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Autore: Sheraz    04/01/2008    3 recensioni
Ripubblico perche' era illeggibile. La canzone è “Ogni volta” di Vasco ed è solo un pretesto per giocare con i vari clichè su Draco che ho trovato nelle mie letture (raccolti in modo molto divertente in un forum). Così potrete trovare un mordicchiabile Draco bisex, con manie da primadonna, innamorato di sé, dei suoi capelli biondi, della sua mamma e dei suoi (ipotetici) migliori amici, che fuma e beve e corre dietro a gonnelle (e pantaloni) di qualsiasi casa finché non è fulminato da una visione... la cui identità cercherò di tenere nascosta fino alla fine. Quindi vi tocca sorbirvi i vaneggiamenti dello splendido e incasinato furetto bianco. Buon divertimento!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. ogni volta che ritorno Ogni volta che ritorno
Ogni volta che cammino e mi sembra di averti vicino

Scendo nella nostra sala comune cercando di non fulminare nessuno di mattina presto (tranne forse qualche primino, che se lo merita per il solo fatto di essere così... piccolo). Per fortuna Pansy mi si avvicina e mi prende per mano senza dire una parola.
Ci incamminiamo verso l’aula di pozioni e ogni volta mi sembra un ritorno. Un ritorno a casa, dove mi sento al sicuro, amato e protetto. Severus... il professor Snape, sa essere la peggior carogna insensibile sulla faccia della terra, ma ha il dono di dire la cosa giusta al momento giusto per farmi sentire meglio.
- Draco, hai delle occhiaie che potremmo usarle per farci la spesa... – beh, quasi sempre!
- 10 punti in meno a Griffindor  per essere così disgustosamente eroici nel procurare danni –
Aaahhh! Adesso sì che mi sento meglio!
Ogni volta che mi sento così sbattuto da chiedere se qualcuno ha visto il numero del Nottetempo che mi ha investito, vorrei tanto fuggire a nascondermi in una buca profonda. Non facciamo che litigare io e te, ma poi ci cerchiamo sempre. Non possiamo altro che tornare a rincorrerci dicendo le parole sbagliate.
- Blaise, ti ho detto di tenere giù le mani... – Uff, adesso si è offeso. Gli accarezzo piano un ginocchio e lievemente la coscia. Per fortuna adesso mi guarda con un sorriso e con un cenno della testa mi indica i tavoli Griffindor dove sembra ci sia in corso una furibonda lotta tra gli ingredienti della porzione e i 4 neuroni che riescono a mettere insieme se si impegnano. Mentre i miei compagni ridono io resto in silenzio a guardare. Sono incantato. Quella cosa che fa con i capelli per il nervoso mi manda in orbita... ritorno sulla terra solo quando la Brown raccoglie qualcosa da terra e dice: - La molletta... maledetta mandragola... Hermione!- e la mette sul loro tavolo e lei finisce di sistemarsi la treccia.
Uff! Adesso non si tocca più i capelli e si sporge a parlare verso il banco davanti. Non trattengo un fremito quando i pantaloni si tendono sul suo sedere.
- Benedetta la parità anche nel vestire... – e con questa affermazione Pansy richiama la mia attenzione sulle sue gambe che se non fossero state coperte dalla stoffa dei pantaloni sarebbero già ustionate dalla pozione bollente.
Dato che non credo sia più il caso di fissare quel punto ancora così insistentemente, mi diletto nel mio secondo sport preferito:
- Chi è il nuovo portiere dei Griffindor? – (il gossip, ovviamente!)
- Weasley – mi risponde Blaise mentre mordicchia una penna di gufo (respiro profondo... è mio fratello... respiro profondo!!).
E io, con un urletto scandalizzato (proprio non mi riesce di essere virile alle volte!).
- La piattola?!!? –
- No, vabeh che un W. vale l’altro, ma intendevo suo fratello... quello del nostro anno –
- Ah, l’amico di bel-culo-ma-faccia-da-schiaffi-Potter? –
Così faccio ridere Blaise mentre il mio pensiero-depressione si sofferma sul fatto che non è vero che un Weasley vale l’altro.  

La lezione sta finendo... e per fortuna, perché il mal di testa da day after sta cominciando a martellare e la voglia di mettermi a piagnucolare per la mia triste sorte sale prepotente.
Uff.  Perché certe disgrazie devono capitare a me?
Io cerco di cancellare “quel” pensiero con mezzi più o meno leciti (i più divertenti) ma quando meno me lo aspetto, una stretta al cuore mi toglie il respiro e i suoi capelli, come cammina, quel modo buffo di ridere e il mordersi le labbra quando un pensiero cupo attraversa quegli occhi chiari, mi perseguitano.
Nemmeno un bacio di quelli di Pansy o accoccolarmi tra le braccia di Blaise nell’intimità del nostro dormitorio, mi tolgono dalla testa il fatto che siamo così diversi, opposti eppure... così simili.

I miei amici hanno imparato ad evitarmi quando metto su il muso da povero-me-tapino-disperato e così mi ritrovo a camminare da solo verso le serre di Erbologia.
Succede in un attimo. Il pensiero si distrae e mi trovo ad annusare un delizioso profumo che sembra quello di mia madre nei saloni del Manor, del mio nuovissimo manico di scopa e ... fiori di campo?
Il suono di un passo e di una risata dietro a me mi spaventa e insieme mi fa sentire al sicuro... ma quando mi giro, non c’è nessuno.
La presenza mi sembrava famigliare... quasi amorevole. Ma delle persone che mi sono più care, due sono già alle serre, una al Manor  e l’altra... beh, a caccia di babbani con i suoi amichetti incappucciati.

  
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