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Autore: FedeeSii95    20/06/2013    3 recensioni
Spinta da una voglia irrefrenabile di vederlo cercai di raggiungerlo. Quando ci riuscii desiderai non averlo mai fatto: Zayn era di spalle e stava baciando appassionatamente una ragazza bionda. Come lei mi vide si aprì a un sorrisino falso e mi disse: “Kitty o come cavolo ti chiami, sei qui proprio al momento giusto, io e Zayn ci siamo appena fidanzati” disse lei appendendosi al suo braccio e spingendolo, per quanto fosse ancora possibile, verso il suo corpo. Riconobbi subito quella voce isterica che avevo sentito fin troppe volte per i miei gusti. Era Chantal, senza dubbio. Lui, come sentì quelle parole si girò di scatto. Era nervoso e lo si poteva intuire dal modo con cui si toccava i capelli. “Sono molto contenta per voi, Zayn non potevi fare scelta migliore” dissi ironicamente mentre cercavo di trattenere le lacrime. Era come se qualcosa da dentro si fosse rotto e tutto intorno a me avesse perso ogni significato. Cosa mi stava succedendo? Perché in quel momento avevo solo voglia di urlare, scappare e restare da sola per potermi finalmente liberare di quel dolore che non avevo mai provato? Perché non riuscivo a sopportare la visione di loro due insieme?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 6: Una settimana movimentata Pt.1

Pov Meredith:

Era la sera del 27 novembre.
Zayn, Liam ed Harry erano appena passati a prendere me e Keith per andare ad una festa assieme. In verità non ci avevano detto molto, solo di prendere un vestito che avremo dovuto indossare lì a casa loro, dove ci attendevano Louis e Niall. Forse, quella, non era la serata adatta per andare a divertirsi: non ero dell’umore giusto. In realtà era ormai da più di una settimana che mi comportavo così: parlavo poco o nulla, sbuffavo spesso e le mie risposte erano quasi sempre corte e fredde. Ridevo poco e le mie uscite settimanali si erano autoeliminate dall’elenco della mia agenda.
Ritornai indietro con la memoria a quella domenica sera, quando vidi Keith e Niall strettamente abbracciati fra di loro. Non le avevo più parlato da quella sera fino a stamattina, se quello scambio di battute si poteva definire “conversazione”. Non sapevo neanche io il motivo di quella reazione così brusca nei suoi confronti. Mi aveva dato fastidio vederla lì con lui, ma non ero gelosa. No, non lo ero! Annuii con la testa come a volerlo ammettere anche a me stessa. Ripresi a guardare fuori dal finestrino della Range Rover di Harry. Il profilo delle case si susseguiva di fronte ai miei occhi come le istantanee di un film in bianco e nero.
“Ehy Mery tutto bene?” chiese Liam sfiorandomi una mano.
“Si, stavo solo pensando” sussurrai continuando a guardare fuori.
Con la coda dell’occhio lo vidi annuire. Il silenzio piombò di nuovo all’interno dell’auto e io ritornai ai miei pensieri. Avevo deciso che nonostante la festa, non avrei parlato con Keith, anche a costo di stare zitta e sola tutta la sera. La cosa che mi aveva fatto arrabbiare più di tutte era il fatto che, dopo l’accaduto, non ne aveva fatto più parola. Se le piaceva Niall poteva benissimo dirmelo, invece di giustificarsi con la storia del “non è successo niente”. Sbuffai incrociando le braccia e appoggiando la schiena sul sedile. Insomma, non riuscivo a capirla: era tutta abbraccetti con Niall, faceva la civetta Coccò con Daniel e nonostante continuasse ad ammettere che lei per Zayn non provasse nulla, il suo comportamento con lui lasciava intendere tutt’altro. Non sapevo più cosa pensare di lei. Era la mia migliore amica da ben otto lunghi anni ormai, ma ultimamente non sembrava più lei e io non ero da meno.
Più volte ormai in quei giorni, avevo riflettuto sull’idea di prendere la mia roba e cambiare alloggio e sicuramente non avrei tardato a metterla in pratica, se le cose non sarebbero cambiate presto. Sarebbe dovuta venire lei a parlarmi se voleva chiarire, questa volta io non l’avrei fatto.

Finalmente dopo tutto quel tempo, Harry fermò la macchina di fronte all’enorme villa: era stato senza dubbio il viaggio più stressante e noioso che avevo fatto negli ultimi mesi. Aprii la portiera e in un baleno scesi dalla macchina, afferrando l’enorme busta che mi ero portata dietro. A passo svelto attraversai il sentiero di ghiaia che portava alla porta principale, non curandomi degli altri che da lontano, mi urlavano di aspettare. Suonai insistentemente il campanello fino a quando da dietro la porta, non comparve la figura sorridente di Louis che stringendomi forte tra le sue braccia, mi invitò ad entrare.
“Non sei ancora pronto?” gli domandai una volta entrata e notando la sua tuta sportiva.
“Per cosa?”
“Per la festa…” dissi accigliando lo sguardo e non capendo il motivo di quella risposta.
“Ah… ecco, si, cioè no, stavo aiutando Niall a scegliere cosa indossare, ma ora mi preparo” “Comunque Mery, tu puoi andare su a cambiarti” aggiunse poi.
“Va bene grazie”.
E detto ciò, presi a salire le scale fino ad arrivare alla stanza dove io e Keith avevamo dormito l’ultima volta. Aprii la porta e la richiusi alle mie spalle. Piggiai l’interruttore affianco ad essa e mi lasciai cadere sul letto. Sentii il suono delle voci di Harry, Louis, Zayn, Liam e Keith al piano di sotto e subito dopo, dei passetti veloci salire per la scala, prima di fermarsi di fronte alla porta della stanza in cui mi trovavo. Nello stesso istante in cui sentii lo scatto della maniglia aprirsi, mi tirai su, rimanendo così seduta sul bordo del letto. Da dietro la porta comparve il viso di Keith. Sollevai gli occhi al cielo.
“Che vuoi?” domandai in maniera scorbutica voltando la testa dall’altra parte.
“Niente, volevo vedere se eri pronta”
“Se magari chiudi, riesco a cambiarmi”
“Ok ma cerca di sbrigarti. Noi siamo giù” e così dicendo chiuse finalmente la porta.
A quel punto presi la busta e tirai fuori il vestito, scarpe, pochette, beauty case e calze velate. Lentamente mi sfilai i jeans e il maglioncino blu che indossavo, per rimpiazzarli con le calze velate trasparenti e col vestito. L’abitino che avevo scelto per quella sera era abbastanza corto. Mi piaceva perché era piuttosto aderente e questo permetteva di sottolineare il mio punto vita. Nonostante questo però, non aveva nulla di volgare; al contrario, la fantasia delle stampe gli conferivano un’aria piuttosto sbarazzina e movimentata. Le righe e le strisce si alternavano con i colori bianco e blu e spesso, venivano interrotte da figure geometriche come rombi e quadrati dei medesimi colori. Calzai le plateau a righe bianche e blu e allacciai un braccialetto in argento con perline rosse, abbinato agli orecchini e alla pochette. Velocemente piegai la roba e la riposi all’interno della busta, poi presi il beauty e entrai in bagno. Scelsi un trucco abbastanza leggero: non volevo sembrare troppo appariscente! Un po’ di ombretto dorato, il mio immancabile mascara nero, un filo di eyeliner e una pennellata di fard: ecco ero pronta! Mi rimirai un’ultima volta allo specchio, poi presi la pochette e uscii prima che potessi cambiare idea.
Sfortunatamente però, la voce della mia coscienza non mancò a farsi sentire: “Mery perché lo stai facendo? In fondo non hai proprio nulla da festeggiare! ... Forse prima dovresti risolvere con la tua amica Keith”
“Uff lasciami in pace” borbottai.
Stavo davvero parlando da sola? … Ok, non ero più la Meredith di sempre, ma non ero diventata pazza!
Finalmente, dopo aver attraversato il lungo corridoio, giunsi all’inizio delle scale. Iniziai a scendere lentamente alcuni gradini, quando mi accorsi del pesante silenzio che regnava in quella casa. Non potevano essere andati alla festa senza di me! Non è che invece li avevo fatti aspettare troppo? No, non ci avevo impiegato così tanto tempo. Ad ogni modo se se n’erano davvero andati senza aspettare, mi avrebbero sentito! Ci sarebbe mancato solo quello, ora! Mi lasciai scappare un sospiro, quando, girando le scale, mi ritrovai gli sguardi di Louis, Zayn, Liam, Harry e Keith puntati addosso e a pochi centimetri da loro, Niall in un elegante abito scuro, completo di camicia bianca e cravatta, bello come mai l’avevo visto. Rimasi esterrefatta da quella vista e sentendomi fortemente in soggezione, mi girai e ripercorsi le scale al contrario.
Oddio, cosa stava succedendo?
Stavo ormai per rientrare in camera quando venni bloccata da Keith che mi costrinse a girarmi: “Perché non sei scesa? E’ tutta la settimana che organizzo questa cosa…”
“Cosa avresti fatto tu?”
“Hai sentito bene…”
“Quindi quando eri con Niall, in realtà…”
“Si, stavo programmando tutto”
“Oh Keith, mi dispiace così tanto per aver dubitato di te, ti chiedo scusa”
“Non fa niente” disse lei accennando un sorriso.
“Quindi tu, hai davvero fatto tutto questo, per me?”
“Certo e non potevo dirti niente: l’avevo promesso a Niall. Non sai quanto è stato difficile”
“Keith, tu non sai quanto è stato difficile per me non parlarti per una settimana. Mi sei mancata” dissi abbracciandola.
“Anche tu, ma su, ora vai… Non vorrai far aspettare Niall”
“Ecco, io non lo so se ce la faccio”
“Cioè? Cosa significa Mery?”
“Ecco Keith, c’è un piccolo problema…”
“Sentiamo…”
“… Non riesco a scendere con tutti che mi fissano… mi vergogno…”
“Sei sempre la solita Meredith! Ma non ti preoccupare, lascia fare a me” e così dicendo scomparve dalla mia vista.
Passarono alcuni secondi, poi la sentii gridare: “Coraggio, ora puoi scendere”.
Feci un respiro profondo e mi diressi verso la scala. Sentivo il cuore tamburellarmi all’impazzata dentro al petto e le gambe tremarmi ogni qualvolta poggiavo un piede a terra. Con fatica raggiunsi metà rampa di scale e non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire un sorriso quando vidi Harry, Zayn, Liam e Louis girati di spalle sotto le occhiate vigili di Keith. Spostai lo sguardo su Niall. Lui come vide che lo stavo osservando, mi regalò un sorriso dolcissimo che mi fece perdere l’equilibrio e cadere tra le sue braccia. Alzai lo sguardo incontrando i suoi magnetici occhi azzurri.
“Ciao” mi sussurrò in un orecchio sorridendomi.
Sorrisi anche io abbassando lo sguardo imbarazzata e rimettendomi in piedi. Lui mi porse un mazzo di rose bianche che io accettai con mano tremolante. Ci avviamo verso l’uscita e lui, dopo avermi aiutato a indossare il cappotto, mi prese per mano. Infine uscimmo dall’ingresso accompagnati dalle risate e dalle battutine degli altri quattro.

Attraversammo un quarto del vialetto prima che riuscissi a trovare le parole per dire: “Grazie per i fiori, sono bellissimi”
“Sono contento che ti piacciano, ero combattuto: non sapevo cosa scegliere”
“Perché?”
“Perché non riuscivo a vederti in nessuno dei fiori che c’erano… Tranne che in questi” disse indicando con l’altra mano il mazzolino.
“Mi hai visto in un fiore?” chiesi titubante.
“Bè, ecco… si” sussurrò abbassando lo sguardo e aprendomi la portiera dell’auto.
Entrai in macchina e allacciai la cintura. Niall fece il giro e aprì il suo sportello, poi dopo che si sedette, lo richiuse e si voltò verso di me.
“Stavi dicendo?” domandai.
“No lascia perdere…”
“No dai, hai detto che mi hai visto in un fiore e più precisamente in una rosa…”.
Lui si passò una mano fra i capelli dorati e con i suoi occhi cielo fissò per un po’ il tappetino dell’auto: ora era lui ad essere visibilmente imbarazzato.
“Bè, ti ho paragonato a una rosa bianca perché ti vedo delicata e fragile come lei. A volte sembri così indifesa e insicura che necessiti di protezione. Molto spesso tendi a chiuderti un po’ in te stessa per via della tua troppa timidezza, ma sei anche capace di “sbocciare” con le persone che conosci e con cui hai confidenza. E sono proprio queste persone che ti stanno vicino ad essere le più fortunate, perché capiscono quanto vali e quanto sei importante, proprio come quando avvicini il tuo naso a una rosa per sentirne il soave profumo”.
E così dicendo sfilò dal mazzolino un fiore per portarselo vicino al naso e odorarlo.
“Senti” disse poi avvicinandolo al mio: immediatamente un dolce e angelico profumo pervase l’aria circostante. “Ecco vedi, tu sei così e sei anche altrettanto fragile: ti basta un nonnulla per abbatterti, così come a questa rosa occorre un soffio di vento più forte, per farle cadere tutti i petali. Perché questa non si rompa, bisogna che venga maneggiata con cura, anche perché se cerchi di prenderla con la forza o la tratti male, punge”.
Dopo aver detto quelle parole, Niall alzò la testa posando i suoi occhi su di me. Non riuscii a trattenere il contatto visivo tra di noi e così, mi nascosi dietro una ciocca di capelli. Mi sentivo allo scoperto ora, con lui: le parole che aveva detto erano vere. Era come se mi avesse letto dentro con estrema facilità, come accade di fronte a un libro aperto, sembrava mi conoscesse da sempre e non da poco più di un mese, così come invece era. Era stato così facile per lui inquadrare la persona che ero? Nonostante questo però, non potei fare a meno di sorridere ripensando a quelle parole così dolci e a quel paragone così tenero e fine.
“Ehy, non nasconderti” disse scostandomi la ciocca di capelli dal viso.
Arrossii continuando a tenere lo sguardo rivolto fisso verso il basso. Poi lentamente, sollevai il capo, dando così modo ai nostri occhi di incontrarsi per alcuni, diversi, interminabili istanti. La magia che si era creata tra di noi con quella semplice occhiata, scomparve nel momento in cui tornai ad abbassare lo sguardo e Niall si allontanò da me.
“Bè dove hai intenzione di portarmi mr. Horan?”
“E’ una sorpresa signorina”
“Quante sorprese mi devi ancora tenere nascoste tu?” dissi fingendo un tono di rimprovero.
Lui scoppiò a ridere e dopo aver acceso la macchina, partimmo. Dopo circa venti minuti di viaggio, Niall accostò di fronte al Tamigi. Il fiume era splendido quella sera, sembrava uno specchio: le luci dei lampioni delle strade si riflettevano sull’acqua scura, dando l’impressione che ci fosse una finestra che dava su un mondo capovolto, ma sempre comunque bellissimo.
“Spero tu abbia fame” disse Niall.
“Bè si, non mangio da pranzo”
“Meglio, così potrai assaporare al meglio la cenetta che ci attende” e così dicendo iniziammo a camminare mano nella mano sul marciapiede, costeggiando il fiume.
Dopo diversi metri Niall esclamò: “Ecco Mery, ci siamo: lì è dove ceneremo noi!”
Con un dito mi indicò un maestoso e imponente edificio che si affacciava proprio sul Tamigi. C’erano diversi piani che presentavano diversi grandi vetrate che permettevano alle persone una completa vista di tutti i monumenti che davano sul fiume.
“…Wow” riuscii solo a dire.
“Dentro è ancora più bello” disse Niall con un sorriso e facendomi strada.
Il mio accompagnatore non si sbagliava: il posto era elegante e lussuoso, alcuni dei motivi per cui era gremito di gente, soprattutto di coppiette. La sala infatti, era piena di tavoli tutti rivestiti con una tovaglia bianca candida, sulla quale erano appoggiati alcuni bicchieri di vetro, piatti di ceramica bianca, forchette e coltelli di tutte le misure e alcuni tovaglioli marroni accuratamente ripiegati, che riprendevano il colore delle poltrone disposte attorno ai tavoli. C’erano anche alcune colonne bianche che si erigevano dal centro del salone e dal soffitto pendevano alcuni lampadari che davano al locale un’atmosfera estremamente intima.
Io e Niall prendemmo posto in uno dei tanti tavoli che affiancavano l’infinita vetrata. Da lì la vista era a dir poco mozzafiato: si vedeva il grandioso Tower Bridge, la residenza ufficiale della regina e della famiglia reale Buckingham Palace, la casa del Parlamento, il Big Ben sulla Torre del Palazzo di Westmister e la gigantesca ruota panoramica che si staglia sulla Skyline della città: London Eye.
Era tutto estremamente perfetto: cibo di alta qualità, ottimo vino, servizio impeccabile, ma la cosa migliore di tutte era sicuramente Niall. Era così carino e estremamente gentile quella sera, non che le altre volte non lo fosse, ma non so, quella sera aveva un fascino diverso. Molto spesso mi capitava di rimanere incantata a guardare la sua figura parlare e ridere. Era così bello ascoltare il suono della sua voce e sentire la musicalità della sua risata così chiara, spontanea; stare lì ad osservare i suoi movimenti, inizialmente un po’ impacciati e insicuri, farsi piano piano sempre più raffinati e delicati, le espressioni del suo bel viso: alcune così buffe e divertenti e altre così unicamente dolci; oh e poi i suoi occhi, così azzurri come il colore del cielo e come il più chiaro e pulito dei mari, quegli occhi in cui era facile perdersi e con cui era facile incantarsi, senza più capire cosa accadeva attorno alla tu persona.
“Mery, sei sicura di stare bene?” chiese ad un tratto Niall interrompendo il susseguirsi dei pensieri nella mia mente.
“Oh scusami, non riesco a tener lucida la mente; sarà la stanchezza” dissi appoggiando la mano che prima sorreggeva il mio mento, sul tavolo.
Niall allungò la sua e nel momento in cui sentii il suo tocco sulla mia pelle, rabbrividii.
“E’ vero che oggi è sabato e finite di lavorare alle sei” disse lui.
“Già” sospirai guardando con occhi sognanti le nostre mani intrecciarsi perfettamente tra loro.
“Ti sei incantata di nuovo” sussurrò dopo un po’.
Scossi la testa: “Oh, scusami ancora, non capisco cosa mi stia prendendo… forse è meglio prendere una boccata d’aria” gli risposi.
“Tranquilla, ora mi faccio portare il conto”.
Niall chiamò il cameriere e dopo averlo gentilmente ringraziato, ci dirigemmo verso l’uscita. La differenza di temperatura che c’era tra l'interno del locale e l’esterno, era notevole, perciò mi strinsi ancora di più il cappotto addosso.
Lui se ne accorse e dicendo: “Vieni qui, non voglio che tu prenda freddo”, mi strinse forte a sé.
Ci tenemmo l’uno abbracciato all’altra, fino a quando non arrivammo alla macchina.
Come ci sedemmo, Niall disse: “Avrei voluto portarti anche da qualche altra parte, magari a fare una passeggiata, ma stasera fa troppo freddo e ti vedo un po’ stanca…, quindi ti riaccompagno” disse lui.
“Va bene, grazie” dissi sorridendogli.
Lui ricambiò il sorriso, poi mise in moto. Rimasi a fissarlo silenziosamente per un po’. Era così perfetto anche quando era concentrato e attento.
“Che c’è?” disse tutto ad un tratto voltandosi e poi tornando a guardare la strada.
“Nulla” risposi; lui sorrise di nuovo.
Cosa mi stava succedendo? Era già da un po’ che non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Per mia fortuna però, arrivammo prima che potessi fare altre figuracce.
“Grazie Niall”
“Aspetta, ti accompagno fin su”
“Va bene”.
Salutammo l’usciere e dopo aver preso l’ascensore arrivammo di fronte alla porta della mia camera d’albergo. Eravamo tutti e due abbastanza impacciati: lui non la finiva di toccarsi i capelli dietro la nuca e guardare verso il basso e io a girare lo sguardo da una parte all’altra, nel mentre che giocavo col mazzolino di rose che avevo in mano.
“Bè, io…” dicemmo in coro.
Scoppiammo a ridere, era una situazione assurda: sembravamo due ragazzini al loro primo appuntamento.
“Dicevi?” chiese.
“No, prima tu”
“Bè Mery, io volevo dirti che mi sono trovato veramente bene in tua compagnia oggi, insomma, anche le altre volte sono stato bene…, ecco, in verità non sono mai stato male con te…, uff, voglio dire…”
“Anche io sto bene con te” dissi senza accorgermene.
“Davvero?” domandò un po’ incredulo.
“Certo che si e oggi lo sono stata ancora di più… insomma, era tutto perfetto: l’atmosfera, il posto, i fiori… mi hai stupito! Sei una persona splendida e speciale!”
“Lo sei anche tu Meredith” disse abbracciandomi teneramente.
Rimanemmo stretti in quell’abbraccio per diversi minuti. Appoggiai la mia testa tra l’incavo della sua spalla e lui posò delicatamente il suo viso sul mio. Era una sensazione unica il sentirlo lì, così vicino a me, così vicino alle mie labbra. Oh cavolo, ma che razza di pensieri erano? Lentamente sollevai la testa ritrovandomi a pochi centimetri da quelle labbra leggermente socchiuse. Avevo ancora le braccia attorno al suo collo e lui aveva ancora le mani sui miei fianchi, non ci sarebbe voluto molto per porre fine a quei pochi centimetri di distanza tra noi, eppure non accadde niente. Ci guardammo per alcuni secondi negli occhi e poi ci staccammo.
“Io vado allora”
“Si, grazie ancora di tutto”
“Grazie a te per aver accettato e per essere venuta”.
Stavo per girarmi ed entrare in camera, quando Niall si avvicinò di nuovo a me e dandomi un leggero bacio sulla guancia, mi sussurrò: “Buonanotte principessa”.
“Buonanotte” gli risposi, prima che scomparisse dietro le porte dell’ascensore.

Aprii velocemente la porta della camera e la richiusi in fretta dietro le mie spalle, poi mi lasciai cadere sul pavimento emettendo uno strano sospiro.
“Meredith sei tu?”.
La voce di Keith proveniva dal bagno. In un attimo si precipitò fuori da esso e prendendomi una mano, mi trascinò sul mio letto.
“Allora? Come è andata? Dove siete andati? Ti ha trattato bene? Ti ha baciata?” iniziò a domandare.
“Calmati Keith. Ti racconterò tutto, ma stai calma”
“Ok, ok, ma muoviti: sto morendo dalla curiosità!” esclamò.
“Quasi quasi non ti racconto nulla…”
“Muoviti Meredith!” mi urlò contro.
“E va bene, va bene”.
Ci sedemmo a gambe incrociate sul mio letto, l’una di fronte all’altra.
“Allora, mi ha portato allo Skylon e…”
“Wow, allo Skylon! E’ uno dei migliori ristoranti di Londra. Ho sentito dire che è bellissimo”
“Esatto è veramente da favola: è un ristorante raffinato, di carattere e moderno, con vista piacevole e atmosfera ricercata”
“E con Niall?”
“Bene…”
“Solo bene?”
“Oh e va bene Keith!” dissi prendendo le sue mani tra le mie non riuscendo più a trattenere l’euforia e l’agitazione che avevo dentro.
“E’ stato magnifico! Tutto era bellissimo… soprattutto lui”.
Sospirai abbassando lo sguardo.
“Insomma era così bello, gentile, dolce, simpatico…”
“Guardami negli occhi” disse Keith mettendomi una mano sotto il mento e sollevandomi il viso.
“Che c’è?” chiesi.
“I tuoi occhi brillano quando parli di lui…”
“Non è vero che brillano!” ribattei.
“Si Mery, e poi sorridi, il che significa solo una cosa: ti piace!”
“Non mi piace Niall e non sono innamorata di lui!” dissi alzandomi dal letto.
“Davvero?”
“Si Keith!”
“E allora perché scappi?”
“Io non scappo! Devo solo andare in bagno a cambiarmi e struccarmi”
“Certo, come no Mery”.
Entrai in bagno e chiusi la porta a chiave. Tolsi il vestito e indossai il mio pigiama, mi lavai i denti, mi spazzolai i capelli e infine mi struccai. Come ebbi finito, aprii il rubinetto per lavarmi le mani e contemporaneamente osservai la mia immagine nello specchio. Keith aveva ragione: i miei occhi sembravano due stelle da quanto brillavano. Era davvero quel ragazzo biondo con quel buffo e originale accento irlandese a farmi quell’effetto? Senza volerlo mi ritornarono in mente il suono della sua voce, l’immagine del suo viso radioso, il momento vissuto alcuni minuti fa, fuori dalla porta… Fissai nuovamente il mio riflesso nello specchio: era vero anche questo! Pensare a lui mi faceva spuntare il sorriso, un sorriso che anche volendo non riuscivo a cancellare da esso. Ok, forse era vero anche che mi ero presa una leggera cotta per Niall…
“Meredith se non stai usando l’acqua chiudila, non lasciarla aperta per niente!”
“Chi ti ha detto che non la sto usando?” urlai per farmi sentire.
“L’acqua di quel rubinetto sta scorrendo da almeno un quarto d’ora!”
“E va bene ora la chiudo” dissi accompagnando le mie parole con il movimento delle mie azioni.
Uscii quindi dal bagno con il vestito e le altre cose in mano che piegai e rimisi nell’armadio.
“Ce l’hai fatta quindi ad uscire” disse Keith in maniera sarcastica.
“Ah-ah-ah che ragazza simpatica che sei!”
“Vero? Lo penso anche io” disse fiera.
“Che stavi facendo?” le chiesi infilandomi sotto le coperte del mio lettino.
“Nulla, stavo pensando”
“A cosa?”
"Bè, c’è una cosa che avrei voluto dirti già da quando è successo, ma la scorsa settimana non ci siamo praticamente parlate per via del nostro cosiddetto “bisticcio”…”
“Di cosa si tratta Keith?”
“Bè di Chantal…”
“Chantal? Cosa centra lei?”
“Ti ricordi che il 20 siamo andate con i ragazzi da Nando’s?”.
Annuii
“Ecco, in seguito siamo andate a casa loro e dopo che Harry, Zayn e Louis sono usciti, Chantal e le sue seguaci, si sono rifugiate in una camera e… Meredith ma mi stai ascoltando?” gridò.
“Keith cerca di capirmi: sono stanca e anche abbastanza confusa!”
“Chissà per quale strana ragione…”
“Dai Keith smettila, se mi lasci dormire ti prometto che domani ti ascolterò sicuro!”
“Non basta Meredith!”
“Uff, cosa vuoi allora?”
“Voglio che mi prometta che domani passeremo la giornata assieme per recuperare la settimana perduta!”
“Ok, ci sto!” dissi prendendo e stringendo la sua mano per sancire l’accordo.
Keith spense la luce. Quella notte, nonostante fossi stanchissima e stessi morendo di sonno, non riuscii ad addormentarmi e a rimanere serena. Non riuscivo neanche a trovare la posizione adatta e passai il resto della notte a girarmi e rigirarmi nel letto. Riuscii a chiudere occhio solo alle otto del mattino, quando il sole era già sorto da molto. Purtroppo per me però, il mio sonno non durò a lungo.
Keith, infatti, quel giorno si svegliò insolitamente presto, svegliando così anche me: “Ehy Meredith svegliati! Non riesco a far smettere di suonare quella cavolo di sveglia”
“Prova a sbatterla a terra e a darle qualche colpo: vedrai che funziona!”
“No dai, spegnila”
“Uff, che rottura che sei!” sbottai allungando la mano e premendo un tasto sul retro dell’oggetto ancora squillante.
Come questo finalmente si zittì, rinfilai la mano sotto le calde coperte.
“Cosa stai facendo?” urlò Keith dandomi una pappina. “Tu ieri mi hai fatto una promessa, vedi di alzarti!” continuò poi.
“Non sono riuscita a chiudere occhio tutta la notte, lasciami dormire!”
“E no mia cara, una promessa è una promessa” disse tirandomi via le coperte.
“Ma che problemi hai? Ti ho detto che non ho chiuso occhio tutta la notte! Fra poco mi alzo, nel frattempo puoi andare a lavarti tu”
“E ma stai calmina” disse entrando in bagno.
Approfittai di quei pochi minuti in cui Keith era in bagno per continuare a dormire. Come però sentii la porta del bagno aprirsi, a malincuore scesi dal letto e dopo aver recuperato un paio di pantaloni neri e un maglioncino grigio a righe arancioni dall’armadio, entrai in bagno. Feci una doccia veloce e quando uscii trovai Keith già pronta, intenta a passarsi un kejal nero negli occhi e un fard rosato sugli zigomi.
“Allora sei pronta?” mi chiese vedendomi uscire.
“Si, devo solo mettermi gli stivali grigi e prendere la sciarpa”
“Dimmi dove è, così te la prendo”
“Lato sinistro dell’armadio, in fondo. Prendimi quella grigia così è abbinata agli stivali e al maglione”
“Tieni” disse porgendomela.
“Grazie. Comunque, carina questa felpa blu, ti sta bene”
“Grazie Mery”.
Le sorrisi.
“Allora andiamo?”
“Si, tieni il giubotto Keith”.
Uscimmo dall’albergo che erano quasi le dieci.
“Dove vuoi andare?” le domandai.
“Be, tu cosa proponi?”
“Io andrei a fare colazione in un bar”
“Ottima idea Mery! Mi sa che ce n’è uno in fondo alla strada dove fanno dei dolci molto buoni”
“Ok andiamo!” esclamai entusiasta.
Keith non si sbagliava: infatti alla fine della via si trovava un grande bar. Ci sedemmo in un tavolino in un angolo del locale. Poco dopo al nostro tavolo, si avvicinò un ragazzo alto con i capelli castani e gli occhi grigi: era il cameriere. Io e Keith decidemmo di ordinare due cappuccini e due cornetti alla crema che il ragazzo ci portò subito dopo.
“Allora, di cosa volevi parlarmi?” chiesi a Keith addentando il mio croissant.
“Ti stavo raccontando di sabato scorso, quando siamo andate a casa dei ragazzi”
“Mmh-Mmh”
“Ricordi che poco dopo l’inizio del film sono arrivate Allison e Phoebe per passare la “serata tra amiche” con Chantal?”
“Certo che me lo ricordo! Quelle ragazze sono arrivate nel momento cruciale in cui Lucy entra nell’armadio per nascondersi”
“Esatto. Quelle tre dopo sono salite al piano di sopra, occupando una stanza non distante da quella che usiamo noi solitamente”
“E allora?”
“Fammi finire e sii paziente Mery, perché quello che ti sto per raccontare lo sappiamo solo io e Liam per ora”
“Allora sbrigati a dirmelo!” gridai eccitata.
“Prima che tu e il ragazzo di cui ti sei perdutamente inn… Ahia!”
“Così impari a non dire sciocchezze”
“Si ma Meredith non c’era bisogno di darmi un calcio così forte: mi hai fatto male, stronza!”
“Dai scusa non volevo farti male…” dissi dispiaciuta e allungando la mano per prendere la sua.
Keith però si vendicò colpendomela forte e dicendo: “Ok, ora siamo pari, comunque Mery puoi stare tranquilla, dopo parleremo anche di lui…”
“Ecco qua, sapevo che lo avresti detto…”.
Lei scoppiò a ridere.
"Dai keith, ora continua"
"Va bene" disse facendosi seria all'improvviso.
"Bè, prima che tu e Niall vi addormentaste l’uno abbracciata all’altra, sono salita su per prendere una coperta e ho sentito Chantal, Allison e Phoebe parlare della relazione di Zayn e Chantal e alla fine ho scoperto che…”
“Che?”
“Che Chantal non è davvero innamorata di Zayn e lo usa soltanto per arrivare alla popolarità e ad Harry, che è l’unico che le interessa davvero”
“Lo sapevo! E tu cosa hai intenzione di fare, lo dirai a lui?”
“Ne ho parlato con Liam, il quale mi ha detto che secondo lui dovrei farlo… Tu cosa mi consigli?”
“Sono d’accordo con ciò che ti ha consigliato, Keith”
“Ho già provato a dirglielo ma non so come arrivare al punto…”
“In che senso?”
“L’altra volta, quando tu sei uscita con Niall, io sono rimasta un po’ a casa loro, appunto per parlare a Zayn di questa cosa, ma quando me lo sono trovata di fronte, tutti i discorsi che mi ero preparata mi sono morti in gola… e allora ho deciso di tornare in hotel accompagnata da Harry”
“Ho capito”.
“Più che altro Mery, non sono riuscita a dirglielo anche perché… mi sono ricordata delle parole di Chantal…”
“Cosa ti ha detto quella bambinetta spocchiosa e viziata?”
“Come si è accorta che avevo sentito tutto mi ha trascinato dentro e insieme alle altre due, mi ha minacciata. Alla fine, ripensandoci su, mi sono resa conto che ha ragione: se io riferisco a Zayn ciò che ho udito, è ovvio che non potrà credermi: lei è la sua ragazza!”
“E cosa centra?”
“Be crederà a lei, e poi anche se mi credesse?”
“La perfida Chantal scomparirebbe!”
“Si ma…”
“Non c’è nessun ma, Keith! Tu devi dirglielo… sei una sua amica e se lui verrà a sapere tutta questa faccenda e anche che tu ne eri a conoscenza, e nonostante questo non gliene hai parlato, bè sicuramente si arrabbierà molto di più”
“Hai ragione Meredith, glielo dirò!”
“Brava Keith!”
“Grazie, grazie, sono lusingata” disse mimando un inchino. “Ma su, ora parliamo di te!” continuò facendo un sorrisino malizioso.
“No Keith, davvero, non c’è nulla da dire”
“Oh si invece. Perché non vuoi ammettere che ti piace?”
“Perché non è vero! Ce… non proprio…”
“Ecco, quindi qualcosa per lui già la provi…”
“Bo, …no, …uff non lo so. Oh sono così confusa Keith! Sembro una babbea!” dissi mettendo il broncio e incrociando le braccia.
“Non sei una babbea! Sei innamorata ma non vuoi ammetterlo a te stessa”
“Non credo! Dai su, ora andiamo, ho voglia di andare a fare un giro”
“Va bene, chiamo il cameriere” disse lei.
Pagammo il conto e uscimmo dal locale.
“Ehy Keith che ne dici di andare ad Oxford Street? Ci sono un sacco di negozi carini”
“Va bene, però sappi che non compreremo niente Meredith!”
“Proprio niente niente?”
“Esatto!”
“Uff e va bene…”.
Prendemmo il bus e arrivammo nel luogo. Passammo il resto della mattinata a girare i negozi di quella via: entrammo da “Selfridges”, “John Lewis”, “Topshop” e tanti altri, ma per mia sfortuna, non comprammo assolutamente niente.
“Ehy Keith, io inizio ad avere fame” dissi una volta uscite da “Marks and Spencer”.
“Cosa facciamo?” chiese lei.
“Io avrei voglia di una bella, buona e calda pizzetta al taglio, sai di quella con tanta mozzarella, con la pasta croccante, con…”
“Si Mery, va bene, ho capito, ma volevo ricordarti che noi qui siamo in Inghilterra e sarà difficile trovare un posto dove fanno la pizza in grazia di Dio…”
“Già, chissà se riusciremo a trovare un napoletano in questa zona…”.
Fu un attimo, e dopo aver riflettuto sulle mie parole, mi voltai verso Keith per vedere se anche lei aveva capito. Lei mi lanciò uno sguardo complice e insieme urlammo: “GENNARO!”.
Riprendemmo il pullman e scendemmo vicino all’hotel, poi percorremmo il tratto di strada a piedi fino ad arrivare di fronte al ristorante del signor Gennaro che fortunatamente era aperto.

Entrammo nel locale dicendo un “salve”. Ci girammo attorno e notammo che i tavoli erano occupati da pochissima gente, al contrario della sera in cui eravamo venute con Daniel e Nate, che era strapieno. Ci dirigemmo un po’ attorno, poi da dietro la tenda che separava la cucina dal resto, comparve la figura bassa e paffuta di Gennaro, sorridente come la volta in cui l’avevamo conosciuto.
“Oh ma buongiorno, chi si rivede!” esclamò venendoci incontro. “Come state care?”
“Bene e lei, la signora Anna e i ragazzi?”
“O tutti bene grazie! Allora cosa vi posso portare? Rimanete qui a mangiare, vero?”
“Si, si” rispondemmo io e Keith.
“Bene, su accomodatevi, io sarò subito da voi”
“Grazie" dicemmo andando a prendere posto.
Dopo aver dato un occhiata al menù, la voglia di pizza che avevo fino a poco fa passò e come Gennaro tornò al nostro tavolo, io e la mia amica ordinammo pasta al ragù, cotoletta alla milanese e patate arrosto. Io e Keith mangiammo lentamente per gustarci meglio il sapore del cibo, estremamente buono. Rimanemmo circa un’ora e mezza nel ristorante del signor Gennaro e quando decidemmo di andar via, si erano fatte già le tre e venti.
“Ci voleva proprio un pranzetto così!” esclamai massaggiandomi la pancia.
“Già era tutto buonissimo” mi rispose la mia amica.
“Allora Waters, cosa hai intenzione di fare ora?”
“Bo, e se andassimo al cinema?”
“A vedere cosa?”
“Che ne dici di Rapunzel?”
“Va bene Keith!”.
Raggiungemmo così il posto stabilito e, dopo aver pagato i biglietti, entrammo nella sala.
“Mi raccomando Mery, non piangere!”
“Oh uffa, non dipende mica da me”
“Dai che stavo scherzando!” disse abbracciandomi.
Il film iniziò dopo 20 minuti di pubblicità. Era molto carino, travolgente e divertente ma aveva alcune parti molto commuoventi che mi fecero inevitabilmente piangere. Dopo circa un’ora e mezzo il film finì, e io e Keith optammo per tornare in hotel. Eravamo esauste: quella mattina avevamo camminato e girato molto e perciò, non tardammo ad addormentarci.

La mattina successiva ci svegliammo di buon ora e dopo esserci preparate, ci dirigemmo verso lo Starbucks. Come arrivammo al locale, notammo che Nate e Daniel erano già arrivati.
“Buongiorno ragazzi” salutammo io e Keith.
“Ciao ragazze, tutto bene?” chiese Daniel.
“SI, si grazie” risposi.
“Come è andato il fine settimana?” domandò invece Nate.
“Bene, soprattutto per Meredith” rispose Keith guardandomi.
“Perché?” fecero.
“Io vado a cambiarmi” dissi lanciando un’occhiata a Keith per farle segno di seguirmi.
Lei capì e dicendo un “vado anche io” mi seguì.
“Che c’è?” chiese.
“Ti pare? Cosa stavi per dirgli?”
“Nulla…”
“Certo, meno male che ti ha fermato in tempo…”
“Ma che ti prende?”
“Niente, voglio solo che non racconti a nessuno dell’appuntamento!”
“Perché?”
“Perché non voglio che inizino a circolare voci fasulle” dissi infilandomi la Polo bianca col colletto grigio e la taschina verde della divisa.
“Tipo che sei la nuova fiamma e la nuova ragazza di Niall!”
“Esatto”
“Perché, non ti farebbe piacere?”
“No, perché non è vero!”
“Non ancora…” fece Keith sorridendo e legandosi il foulard verde al collo.
“Per favore Keith smettila…” la supplicai con voce triste sedendomi su una delle panche disposte lungo il perimetro dello stanzino.
“Cosa c’è?” chiese lei preoccupata venendosi a sedere affianco a me e abbracciandomi.
“Non lo so… Ho paura di rimanere delusa, di costruirmi castelli in aria e vederli sfumare di fronte ai miei occhi…”
“Non avere paura Mery! Questo accade soltanto per una semplice ragione”
“E sarebbe?” dissi guardandola con gli occhi lucidi.
“Conosci la risposta, devi solo pronunciarla a voce alta per prenderne coscienza”
“E va bene, forse hai ragione tu…” dissi sospirando. “Ma non prendermi per stupida!” aggiunsi subito dopo. “Ecco io…”. Chiusi gli occhi e dopo aver preso un profondo respiro dissi velocemente: “credo di essermi innamorata di Niall Horan”.
“Oh mio Dio! Lo sapevo” esultò lei “l’hai detto, si!”
“No, no non è vero; stavo scherzando Keith!” dissi alzandomi e guardandola.
“Meredith io-sono-un-genio! Siete bellissimi assieme!”
“Frena, frena, frena Keith Hope Waters! Non esiste nessun “siete bellissimi assieme”, perché non esiste nessun “noi”!” dissi triste e rimettendomi seduta.
“Ancora? Ti ho già detto “adesso non esiste”, ma come vedi sta già nascendo qualcosa”
“No Keith. Insomma non sta nascendo nulla. Ho solo ammesso che un po’ mi piace, ma non significa niente questo”
“Si che significa cavolo!” disse quasi urlando.
“Lui ti piace, tu molto probabilmente gli piaci…”
“Come fai a dirlo? Insomma, non mi ha nemmeno scritto un messaggio dopo l’altro giorno… io, non so cosa pensare. Te l’ho detto, non voglio farmi stupide illusioni…”
“Ok, ho capito, ma allora perché mi avrebbe chiesto di aiutarlo a organizzare l’appuntamento? E poi me la ricordo benissimo la volta che me l’ha chiesto, e ricordo anche il fatto che abbia detto che vuole conoscerti meglio, che comunque nutre un certo interesse e che sta bene in tua compagnia”
“Si, che sta bene in mia compagnia, l’ha detto anche a me” sussurrai ricordando la scena di fronte alla porta della mia camera.
“Oh la dolcezza, sei così tenera quando sorridi pensando a lui!” esclamò la mia amica.
“Si certo, come no. Dai andiamo ora: Daniel e Nate si staranno sicuramente domandando che fine abbiamo fatto”.
La mattinata passò molto velocemente grazie anche alle risate tra me e Keith che riempivano di nuovo il locale dello Starbucks.
“Sono contento che sia di nuovo tutto apposto tra voi!” esclamò Daniel al termine del nostro turno di lavoro.
“Già. Ci mancavano le vostre contagiose risate” continuò Nate.
“Si, abbiamo chiarito un piccolo malinteso che si era creato” risposi guardando Keith.
“Voi non ce la raccontate giusta” fecero loro due.
“Dai state tranquilli, è tutto ok. Ci vediamo domani!” disse Keith.
“Va bene a domani ragazze”.

Tornammo in hotel e dopo aver pranzato ci mettemmo a guardare un po’ di tv. Dopo un po’ Keith mi chiese: “Ehy Mery che giorno è sabato?”
“Credo che sia 4 Dicembre” dissi fingendo di non ricordare che fosse il suo compleanno.
“E non ti ricordi cosa succede il 4 di Dicembre?” insistette lei.
“Non lo so, luna nuova?” domandai continuando a guardare la tv.
“Ma che ne so io? No vabbè, nulla di importante…”.
Il suo tono di voce era leggermente infastidito e soprattutto molto triste e deluso, ma io non potevo assolutamente cedere. Avevo infatti un’dea in testa: sapevo benissimo che era il suo diciottesimo compleanno e mi ero promessa di organizzare una festa a sorpresa, magari con l’aiuto dei One Direction. Doveva essere una festa speciale per lei, una di quelle che non si scordano, una festa importante quanto gli anni che stava per compiere.
“Va bene, ma perché me lo hai chiesto?” domandai allora.
“Bo, volevo fare qualcosa di diverso dal solito…”
“Tipo?”
“Bo, potremo andare a ballare, magari con Louis, Niall, Zayn, Liam ed Harry…”
“Bo, va bene, glielo chiederò”.
Passammo il resto della serata ad ascoltare canzoni su youtube, a cantare e a guardare film, cose che eravamo solite a fare spesso anche in Sardegna.

Il giorno dopo, 30 Novembre, dopo essermi alzata, mi venne una grande idea che mi sarebbe servita per mettere in opera e attuare il mio piano.
Così, svegliai Keith e le dissi: “Ciao Keith, senti io oggi non mi sento per niente bene; mi gira la testa, ho mal di pancia e capogiri. Credo di avere anche un po’ di febbre”
“Come mai?” chiese lei preoccupata.
“Credo di aver preso troppo freddo, questi giorni…”
“Oh mi dispiace, ti conviene rimanere qui oggi, allora”
“Lo stavo pensando anche io…” tossii forte.
“Ti è venuta anche la tosse! No, no, non puoi venire a lavoro in queste condizioni, potresti aggravare la situazione!” e detto ciò, si alzò e mi coprì con la trapunta fino al collo, riempì una borsa dell’acqua calda che posizionò all’altezza dei miei piedi e mi preparò un thè caldo e leggero. “Tieni, ti farà bene” disse porgendomelo.”Io ora vado a prepararmi, tu stai qui e non prendere freddo! Ci penserò io a dire a Nate e Daniel che non vieni perché ti senti poco bene”
“Va bene Keith, grazie” dissi prima che andasse a prepararsi.
Come Keith entrò in bagno, afferrai velocemente il cellulare e iniziai a digitare sulla tastiera il messaggio che avrei poi inviato ai ragazzi: “Ciao ragazzi, spero di non avervi svegliato. Siete liberi questa mattina? Mi servirebbe il vostro aiuto per organizzare una festa a sorpresa per Keith: sabato è il suo compleanno! Rispondetemi appena vedete il messaggio e ricordate di non farne parola con lei :)”.
Premetti invio, rimisi il cellulare sul comodino e mi ricoprii con le coperte. Dopo circa 10 minuti il cellulare vibrò, proprio nello stesso istante in cui Keith uscì al bagno.
“Ok, io allora vado”
“Va bene, a che ora torni?”
“All’ora di sempre: tre meno venti. Perché?”
“Niente., mi mancherai”
“Anche tu, ciao Mery” disse uscendo.
A quel punto presi il cellulare e aprii il messaggio.
Era di Louis e diceva: “Ciao Mery, come va? Io e i ragazzi ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di aiutarti a organizzare la festa! Sai, sei stata fortunata perché questi tre giorni noi siamo liberi :D”
“Perfetto! Quando ci vediamo?”
“Non lo so, sei a lavoro ora?”
“No, non sono andata oggi”
“Allora posso venire a prenderti stamattina alle nove, se ti va bene”
“Grandioso! A dopo Lou”.
Poggiai il telefono di nuovo sul comodino, poi controllai l’ora: 7.50. Decisi di alzarmi dal letto e iniziare a prepararmi. Presi una camicetta dall’armadio, un paio di jeans e entrai in bagno. Rimasi sotto il getto dell’acqua calda per circa venti minuti. Poi mi vestii, mi asciugai i capelli con il phon, mi lavai i denti e misi un po’ di mascara. Erano le nove meno cinque quando finii di prepararmi, così dopo aver socchiuso le tapparelle delle finestre, mi sedetti sul letto e attesi il messaggio di Louis che non tardò ad arrivare. Chiusi la porta e come uscii dall’ascensore, lo vidi vicino all’uscita.
“Ciao Mery” disse appena gli fui vicina.
“Ciao Lou, come stai?”
“Bene grazie, tu?”
“Bene” risposi uscendo dall’hotel.
“La macchina l’ho parcheggiata lì” affermò lui indicando un punto non distante dalla nostra posizione. Mi fermai in mezzo al marciapiede, maledetta dalle persone che camminavano dietro di me e che mi venivano addosso.
“Che c’è Mery?” domandò a quel punto Louis girandosi e notando che ero rimasta indietro.
“Dobbiamo andare in macchina?” domandai storcendo il naso.
“Ancora con questa storia?” chiese invece sorridendo Louis. “Ti prometto che guiderò bene”
“Ma non c’è proprio altro modo?”
“No mi dispiace, ti dovrai fidare di me” disse cingendomi le spalle con un braccio e accompagnandomi verso l’auto.
“Ma io, non è che non mi fido di te Lou, e solo che sei troppo spericolato tu!”
“Guiderò bene solo per te Mery!” disse guardandomi negli occhi.
“Va bene” risposi sorridendogli.
Salii in macchina e misi la cintura. Louis girò la chiave nel cruscotto e la macchina partì in avanti.
“Scusa, scusa: non l’ho fatta apposta, davvero!” disse spegnando prontamente l’auto. “Mi dimentico sempre di togliere la marcia!” cercò di giustificarsi.
Scoppiai a ridere: era così buffo.
“Dai, non fa nulla”.
Il secondo tentativo andò meglio e Louis mantenne la promessa, guidando attentamente fino a casa loro.
“Hai visto come sono stato prudente e attento?” disse dopo aver chiuso la macchina.
“Si, sei stato bravissimo” feci schioccandogli un bacio sulla guancia.
“Lo so” rispose lui alzando la testa fieramente “sono il migliore!”
“Ma spostati!” esclamai dandogli uno spintone.
“Ehy vieni qui! Tanto ti prendo: è inutile che scappi ragazzina!”.
Iniziammo un inseguimento fino ad arrivare alla porta di ingresso che si aprì giusto in tempo per lasciarmi entrare e sfuggire dalle grinfie di Louis.
“Ti prego, ti prego Zayn aiutami!” urlai prima di nascondermi dietro di lui, che teneva ancora la porta aperta.
“Wo, wo, wo! Che sta succedendo qui?” domandò.
“E’ tutta colpa di Louis”
“Che bambini che siete!”
“Ecco qua: ha parlato il “bad boy”, facciamo attenzione!” esclamò Louis sarcasticamente.
Noi due scoppiammo a ridere.
“Cosa vorresti dire con questo Louis” chiese il moro.
“Oh nulla, non è vero Mery?”
“Certo Lou!”
“Ah è così? Ve lo farò vedere io cosa comporta ridere di Zayn Javaad Malik!”
“Secondo me sarai tu l’unico a ridere ora!” dissi.
“Addosso Mery!” urlò Louis.
Zayn non ebbe nemmeno il tempo di dire “ma” che era già caduto a terra ridendo come un matto.
“Basta con il solletico” riuscì a dire tra una risata e l’altra.
Lo lasciammo andare.
“Ehy ma che sta succedendo qui?” chiesero due voci provenienti dalla cucina.
Ci girammo tutti e tre: erano Harry e Niall.
“Ciao Mery” dissero avvicinandosi.
“Ciao ragazzi, come state?” dissi alzandomi dal pavimento e abbracciandoli.
“Oh bene tu?”
“Bene, bene grazie”
“Cos’era tutto quel chiasso?” chiese Liam scendendo dalle scale.
“Louis e Mery mi hanno atterrato! Non mettetevi contro quei due” rispose Zayn.
“Siamo troppo forti!” esclamammo io e Louis battendoci il cinque.
“Siete due pazzi!” commentò Harry mettendosi una mano sulla fronte e facendo segno di no con la testa.
Iniziammo di nuovo tutti a ridere.
“Su, ora torniamo a cose serie” fece Liam.
“Già, andiamo in soggiorno” propose Niall.
“Allora ragazzi,” iniziai a dire una volta che tutti si sedettero, “mi serve il vostro aiuto: sabato, come vi ho scritto, sarà il diciottesimo compleanno di Keith e vorrei organizzare qualcosa di davvero indimenticabile”
“Lei ti ha detto che vorrebbe fare qualcosa in particolare?” domandò Niall.
“…Mmh, ha detto che le piacerebbe andare a ballare…”
“Perfetto, possiamo affittare un locale” affermò Liam.
“Si, ce n’è uno carino non distante dal centro” ci informò Zayn.
“Per la musica potrei chiedere a Nick” continuò Harry.
“Allora ci manca solo da stilare la lista degli invitati” dissi.
“Più comperare le decorazioni e ordinare la torta” fece Louis.
“Dai ragazzi, possiamo farcela in tre giorni!”
“Si, ma vi siete dimenticati che bisogna anche scegliere cosa portare da mangiare” intervenne Niall.
“Giusto! Ce ne stavamo dimenticando. Meno male che ci sei tu…”
Nella stanza calò un silenzio profondo prima di venire interrotto da Harry, Zayn, Liam e Louis: “Eh Mery, Mery!”dissero ridendo.
“Che c’è?”
“Meno male che ci sei tu…”
“Smettila di ricopiarmi Louis!” urlai imbarazzata.
I ragazzi continuarono a ridere.
“Oh sentite questa” continuò Harry avvicinandosi a Niall, “Niall tu sei l’unico per me… baciami!” poi scoppiò a ridergli in faccia, seguito a ruota da Zayn, Liam e Louis.
“Non siete simpatici quando fate così!” dissi incrociando le braccia.
“Dai Mery non te la prendere!” fece Zayn trattenendo a stento le risate.
“Zayn ha ragione: non volevamo prenderti in giro, solo che non ci aspettavano che dicessi una cosa del genere…” spiegò Liam cercando di rimanere serio.
“Ecco, è proprio qua che vi sbagliate! Avete interpretato male la mia frase”
“Cioè?” domandò Harry.
“Io intendevo meno male che c’è Niall che non si dimentica mai del cibo…”
“Certo, come no!” rispose Louis prima di rincominciare a ridere insieme agli altri.
“Dai ragazzi, lasciatela in pace…” li interruppe Niall.
Il suo tono di voce non era alterato e nemmeno infastidito, era semplicemente calmo. Si voltò verso di me e mi sorprese a guardarlo, così mi sorrise.
“Guardate come è protettivo il nostro Horan, nei confronti della sua Meredith” ricominciò Harry.
“Su ragazzi, è inutile che lo nascondiate! E’ abbastanza ovvio che ci sia qualcosa tra di voi” affermò Louis.
Tutti e due rimanemmo in silenzio.
“Allora?” ci incalzò Liam, “nessuno di voi dice niente?” continuò.
Io e Niall ci limitammo a guardarci l’un l’altro continuando però a stare in silenzio; poi ad un tratto lui disse: “Non ricordo come siamo arrivati a questa situazione imbarazzante… Ad ogni modo, io inizio ad avere fame, quindi possiamo andare a fare colazione o dovete continuare a fare gli stupidi?”.
Liam, Harry, Louis e Zayn si guardarono l’un l’altro e alla fine, acconsentirono alla proposta di Niall. Ci dirigemmo in cucina e dopo averli aiutati a preparare il tavolo, mi sedetti su una sedia.
“Mery, tu preferisci il latte, thè o tutti e due?” mi chiese Zayn nel mentre che preparava il suo Mug.
“Oh, io ho già fatto colazione. Grazie comunque Zayn”
“Prendi almeno una fetta di Cheesecake” insistette Harry.
“Dai va bene” dissi.
“Ti serve qualcos’altro?” domandò Liam.
“Forse un foglio e una penna”.
Liam uscì dalla cucina tornando poco dopo con in mano ciò che avevo chiesto.
“A cosa ti servono?” chiese poi porgendomeli.
“A scrivere il necessario per la festa, così eviteremo di dimenticarci qualcosa!”.
Così, mentre loro facevano colazione, io iniziai a tracciare una piccola lista di tutto ciò che avremo dovuto fare.
“Bene, io ho finito!” dissi dopo un po’.
“Anche noi” risposero loro.
Rimettemmo tutto apposto e dopo cinque minuti eravamo di nuovo seduti sul divano del soggiorno.
“Ho pensato che potremmo dividerci i compiti” affermai.
“Buona idea! In questo modo finiremo prima” fece Zayn.
“Da cosa iniziamo?” chiese Louis.
“Non lo so, voi che dite?”.
Guardai ad uno ad uno i volti dei ragazzi.
“Forse ci conviene chiedere per il locale prima” propose Niall “senza il locale la festa non può esserci!” continuò.
“Vado io a chiedere” disse Zayn alzandosi e dirigendosi verso l’atrio.
“Vengo con te amico!” lo rincorse Louis.
“Noi cosa facciamo nel mentre?” domandò Harry una volta che Louis e Zayn furono usciti.
“Che ne dite di iniziare a stilare la lista degli invitati?” fece Liam.
Io, Niall ed Harry annuimmo entusiasti. Così presi il foglio e iniziai a scrivere i nostri nomi, più quello di Keith naturalmente.
“Inviteremo anche Daniel e Nate, quindi cercate di comportarvi bene” dissi soffermando il mio sguardo su Harry.
“Perché guardi me?” chiese.
“Perché l’altra volta non ti sei comportato molto bene nei loro confronti”
“Si lo so, ma c’è qualcosa che non mi convince… Secondo me nascondono qualcosa quei due…”
“Ma cosa? Harry, è solo una tua sensazione”
“Può essere…”
“Ad ogni modo sono invitati, quindi mi raccomando!”
“Va bene, va bene” fecero Liam, Harry e Niall.
“Ehy Mery, posso…?”
“Puoi?”
“Possiamo invitare anche Sarah alla festa?” disse Harry velocemente.
“Ma certo!” esclamai scrivendo il nome della ragazza nel foglio.
“Dovremmo invitare anche Chantal e le sue amiche allora” commentò Liam.
“Perché? Tu sai che né io né Keith andiamo d’accordo con quelle tre, vero Liam?”
“Lo so Meredith”
“Allora?”
“E’ la ragazza di Zayn, Mery!”
“Liam credo che tu sappia di…”
“So anche questo, ma sarebbe sbagliato non invitare la ragazza di un vostro amico”
“Anche dopo quello che ha detto a Keith?”
“Esatto!”
“Un momento, c’è qualcosa che io ed Harry non sappiamo?” chiese Niall.
“No no, tutto apposto ragazzi” cercò di tranquillizzarli Liam; ma nonostante le sue parole né Harry né Niall gli credettero.
Fortunatamente però non fecero altre domande e scrissi così anche i nomi di Chantal, Allison e Phoebe nella lista. Passò circa un altro quarto d’ora, durante il quale discutemmo su altre persone da poter invitare, molte di cui non sapevo assolutamente niente.
“Eccoci, siamo tornati!”.
Le voci appartenevano a Zayn e Louis.
“Cosa avete fatto di bello?” domandò il moro sprofondando nel divano.
“Abbiamo stilato una bozza della lista degli invitati” li informò Niall.
“Bene” commentò Zayn, “posso vederla?”
“Certo: tieni” dissi porgendogliela.
Lui la prese e iniziò a leggerla silenziosamente.
“Allora? Per il locale?” chiese Harry.
“Tutto sistemato!” esclamò Louis.
“L’abbiamo prenotato per sabato sera alle 21, va bene?”
“Perfetto, bravi ragazzi” commentò Liam battendo una mano sulla spalla di Louis.
“A questo punto credo sia il caso che io vada da Nick” fece Harry.
“E tu Liam verrai con me” disse girandosi verso di lui.
“Io? Perché io?”
“Perché sei l’unico che non è ancora uscito.
“Non è vero! Anche Niall non è uscito”
“Lui rimarrà qua Liam, te lo dico io!” affermò Harry volgendomi uno sguardo prima di dirigersi verso l’uscita seguito da Liam.
“Ci vediamo presto” salutarono.
“Io credo che aspetterò il loro ritorno giocando un po’ a FIFA” disse Zayn.
“Ti sfido!” urlò Louis precipitandosi fuori dal soggiorno e iniziando a correre su per la scala. “Io prendo il Barcellona” continuò ad urlare Louis.
“No, il Barcellona dovevo usarlo io” gridò a sua volta Zayn per farsi sentire e alzandosi improvvisamente da divano.
“Andiamo anche noi?” dissi rivolta a Niall, dopo che anche Zayn si fu dileguato.
“Va bene” rispose sorridendo.
Raggiungemmo i ragazzi nel salone al piano superiore. Erano seduti sul tappeto di fronte al televisore e stavano bisticciando per la scelta delle squadre.
“Non ti preoccupare se li sentirai urlare: fanno sempre così” mi disse Niall appena vide come li stavo osservando.
“Vieni, sediamoci lì” continuò indicando il divanetto in pelle messo in un angolo della stanza.
“Tu non giochi?” gli chiesi.
“Magari dopo…”.
“Voi fate come se non ci fossimo” disse Louis voltandosi e facendoci l’occhiolino.
Questo suscitò un’ilarità e alcune risate anche da parte di Zayn che poi, tornò a guardare lo schermo della tv al plasma.
“Scusali, quando si fissano con qualcosa è difficile farli smettere”
“Ho visto” dissi sorridendogli.
“Non immagini l’interrogatorio che mi hanno fatto sabato quando sono tornato a casa”
“Posso immaginare: anche Keith ha fatto lo stesso con me!”.
Iniziammo a ridere.
“Vedo che vi state divertendo!” disse Louis voltandosi e mettendo il gioco in pausa. “Bè, anche io mi sto divertendo: sto vincendo 17 a 0!” continuò a dire con un sorriso stampato in faccia.
“Solo perché non sto facendo sul serio” si lamentò Zayn.
“Ehy Niall, amico, te la fai una partita?” chiese Louis.
“Perché invece, non andiamo in giardino a giocare?” proposi.
I ragazzi si voltarono increduli verso di me.
“Che c’è?” feci.
“Tu, vuoi giocare a calcio?” mi domandò Zayn.
“Perché no? Ammetto di non essere una campionessa, ma me la cavo; e poi oggi non c’è neanche tanto freddo”
“Questo è vero!” concordò Louis.
“Allora, venite o no?” dissi alzandomi dal divano.
“Prendo il pallone!” esclamò Zayn uscendo dal salottino di corsa.
Io e Niall aspettammo che Louis spegnesse l' X-box e poi assieme ci dirigemmo verso il giardino, dove Zayn stava già facendo alcuni palleggi.
“Eccovi!” esclamò quando gli fummo abbastanza vicini.
“Dai formiamo le squadre” disse Niall.
“Va bene, io sto con Mery” fece Louis.
“Palla o campo?” domandò Zayn.
“Palla” gli rispose Louis.
“Va bene, allora noi scegliamo quel campo!” disse Niall.
“Cercate di non umiliarmi troppo però”
“Secondo me, ti umilierai da sola” disse Zayn e io come tutta risposta gli feci una boccaccia tirando fuori la lingua, gesto che provocò la risata di Niall.
Giocammo per circa quaranta minuti, poi decidemmo di riposarci sugli sdrai.

“Ammetto di aver pensato che non fossi così brava” commentò Zayn.
“Vedi a cosa serve crescere con un fratello?”.
Zayn stava per rispondere ma la voce di Liam dietro di noi, ci costrinse a voltarci: “Hey ragazzi, perché vi siete nascosti? Non riuscivamo a trovarvi”
“Siamo usciti per fare una partitella” spiegò Niall.
“Voi invece, perché ci avete messo così tanto?” domandò Louis.
“Sapete come è fatto Nick!” rispose Harry.
“Ci ha fatto sedere e abbiamo chiacchierato un po’. Comunque ha accettato” ci comunicò Liam.
“Bene. Allora domani di cosa ci occuperemo?” domandò Zayn.
“Della torta e della roba da mangiare e da bere” risposi.
“Venerdì?” continuò Harry.
“Venerdì?” chiesi.
“Si, giovedì non possiamo” dissero i ragazzi.
“Ho capito. Bè, ci occuperemo delle cose restanti, quindi delle decorazioni, di rivedere la lista degli invitati e poi, vedremo”.
“Bien!” esclamò Liam.
“Io fra un po’ andrei…” dissi infine.“Non vorrei che Keith arrivasse e non mi trovasse”
“Perché, cosa le hai detto?” chiese Zayn curioso.
“Ho finto di essere malata e così, non sono neanche andata a lavoro”
“Brava, complimenti! Ti sembra giusto raccontare bugie ai tuoi amici, Meredith?” fece Louis.
“Guarda che è proprio per una mia amica che sto facendo questo Lou” affermai facendogli la lingua.
“Quindi organizzerete una festa anche per me?” chiese Louis.
“No, per te, no!” dicemmo.
Louis fece finta di prendersela e di mettersi a piangere. Iniziammo tutti a ridere cercando di consolarlo.
“Dai ragazzi, io ora vado. Ci vediamo domani” li salutai abbracciandoli uno per uno.
Loro si alzarono dai loro sdrai e mi accompagnarono fino alla porta di ingresso.
“A domani Mery”.
Chiusi la porta alle mie spalle e iniziai a camminare. Stavo per varcare il cancello, quando sentii la voce di Louis: “Mery, Mery!”
“Che c’è Lou?”
“Non mi hai aspettato”
“Perché, dovevo?”
“Certo che si! Stavo prendendo il giubbotto e poi ti avrei accompagnato”
“Oh che gentile, grazie”
“Non ti lascio andare a piedi e per giunta da sola”
“Esagerato! Guarda che non mi mangiano mica”
“Non centra niente” fece Louis accendendo l’auto.
Arrivammo velocemente in hotel, così salutai Louis e dopo esserci messi d’accordo per il giorno dopo, salii in camera.
Era ancora presto, perciò Keith non era ancora tornata; ci sarebbero voluti ancora 25 minuti al termine del suo turno di lavoro. Mi cambiai e riposi la roba nell’armadio; dopodiché mi infilai il pigiama e mi sistemai sotto le coperte addormentandomi velocemente. Quando mi svegliai, la prima cosa che feci fu quello di controllare l’ora sullo schermo del mio cellulare: erano le 16.15. Mi alzai e cercai con lo sguardo la figura di Keith che trovai seduta sul divano di fronte alla tv. Mi sedetti affianco a lei.
“Ah ti sei svegliata finalmente!”
“Si ero molto stanca….”
“Come stai ora?”
“Oh…, ecco, mi fa ancora un po’ male la testa”
“Te la sei misurata la febbre?”
“Non ne ho; sta tranquilla! A te come è andata oggi?”
“Normale Mery”
“E non ti sono mancata?” le domandai.
“No!”
“Oh! Come ti permetti?”
“Sto scherzando!”
“E quindi ti sono mancata?”
“Un po’” disse, poi mi abbracciò.

L’indomani mattina come Keith uscì di casa, mi fiondai in bagno per lavarmi e prepararmi. Attesi l’arrivo di Louis e poi scesi in strada. Scorsi la sua auto parcheggiata non lontana dall’entrata dell’hotel.
“Mi raccomando non provare a scendere, altrimenti potresti rovinarti le scarpe!” dissi sarcastica dopo aver chiuso la portiera.
“E tu non salutarmi” fece lui mettendo il broncio.
“Ciao Lou, come stai oggi?” chiesi dandogli un bacio sulla guancia.
“Bene, e tu piccola Meredith?”
“Anche io sto bene”.
Sorrisi.
“Meglio così” mi rispose il ragazzo ricambiando il sorriso e accendendo il motore dell’auto.
Come arrivammo Louis chiuse la macchina e io andai a suonare il campanello. Dopo qualche minuto la porta si aprì mostrando la figura assonnata di Harry.
“Buongiorno Harold!” esclamai.
“Giorno” sussurrò lui stropicciandosi gli occhi e spostandosi da un lato per lasciarci entrare.
“Non si sono ancora alzati quei tre?” chiese Louis ad Harry.
“No, non ancora” rispose il riccio.
“Credo che sia allora arrivato il momento di fargli vedere la luce del sole” disse Louis euforicamente e lasciando intendere il fatto che avesse in mente qualcosa.
“Oh no Lou; temo che dovrai fare a meno di me per questa volta” disse Harry dirigendosi in cucina e sbadigliando.
“Tu Mery non puoi abbandonarmi. Andiamo!” esclamò quindi il ragazzo prendendomi per mano e trascinandomi su per le scale.
“Tu sei pazzo Louis!” urlai.
“Shh! Fai silenzio” bisbigliò tappandomi la bocca con l’altra mano.
“Questa è la camera di Zayn”.
“Cosa vuoi fare Lou?” domandai.
“Per ora nulla: lo sveglieremo tranquillamente, ma se invece proverà a opporre resistenza, lo tireremo giù dal letto con le maniere forti”.
“Povero Zayn… Dai su, andiamo prima che cambi idea”.
Louis aprì lentamente la porta che poi richiuse una volta entrati.
“Ehy Lou, non vedo nulla”
“Stai zitta o ci scopre!”.
Dopo che Louis ebbe detto quelle parole, sentii Zayn rigirarsi nel letto e dire: “Chi c’è? Liam sei tu?”.
Io e lui rimanemmo immobili e in silenzio. Zayn non disse più niente e si riaccucciò di nuovo sotto le coperte. In un attimo Louis mi prese per un braccio e mettendomi una mano davanti alla bocca, mi trascinò verso un angolo della stanza.
“Si è svegliato! Dobbiamo agire in fretta: tu alzi la tapparella e io gli tiro via le coperte”
“Va bene”
“Pronta? Al mio tre: uno, due, TRE!”.
Corsi velocemente verso la parete e sollevai altrettanto velocemente la serranda, mentre Louis levò le coperte di dosso a Zayn, scoprendogli il torace.
“Sei uno stupido Louis!” gridò Zayn coprendosi gli occhi con le mani.
“Non la saluti Meredith, brutto maleducato?” lo rimproverò.
“Ciao Mery” mi salutò Zayn avvicinandosi a me e accennando un sorriso stanco.
“Buongiorno” risposi; poi mi affrettai ad aggiungere: “Zayn, senti prima che tu prepari la tua vendetta, ci tenevo a dirti che mi ha costretto Louis a fare tutto ciò, e…”.
Il ragazzo si mise a ridere divertito, al contrario di Louis che aggrottando le sopraciglia, domandò con voce urlante: “Cosa avrei fatto io? Ti avrei costretta?”
“Esatto” affermai incrociando le braccia al petto.
“Bugiarda”
“Mi stai dicendo che non è vero Louis?”
“Ahahaha basta ragazzi!” si intromise Zayn. “Mery sta tranquilla” continuò poi abbracciandomi amichevolmente.
“Ok, ok, basta così, basta così… sono geloso: a me non abbracci mai così, cattiva!”
“Non è vero Lou!” affermai.
“Dai stavo scherzando! Zayn ci vediamo giù, noi andiamo a svegliare gli altri” disse Louis uscendo dalla camera.

“Adesso andremo da Liam!” continuò avvicinandosi alla porta che si trovava affianco alla camera di Zayn.
“Aspettami qui. Torno subito!” fece poi dirigendosi verso la fine dell’andito e entrando in una porta in fondo.
Quando Louis uscì, reggeva in mano due bicchieri di plastica.
“Cosa intendi fare con quest’acqua?” chiesi indicando i bicchieri.
“Sono per Liam” disse lui tranquillamente.
“Non potrei mai fare una cosa del genere a Liam, Lou!”
“Ma è per scherzare…”
“Ma si bagnerà tutto, poverino”
“Allora tu mi reggerai solo i bicchieri”
“Mmh… e va bene”.
Louis spinse in avanti la porta socchiusa ed entrammo.
Liam dormiva beato nel suo letto, ma come Louis gli rovesciò l’acqua addosso, lanciò un urlo assordante che risuonò all’interno della stanza: “Sei impazzito? Che ti è saltato in mente, Louis!”.
Louis da parte sua continuò a contorcersi dalle risate e a rotolare sul pavimento, mentre io osservavo la scena a distanza di sicurezza. In un attimo Liam si alzò dal letto e ancora tutto bagnato, si avvicinò minacciosamente a Louis che, appena lo vide, smise di ridere e dopo essersi alzato, fuggì fuori dalla camera inseguito da Liam. Quei due iniziarono a rincorrersi andando avanti e indietro nell’andito, fino a quando Louis non entrò dentro la porta da cui era uscito poco prima con i bicchieri in mano. Naturalmente Liam seguì Louis anche lì dentro. Seguirono alcuni secondi di urla e grida, poi i due ragazzi uscirono sorridenti dalla porta, questa volta entrambi bagnati.
“Ciao Mery, scusa se non ti ho salutato, ma dovevo vendicarmi” disse Liam venendomi incontro.
Mi scappò una risata.
“Come stai Liam?”
“Stavo meglio quando ero asciutto nel mio letto” dichiarò lui.
“Ti conviene asciugarti o prenderai freddo”
“Si ora vado” disse prendendo un asciugamano e dirigendosi in bagno.
“Alla fine me l’ha fatta pagare” fece Louis appena fummo soli.
“Te la sei cercata” dissi spingendolo fuori dalla camera di Liam.
“Perché non andiamo a cercare Niall, invece?”
“Sei un caso senza speranza” dissi sospirando.

Ci dirigemmo dunque verso la sua camera. La porta socchiusa, venne spinta in avanti da Louis che si avvicinò di soppiatto al letto, posto in un angolo della luminosa stanza, sul quale si trovava girato di spalle, il biondo irlandese.
“Louis non ti azzardare a farmi qualche scherzetto!” disse Niall voltandosi.
“Ah, accidenti a te Horan!” esclamò Louis uscendo scocciato dalla stanza.
“Ciao Mery” sussurrò dolcemente il ragazzo.
“Ciao Niall”
“Vieni qui”
“Perché?”
“Non stare lì in piedi”.
Mossi alcuni passi in DIREZIONE del suo letto, poi mi sedetti.
“No, no non stare lì, vieni qui dentro Mery” continuò Niall sollevando un lato del piumone.
Mi ci infilai dentro e lui mi coprì con le coperte.
“Che bel calduccio” esclamai.
“Già” disse Niall sorridendo. “Come stai?” aggiunse poco dopo.
“Bene…, e tu?”
“Ora sto bene”.
I nostri visi erano così vicini, tanto da poter distinguere le sfumature più chiare dei suoi occhi. Istintivamente abbassai lo sguardo imbarazzata. Niall lentamente mosse la sua mano verso il mio viso e delicatamente mi scostò una ciocca scura all’indietro. Risollevai lo sguardo. Sentivo il battito del mio cuore accelerare sempre di più e brividi risalire lungo la schiena. Niall si fece un po’ più vicino ancora. Sarei impazzita, se avesse continuato a fissarmi e ad accarezzarmi i capelli in quel modo. Quel ragazzo aveva uno sguardo magnetico che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco e la mente farsi sempre più appannata.

“Che state facendo?” urlò Louis facendoci sobbalzare entrambi.

“Nulla! Assolutamente nulla!” esclamammo io e Niall mettendoci velocemente a sedere.
“Meredith esci subito da quel letto!”.
Louis si precipitò verso di me e mi tirò fuori da esso.
“Louis sta tranquillo” dissi.
“Stavamo solo parlando” aggiunse Niall.
“Così vicini? Voi non me la raccontate giusta” affermò socchiudendo gli occhi e guardando prima me e poi Niall.
Noi due sorridemmo nervosamente.
“Ad ogni modo ci vediamo giù per la colazione” continuò Louis.
“Va bene” rispondemmo io e Niall.
“No, tu vieni con me” mi si rivolse prima di uscire.
Lo seguii, ma prima di passare la porta, mi voltai e sorrisi a Niall che ricambiò il mio sorriso. Arrivai in cucina dove trovai Harry e Zayn che facevano colazione. “Dove dobbiamo andare oggi?” chiese Harry.
“A ordinare la torta e a comperare qualcosa per il buffet”
“Vado a prepararmi” fece Harry uscendo dalla cucina.
Poco dopo, scesero a fare colazione anche Liam e Niall e quando finalmente fummo tutti pronti per uscire, si erano già fatte le undici meno venti. Ci sistemammo dunque in macchina: Harry alla guida affiancato da Zayn e io, Niall, Liam e Louis stretti nei posti di dietro.
“Andiamo prima a scegliere la torta?” domandò Liam.
“Va bene” esclamammo in coro.
Harry parcheggiò di fronte ad un edificio pitturato di rosa. Prima di scendere dall’auto, i ragazzi si coprirono il viso in modo da non essere riconosciuti, poi a passo svelto entrammo dentro il locale dove si trovavano fortunatamente, solo poche persone. Proprio per questo motivo il nostro turno non tardò ad arrivare.
“Come posso esservi utile?” chiese la ragazza dietro al bancone.
“Vorremo chiedere se è possibile ordinare una torta per questo sabato” affermò Louis.
“Questo sabato? Sarà un po’ difficile. Fatemi controllare l’agenda…”
“… Mi dispiace, ma non è possibile” dichiarò infine la ragazza.
“Ne è sicura? Controlli bene” la pregò Liam.
Nel mentre che la donna controllava nell’agenda, mi avvicinai a Harry e gli sussurrai all’orecchio. Harry sorrise e si avvicinò alla tipa: si tolse il cappuccio e gli occhiali da sole e le sorrise.
Alla ragazza per poco non venne un infarto: “Oh mio Dio, ma voi siete i One Direction?”
“Esattamente” confermò Zayn seguendo l’esempio di Harry e lasciandosi riconoscere insieme a Louis, Liam e Niall.
”Per favore signorina, noi abbiamo urgentemente bisogno di quella torta” disse Niall.
“E’ per il compleanno di una nostra cara amica” continuò Harry.
“Bè, forse potrei fare qualcosa” dichiarò.
“Grazie mille” le rispose Zayn.
“Vi porto gli assaggi così potrete decidere il gusto”.
La ragazza scomparve dietro una porta per poi tornare subito dopo con tre piattini in mano.
“Ecco a voi” disse porgendoceli con un gran sorriso stampato in volto.
Io e i ragazzi assaggiammo un pezzo da ciascun piattino.
“A me piace questo” annunciò Louis indicando l’ultimo piatto.
“Quella è al cioccolato e all’arancia” ci informò la ragazza.
“Anche a me piace molto” fece Liam prendedone un altro pezzo.
“Bo, forse è più buona quella alla fragola… è alla fragola, giusto?” domandò Zayn.
“Si, esatto”
“Secondo me a Keith piacerebbe più quella ai frutti di bosco” affermai.
“Quella è davvero gustosa” riferì Niall.
La ragazza mi squadrò da capo a piedi con aria sprezzante e poi rivolgendosi ai ragazzi, fece: “Allora, quale scegliete?”
“Quella ai frutti di bosco, come ha detto Mery” le rispose Harry.
“Aspettate, mi è venuta un idea migliore!” esclamai.
“Cioè?” domandarono i ragazzi.
“Possiamo farci fare una torta a strati con un gusto diverso per ogni strato”
“Ottima idea Mery” disse Liam.
“Allora?” chiese la ragazza iniziando a spazientirsi.
“Come ha detto lei” comunicò Louis.
“Perfetto” rispose lei tornando a sorridere.
“Quante persone ci saranno alla festa?” chiese ancora. “Una cinquantina” rispose Zayn.
“Quindi vanno bene cinque strati di questa grandezza?”
“Si, si, perfetto” convenne Niall.
“Bene, la torta sarà pronta per le 4.30 di sabato”
“Grazie mille! Arrivederci a sabato” salutammo uscendo.
“Ok, anche con la torta siamo apposto” dissi una volta entrati in macchina.
“Gli invitati li avete informati?” domandai a Harry e Zayn, visto che era compito loro.
“Si, ci saranno tutti tranne Jack, Cher e Tracy” disse Zayn.
“Non vengono?” chiese Niall.
“No, hanno un altro impegno” rispose il moro.
“Che peccato!” disse Louis.
“Immaginatevi che io non li conosco neanche” li informai.
“Si sa come sono i festini… Raramente le persone che ci sono, si conoscono” sostenne Liam.
“Mery, Sarah ha chiesto se possono venire anche alcune sue amiche alla festa” disse Harry.
“Basta che siano brave persone” gli risposi.
I ragazzi si misero a ridere.
“In che senso brave persone?” continuò Harry ancora ridendo.
“Sai cosa intendo…”
“Credo di si” disse poi.
“Louis, Eleanor verrà?” gli chiesi.
“Si certo, ah e, ti ringrazia per l’invito” rispose lui.
“Chantal?” domandai a Zayn con un pizzico di entusiasmo in meno nel mio tono di voce.
“Si, e anche Allison e Phoebe” disse.
“Dai su coraggio, ora andiamo o faremo tardi” dichiarò Niall.
“Agli ordini Nialler!” fece Harry mimando un buffo saluto militare, prima di partire.

Diversi minuti dopo, ci trovavamo nel parcheggio di un grande supermercato londinese. Poco prima di entrare Louis e Niall andarono a prendere il carrello ed Harry si avvicinò a me dicendo: “Tu sai cosa significa andare al supermercato con noi, vero Mery?”
“Intendi dire per le fan?”
“No, assolutamente. Ci fa sempre piacere vedere persone che ci apprezzano e che ci seguono; ma io non mi stavo riferendo a questo”
“E a cosa?”
“Lo vedrai tu stessa”.
Proprio nel momento in cui Harry finì di pronunciare quelle parole, vidi Niall che girava velocemente il carrello su se stesso e Louis posto all’interno di esso, che urlava: “Supermannnn!”.
Liam si avvicinò e gridò ovviamente loro di smetterla. Dopo altri rimproveri e varie risate Niall smise di ruotare il carrello e Louis scese da esso.
“Ok, ora possiamo andare” disse Liam asciugandosi la fronte sudata con un fazzoletto.
“Un momento ma…, dov’è Zayn?” chiesi notando la sua assenza.
Tutti noi iniziammo a cercarlo con lo sguardo, fin quando Harry non indicò un punto in lontananza con l’indice della sua mano: il ragazzo era rimasto indietro e si stava mettendo a posto i capelli, specchiandosi nel finestrino di un’auto scura. Liam prontamente si diresse verso di lui e afferratolo per un braccio lo tirò verso di noi.
“Perché non mi avete detto che avevo i capelli scompigliati?” chiese lui.
“Sei solo tu che li vedi in disordine; ti preoccupi per nulla” affermò Niall.
“Io mi preoccupo di come appaio il tanto giusto. Siamo sempre sotto i riflettori e la gente guarda come siamo vestiti e se siamo alla moda” si difese Zayn.
“Secondo me stai bene” disse Harry.
Zayn lo guardò poco convinto.
“Puoi sempre chiederlo a Mery, lei è una ragazza e ti risponderà sinceramente” gli consigliò Louis.
I ragazzi si voltarono tutti verso di me in attesa di un qualche mio commento.
“Bè ecco, secondo me Zayn i tuoi capelli sono perfetti così come sono. Non ne hai neanche uno fuori posto!” dissi leggermente a disagio, visto che avevo tutti quegli occhi puntati addosso.
“Grazie Mery” disse lui.
“Ecco, ricordatevi che stiamo entrando in un locale, e che non ci siamo solo noi” comunicò Liam cercando di richiamare a sé l’attenzione dei ragazzi. “Provate dunque, a comportarvi bene” continuò in modo serio.
I ragazzi gli scoppiarono a ridere in faccia, ma riuscirono a mantenere un comportamento normale, almeno per metà del tempo che rimanemmo nel locale. Stavamo infatti camminando tranquillamente, Liam spingeva il carrello e i ragazzi parlavamo animatamente vicino a lui. Ci fermammo di fronte a uno scaffale dove si trovavano diverse bibite colorate. Niall si avvicinò ad esso e afferrò sei bottiglie di Pepsi, mentre Louis altrettante di Aranciata.
Come fecero per tornare verso il carrello, Zayn gli andò incontro e disse: “Aspettate vi aiuto”.
La sorte però, volle che, dopo che Zayn prese in mano alcune delle bottiglie, queste cadessero e si aprissero bagnando tutto il pavimento. La scena era abbastanza divertente e fu quindi accompagnata dalle risate di tutti quanti noi.
“Sei uno stupido Zayn” urlò Harry.
“Ah si? Prenditi questo allora”.
Zayn agitò una delle poche bottiglie integre di pepsi e aprendola, la diresse verso il riccio, bagnandolo tutto.
“Guarda cosa hai combinato!” gridò Harry.
“Dai ragazzi smettetela state cal…”.
Non riuscii a finire la frase perché scivolando sul liquido, caddi per terra tra le risate generali.
“Non c’è niente da ridere!” sostenni imbronciata.
“Oh si invece: ti dovresti vedere” mi rispose Louis tenendosi la pancia.
“Senza farmi vedere presi anche io una bottiglia e dopo averla aperta, lanciai il contenuto addosso a Louis che smise immediatamente di ridere, al contrario di Harry, Zayn, Niall e Liam, che avevano ormai le lacrime agli occhi.
“Dai basta ragazzi, ci stanno guardando tutti” disse Liam mettendosi in mezzo prima di scivolare e cadere anche lui a terra.
Seguirono altre immancabili risate. Decidemmo di aiutare Liam a rialzarsi e dopo aver preso altre bibite, alcolici, patatine, snack e caramelle di ogni tipo, ci dirigemmo alla cassa, dove pagammo sotto le occhiate torve delle altre persone. Una volta fuori dal supermercato ci lasciammo andare a un’ilarità generale.
“Ora ho capito cosa intendevi dire prima, Harry” dissi.
Louis rise di gusto e dopo aver sistemato le buste della spesa nel cofano, entrammo in macchina. Una volta arrivati alla villa, scaricammo le buste e le portammo dentro casa, dove Liam le mise sotto chiave in uno sgabuzzino situato in una parte opposta alla cucina nell’atrio.
“Perché le hai chiuse li dentro?” gli domandò Zayn.
“E’ per Niall, non si sa mai che gli venga uno dei suoi attacchi di fame" rispose Liam.
“Non è mica colpa mia se sono fatto così!” si giustificò Niall sentendosi tirato in causa.
“Ragazzi, io ora devo andare” dissi.
“Liam, conto su di te per sorvegliare le provviste”
“Sta tranquilla Mery”
“Allora ci vediamo venerdì!” esclamò Zayn.
“Esatto!”.
Dopo aver salutato i ragazzi, mi avviai verso l’uscita principale, seguita da Harry che aveva proposto di accompagnarmi al posto di Louis. Io ed Harry non tardammo ad arrivare all’albergo e così dopo averlo ringraziato con un bacio sulla guancia e averlo salutato un’ultima volta, mi avviai verso la mia stanza. Fortunatamente, non trovai Keith e perciò mi potei cambiare con molta calma; dopodiché presi un libro e iniziai a leggerlo seduta sul divano. Keith tornò presto e con un bel sorriso stampato in faccia.
“Ciao Mery” disse venendomi incontro e dandomi un bacio sulla guancia.
“Ciao Keith, sbaglio o sei contenta?” le chiesi continuando a tenere gli occhi chini sul libro.
“Si perché sto pensando a cosa faremo sabato” fece lei poggiando il suo giubbotto su una sedia.
“COSA?” domandai quasi urlando e alzando improvvisamente lo sguardo dal libro.
“… Bè, mi hai promesso che saremo andate in discoteca con i ragazzi” fece lei tranquillamente.
Dopo quelle parole mi rassicurai anche io e tornando calma le risposi: “Ah si è vero… Comunque ora li chiamo”.
Lei mi sorrise ed entrò in bagno; così una volta che fui sola, composi il numero di Liam.
Dopo pochi squilli mi rispose con la sua voce baritonale: “Pronto?”
“Ciao Liam, sono Mery”
“Oh, ciao Mery, dimmi”
“Ecco, io ti ho chiamato per uscire sabato…”
“Uscire?” chiese lui non capendo.
“Si ecco, Keith vorrebbe andare in discoteca e quindi mi stavo chiedendo se vorreste venire anche voi”
“Ah, ho capito! Te l’ha chiesto lei?”
“Esatto!” riferii lanciando un’occhiata a Keith, appena uscita dal bagno.
“Ok, aspetta un attimo che faccio finta di chiederlo agli altri” dichiarò Liam ridendo.
“Allora?” domandò Keith notando il mio silenzio.
“Shh, aspetta: sta chiedendo agli altri” risposi.
“Eccomi” fece il suono della voce di Liam dall’altro capo del telefono.
“Verremo a prendervi io e Niall verso le nove meno dieci. Zayn, Harry e Louis saranno già lì per accogliere gli ospiti, quindi tu puoi dire a Keith che hanno già preso altri impegni” continuò il ragazzo.
“Va bene” risposi. “Allora ci vediamo presto; ciao Liam, saluta tutti”
“Ciao Mery” salutò lui prima di attaccare.
“Cosa ti ha detto? Verranno?” chiese la mia amica.
“Purtroppo Louis, Harry e Zayn hanno già preso altri impegni, ma Liam e Niall ci saranno e verranno qui alle nove meno dieci”
“Ah, ok” sbuffò lei.
“Che c’è? Qualcosa non va Keith?”
“No, solo che… pensavo di passare una serata con tutti e cinque, e invece…”
“Dai su, non te la prendere: vedrai che ci divertiremo lo stesso”
“Lo spero…”


Appena pubblicato il sesto capitolo!
In realtà questa è solo la prima parte perchè il vero capitolo sarebbe stato davvero troppo lungo, per cui abbiamo deciso di dividerlo in due parti. Nel continuo ci sarà la festa :) Speriamo che vi sia piaciuto anche se vi abbiamo fatto aspettare molto. Ringraziamo le recensioni e chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate. Speriamo di trovare presto altre recensioni e grazie anche ai lettori silenziosi, a presto. Adios!
  
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