Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Simona_73    08/01/2008    1 recensioni
Giorgia stava sorseggiando il caffè, quando percepì una delle sue visioni arrivare: no, ti prego non adesso!
Tutto è coperto da una luce verde, come se ci fosse uno strato di gelatina sul mondo. Avanza, fluttuando come un fantasma sopra i disegni tracciati sul cemento con i gessetti.
Il corpo della ragazza è adagiato mollemente sul pavimento di cemento. Un rivolo di sangue secco corre lungo la guancia, lasciando una traccia nera. Il suo collo è riverso all'indietro.
D'un tratto c'è un rumore, piedi che scivolano sul cemento umido. Giorgia si gira e si trova a guardare un volto deturpato da una lunga cicatrice. Il viso  è immobile come una maschera di morte mentre tende una mano verso di lei.
Lui sorride e lei comincia a gridare.
Genere: Azione, Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chop-chop-chop. Il suono del rubinetto che gocciola riempie il silenzio.
Lo riempie? Niente è capace di riempire niente, perché Giorgia è vuota. Accovacciata per terra nel suo appartamento, con il viso appoggiato sulle ginocchia. Le lacrime le cadono per forza d'inerzia dagli occhi, perché anche se volesse trattenerle continuerebbero a muoversi fino a precipitare a terra. Le gocce perfette solcano l'aria e scoppiano contro il parqué.
Buio, tutto è al buio e a malapena filtra dalla finestra la luce dei lampioni. Sono passate ore dal ritrovamento della nuova vittima. Giorgia si sente svuotata, avrebbe bisogno di parlare con qualcuno, ma fino ad ora ha mantenuto il suo segreto.
Giorgia ha delle visioni, e ogni volta che finiscono si ritrova seduta e piangente. Il suono del telefono sembrava lontano anni luce.
“Pronto.”
“Giorgia, sono Massimo, dormivi?”
“No, ci sono problemi?”
“Volevo avvertirti che domani mattina alle 09.00 abbiamo l’aereo per Roma, sii puntuale, mi raccomando”
“Roma? Perchè?”
Silenzio Massimo aveva già chiuso la comunicazione.

………………………


Una chiave?" chiese lei, confusa. "Per una stanza sola?"
Max sollevò lo sguardo su di lei. Giorgia sapeva che i suoi occhi erano castani con pagliuzze dorate, che brillavano quando lui era divertito.
In quel momento, però, erano così scuri che non si riusciva a distinguere l'iride dalla pupilla. L'effetto era molto affascinante. Per riprendersi, gli strappò la busta di mano alla ricerca di un biglietto di spiegazioni.
In effetti un bigliettino c'era e diceva semplicemente, che era stata prenotata una sola stanza.
"Oh, no, non può essere." Susanna, la ragazza che si occupava di prenotare i voli e gli alberghi, aveva firmato la sua condanna a morte. Non poteva aver prenotato una stanza per loro due! Chinandosi su di lei, Max lesse il biglietto, poi scosse la testa compiaciuto. "Bell’errore."
Giorgia rimase bocca aperta. "Non hai nient'altro da dire?"
"Hai idea di quanto costi trascorrere una notte qui? Le stanze sono tutte speciali, e per speciali intendo..."
"Lo so!" Giorgia non voleva sentirlo elencare la va­rietà di stanze disponibili, ognuna attrezzata per ospi­tare coppie di amanti, tutte complete di giocattoli, colori e materiali erotici. "Sono certa che Susanna si sia sbagliata," dichiarò. "Dobbiamo andare in un altro albergo .”
Quando Max parlò, la sua voce era roca e più bassa del solito. Possibile che ci fosse il suo zampino sotto? Giorgia scosse la testa. Era un'idea semplicemente assurda, dal momento che lei non era certo una bellezza e che il suo carattere non era prettamente dolce e remissivo come quello delle ragazze che lui era solito frequentare. Inoltre, Max non le aveva mai lasciato intendere di essere neanche minimamente interessato a lei.
Del resto, perché mai avrebbe dovuto esserlo, quando poteva avere tutte le donne che voleva?
"Con tutte le voci che circolano su questo albergo, non sei nemmeno un po' curiosa di vedere come sono le stanze?" le chiese.
"No!"
"Bugiarda.”
 In realtà le sarebbe piaciuto vedere una delle stanze, anzi moriva dalla voglia di scoprire com'erano, al punto che si impose di abbassare lo sguardo sulla tessera magnetica per evitare che lui si accorgesse di quanto fosse curiosa.
"Andiamo," le sussurrò lui all'orecchio, scatenando in lei un'altra serie di brividi di piacere.
Accidenti, se fossero entrati in una delle stanze e lui le avesse parlato con quel tono di voce, non avrebbe avuto nessuna difficoltà a dimenticare che Max era un essere impossibile, e a cedere al desiderio di fare qual­cosa di molto sconveniente. Sollevando lo sguardo sui suoi occhi accesi da una luce maliziosa capì che aveva intuito tutto e avvampò.
"Io non ho nessuna intenzione di salire in quella stanza con te per..." Giorgia si interruppe, poi sussurrò come se si fosse trattato di un segreto di stato: "Fare sesso".
"Io non ho mai detto di voler fare sesso."
"Bene, perché io non ho nessuna intenzione di farlo."
"Ricevuto."
"Seriamente, voglio solo vedere queste famose stanze," dichiarò, sollevando il mento in segno di sfi­da.
"Ma certo," la tranquillizzò lui. "Anch'io."
A quel punto fu lei a ridere. Che cos'altro poteva fare? "A te non importa niente dell'arredamento delle stanze, Max ."
"È vero," ammise lui facendosi improvvisamente serio. "Però mi interessi tu."
Oh, mio Dio.
La tessera magnetica non consentiva l'accesso a una semplice stanza, bensì a una suite dall'arredamento elegante nei colori del beige e del verde pistacchio, con il letto più grande che Giorgia avesse mai visto, carico di cuscini gonfi e morbidi.
C'era anche un grande armadio dove erano stipati giocattoli per gli avventurosi del sesso. Max lo aveva letto sulla brochure.
Per quanto lo riguardava, lui non aveva bisogno di giocattoli. Per eccitarsi gli bastava guardare la donna che aveva al fianco. I suoi occhi azzurri, di solito penetranti, avevano assunto un'espressione dolce e sognante, mentre si guardava intorno, e le sue labbra si erano dischiuse in un modo che gli aveva fatto venir voglia di soffocarla di baci appassionati. I capelli lunghi e castani, che di solito portava legati in una coda,  erano raccolti sulla sommità del capo in un'acconciatura che si addiceva perfettamente al vestito elegante .
Maledizione, Max la desiderava. Era da parecchio tempo che aveva capito di avere un debole per lei, ma, se glielo avesse confessato adesso, lei non gli avrebbe creduto, fulminandolo con i bellissimi occhi per sof­focare sul nascere quello che avrebbe considerato uno scherzo di dubbio gusto.
Per quanto impossibile apparisse, la sua missione era quella di farle capire che non si stava prendendo gioco di lei, ma che si sentiva veramente affascinato dalla sua bellezza e dalla sua personalità. "Sì," com­mentò in tono noncurante. "Capisco perché non ti piace l'idea di restare qui. È tutto così ordinario e piatto."
Giorgia rise, avvicinandosi al letto.
Max la seguì, divertito nell'osservare la sua espres­sione compiaciuta mentre studiava l'arredamento lus­suoso.
Accidenti," mormorò lei godendo di quella vista, ignara del fatto che Max non riusciva a staccare gli occhi dalla sua pelle candida .
"Sarebbe un peccato non fermarsi," osservò lui in tono divertito.
Giorgia si voltò a osservarlo, alla ricerca di chissà quale dettaglio rivelatore. "Max... che cosa stiamo fa­cendo?"
Be', lui sapeva che cosa voleva fare e Giorgia doveva averglielo letto in faccia perché, lasciandosi sfuggire un gemito di frustrazione, si voltò verso l'armadio allungando una mano per aprirne un'anta.
L'esclamazione stupita che uscì dalle sue labbra riecheggiò in tutta la suite. L'armadio conteneva un vasto assortimento di giocattoli erotici in cuoio come fruste, e manette bordate di pelliccia, per non parlare dei costumi da cameriera francese e da dominatrice. "Accidenti..." ripeté, aprendo un cassetto stipato di confezioni di preservativi.
Un singulto sorpreso le sfuggì dalle labbra quando, aprendo un altro cassetto, trovò oli profumati e lozioni di ogni genere. In un altro ancora scoprì giocattoli a batteria. "Non so nemmeno a che cosa serva la metà di questa roba," confessò, sfiorando un aggeggio il cui utilizzo l'avrebbe fatta arrossire se Max gliel'avesse spiegato.
Osservandola muoversi in quel paradiso degli amanti, Max si eccitò. Provava una forte attrazione fi­sica per Giorgia, ma c'era anche dell'altro: un sentimento forte che lo confondeva e lo disturbava. "Giorgia..."
Distratta,  sollevò lo sguardo acceso, ma le bastò riconoscere l'eccitazione negli occhi di Max per ritrovare l'attenzione perduta. "Perché mi guardi così?" gli chiese.
"Così come?"
"Come se volessi mostrami come si usa tutta questa roba." Nel momento in cui le parole lasciarono le sue labbra, si portò una mano alla bocca. "Non posso credere di averlo detto!"
"Però l'hai fatto e hai indovinato."
“Oh, mio Dio," mormorò lei scuotendo la testa. "Pessima idea," commentò tornando nel salottino.
Max la seguì, e quando le fu davanti le cinse il viso con le mani.
"Max..."
"Aspetto da troppo tempo il momento giusto," con­fessò lui in tono sommesso.
Giorgia sgranò gli occhi. "Il momento giusto per che cosa?"
"Per questo," rispose lui, accingendosi a baciarla.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Simona_73