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Autore: Take_Me_ Home    20/06/2013    7 recensioni
“Sei bella”.
“Cosa?!”.
“Quando sorridi, sei bella. Perché non lo fai più spesso?”, mi chiese ed io lo guardai son gli occhi spalancati.
“Perché poi la gente se ne esce con delle cazzate del genere, ecco il perché”, spiegai.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 10- "Cats and kisses"

“Ora ricordo!”, esclamò Harry! Sì, ci ero riuscita! Hurrà per me!
“Cosa ricordi, Harry?”, chiese Niall. Harry si guardò intorno per poi fissare lo sguardo su di me. Ecco, ora lo avrebbe detto...
“Non ho ritirato i panni ieri sera. E se piove? Mia madre mi ucciderà!”. Aspetta, cosa? Ma porca scrofa, Styles!
“Ehm... ci dispiace”, commentò Zayn, poco interessato.
“Devo tornare subito a casa. Sarah vieni con me? Così mi aiuti!”. Dopo che mi aveva fatta penare per fargli ricordare uno stupido bacio e dopo avermi fatto credere di essersi ricordato tutto mentre stava solo pensando ai panni stesi si aspettava pure che io venissi con te a casa sua?
“Va bene”, dissi. Insomma, come si fa a rifiutare un invito a casa Styles? Ok, ero un’ipocrita del cazzo.
“Ok, ci vediamo dopo ragazzi”, disse il riccio smemorino prendendomi per un braccio e portandomi fuori dalla casa. Solo in quel momento mi venne in mente che non avevamo uno straccio di macchina.
“Ehm... Harry? Come ci arriviamo a casa tua?”, gli chiesi.
“A piedi! Non è lontana”, rispose. Cominciammo a camminare. Non capivo la paura di Harry per i panni, dato che c’era un sole che spaccava le pietre. Dopo dieci minuti di camminata gli chiesi:
“Quanto manca ancora?”.
“Dieci minuti al massimo”. Insomma era vicino... eravamo solo a metà strada e già non ce la facevo più. Almeno c’era un po’ d’ombra in quella stradina. Ecco, non avevo neanche fatto in tempo a parlare che le nuvole si erano ritirate, lasciando che il sole mi facesse quasi morire per il caldo. Fottutissime nuvole. Dopo altri 10 minuti di camminata, quando ormai ne avevo le ovaie piene, gli chiesi di nuovo quanto mancasse.
“Credo altri 10 minuti”. Cosa?! Mi prendeva per il culo?
“Harry, che cazz...”.
“Shhhh, zitta non parlare e risparmia le energie”. Ecco, il caldo lo aveva fatto ammattire, più di prima intendo. Feci come diceva lui e restai in silenzio. Se mi avesse detto che sarebbe durata così tanto quella camminata mi sarei portata una boccetta d’acqua, o due polmoni nuovi. Styles, non ti uccisi solo perché piacevi a mio padre. E anche a me, ma dettagli. Dopo altri 10 minuti di camminata, notando che eravamo ancora in culo alla luna, gli feci la stessa domanda di prima.
“E che cazzo Sarah! Ti ho detto che mancano 10 minuti, perché cazzo me lo chiesi ogni mezz’ora?!”. No, questo stava male. Lo guardai accigliata e non lo riempii di insulti solo perché già facevo fatica a respirare. Gli alzai però il dito medio. Dopo non so quanto tempo se ne uscì con:
“Ecco, vedi che non ci abbiamo messo tanto! Quella è casa mia”. Lo avrei volentieri preso a cazzotti, ma venni distratta dalla casa che mi stava indicando. Era immensa, con un grandissimo giardino proprio di fronte. Mi girai verso di lui con la bocca spalancata per la sorpresa e vidi che mi stava fissando con un sorriso stampato in faccia.
“Ti piace?”, mi chiese. Io annuii, incapace di parlare. Lui ridacchiò e poi aprì la porta, facendomi segno di entrare. Se l’esterno era meraviglioso, l’interno era... era... boh, non mi viene la parola. Fatto sta che spalancai la bocca più di prima.
“Attenta che ti entrano le mosche”, mi avvertì Harry. Ci mancava solo quello. Mi costrinsi a chiudere la bocca e lo seguii. Quando entrammo nel salotto spazioso però avvistai il mio peggior nemico. Due occhi gialli mi squadrarono e un rumore proveniente dalla sua gola mi fece venire i brividi. ERA UN GATTO!
“Molly ciao! Come sta il mio tesoruccio bello bello?”, disse Harry al gatto con una voce da idiota. Io arretrai, tappandomi la bocca e il naso. Harry si accorse di me e mi guardò confuso.
“Che hai?”, mi chiese prendendo il gatto in braccio e venendo verso di me.
“Stai lontano con quel... quel... COSO!”, urlai arretrando ancora di più.
“Hai paura dei gatti?”, mi chiese Harry sorpreso per poi scoppiare a ridere. Lo trucidai con lo sguardo.
“Non ho solo paura, sono anche terribilmente allergica!”. Quasi non finii di parlare che uno starnuto mi travolse. E che palle.
“Oops...”, disse Harry portando il gatto in un’altra stanza per poi tornare da me.
“Vieni, andiamo di sopra”, disse portandomi al piano di sopra. Io continuai a starnutire, e starnutire, e starnutire... ho già detto starnutire? Ah, no? E a starnutire...
“Vuoi un fazzoletto?”, mi chiese Harry. No guarda, mi pulisco con la tua maglietta.
“Sì, grazie”, gli risposi, sforzandomi di sorridere. Ecco, ci mancava solo questo. Ora sarei diventata una palla gonfia, rossa e lacrimante per quella stupida allergia. Fanculo a tutti i gatti del pianeta. Harry sparì per un momento e quando tornò aveva in mano l’intera scatola dei fazzoletti.
“Credo che te ne serva più di uno”, si giustificò porgendomela. Non risposi e mi soffiai il naso, cercando di liberarlo, ma era tutto inutile. Ci sedemmo sul letto gigante che occupava una parte della stanza enorme e ben curata.
“Allora, dove sono i panni?”, gli chiesi tirando su con il naso e cercando di non lacrimare.
“Non ci sono dei panni da ritirare”. Fermi tutti, cosa?!
“Fammi capire, tu mi hai fatto fare chissà quanta strada a piedi con un caldo che non esiste manco nel Sahara, ripetendomi che eravamo quasi arrivati quando erano invece tutte cazzate, il tuo gatto un altro po’ mi uccide e ora mi dici che non ci sono dei fottutissimi panni da ritirare?!”, gli chiesi sperando che quello fosse solo uno scherzo.
“Ehm... hai ragione. Ma posso spiegare...”.
“Preparati a spiegare come ti sei fatto quel livido”.
“Quale liv... AHIA!”, disse massaggiandosi il braccio che avevo appena colpito con un pugno.
“Quello che ti verrà lì. Ora riportami a casa”, dissi alzandomi in piedi e soffiandomi di nuovo il naso.
“Aspetta! Almeno fammi spiegare perché ti ho portata qui!”, mi disse.
“Avanti, sentiamo...”, risposi rimettendomi seduta.
“Allora, ho capito cosa volevi che ricordassi...”, cominciò.
“Harry! Non me ne frega un cazzo dei tuoi panni stesi!”, gli urlai.
“No no! Non c’entrano i panni stesi. Ho ricordato il bacio!”. Fermi tutti di nuovo, cosa?! Ok Sarah, respira. Sei riuscita nel tuo intento!
“T-tu...”, balbettai.
“Sì, me lo sono ricordato. Solo che non volevo dirlo davanti a tutti e mi serviva una scusa per portarti qui, dove avremmo potuto parlare da soli”. Sia lodato il Signore. Quindi non era completamente idiota?
“Aspetta, perché non volevi parlarne davanti ai ragazzi? Ti vergogni?”. Avrei voluto aggiungere “di me” ma poi se la risposta fosse stata affermativa ero sicura che non avrei retto.
“No no! Niente del genere. E’ che...”, si bloccò e si grattò la testa come se fosse indeciso se parlare o no. Oppure forse aveva solo i pidocchi. Oddio che schifo.
“Vuoi parlare o devo chiamare la disinfestazione?”, gli chiesi alterata. Lui si bloccò e mi guardò accigliato.
“Disinfestazione?!”.
“Sì, per i pidocchi!”, risposi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Pidocchi?! Senti, non voglio sapere a cosa stai pensando, anche perché sennò credo che non risolveremo mai niente, quindi ora stai zitta e ascolti me, chiaro?”. Oh, ma che erano tutti questi comandi.
“Sarah non avere padrone, Sarah essere elfo libero!”, replicai.
“No, Sarah essere una rompicoglioni”, ribatté il riccio. Lo guardai offesa, ma mi trattenni dal rispondergli perché ero davvero curiosa di sapere come erano andate le cose.
“Allora, vuoi parlare o no?”, gli chiesi dato che se ne stava semplicemente fermo a fissarmi.
“Ah sì, giusto. Allora,  questa mattina quando sono arrivato a casa di Liam ho sentito Niall e Zayn che parlavano”, disse, e si bloccò.
“E tu non gli hai voluto dire che ci siamo baciati perché eri troppo scosso dalla notizia che Zayn sapeva parlare?”, ipotizzai.
“Ma no idiota! Ero scosso dalla conversazione che stavano avendo! Ti faccio un riassuntino: piaci a Niall”. Mela, arancia, susina, fragola, lampone, limone...
“Che cosa?!”.
“Sì, hai capito bene. Piaci a Niall e non me la sono sentita di dirgli che ci siamo baciati, oggi”. Din din din diiin! Sarah svegliati cazzo.
“No aspetta, non è possibile...”, brofonchiai. Non che Niall fosse brutto, anzi, era tutt’altro, ma a me non piaceva lui. A me piaceva...
“E a te piace lui?”, mi chiese Harry avvicinandosi ancora di più a me.
“N-no...”, confessai.
“E allora chi ti piace?”, domandò quando ormai era talmente vicino al mio viso che riuscivo a sentire il suo respiro sulla mia pelle. Come la pubblicità della Vigorsol!
“Nessuno”, risposi sperando che se la bevesse. Ma proprio mentre pronunciavo quella parola arrossii terribilmente e lui sghignazzò.
“Non mentirmi e dimmi chi ti piace”. E riecco Mr Styles l’imperatore. Cacchio vai a dare ordini al tuo gatto del cavolo.
“Lo so che ti piace qualcuno, te lo leggo negli occhi...”. Ecco, ora era diventato Harry Styles l’oculista. Però, aveva molte professioni.
“E lo vedo anche dal rossore delle tue guance, quel bel rosso porpora...”. Harry Styles il pittore che non riesce a disegnare un albero!
“E dai Harry! Non mi piace nessuno!”, dissi spingendolo via e cercando di ricordare come si respirava.
“Sì, e mia nonna è Miss Italia”, scherzò lui.
“Oddio davvero? Posso avere un autografo?”, gli chiesi contenta. Lui sbuffò e mi si riavvicinò.
“Perché non mi vuoi dire chi ti piace?”. PERCHE’ SEI TU, COGLIONE!
“Perché non posso”.
“E perché non puoi?”, chiese.
“Perché è... difficile”.
“E perché è difficile?”.
“E che cazzo Styles sei peggio di mio cugino di 3 anni!”, dissi sbuffando e alzandomi dal letto. Sfortunatamente, o fortunatamente, dipende dai punti di vista, lui si alzò nel mio stesso momento, così ci ritrovammo di nuovo con i volti vicinissimi. Ci guardammo negli occhi. I suoi pozzi verdi sembravano brillare di una luce propria, il suo sorriso era abbastanza per farmi mancare il respiro e quelle labbra, così vicine alle mie... oh, manco Leopardi parlava così.
“Sei bellissimo”, mi lasciai sfuggire. Aspetta, cosa minchia avevo detto? Lui ridacchiò, facendo incontrare di nuovo i nostri respiri.
“Anche tu sei bellissima”.
“Scherzi? Sono tutta rossa, mi lacrimano gli occhi, un altro po’ divento più gonfia della zia di Harry Potter e tu mi trovi comunque bella? Comprati un paio di occhiali”, replicai. Cominciò a ridere a crepapelle, tenendosi la pancia, ma staccandosi da me. Uffi che pizza!
“Ecco, lo vedi perché sei bella? Riesci sempre a farmi ridere come uno scemo...”.
“Ma tu sei scemo, Harry”.
“E anche quando mi prendi per il culo so che in realtà lo fai perché mi vuoi bene. E’ il tuo modo di dimostrare il tuo affetto! Sei una ragazza dolce, quando vuoi, e solare, quando vuoi, e intelligente...”.
“Quando il Signore mi fa la grazia”, dissi continuando la sua frase. Sorrise e tornò vicinissimo a me. Appoggiò la fronte alla mia e continuò a parlare.
“Non avevo mai conosciuto una ragazza come te. Sei totalmente diversa dalle altre”.
“Intendi che somiglio più ad un dugongo obeso che prova a ballare il valzer in verticale?”, chiesi io.
“No, intendo dire che sei la ragazza più bella che io abbia mai incontrato”, disse ed io rimasi senza fiato. Aspetta, aveva davvero detto quelle cose? Ma no, avrà sicuramente detto “mi hanno dato una caramella dopo avermi castrato”. No dai, era poco probabile. Senza darmi il tempo di riflettere si avvicinò ancora di più fino a far scontrare le nostre labbra leggermente. Dopo avermi guardata negli occhi per un istante che mi parve un’eternità si decise a baciarmi. Oddio, se il bacio della sera prima era stato bellissimo, questo era decisamente perfetto. Harry era dolce, buono... e ci sapeva proprio fare. Ad un certo punto però sentii qualcosa pizzicarmi il naso. Feci appena in tempo a staccarmi da Mr Fossetta e...
“Etchiù!”, starnutii. Harry mi guardò confuso, ma poi scoppiò a ridere.
“Ah, Io odio Beautiful e i Baci Perugina”, mi confessò abbracciandomi. Bene, avevamo qualcosa in comune.
 

Ciaooooooooooooo!
*si nasconde dietro al letto per sfuggire agli insulti*
E va be', forse ho postatu UN PO' in ritardo, ma non è colpa mia!
In realtà è colpa mia, ma con questo caldo non riesco proprio a farmi venire in mente niente,
ed ecco perché il capitolo fa cagare gli stitici e ha un titolo di merda.
Credo anche che il prossimo sarà ancora peggio perché in questo momento un becchino ha più fantasia di me.
Ora vedo di aggiornare anche l'altra storia che non si caga nessuno.
Scusate ancora per il ritardo.
Se volete lasciarmi una recensione per motivarmi, dato che ne ho davvero bisogno, fate pure.
Un bacio a tutti.

 
  
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