lui, mentre le lacrime continuavano a cadere.

Il ragazzo balzò a sedere, svegliato da quel brusco movimento e, inaspettatamente la vide. Non era stata abbastanza veloce ad allontanarsi, non ne aveva trovato la forza anche se cercava in ogni piccolo riflesso di se...

Era la fine... rimase a guardare il giovane negli occhi per alcuni istanti, il cuore che prima batteva dall’emozione ora paralizzato nel petto da una disperazione che andava crescendo.

Aaron si portò le mani agli occhi, sfregandoli leggermente e senza pensare, lei colse l’attimo per buttarsi giù dal balcone pregando che quella non fosse l’ultima volta che poteva vederlo.

Si nascose, continuando ad allontanarsi velocemente, senza perdere di vista quello che succedeva nella camera, pregando che si fosse sbagliata e non avesse davvero incontrato i suoi dolci e bellissimi occhi, scongiurando che stesse ancora dormendo in quel momento.

Il ragazzo smise di strofinarsi il viso e alzò lo sguardo verso il muro che aveva di fronte, dove pochi secondi prima era sicuro di aver visto la figura della ragazza che amava anche se provvista di un paio di grandi ali nere, tuttavia la stanza era vuota. Sentiva sulle labbra un sapore dolce e piacevole, qualcosa di nuovo e di desiderato, ma non sapeva cosa era, da dove veniva, tutto gli sembrava uno splendido sogno, come la sensazione di quel calore sulla pelle, il tepore che lui aveva tanto immaginato...

Si guardò più volte intorno, soffermandosi sulla finestra aperta, sempre più confuso.

< Devo aver bevuto un po’ troppo ieri sera... Guarda che razza di scherzi mi fa la vista... > sbuffò massaggiandosi leggermente la testa, poi si alzò per osservare l’alba che ormai sopraggiungeva ad est. < Chissà come sta la mia piccola tigra? >

   
 
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