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Autore: Youngness_    20/06/2013    27 recensioni
-A volte mi chiedo perché lo sto facendo. Insomma, mica sono obbligato. Tutto ciò potrebbe anche essere solo frutto della mia sconfinata immaginazione- continuava a brontolare Louis mentre prendeva nervosamente i libri di biologia dal proprio armadietto.
-Louis, sai esattamente che non è così-
-Può darsi, Harry, ma chi me lo assicura?-
-Io, te lo assicuro io. E comunque non ti sto obbligando a fare niente, ma sappi che se tu rinunciassi, io rimarrei bloccato sulla terra per sempre e una ragazza, forse, non sorriderà più. Devi solo fidarti, Louis. Ti chiedo solo questo-
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-CAPITOLO  1



 
                                                                                                                                   ‘Hi, I’m an angel’


 
14 Febbraio 2012

 
Mi ritrovai seduto sull’asfalto di una strada e mi alzai in piedi, sentendomi come se mi fossi appena svegliato da un lungo sonno.

Le auto mi sfrecciavano accanto, incuranti della mia presenza. D’istinto cercai di scansarle, ma poi mi ricordai che non mi sarebbe successo niente, non più. Mi avrebbero urtato, sarei caduto, ma non avrei sentito alcun dolore e nessuno si sarebbe accorto della mia presenza. Ormai il mondo era una cosa estranea per me. Non potevo più interagire con esso: il mio corpo era evanescente e le persone non potevano né vedermi, né sentirmi.

Tutte tranne una.

Tutte tranne la persona che stavo cercando.

Così attraversai la strada tranquillamente, senza preoccuparmi di niente e di nessuno ed arrivai sul marciapiede. Mi guardai attorno, cercando di capire dove dovessi andare.

Alzai gli occhi e non vidi altro che un cielo grigio, mentre piccole gocce d’acqua mi trapassavano il corpo, schiantandosi a terra.

Mi avevano detto che il Cielo mi avrebbe mostrato dove dirigermi.

In quell’istante un raggio dorato di sole squarciò quella coperta grigia e si fece strada tra le gocce d’acqua che cadevano su tutta la cittadina.

-Guarda, mamma! Un arcobaleno!- esclamò la voce innocente e meravigliata di un bambino, poco distante da me, indicando in un punto vuoto del cielo. Mi voltai ed uno sgargiante arcobaleno andava a cadere a qualche isolato più in là, tra i tetti di quei piccoli edifici inglesi.

Mi incamminai verso la fine dell’arcobaleno imboccando le strade di quella cittadina tanto tranquilla. L’arcobaleno terminava nel giardinetto verde di una piccola villetta in mattoncini rossi, con il tetto spiovente in tegole scure. Mi avvicinai alla casa, scorrendo e sorpassando le altre villette a schiera, mentre l’arcobaleno si stava dissolvendo.

-Mamma, sono arrivato!- esclamò un ragazzo più o meno della mia età, mentre saliva i gradini che conducevano alla porta di entrata della villetta e bussando. Mi avvicinai di corsa per entrare, ma quando arrivai sulla soglia della porta, questa mi si chiuse in faccia.

Dovevo trovare un modo per entrare.

Non soffrivo più le vertigini, così iniziai ad arrampicarmi sul tettino della veranda sopra la porta ed entrai nella casa attraverso la finestra. Mi ritrovai in una camera da letto: non era molto grande ed abiti e libri erano sparsi un po’ ovunque. A giudicare dall’arredamento spoglio e dagli abiti, doveva essere di un ragazzo.

Probabilmente il ragazzo che stavo cercando.

Dei passi sulle scale che poi si avvicinavano, mi fecero capire che qualcuno stava per entrare nella camera. Infatti, la porta si spalancò ed un ragazzo di media statura, dai capelli castani ne fece capolino. Parlava per sé, a voce alta e non si accorse che lo stavo osservando da tanto che era immerso nella sua conversazione.

-…che poi la scuola non sarebbe brutta, cioè, preferirei andare per i cavoli miei, però non sarebbe male. Sono i professori che la rovinano. Insomma, cosa mi serve sapere ogni singola data di ogni singola riforma di Ottaviano? Insomma, non mi cambia la vita! E non capisco perché mi devo rovinare la media per una stupida, insignificante data. Io… Io non lo capisco!- continuava a parlare a raffica.

Mi schiarii la voce, continuando ad osservarlo.

Si voltò di scatto e, dopo avermi visto, tirò un urlo.

Facevo quell’effetto? Insomma, dopotutto, il mio aspetto era rimasto quello di quando ero vivo e non ero un brutto ragazzo.

-Chi sei?- mi chiese gridando. –Cosa ci fai qui?- continuò, senza darmi il tempo di rispondere. - Non ho soldi! L’unica cosa che puoi prendermi è il mio criceto, ma gli voglio bene, perciò non te lo permetterò!- terminò con fare eroico, arretrando verso la porta, continuando a guardarmi spaventato, mentre cercavo di avvicinarmi a lui e tranquillizzarlo.

-Tranquillo, non voglio il tuo criceto- cercai di dirgli nel modo più tranquillizzante possibile.

-Ti prego, sono troppo giovane per morire!- continuò a gridare.

-Anche io ero troppo giovane per morire- sussurrai.

-Cosa?- chiese, non avendo capito ciò che avevo detto.

-Se la smetti di urlare, posso spiegarti tutto-

Sembrò tornare in sé, pur restando sospettoso nei miei confronti.

-Mi servirebbero delle spiegazioni, perché sai, uno sconosciuto vestito di bianco è seduto sul davanzale della finestra della mia camera-

-Ma quanto parli?- dissi con un tono misto tra il rimprovero e l’ironia.

-Allora parla tu, visto che hai così tanto da dire- disse, lasciandomi finalmente la parola.

-Okay, però siediti sul letto, non vorrei che cadessi per terra quando avrò finito di raccontare-

MI guardò interrogativo e si sedette sulla trapunta azzurra del suo letto.

-Okay, ma intanto dimmi chi sei e che cosa vuoi-

-Mi chiamo Harry-

-Bhè, allora, piacere Harry, io sono Louis- disse porgendomi la mano. La osservai per qualche secondo.

-Non credo possa stringertela-

-Cosa significa che non puoi stringermi la mano? Come fate nella tua città, vi sputate in un occhio?- sbottò perplesso.

-Prova a stringerla- dissi con un mezzo sorriso. Louis allungò la mano verso la mia e provò a stringermela, ma finì per fendere l’aria, mentre io sentivo solo un lieve solletichio.

Sgranò gli occhi azzurri osservando la propria mano stretta a pugno, per poi rivolgere quello sguardo sbalordito e spaventato verso di me.

-Sono un angelo- spiegai.

-Ferma, ferma, ferma!- mi interruppe, portando le mani avanti. –Tu non esisti. Oh, mio Dio, sto parlando da solo, o almeno con un ragazzo frutto della mia immaginazione. E’ colpa della scuola, lo so!- ricominciò a parlare per conto suo con quel tono di voce squillante.

-Louis, ti prego, credimi. Io ero esattamente come te un anno fa. Io sono reale- cercai di spiegare più a me stesso che a lui.

-Sto diventando pazzo- continuò lui.

-Louis! Ti prego- lo implorai, pregandolo con gli occhi.

-E va bene, tanto al massimo potrei parlare da solo- si rassegnò. –Allora, Harry o angelo, come preferisci essere chiamato?-

-Harry. Chiamami Harry e basta-

-Okay, Harry-E-Basta-  cercò di alleggerire la situazione –parlami di te-

-Esattamente un anno fa, sono morto. Sono stato investito da un’auto pirata all’età di diciassette anni mentre stavo andando all’appuntamento con la mia ragazza, Jennifer- cercai di spiegare.

Louis mi guardava pensieroso. Chissà cosa stava pensando. Avrei tanto voluto che la morte mi avesse dato il dono della lettura del pensiero.

-Ed io cosa c’entro? Devo vendicare la tua morte? Devo cercare chi ti ha ucciso e fargli passare le pene dell’inferno?- mi chiese d’un tratto.

-No, Louis, niente di tutto ciò-

-Allora cosa posso fare per te?-

-Devi aiutarmi. Sono bloccato qui sulla Terra perché c’è qualcosa che mi blocca qui-

-E cosa?-

-Non potrò salire in Paradiso finche la mia ragazza sarà così. Da quando sono morto, lei è cambiata-

-Ed io cosa dovrei fare?-

-Devi renderla felice, Louis-

-E come?-

-In qualsiasi modo, ma devi renderla felice, devi farla tornare la vecchia Jen-

-E perché proprio io?-

-C’è un motivo se Qualcuno mi ha mandato qui. C’è un motivo se solo tu riesci a vedermi. C’è un motivo se solo tu puoi parlare con me. C’è una spiegazione a tutto, Louis-

Mi guardò un po’ insicuro e titubante.

-E.. E dove dovrei cercarla?- mi chiese sospirando.

Evvai! Lo stavo convincendo.

Mi voltai verso la finestra che dava sulla strada e guardai la casa di fronte, dove un camion dei traslochi aveva parcheggiato.


-Si è appena trasferita nella casa qui di fronte-

Intanto Louis mi aveva raggiunto e stava anche lui guardando quegli uomini che portavano divani ed armadi all’interno della casa. Nel frattempo, un’auto scura parcheggiò poco più avanti e scesero i signori Helson, seguiti da una ragazza. Quando la vidi, ebbi un tuffo al cuore.

Indossava un paio di jeans scuri strappati sulle cosce e una larga felpa malandata e camminava strascicando i piedi su quegli scarponi grossolani.

Era cambiata, certo, ma era comunque la mia Jen.

-E quella sarebbe la tanto amata ragazza?- chiese Louis allontanandosi dalla finestra ed iniziando a camminare in cerchio.

-Ti prego Louis, sei l’unico che può aiutare me. Sei l’unico che può aiutare Jen- dissi in tono supplichevole.

Si soffermò un attimo, guardandosi la punta delle scarpe, per poi alzare lo sguardo verso di me e sospirare.

-Ho come l’impressione che non mi sbarazzerò di te tanto facilmente- disse accennando un sorriso.

-Ti chiedo solo di farle tornare il sorriso, Louis-


-Spazio autrice:

Salve a tutte,

ecco il primo capitolo della storia. Vi piace? Cosa ne pensate?

Molte di voi mi hanno fatto due domande ricorrenti a cui rispondo adesso per tutti:

No, la fan fiction non è una larry;

Sì, la fan fiction fa piangere. O almeno, io ho pianto mentre la scrivevo.

Vi dico anche che nei prossimi capitoli verranno trattate tematiche forti.

Per quanto riguarda il prossimo capitolo, non so quando riuscirò a pubblicarlo, perchè sabato mattina parto per l'Irlanda per una specie vacanza studio di un mese. Spero di poter pubblicare almeno 2/3 capitoli durante questo mese, ma non assicuro niente.

Detto ciò vorrei ringraziare:

-le 34 e dico T R E N T A Q U A T T R O persone che hanno recensito il prologo.

-le 115 che hanno letto in silenzio (spero, però, che mi lascerete presto una recensione)

-le 12 che l'hanno inserita nelle seguite;


-le 4 che l'hanno inserita nelle ricordate;

-le 6 che l'hanno già inserita nelle preferite;

-le 9 persone che hanno commentato l'ashtag su twitter.

VI ADORO TUTTE.

Detto ciò, vi saluto.

Un bacio,
Annalisa.

Crediti banner: @hjsdjmples/hjsdjmples
Twitter autrice: @youngness_
Ashtag storia: #FanFictionAngel
   
 
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