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Autore: arwen5786    04/01/2008    16 recensioni
Kankuro è obbligato a recarsi a Konoha per accompagnare la sorella. Nulla lo interessa in quella che giudica una cittadina di matti, se non fosse per un incontro inatteso e inaspettato..
Pairing molto particolare nato per scommessa, ma che poi è finito per piacermi! Ci sei riuscita, robi, eccola qui:-)Spero che possa piacere(o almeno far sorridere) anche voi!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA ROSA NEL DESERTO






“Gaara, ripetimi perché devo essere io ad accompagnare Temari a Konoha. Ti rendi conto che appena arrivata inizierà a tubare con quel…con quel coso col codino ed io dovrò stare tre giorni senza fare nulla se non sorbirmi i loro amoreggiamenti?! Perché non può andarci da sola?”
“Perché è incinta ed è pericoloso.”
“E perché non puoi andarci tu?!”
“Perché sono il Kazekage, idiota.”

Frustrato e depresso, Kankuro dovette reprimere un urlo. Troppo comoda la vita di suo fratello. Le vere incombenze lui sì che sapeva come schivarle. Tanto era il Kazekage.
E lui invece non poteva certo evitare di accompagnare la sua suscettibile sorella, con pancia di cinque mesi, in quell’infernale paese piovoso e pittoresco. Se si fosse rifiutato, sarebbe stato tacciato di inumana cattiveria.
Maledetto Nara. Come tutti i ninja di Konoha, un cretino.
Secondo la sua personale graduatoria, i cretini del villaggio della foglia si dividevano in varie graduatorie.
Il principe dei cretini, Sasuke Uchiha: un pazzo vendicatore fuggito chissà dove per uccidere il fratello.
I cretini esaltati, Rock Lee, Kiba Inuzuka e Naruto Uzumaki: innocui, ma giusto a piccole dosi.
Il cretino inquietante, Shino Aburame: forse non era nemmeno un essere umano, ma una specie di uomo-larva.
Il cretino senza speranze, Neji Hyuga. Inutile tentare di capire la sua strana etica del destino.
E poi c’era Shikamaru Nara. Che in teoria non era affatto un cretino, visto il suo QI.
Ma il fatto che avesse messo incinta sua sorella lo classificava in cima alla sua lista. Come schifoso bastardo lussurioso.


“Kankuro, e sorridi! Santo cielo, sembra che stai andando al patibolo!”
“Umpf.”
Il ragazzo grugnì all’indirizzo di Temari, allegra e sorridente, piuttosto incinta nella sua larga tunica violacea, il viso luminoso e raggiante. Incredibile, la gravidanza pareva farle bene.
Si sforzò di sorridere, anche se l’entrata di Konoha servì solo ad accentuare il suo malumore. Cosa avrebbe potuto fare in quei giorni? Era un incubo. Senza le sue marionette. Senza la sua divisa che era stata messa a lavare con il dosaggio sbagliato e si era rimpicciolita di tre taglie. Senza il suo campo d’allenamento preferito.
Odiava quando era in abiti normali come adesso, per quanto sua sorella lo incitasse sempre a lasciare perdere la sua divisa.
In più, a deprimerlo sempre più, ecco che sulla soglia era già stagliata l’inconfondibile figura di Shikamaru: sorrisetto ironico, sigaretta, mani in tasca. Ridicolo.
Con suo sgomento, corse incontro a Temari, sollevandola( come, non si sa) e dandole un lungo bacio in bocca.
“Ehi, mendosuke, ero un po’ in pensiero! Pensavo arrivassi stamattina…”
“Eh dai smettila, mica posso correre con questa pancia! Sembro una balena, vero?”
“Sei splendida…”
Oh merda. Quando erano melensi erano ancora peggio che quando si punzecchiavano, constatò Kankuro con sgomento. Shikamaru si accorse di lui in quell’istante, e gli fece un sorriso educato.
“E’ un piacere vederti.”
“Già.”
“Beh, come immagini voglio godermi un po’ la tua sorellina, visto che non la vedo da un mese…Sentiti pure come a casa tua qui al villaggio, libero di fare quello che vuoi!”
“Già.”
Maledetti ninfomani.

Odiava quel villaggio. Era così…Colorato! Gli metteva ansia. E poi la gente urlava di continuo, schiamazzi a non finire. Ah, se Gaara almeno fosse stato con lui…Anche il Gaara vecchia maniera. Con un funerale del deserto avrebbe risolto brillantemente la situazione.
Si sedette a un bar, ordinando una bottiglia di sakè. Ne aveva estremo bisogno.
Il suo sguardo si perse ad esaminare un po’ distratto gli avventori di quel locale. Quasi tutti vecchi, o mamme con bambini.
Fu soltanto quando vive una persona di spalle che aggrottò la fronte stropicciandosi gli occhi.
Impossibile non riconoscere quel colore di capelli, anche dopo anni.
“Sakura Haruno?”
La ragazza sobbalzò, girandosi di scatto, e Kankuro non poté fare a meno di notare che aveva gli occhi lucidi. Gli sorrise cordiale.
“Kankuro. Non ti riconoscevo quasi senza la tua divisa. Allora siete arrivati. Ne sono lieta. Vuoi farmi compagnia?”
Lui annuì, sedendosi nella sedia vuota accanto a lei, con circospezione.
Sakura Haruno.
Probabilmente l’unica kunoichi più forte di sua sorella.
La ragazza a cui doveva la vita, in fondo. Ed era incredibile come sapesse così poco di lei, come inesistente fosse il legame con colei che era riuscita a strapparlo a morte certa, ormai cinque anni fa.
Ma del resto di Sakura tutti loro di Suna sapevano sempre le stesse cose: ottima ninja, brillante medico, ragazza coscienziosa e con la testa sulle spalle.
Eppure, a vederla adesso, in quel bar, le sembrava solo…Fragile. E sperduta.
“Allora…Come vanno qui le cose? È…è molto tempo che non ci si vede.”
“Già…Soltanto Temari è venuta regolarmente a Konoha. Non ti ha raccontato nulla?”
Lui scosse la testa, lievemente imbarazzato. Era lui che impediva alla sorella di parlare tutte le volte che ci provava.
“Al momento non ricordo…Comunque…Stanno bene tutti?”
“Oh, sì. Certo. Naruto si è finalmente fidanzato con Hinata. Dopo tutto questo tempo, finalmente lei ce l’ha fatta. E senza svenimenti di alcun genere, per giunta, al momento della dichiarazione!”
“Beh…Fantastico…”
“E Kiba adesso esce con Ino. All’inizio era amareggiato, lo sapevamo tutti della cotta per Hinata. Ed Ino è sempre stata presa da Shikamaru, anche se non l'ha mai ammesso. Poi, complice una bevuta di troppo, sono finiti a letto insieme. Ma da lì hanno scoperto di piacersi davvero. Sono così carini, insieme. Sono sempre appiccicati, tubano come due colombi.”
“Immagino…”
In circostanze normali Kankuro se ne sarebbe andato, bollando quelle chiacchiere come pettegolezzi da donne. Ma c’era qualcosa, nella voce di Sakura, che gli impediva di muoversi. Il tono apparentemente tranquillo, l’espressione pacata, i gesti controllati. Era tutto meccanico, come se celassero un terribile argine che stava per cedere. Come se la voce potesse spezzarsi da un momento all’altro.
La vide bere un sorso della sua bevanda, e la mano tremò. Aveva visto giusto.
“Oh, e poi Neji ha chiesto la mano di Tenten. Non so come abbia trovato il coraggio. Dice che era il momento propizio. Beh, lei è al settimo cielo. E pure Lee pare abbia trovato la sua anima gemella, è un’infermiera che lavora alle mie dipendenze. Da quando esce con lei sostiene che la sua forza della giovinezza è più viva che mai.”
La voce, ora, era veramente sottile. Kankuro, senza pensarci, si avvicinò leggermente.
“E tu…Tu come stai?”
“Oh…Io sto bene. Benissimo. Sono un ottimo ninja medico. Ho affinato le mie tecniche. Sto bene. Poi, certo, sono tre anni che non vedo Sasuke. L’ultima volta che mi ha vista non mi ha nemmeno rivolto la parola. Buffo, no?”
“Sakura…”
“Anzi, mi è passato accanto e mi ha guardata con compatimento. Con pena. Non gli è mai importato granché di me, già…Ed io piangevo. Come sempre piangevo. Il pianto era la mia costante. Ma ora non più. Non importa se tutti hanno trovato l’anima gemella, perché a me non ne importa nulla. Io sono forte. Io sono coraggiosa. Io sono Sakura…Sakura Haruno…Sak…Sakura…”
Con sgomento, Kankuro la vide chinare la testa, serrare i pugni e scoppiare in singhiozzi aperti e senza freni.
La prese al volo, perché sennò si sarebbe lasciata cadere a terra, incredulo di quanto stava facendo, incredulo di avere tra le braccia una ragazza che piangeva, che si aggrappava disperata alla sua maglia.
“Sono una buona a nulla…Un’inetta…Io non l’ho saputo convincere…E lui….Lui non mi ha mai amata…Mai…”
Lui ascoltava, lasciando che si sfogasse, senza però evitare di pensare che quel contatto gli aveva provocato un brivido molto intenso.
Era la sua fragilità a imbarazzarlo?
O forse la struggente malinconia dei suoi singhiozzi?
Perché era così felice di averla tra le braccia?
Sakura si rialzò, tirando su col naso, e chinò la testa, mortificata.
“Mi spiace…Dio, che sciocca ragazzina che sono…Chissà ora cosa penserai di me, praticamente un’estranea che si lascia andare a crisi isteriche…”
Lui scosse la testa, tirando un bel respiro, e senza pensare parlò tutto d’un botto.
“Prima di tutto, Sasuke è il principe dei cretini. Cosa pretendevi da lui?”
“Principe dei…cretini?”gli occhi verdi di Sakura lo fissavano con stupore.
Kankuro annuì, inarrestabile continuò.
“Ma sì. È lui l’inetto. Se non ha capito quello che provavi per lui, vuol dire che è proprio sciocco, no? Nessun uomo merita le lacrime di una ragazza del genere, e che diamine!”
“Ma…”
“E poi, tu sei tutto meno che una sciocca! Tu sei…speciale! Anni fa mi hai salvato la vita, hai sconfitto Sasori. Diamine, hai più fegato quasi di me e mia sorella. Tu sei una straordinaria combattente. E poi, lasciamelo dire…Evidentemente tu sei troppo per i ragazzi di questo villaggio. Sei come un fiore in mezzo alle sterpaglie, ecco. Sei…Una rosa nel deserto.”
Si zittì, improvvisamente conscio di quanto detto.
Eh sì che Temari gli diceva sempre di pensare prima di parlare. Per non parlare di Gaara.
Bene, nemmeno stavolta l’aveva fatto. Non capiva ancora il perché, ma quella ragazza gli aveva annebbiato la testa, vuoi per la sua vicinanza, per la sua dolcezza, per la sua disarmante fragilità.
Tombola. E poi dava dei cretini agli altri.
Abbassò lo sguardo, sentendosi bruciare dall’imbarazzo, ma Sakura rise, e la risata argentina lo costrinse ad alzare la testa.
Non sembrava sgomenta. Nemmeno arrabbiata. Sembrava…Contenta? Felice?
“Ehm…Io non…”
“Una rosa nel deserto, eh? Lo sai che nessuno mai mi aveva fatto complimento più bello? Davvero. È…Grazie, Kankuro. Dal profondo del cuore.”
Merda, stava arrossendo…E non aveva nemmeno il cappuccio per nascondersi, dannazione!
“Però sai…”
La voce di Sakura si fece pensierosa, e lui la guardò di sottecchi, in attesa.
“…A me il deserto piace. Voglio dire, la rosa nel deserto sopravvive bene. Da un tocco di colore…Ma al tempo stesso vive in un habitat ricco di fascino…”
“Oh beh…A Suna c’è tutta la sabbia che vuoi…” borbottò lui. Lei lo guardò sorpresa, e lui si affrettò a chinare la testa.
“Voglio dire …Ci sono bellissime rose da noi…Poche…Ma proprio per questo rare. Dovresti…vederle.”
Bene, si era ufficialmente sputtanato.
Ma ancora una volta le parole di Sakura gli fecero rialzare la testa. E il sorriso di lei lo riscaldò nel giro di pochi attimi.
“Oh beh…Mi piacerebbe molto vederle, Kankuro. Mi piacerebbe molto…”









One shot nata per scommessa con bambi88…La cara roberta adora questo pairing che io ho sempre giudicato veramente esilarante e buffo…Devo dire che comunque mi sono molto divertita a scriverla(non può che farmi bene scrivere anche cose divertenti), e credo anche di aver dato un senso al finale…E, lo ammetto, Kankuro senza quell’orribile divisa ha il suo fascino!!
Si attendono pareri di ogni tipo! Baci
  
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