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Autore: Maxximilian    20/06/2013    5 recensioni
In un continente sull'orlo della guerra oscure ombre si proiettano sul regno dell'Ovest. Alran, un giovane soldato del regno, ha l'incarico di indagare sulla malvagia Legione Nera in un viaggio tra la vendetta e il dovere.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yutaka


I soldati, affacciati al parapetto di legno, si chiedevano incuriositi chi fosse quel cavaliere solitario proveniente da sud, una macchia corvina tra la soffice neve appena caduta.

Le guardie confabulavano tra loro: alcune dicevano che era sicuramente una minaccia e che bisognava abbatterlo ora che si era in tempo, altre, invece speranzose, immaginavano che fosse un potente mago inviato a nord per respingere l'invasione. Per qualche minuto tutta Vina distolse lo sguardo dal nord.


Mentre si avvicinava alla palizzata, Alran riuscì a vedere la calca che si stava creando dietro il cancello. Con sollievo riconobbe che le guardie erano umane quindi il nemico non era ancora arrivato li. Cominciò ad essere nervoso, quegli uomini avevano sicuramente i nervi a fior di pelle e alla minima minaccia sarebbero scattati.

Davanti alla grande entrata un paio di lance incrociate bloccarono il suo cammino:

«E tu chi saresti?» esordì la guardia alla sua sinistra.

«Mi chiamo Alran, faccio parte della guardia della capitale. Sono stato inviato in questa regione per indagare sulla Legione. Se dietro alla perdita della fortezza di Dalgonn ci sono veramente i legionari allora è mio dovere indagare.» rispose Alran in tono deciso.

Questa volta l'uomo che non aveva ancora parlato prese la parola:

«Non hai l'aria di un nemico ma il comandante Rakk vorrà vederti... Sten vieni qui, accompagna il ragazzo alla tenda del capitano»

Una robusta guardia si fece spazio tra la folla e, quando le lance si levarono, fece segno al ragazzo di seguirlo.

Arlan scese da cavallo e cominciò a camminare dietro di lui.

Vina era in subbuglio, ovunque risuonavano gli ordini impartiti dai capisquadra e dagli ufficiali ai propri uomini. Gli artigiani lavoravano freneticamente per costruire difese e fortificazioni che potessero rallentare il nemico in qualunque modo, anche alcune piccole baliste erano state posizionate in punti strategici. Per le strada cittadine erano stati scavati terrapieni e fossati, ormai, sembrava più un accampamento militare invaso da qualche abitazione che una rigogliosa cittadina.

Dopo aver percorso interamente Vina, Sten si fermò davanti ad una grossa tenda e si voltò verso Alran:

«Questo è il quartier generale. Il capitano è qui dentro»

Il ragazzo prese con se la spada color smeraldo del vecchio e porse le briglie del destriero al soldato, poi entrò.


L'interno era austero, solo qualche braciere e supporto per candele illuminava l'ambiente.

Al centro della tenda, era posizionato un ampio tavolo pieno zeppo di mappe e fogli che il capitano stava analizzando.

Non appena Alran si mosse verso il centro dell'area Rakk alzò la testa e lo squadrò dalla testa ai piedi:

« Ah quindi sei tu il nostro ospite, ti facevo un po' più vecchio. Ti stavo aspettando, mi hanno detto che sai dell'invasione... posso chiederti quindi perché hai deciso di gettare la tua vita così?»

Il ragazzo salutò secondo il codice militare e cominciò:

«Signore, il comandante Lucius mi ha riferito che dietro questa nuova minaccia possa esserci la Legione. In quanto assegnato alla missione di ricerca e cattura credo sia mio dovere indagare su quanto accaduto.»

Il capitano raccolse i suoi lunghi capelli biondi dietro la nuca, mettendo anche in risalto la lunga cicatrice che solcava il viso dal sopracciglio sinistro allo zigomo destro. Prima Arlan non l'aveva notata.

«Non credo che sia solo per via della missione. Che cosa cerchi veramente?»

A quella domanda il ragazzo si senti spogliato di tutto, Rakk era davvero un uomo brillante se con un solo sguardo era riuscito a scrutare nella sua anima.

Non voleva rivelare tutto a Rakk, ma si costrinse ad ammettere che un giovane soldato così ligio al dovere doveva per forza avere un sorta di secondo fine e, nella peggiore delle circostanze, sarebbe anche potuto sembrare un traditore. Si decise quindi a confessare:

« Quel che dite è vero capitano, in verità cerco giustizia per me e la mia defunta sorella. E' stato uno di loro a ucciderla!»

Strinse i pugni pervaso dalla rabbia.

«Capisco. Tentare di fermarti sarebbe inutile giusto? Se così stanno le cose, allora forse ho il lavoro giusto per te:

ho bisogno di qualcuno che consegni un dispaccio urgente ad una postazione di vedetta a metà strada tra qui e Dalgonn. Sono la nostra avanguardia più vicina al nemico. Un compito banale e per nulla difficile, ma per te sarebbe un' ottima occasione per scoprire qualcosa di più. Partirai subito. E' tutto»

Impartito l'ordine, Rakk gli porse un plico tornò a studiare le carte sul tavolo.

Alran era entusiasta, finalmente dopo anni aveva la possibilità di avvicinarsi così tanto al cuore della Legione, questa volta magari sarebbe riuscito ad affrontare il suo nemico.

Fece per voltarsi e uscire, ma si ricordò di una cosa:

«Perdonatemi ancora capitano ma avrei un'altra cosa da chiedervi»

«Ti ascolto...»

«Un anziano di Vina che ho incontrato lungo il mio viaggio mi ha consegnato questa spada da consegnare a suo figlio rimasto qui...»

Porse l'arma a Rakk che, riconoscendola immediatamente, si limitò ad intarsiare un sorriso divertito.

«Mio padre non cambierà mai... capisco la sua preoccupazione ma non ho intenzione di usare la spada del nonno anche in una situazione del genere. Puoi benissimo tenerti Yutaka»

Alran era sorpreso, mai si sarebbe aspettato che il figlio dell'anziano fosse Rakk.

«Yutaka?» chiese.

«Si è il nome della spada. Ogni spada di un Custode della Vita ha un nome e Yutaka, nell'antica lingua dell'Est, significa “rigoglioso”. Verde come il germoglio della speranza che nasce nel nero della terra. La spada ideale per combattere la Legione non trovi? Adesso è tua» decretò infine l'ufficiale.

«Ma signore non posso, appartiene alla sua famiglia!» provò a controbattere il giovane.

«Ragazzo per quel che ne so potrei essere morto entro stasera, andrebbe comunque perduta e poi formereste davvero una bella coppia: Il misterioso cacciatore di legionari e Yutaka! Ahahahahahahah... Inoltre è un mio ordine»

Il capitano sembrava molto divertito e, senza aspettare un altra parola, congedò Alran.


Il ragazzo uscì dalla tenda fissando la sua nuova arma: chissà quante battaglie aveva visto, quante ferite inferte e quanti arti avesse reciso. Tutte domande la cui risposta non aveva più importanza, ora avrebbe reiniziato una “vita” in mano sua.

Scandagliò l'accampamento alla ricerca di un fodero adatto alle spalle visto che la spada era molto lunga e, con piacere, constatò che non era minimamente necessario affilarla anche dopo tutti quegli anni, il suo filo era più tagliente di un rasoio e sottile come la carta.

Recuperato il cavallo, si diresse verso il cancello nord e imboccò lo stretto sentiero imbiancato che si dipanava verso il cuore delle montagne.

   
 
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