Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Silver_Doe    21/06/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO VIII

Il giorno dopo, James aveva deciso: doveva parlare con lei. Non poteva continuare ad andare avanti così, e soprattutto lei non poteva continuare ad ignorarlo o a correre via ogni volta che i loro sguardi, per caso, si incrociavano. Alle lezioni poi, addirittura neanche si guardavano: Lily era la prima ad arrivare e correva subito a prendersi il posto in prima fila, mentre lui… lui era lì, all’ultimo banco, accanto a Sirius e Peter. James riusciva a guardarle solo le spalle, perdendosi nel rosso vivo dei suoi capelli. Lei invece rimaneva dritta, immobile, senza mai girarsi, consapevole che lui la stesse guardando dall’inizio dell’ora, e difatti non sbagliava. Alla fine delle lezioni invece, era la prima ad andarsene, e sistemata la borsa, trotterellava via, veloce come il vento. 

Erano passati quattro giorni, quattro giorni orribili per James. Doveva fare assolutamente qualcosa, e subito. Così quella mattina, appena dopo che la campanella suonasse la fine della lezione di Storia della Magia, lui era già pronto: aveva messo tutto a posto dieci minuti prima, ed ora la aspettava fuori dalla porta dell’aula: dovrà passare per forza di qui, e quando lo farà… pensò James …la fermerò e le parlerò. Semplice. Ma tutto poteva essere tranne che semplice.
Quella prima parte del piano, andò come aveva previsto: Lily, messa la borsa in spalla, si avviava da sola verso l’uscita; probabilmente non si era accorta di nulla, ma meglio così.
Camminava spedita, guardando dritto davanti a sé, e poi all’improvviso… Potter. Oh no, questa non ci voleva, per Merlino! E adesso?! pensò lei immediatamente. Per lo stupore e lo spavento, le cadde la borsa a terra, che aprendosi, sparpagliò al suolo tutti i libri. Idiota, sei un’emerita idiota, Lily Evans. Il viso le si colorò per la centesima volta in quei giorni, e per la novantanovesima a causa sua.
- Posso aiutarti? – le chiese James, con una dolcezza che non prometteva niente di buono.
- Non c’è n’è bisogno… - rispose lei, così freddamente che tutto il castello sembrava essere sprofondato in una lastra di ghiaccio.
James non ci badò, e si piegò comunque, deciso ad aiutarla. Ma nel mentre, la sua mano e quella di Lily si stavano muovendo involontariamente verso lo stesso libro, Guida completa alla Trasfigurazione – Volume 6°,  e, inevitabilmente, si incontrarono.
A quel semplice tocco, Lily sentì un brivido: un tremito le percorse l’intera schiena. Quella mano… così calda, e per quanto potesse sembrare strano, così delicata. Era sempre stato così: quando ce l’aveva davanti, non riusciva a controllare e a dominare le sue emozioni, era più forte di lei, qualcosa glielo impediva.
A quel semplice tocco, James sentì un brivido: un tremito gli percorse l’intera schiena. Quella mano… così esile, e per quanto potesse sembrare strano, così vellutata. Era sempre stato così: quando ce l’aveva davanti, non riusciva a controllare e a dominare le sue emozioni, era più forte di lui, qualcosa glielo impediva.
Fu un attimo, un semplice, meraviglioso attimo. Quel minuscolo contatto li aveva scombussolati dall’interno. Ma dopo poco, la magia finì: Lily ritrasse la sua mano, anche se avrebbe tanto voluto lasciarla lì.
Quando lei la ritrasse, James avrebbe voluto mandare indietro il nastro: ritornare a pochissimi secondi prima, e così risentire quel piccolo ma intenso brivido.
Prese il volume e glielo porse, facendole un sorriso.
- E io ti aiuto ugualmente… - disse lui, come a rispondere alla sua affermazione precedente.
A quelle parole, fu come se Lily fosse ritornata nel mondo dei vivi e dei pensanti. Sentì che dentro di lei era avvenuto qualcosa: si era sciolto un piccolo ghiacciaio… anche se piccolo, uno si era finalmente sciolto. Prese il libro dalle mani di James e lo ripose nella borsa.
 - Grazie… - fu tutto quello che riuscì a dire.
Ben presto James le raccolse velocemente tutti i libri caduti, mettendoli lui stesso nella borsa della ragazza.
- Bene, credo che non ce ne siano più… -
- Si… è tutto dentro… g-grazie, di nuovo… -
- Figurati, è il minimo che potessi fare per farmi perdonare… -
A quella frase Lily rimase stupita: le stava forse chiedendo scusa? Dovrei essere io a scusarmi, non lui…
- Farti… perdonare? – chiese incerta, guardandolo negli occhi.
Lui annuì, ricambiando lo sguardo. – Si… dopo quattro giorni ho finalmente trovato il coraggio di venire a parlarti… non si direbbe proprio che sono un Grifondoro, vero…? – disse lui, cercando anche di sdrammatizzare un po’.
- Non eri tu che dovevi venire da me… e non eri tu quello che doveva chiedere scusa… credo che tu abbia invertito i ruoli… -
- Sbaglio o questo è un modo carino per chiedermi scusa, Lily? -
Aveva detto il suo nome. Di solito la chiamava Evans, o non la chiamava per niente! Ma quella volta… aveva detto proprio Lily. E come suonava bene quel nome, detto da lui! Le sembrò subito strano il fatto che stesse pensando a quanto fosse dolce il suono del suo nome pronunciato da Potter… che diavolo le stava prendendo? La stessa sensazione che ebbe sul treno, quando bè… era successo quel che era successo. Non cercò nemmeno di smentirlo, era vero, stava cercando un modo per chiedergli scusa, perché, lo sapeva, era quello che doveva fare. Perciò annuì in silenzio, abbassando lo sguardo.
- Allora accetto le tue scuse e ti ringrazio per avermele fatte… - disse lui, con estrema gentilezza.
- Dovevo fartele… -
James la guardò: per tutti i folletti, com’era bella! Ma doveva sapere una cosa.
- Spero che tu non mi abbia chiesto scusa solo perché dovevi… preferisco pensare che tu l’abbia fatto perché volevi e ti sentivi di farlo. -
Lui riusciva sempre a metterla in difficoltà, una dote che poche persone avevano. E ora anche nella sua testa fluttuava una domanda: gli aveva chiesto scusa solo perché si sentiva in dovere, o perché voleva davvero farlo? Optò per una risposta che non avrebbe risolto con chiarezza quel quesito.
- Era la cosa giusta da fare… - 
James pensò che quella risposta si avvicinasse di più al dovere, e non al volere. Ci rimase un po’ deluso, ma non poteva pretendere troppo: in pochi minuti avevano già fatto numerosi passi avanti.
- Allora, pensi ancora che io sia solo un ragazzino viziato in cerca di attenzioni? -
- Potter… lo sai ciò che penso di te… e se lo penso c’è un buon motivo… -
- Un pensiero si può sempre cambiare… -
- Non è così facile… -
- So che non lo è… ma può ugualmente cambiare… -
- Probabile… -
- Ma non è il tuo caso, giusto? – chiese James, lasciando trasparire un po’ di sconforto.
- Io… - farfugliò lei. – Come pretendi che il mio pensiero cambi così, da un momento all’altro? -
- Io non lo pretendo… più che altro lo spero… -
E di nuovo si guardarono, l’uno negli occhi dell’altro.
- Ci vuole tempo, Potter… e ci vogliono dei modi per far ricredere le persone… -
- Allora cercherò di darteli… sia tempo che modi… Lily io ci sto provando da cinque anni e non smetterò mai, finchè non ci riuscirò. E ti prego… lo sai che mi chiamo James! – disse lui, dicendo l’ultima frase con un sorriso.
- Si… lo so… - rispose Lily, ricambiando, forse per la prima volta, quel sorriso.
- Cosa? Che ci sto provando da cinque anni o che mi chiamo James? -
Lily emise una leggera ma del tutto autentica risata dopo quella domanda.
- Tutte e due! So tutte e due le cose, Pot-… James. – Si, aveva pronunciato il suo nome. Per lei era davvero un giorno da ricordare quello.
Aveva pronunciato il suo nome, capite?! Aveva detto “James”, proprio così: JAMES.
Che mi prenda un colpo se sto sognando! Senza farsi vedere, si tirò un pizzico sulla coscia sinistra: no, non stava sognando, era tutto reale: lei, lui, le sue labbra che si muovevano e che pronunciavano, probabilmente per la prima volta, il suo nome… tutto reale e così dannatamente bello.
Che qualcosa stesse cambiando?  Ma certo, era ovvio, tutto stava cambiando!

Dopo un po’, tutti e quattro i Malandrini si ritrovarono nella Sala Comune: James stravaccato sulla sua poltrona preferita, quella di velluto rosso davanti al camino; Sirius seduto sul bracciolo della stessa poltrona con le gambe accavallate; Peter completamente sdraiato sul comodo tappeto di feltro, e Remus semi-sdraiato sul divano intento a leggere uno dei suoi infiniti libri sulla letteratura inglese del XVII secolo, Shakespeare probabilmente. Un quadretto perfetto: niente poteva sembrare più in armonia di loro.
In quel momento Sirius prese un cuscino e lo lanciò in direzione di Remus, il quale gli andò a finire dritto in faccia.
- Hey! Ma che diavolo…? – esclamò lui, afferrando il cuscino e mandando un’occhiataccia al suo amico.
- E bastaaa! A furia di leggere diventerai imbecille! Chiudi quel noiosissimo librone, una buona volta!  -
- Correrò il rischio! E comunque questo noiosissimo librone, come lo chiami tu, è William Shakespeare! “Sappiamo chi noi siamo, ma non sappiamo cosa potremmo essere.”  Mai sentito…?! -
- No, mi dispiace, non mi dice nulla! Ora, se non oso troppo nel dire Messere, ci fareste l’incommensurabile onore di dileguarsi dalle sue quotidiane letture per voltare la mente e l’intelletto a più sensati pensieri? – recitò Sirius, con gli occhi semichiusi, una mano sul petto e l’altra intenta a gesticolare animatamente.
- Però Felpato… hai talento! Hai mai pensato di intraprendere una carriera come drammaturgo? – sghignazzò James.
- In tutta onestà ci ho pensato diverse volte, cari ragazzi miei! -
Remus rilanciò il cuscino al suo proprietario, prendendolo in pieno viso.
- Chi di spada ferisce, di spada perisce! -
- Non osare sfidarmi Lupacchiotto, vincerei io, pur non conoscendo tutti quei fisofovi che ammiri con cotanta lode! -
- E’ FI LO SO FI, idiota! – lo ammonì James, dandogli un colpetto dietro la nuca, ricoperta di riccioli.
- Uhmpf! Dettagli! -
- Piuttosto… parliamo di cose più serie… - cominciò Remus – James… com’è andata stamattina? -
- Già! Hai portato i miei saluti alla cara dolce Evans? – fece Sirius.
Anche Peter a quelle parole alzò lo sguardo, piuttosto interessato.
- Ragazzi… credo di essere riuscito a scongelare un po’ quell’enorme iceberg che alberga dentro di lei! Mi ha chiesto, anche se in un modo non molto diretto ed esplicito, scusa… e, per tutti i Lumacorno volanti, mi ha chiamato James! Avete capito? JAMES! E… ha riso ad una mia battuta! Ho pensato di toccare il cielo con una scopa, davvero! Era così bella mentre rideva… aaah – e si lasciò cadere all’indietro, premendo la spalla contro lo schienale morbido della poltrona.
- In questo momento vorrei  tanto avere uno specchio per farti vedere la tua espressione… sembri Piton davanti ad un qualsiasi oggetto abbastanza sporco e unto da farlo innamorare! -
- Ah stà zitto un po’ Sirius! Allora… le chiederai di uscire? -
- Non so Lunastorta… non vorrei rovinare tutto un’altra volta! Ho bisogno di farle qualcosa di speciale… qualcosa che la aiuti a cambiare idea… Ma non so cosa! – si tormentava James.
- Avanti Remy… spara una delle tue romantiche frasi seicentesche! Alle pollastrelle Shakespeare dovrebbe piacere! -
- Sirius… potrebbe funzionare! Ma voi credete che Lily sia tipo da Shakespeare? – chiese Remus, pensandoci un po’ su.
- Non so, non ci ho mai pensato… però lei è Babbana, dovrebbe conoscere bene questo Shakespeare…  -
- “E qualsiasi angoscia che adesso sembra mortale, in confronto al perderti, non sembrerà uguale!” Jamie, amico… così la schianti! Fidati di quel che un tempo era il più seducente latin lover di Hogwarts! Le donne ormai non hanno più segreti che i miei occhi non possano scorgere! – disse Sirius, dando una pacca sulla spalla al suo amico.
- Davvero Sir… questa me la scrivo! Com’è che faceva…? “E qualsiasi angoscia mortale…“ ? -
- James… io ti consiglio di regalarle una Ciambellina Amorina… quest’anno vanno in gran voga! Dicono che funzionano… - propose Peter, cercando di risultare utile.
Tutti e tre lo guardarono incuriositi, ma Sirius più di tutti.
- Ciambellina Amorina?!  Oh si Ramoso… con una di queste la stendi di sciuro! –

- Oggi è stata una giornata davvero straziante! Quelle trasfigurazioni con la McGranitt, l’esercitazione di Pozioni e quella pluffa di lezione di Ruf… Alice credo davvero di star dormendo in piedi! – si lamentava Marlene, seduta sul suo letto a baldacchino, gambe incrociate e mano sulla bocca, intenta a sbadigliare.
- Piantala Marlene! Sto cercando di ripetere… voglio essere preparata domani sull’esercitazione di incantesimi… non dico che deve interessarti per forza, ma almeno potresti fare un po’ di silenzio? -
- Per la barba di Merlino, quanto sei noiosa! Quando fai così mi sembri la gemella di Lily! -
E come se Marlene l’avesse chiamata, in quel momento la porta del dormitorio si aprì con un cigolio. Era proprio Lily.
Lily ormai non sapeva come comportarsi con loro, non sapeva nemmeno se considerarle ancora delle amiche… Le aveva fatto male il fatto che l’avessero abbandonata così, unendosi al gigantesco gruppo di gente che la considerava una pazza; ma forse era stato inevitabile, e lei non aveva neanche fatto niente per far sì che ciò non accadesse.
- Ciao… - salutò un po’ imbarazzata.
Le due la guardarono, neanche loro sapevano più come comportarsi con lei: dal banchetto di inizio anno era tutto cambiato, le aveva quasi spaventate il suo comportamento, quella cattiveria nello sguardo… non gliel’avevano vista mai. Aggiungendo poi il fatto che si era esclusa da tutti e da tutto, bè il risultato era quello che era.
- Ciao… - rispose Alice alzando per un attimo lo sguardo, per poi abbassarlo nuovamente.
Marlene invece la salutò con un cenno.
Lily voleva davvero recuperare il rapporto perduto: per quanto potesse sembrare incredibile, le sue due amiche le erano mancate tantissimo in quei giorni di solitudine. Non era sicura di essere la loro migliore amica, ma comunque era, o meglio era stata, molto vicina ad esserlo.
- Alice, Marlene… tutto bene? -
- Si, non c’è male. -
- Tutto bene, la solita… e a… a te Lily? Stai… meglio? – chiese Alice.
A Lily fece piacere quell’interessamento, anche se minimo e probabilmente di circostanza. Tuttavia abbozzò un sorriso e si avvicinò alle due.
- Si, sto molto meglio… grazie Alice per avermelo chiesto, davvero… -
- Ma figurati… Lily senti, io e Marlene… anzi io, parlo per me, volevo… - ma non finì nemmeno la frase che Lily la zittì.
- No sentite, prima che diciate qualunque cosa… voglio essere io a iniziare. Volevo prima di tutto chiedervi scusa, non mi sono comportata certamente da vera amica. Vi sembrerà banale, ma neanche io so cosa mi sia preso in questi giorni… e quindi, quindi… i-io… mi sembrava giusto dirvelo, e ora bè… ora tocca a voi. – disse Lily tutto d’un fiato.
Alice e Marlene si guardarono: l’ultima cosa che si aspettavano era Lily che venisse a chiedere scusa. La prima a parlare tuttavia fu Alice, di nuovo.
- Lily forse non ci crederai, ma volevo dirti la stessa cosa. Non sei stata l’unica a comportarsi come non avrebbe dovuto, anche noi, io, avrei dovuto starti accanto, e non l’ho fatto, e mi dispiace… -
- No Alice, non correggerti… puoi parlare al plurale, anch’io ho sbagliato… -
Dopo quelle parole, Lily si sentì il cuore più leggero: forse piano piano si stava risolvendo tutto.
- Ragazze, mi siete mancate...! – e detto ciò la rossa si avvicinò al letto dov’erano stese le due e si sedette tra loro.
- Anche tu ci sei mancata, secchiona! -
- Finalmente sei tornata… siamo tornate! Non ce la facevo più! Parlare solo con Marlene è così stressante! -
- Hey! Che hai detto? Se sei una vera Grifondoro prova a ripeterlo! – la minacciò l’altra, gettandole una cuscinata sulla faccia.
- Vuoi la guerra per caso?! E guerra sia! -
E in men che non si dica l’intero dormitorio si ritrovò sottosopra: piume di cuscini volavano dappertutto, lenzuola fuori dai letti, tende sgualcite, baldacchini a terra, e loro tre, stese sul pavimento ancora in preda alle risate.
Solo all’ora Lily si accorse di quanto le era mancato tutto ciò, e di quanto aveva voluto disperatamente riaverlo; e adesso ce l’aveva, e non se lo sarebbe lasciato più scappare, mai più.
- Rimettiamo in ordine? -
- Naah! -
- Certo, ripetimelo domani mattina, però! -

"Grande cosa è l'amicizia e quanto sia veramente grande non lo si può esprimere a parole, ma soltanto provare."


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Silver_Doe