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Autore: Simona_73    04/01/2008    7 recensioni
Giorgia stava sorseggiando il caffè, quando percepì una delle sue visioni arrivare: no, ti prego non adesso!
Tutto è coperto da una luce verde, come se ci fosse uno strato di gelatina sul mondo. Avanza, fluttuando come un fantasma sopra i disegni tracciati sul cemento con i gessetti.
Il corpo della ragazza è adagiato mollemente sul pavimento di cemento. Un rivolo di sangue secco corre lungo la guancia, lasciando una traccia nera. Il suo collo è riverso all'indietro.
D'un tratto c'è un rumore, piedi che scivolano sul cemento umido. Giorgia si gira e si trova a guardare un volto deturpato da una lunga cicatrice. Il viso  è immobile come una maschera di morte mentre tende una mano verso di lei.
Lui sorride e lei comincia a gridare.
Genere: Azione, Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Vision of Painful Death
Autrice: Simona
Beta: Giulia

Raramente Giorgia Rocca si sentiva nervosa, con il suo lavoro non poteva permetterselo.
Detestava anche essere al centro dell’attenzione, ma indossare tacchi  alti dieci centimetri e un vestito scollatissimo era un buon motivo per esserlo. Era da circa dieci minuti che si domandava come aveva fatto a farsi convincere dal suo collega a vestirsi in quel modo e seguirlo alla festa di Natale del reparto investigativo. Adesso Giorgia avrebbe voluto ucciderlo. Ogni volta che pensava al suo collega il suo cervello andava in cortocircuito.
Per la ventesima volta nel giro di pochi minuti si sistemò il vestito che le aveva prestato sua sorella; Giorgia si sentiva come una Barbie Sport costretta ad indossare il vestito di Barbie Principessa. Per colpa di quel maledetto vestito il tassista le aveva lanciato occhiate lascive per tutto il tragitto. Facendosi coraggio si diresse verso il bar.
“Un crodino, per favore,” chiese al barista. Portandosi il bicchiere alle labbra, sorseggiò la bevanda analcolica. Davanti a lei c’era un gruppo di uomini elegantissimi; sussultò quando si rese conto che erano i suoi colleghi. Sperando che non l’avessero notata, cercò con lo sguardo l’uscita di sicurezza.
Troppo tardi. La stavano salutando con la mano. Con un sorriso plastico, perfezionato negli ultimi anni di vita trascorsi in un mondo prevalentemente maschile, si avvicinò .
“Giorgia,” la salutò il suo supervisore. “Sei fantastica stasera; conosci tutti, vero?” Giorgia sorrise ad ognuno, ma le sue labbra si irrigidirono nel medesimo istante in cui il suo sguardo si posò sull’ultimo membro del gruppo. Alto, un fisico da modello, Madre natura gli aveva regalato un viso d’angelo e un sorriso da peccatore. L’abito scuro sembrava fatto su misura, cosa probabile, dato il soggetto. Massimiliano Carrisi le stava strizzando l’occhio.
Giorgia avvertì un ondata di calore in tutto il corpo: “Non ti ho mai vista vestita in modo così elegante,” commentò in tono di apprezzamento. Giorgia si passò una mano sull’abito.  “Non sarebbe l’abbigliamento ideale per seguire i nostri serial killer.” Il suo tono era decisamente imbarazzato.
“Non adatto, ma sicuramente piacevole per me.”  Per fortuna quel momento imbarazzante venne interrotto dallo squillo del cellulare.
“Carrisi... sì, va bene, dieci minuti e siamo lì.”
“Giorgia, dobbiamo andare, è stato trovato il cadavere di una ragazzina vicino ai Murazzi, il nostro Killer non va in ferie neanche a Natale!”

Dieci minuti dopo Giorgia era china sul cadavere di una ragazzina di circa diciassette anni, i lunghi capelli biondi ricadevano su un viso che sembrava quello di un angelo. Un angelo che avrebbe potuto avere una vita decisamente più lunga se non avesse avuto la sfortuna di incontrare quel maledetto assassino.
Erano mesi che gli davano la caccia senza risultato. Stesso Modus operandi, violentava e uccideva giovani ragazze tutte tra i quindici e i diciotto anni, tutte belle e piene di vita. Dalle numerose ferite sul corpo era probabile che la ragazza si fosse dimenata a lungo prima di morire.
Mentre Massimiliano raccoglieva i reperti Giorgia rimase a lungo a fissare quel giovane corpo privo di vita.
Avrebbe dovuto esserci abituata, eppure ogni volta che si trovava inginocchiata su un nuovo cadavere provava sempre la stessa sensazione di forte dolore che aveva provato davanti a quel piccolo corpicino straziato dieci anni prima. Le sembrava ieri: era il suo primo giorno nell’Unità Crimini Violenti, con il suo collega  si erano recati nel luogo del ritrovamento. La bimba aveva circa  cinque anni e Giorgia si era sentita male.
“Ci sono problemi?” la voce profonda di Massimiliano penetrò nel suo cervello come una lama che affonda in un panetto di burro.
“No! Stavo solo pensando al Natale che  passerà questa famiglia.”
“Già, ti capisco, ma cerca di non soffermartici. Mmh, anche questa volta non ha lasciato tracce organiche.”
“Lo ioide è fratturato, il che suggerisce una morte per strangolamento. Cambia il modo di uccidere ad ogni nuova vittima, è furbo e pieno di fantasia!”
“Se non copri quello spacco una serie di fantasie vengono anche a me!”
Giorgia non si era accorta che in quella posizione lo spacco vertiginoso del vestito la lasciava praticamente nuda. Imbarazzata si alzò, sistemandosi.
“Bene, credo che possiamo farla portare via e andare a stilare il rapporto,” disse, cercando di darsi un contegno.
  
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