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Autore: Soul of the Crow    21/06/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Un giorno prima del sacrificio… nel Regno di Mezzo… poco lontano dal Lago degli Spiriti…
 
Dopo la batosta del primo giorno degli allenamenti, le due Eredi avevano continuato ad esercitarsi nel combattimento con più impegno, ma non riuscivano mai a terminare la prova cui Arelia le sottoponeva a causa della presenza dei cavalieri fantasma: non importava che stessero combattendo senza o con i poteri, prima o poi quei guerrieri comparivano e le interrompevano; almeno la Signora della Morte aveva fatto togliere loro le armature un paio di giorni prima e, senza tutto quel peso, riuscivano a combattere contro i cavalieri con più facilità, ma sconfiggerli rimaneva comunque un problema. C’era da dire che la Dea della Morte aveva fatto un grande lavoro creando quei soldati.
Anche in quel momento le quindicenni stavano combattendo contro i guerrieri fantasma, e Arelia le osservava da lontano. Ad un certo punto, Diana comparve dal portale che conduceva alla Sala del Nulla:
- Vedo che hai deciso di rivedere i tuoi metodi. - constatò felice la Dea della Vita.
- Hai detto che potevo agire come meglio credevo, ma alla fine ti sei intromessa di nuovo: quando sono state sconfitte la prima volta, il giorno dopo hai preteso che facessi togliere loro le armature. Non mi lasci mai fare quello che voglio. - sbuffò Arelia.
- In fondo è questo il compito degli Angeli: impedire agli altri di compiere le scelte sbagliate, ed era quello che stavi facendo tu. È vero che dovevi allenarle, ma dovevi procedere per gradi invece di cominciare da qualcosa già complicato di per sé. -
La Dea della Morte sospirò rassegnata: possibile che quell’angioletto riuscisse sempre ad averla vinta?
- Pensala pure come ti pare. - disse, per poi rimettersi ad osservare le Eredi: - Sono stanca di vederle combattere contro quei soldatini inutili: rendiamo le cose più interessanti. - decise lei, per poi emanare dalla mano un’aura rossastra che avvolse sia le Eredi sia i colpire i cavalieri fantasma, generando una nebbia di un insolito colore rossastro. Quando questa si diradò, le sorelle delle Dee sembravano stare bene, ma le parti delle armature erano cadute a terra, apparentemente prive di potere, ma la cosa non durò molto poiché, pochi secondi dopo, queste sprigionarono una luce rossa che abbagliò le presenti; quando la luce tornò normale, vicino alle Eredi si trovava un guerriero alto circa una decina di metri dall’armatura scura come la cenere e due sfere d’aura rossa come occhi ben visibili sotto l’elmo.
Quest’ultima aveva un ghigno stampato sul viso, e nonostante non potesse sapere quale espressione fosse dipinta sul volto delle due quindicenni, ma si accorse che Diana aveva un’espressione sorpresa:
- Sei sempre la stessa: quando ritieni che qualcosa è inutile, te ne sbarazzi e lo rimpiazzi. - commentò la Signora della Vita, per poi aggiungere:
- In ogni caso, non credi di esagerare? -
- Non mi convincerai ad usare metodi più gentili, e poi tu non dovevi trovare un modo per impedire il sacrificio di quei due gemelli? - le ricordò Arelia.
- Ho trovato un incantesimo ieri e l’ho già utilizzato sui Le Loire. È stato complicato eseguirlo, ma se qualcuno toccherà quei due bambini, si ritroverà una bella sorpresa. - le rispose l’altra, per poi tornare a guardare le loro sorelle che continuavano a saltare e correre da un punto all’altro della distesa arida in cui si trovavano per evitare i continui fendenti del cavaliere, ma anche evitare di farsi schiacciare dai suoi piedi ricoperti dall’armatura. Passarono diversi minuti che sembrarono molto lunghi per le Eredi, e dopo l’ennesimo colpo di spada del soldato che creò un solco del terreno, Ayla si ritrovò sul braccio del cavaliere, mentre Lavinia era ancora a terra protetta da uno scudo d’energia rosa:
- Era già un problema affrontare i guerrieri piccoli, figurarsi questo gigante! - si lamentò l’Erede della Morte, la quale fu raggiunta dalla Moon che era saltata giù dal braccio del soldato per evitare di farsi colpire dall’arma.
- Un modo lo troveremo, ma non credo che sarà così facile. - constatò lei, notando che il guanto di ferro per la mano sinistra, staccatosi dall’armatura a causa del colpo di spada, si circondò d’energia rossastra, per poi tornare al proprio posto.
- Dopo la batosta della prima volta, mi ero informata su questi cavalieri fantasma: non provano dolore e molti degli attacchi fisici e magici sono inutili, anche se quelli che avevamo dovuto affrontare erano un’eccezione perché creati da una persona. Per quelli generati d’energia magica senza controllo, possiedono un punto debole, ma cambia sempre quindi non ti so dire dov’è. - le spiegò la corvina, per poi prendere per mano l’altra e volare fino al copri spalle dell’armatura del guerriero per aiutarla a schivare un altro fendente.
- Trovarlo sarà impossibile se continua a colpirci. - constatò la castana.
- Infatti… - si limitò a dire l’altra, per poi chiedere all’Erede della Morte:
- Trovarlo non sarebbe un problema se rimanesse fermo. Non è che conosci un incantesimo che ci possa essere utile? -
Lavinia ci pensò un attimo, per poi annuire con un cenno della testa e dirigersi in volo davanti agli occhi del soldato; subito dopo, la ragazza si circondò di un’aura rosa e di uno sciame di farfalle, ognuna delle quali aveva le ali di un colore dell’arcobaleno. L’energia rosata si riversò nelle farfalle, le quali si accumularono davanti all’Erede della Morte, creando una farfalla dalle ali iridescenti avvolta da un’aura rosa che fu colpita da Lavinia con un raggio d’energia rosaceo che centrò la farfalla e la mandò negli occhi del cavaliere. La cosa sembrò funzionare perché il guerriero rallentò gradualmente i suoi movimenti fino a fermarsi completamente.
- Nessuno riesce a resistere al fascino della Farfalla dell’Arcobaleno. - pensò la castana, per poi ricordarsi di un particolare:
- Ayla, l’hai trovato? - le chiese l’Erede della Morte, sebbene dovesse urlare per farsi sentire.
- Qui sulla schiena c’è un marchio a forma di rosa rossa stilizzata. Trattienilo per qualche altro secondo! - le rispose urlando l’altra, la quale si trovava davanti a quello che doveva essere il punto debole del loro nemico:
- Vediamo di farla finita. - sibilò l’Erede della Vita, per poi creare una sfera d’energia azzurra davanti a lei e spalancare le ali d’Angelo. Pochi secondi dopo, alcune piume delle ali si staccarono, diventando azzurre e aumentando la potenza e la luminosità del globo azzurro.
- Ali del Corvo! - disse Ayla, per poi colpire la sfera con un raggio blu e facendo comparire su di essa delle ali giganti d’energia nera. La distanza tra la ragazza e l’armatura era di pochi metri, quindi il globo d’energia colpì quasi subito il marchio della rosa stilizzata. All’inizio non accadde niente, ma dopo qualche istante gli occhi rossi si spensero e l’armatura perse l’energia che le aveva dato la vita, per poi cadere a terra e scomparire pochi secondi dopo.
Persa nell’osservare ciò che era successo al guerriero fantasma, la Moon non si accorse di Lavinia che la aveva raggiunta e abbracciata:
- Ce la abbiamo fatta Ayla! - esclamò felice l’Erede della Morte.
- Lo so, ma non stringermi così. - replicò l’altra.
Da lontano, le Dee avevano osservato tutto, e se Diana sembrava soddisfatta, la sua collega aveva un’aria rassegnata e delusa:
- Ci è voluta quasi una settimana, ma alla fine sono riuscite a sconfiggerne uno. - commentò Arelia.
- Gli altri li avevano sconfitti anche perché tu eri troppo stanca per continuare a controllarli, non è vero? Dovresti essere contenta di questo risultato. - la riprese la Signora della Vita.
- Sono solo felice del fatto che domani è il grande giorno e fino ad allora potrò riposarmi. - dopo quell’ultima frase, la Dea della Morte tornò nella Sala del Nulla, senza sapere che il suo compito non era ancora finito.
 
 
Nell’ultima sala della Caverna dei Ghiacci Eterni…
 
Il combattimento tra Yuki e Kaito era cominciato con la spada, anche se fu presto evidente che il Cavaliere dei Ghiacci Eterni era più bravo dell’Angelo della Notte nell’utilizzo della spada e la ragazza aveva passato buona parte del suo tempo a difendersi. Aveva capito che non sarebbe mai riuscita a colpirlo tanto facilmente, così materializzò un papavero dai petali congelati e lo circondò di un’aura blu:
- Sei riuscito a difendersi dai miei attacchi, ma come voglio vedere come ti difenderai da questo! - la ragazza posò un bacio sui petali, i quali si avvolsero d’energia blu, per poi lasciare il fiore seguiti da particelle di polline e fiocchi di neve per dirigersi verso il viso del marito di Kori, ma alcuni istanti dopo aver raggiunto il guerriero, il fiore congelato dell’Angelo della Notte si sbriciolò.
- Non è possibile… Non ha funzionato… - sussurrò la ragazza tra sé e sé, anche se avrebbe dovuto aspettarselo: il Profumo d’Inverno funziona solo se qualcuno inspira le particelle di polline, ma allora cosa c’era davvero sotto quell’armatura?
Intanto il cavaliere si stava avvicinando a lei e purtroppo la blu non si trovava in una bella situazione: era stata ferita durante il combattimento, non poteva volare a causa del ghiaccio e della neve che ricoprivano le due ali e cominciava ad essere stanca, ma il suo avversario non sembrava essere dello stesso avviso e in quel momento si trovava davanti a lei e stava puntando la spada contro di lei:
- I Protettori lo avranno definito un “mostro”, ma questo mi sembra più un comportamento da vigliacchi nel voler finire qualcuno che non può difendersi. - pensò Yuki, ma l’altro non la finì come si aspettava: abbassò la spada ed emanò un’aura azzurra dal guanto d’argento che circondò l’Angelo della Notte, la quale ebbe una sensazione di sollievo e le ali furono liberate dal ghiaccio e dalla neve.
- Perché l’hai fatto? - gli domandò perplessa lei, ma Kaito non rispose e indietreggiò fino alla parete mentre un vento freddo cominciava a soffiare.
- La sua spada è troppo grande e affilata per fermarla a mani nude, ma anche usando la mia arma, non otterrei grandi risultati. Dovrò usare ancora i miei poteri. - rifletté la ragazza, per poi circondarsi nuovamente della sua aura blu; pochi istanti dopo, la brezza gelida che si era creata generò un vortice che circondò il cavaliere e l’Angelo della Notte, la quale sfruttò le correnti d’aria del ciclone per colpire il guerriero con la spada avvolta d’energia magica blu:
- Non so come mai tu non abbia subito gli effetti del Profumo d’Inverno, ma credo che ti salverai così facilmente dal Turbine d’Inverno. - lo avvisò lei tra un colpo e l’altro.
Passarono alcuni minuti quando lo specchio incastonato nell’armatura di Kaito si circondò di un’aura azzurra, per poi illuminarsi e risucchiare le correnti d’aria del Turbine d’Inverno fino a quando queste non scomparvero e i due combattenti tornarono a terra.
Appena tornata a terra, l’Angelo della Notte utilizzò l’aura in cui era ancora avvolta per generare una brezza che portava con sé petali di giglio congelati e, dopo averli fatti accumulare sopra la sua testa in modo che formassero un giglio gigante congelato, lo colpì con un fendente della sua spada per creare un raggio d’energia blu accompagnato da petali congelati che si diresse verso il guerriero, ma quell’attacco fece la stessa fine del Turbine d’Inverno: fu assorbito dallo specchio a causa dell’aura azzurra.
- Come pensavo: quello specchio ha assorbito anche i Petali d’Inverno. Non riuscirò mai a centrare il mio avversario se prima non glielo tolgo. - pensò Yuki, per poi avvisare l’altro:
- Questo era solo l’inizio, ma adesso so come sconfiggerti. -
- Non ti è bastato quello che è successo agli altri attacchi che mi hai sferrato? Riuscirò a fermarli in ogni caso. - ribatté Kaito, ma ottenne solo un ghigno da parte dell’avversaria.
- Infatti il mio obiettivo non è attaccarti, o almeno non adesso. - pensò lei, per poi evocare nuovamente il vento e i petali di giglio congelati e avvolti dall’energia blu; poco dopo, questi ultimi si accumularono in molti punti formando dei gigli, i quali, trasportati dalla brezza, raggiunsero il cavaliere e rotearono intorno a lui per molti istanti.
- Quando i gigli fioriranno nuovamente, la loro bellezza tornerà a risplendere e tutti si fermeranno ad ammirarli. Questi sono i Gigli del Silenzio d’Inverno. - dopo quelle ultime frasi dell’Angelo della Notte, il vento smise subito di soffiare e tutto si fermò come se il tempo fosse sospeso. Accadde anche ai presenti in quella sala, ad eccezione di Yuki che aveva continuato ad avvicinarsi all’armatura anche quando il suo potere fece effetto e che ora si trovava davanti al guerriero immobilizzato:
- E ora vediamo chi c’è veramente sotto quest’elmo. - la ragazza tolse il copricapo metallico dalla testa del suo nemico, ma rimase stupita da quello che trovò: non c’era nessuno, ma allora contro chi aveva combattuto fino a quel momento. Yuki guardò lo specchio, ricordandosi il motivo per cui aveva bloccato il tempo, ma al posto del suo riflesso vide una fiamma blu cobalto e subito dopo sentì una frase familiare detta dalla voce bassa e profonda di Kaito:
- Il Cuore della Verità si specchia negli occhi di chi vuole conoscere la realtà su sé stessi e sui propri cari. - la ragazza non fece in tempo a chiedersi cosa stesse succedendo che una luce azzurrina, scaturita improvvisamente dallo specchio, la avvolse completamente. Poco dopo, nel vetro dell’oggetto era comparsa anche una fiamma color blu scuro.
 
 
All’interno dello specchio…
 
Yuki non capiva dove fosse finita: un attimo prima era davanti all’armatura vuota e dopo si era ritrovata in uno spazio completamente immerso nelle tenebre, tranne che per alcune sfere di luce color blu cobalto che fluttuavano intorno ad un'altra zona luminosa più grande in cui sembrava che ci fosse qualcosa o qualcuno.
L’Angelo della Notte si diresse volando verso quel punto, e vide un uomo pallido, dai corti capelli blu e gli occhi chiusi. Indossava una casacca blu mare lunga fino alle ginocchia, pantaloni color neve e stivali scuri, e sulla testa aveva una corona fatta di ghiaccio in cui erano incastonati degli zaffiri.
- Questo dovrebbe essere Kaito: la corona era la stessa dell’armatura e indossa gli stessi vestiti del dipinto sulla Porta del Freddo Glaciale, ma devo ancora capire dove mi trovo. - pensò lei, senza sapere che l’uomo si era alzato e la stava guardando:
- Sei un’altra dei prigionieri del Cuore della Verità. - le rispose una voce femminile fredda come le nevi, ma al tempo stesso gentile come la brezza che ti accarezza il viso nelle giornate serene. I due si voltarono nella direzione da cui proveniva e videro Kori avanzare verso di loro.
- Mi hai seguito per impedire che accadesse qualcosa a tuo marito, non è vero? - dedusse la ragazza. La keshin annuì con un cenno della testa, per poi rivolgersi al marito:
- Kaito… - riuscì a dire soltanto quel nome, mentre il compagno la raggiungeva.
- Kori, non sai quanto sia felice di rivederti dopo tutti questi anni, ma avrei voluto che non accadesse così. Da quando sei sparita, ho cominciato a chiudermi in me stesso e, quando ho cercato il Cuore della Verità per trovare un modo per riportarti da me, sono diventato uno schiavo del suo potere. -
Yuki si ricordò di un particolare riguardo al Cuore della Verità: se una persona ha sempre mentito, quell’oggetto è in grado di rubare l’anima, ma a quanto pare quel discorso valeva anche per chi era disperato.
- Da allora non sono altro che un’anima intrappolata nello specchio e che doveva continuare ad uccidere chiunque si avvicinasse a quella sala. Non sono riuscito ad oppormi in alcun modo. Non penso sia rimasto ancora qualcosa di quello che ero. -
L’Angelo della Notte era stanca: possibile che quello fosse solo un rammollito che non faceva altro che lamentarsi?  
- Fammi capire… - cominciò la blu interrompendoli: - Prima hai cercato di eliminarmi, ma Kori è davanti a te e sta bene, così come i membri del Popolo dei Ghiacci Eterni che avete portato qui: non è vero che hai perso tutto! -
- Questo lo vedo anch’io ragazzina, ma è strano perché il Cuore della Verità mi aveva mostrato che era diventata uno spirito ed era sparita. - replicò lui.
- Non saprei… Potrebbe averlo fatto per metterti alla prova, ma preferisci credere a ciò che vedi o a quello che ti ha mostrato uno specchio? -
Kaito tornò a guardare la moglie, prima di rispondere:
- Anche se decidessi di tornare, ho recato molti danni al mio popolo. Ho rischiato di eliminare i Protettori e i venti che scatenavo erano in grado di far marcire la poca vegetazione presente nella Caverna, e delle volte potevano distruggere le case. Non penso che ne vorranno sapere di me. -
Yuki si accorse solo in quel momento di quanto quell’uomo fosse simile a lei: entrambi avevano scoperto come stavano le cose e avevano permesso alla rabbia e alla disperazione di prevalere sul resto.
Si prese qualche minuto prima di parlare:
- Anch’io ho continuato a comportarmi così da giorni e, quando ho scoperto di essere una copia, ho preferito rassegnarmi alla realtà, isolarmi da tutto e tutti, tenendo lontana anche tua moglie che mi voleva aiutare. Io non so se uscirò tanto presto da questa storia, ma finché ne hai la possibilità, vedi di superare questa situazione. - i sovrani dei Ghiacci Eterni erano rimasti abbastanza sorpresi e persino la ragazza era stupita di quello che aveva detto, ma cominciò a volare per trovare un modo per uscire da lì, ma intorno ai tre comparve una barriera di luce:
- E ora cosa c’è? - si lamentò l’Angelo della Notte.
- Se un’anima se ne va, una deve rimanere. È la legge del Cuore della Verità. - le rispose Kaito.
- No! Non ti permetterò di rimanere qui, non dopo tutto questi anni. - la keshin abbracciò di scatto il marito, il quale ricambiò la stretta poco dopo.
Passarono diversi minuti che sembrarono un’eternità ai presenti, quando la blu si decise a prendere parola:
- Rimarrò io qui. -
- Non mi hai sentito quando ho parlato? Se accetti, rimarrai bloccata qui. - le ripeté l’uomo.
La ragazza s’intristì: le dispiaceva l’idea di non rivedere più Ayla e Maria, anche se quest’ultima aveva tentato di aggredirla, e infrangere la “promessa” fatta a Kyousuke di esserci alla battaglia finale, ma Kori e suo marito meritavano di rimanere insieme dopo tutto quel tempo e forse rimanere in quel posto, in qualche modo, la avrebbe potuta aiutare a capire i suoi errori.
Ad un certo punto, una luce bianca e pura scaturita dal nulla illuminò l’oscurità in cui i tre erano immersi, ma quando il bagliore si affievolì, si ritrovarono all’ingresso dell’ultima zona della Caverna dei Ghiacci Eterni.
- Come mai siamo tornati qui? - si chiese Yuki, e quando vide una luce azzurrina scaturire dalle sue mani, si rese conto di avere lo specchio che aveva trovato nell’ultima stanza della grotta.
Subito dopo, una voce femminile apparentemente proveniente dall’oggetto le diede la risposta:
- Come avrai capito, il Cuore della Verità è un potere contenuto in questo specchio, ma ha anche lo scopo di mettere alla prova le intenzioni e la forza di volontà di chi lo cerca: Kaito non si è dimostrato meritevole ed è rimasto imprigionato, cosa che sarebbe dovuta accadere anche a te, ma Kori l’ha impedito intromettendosi.
Sembra che vederli insieme ti abbia fatto capire come stavano le cose e anche che tutti hanno bisogno di amici che si aiutano l’un l’altro nei momenti difficili, anche se tu li hai respinti quando hai saputo la verità. Io e mia sorella abbiamo deciso di liberarvi, quindi vedete di non sprecare questa possibilità. Addio. - dopo aver terminato quel discorso, la voce scomparve e un portale bianco apparve davanti a loro:
- Perdonami Kaito, ma credo che per me sia il momento di andare. Yuki potrebbe avere bisogno di me. - nonostante disse quella frase a bassa voce, l’Angelo della Notte la sentì ugualmente:
- No Kori. Da adesso proseguirò da sola. -
- E perché? - le chiese subito l’avatar.
- Te l’ho detto prima. Tu e tuo marito meritate di rimanere qui, senza contare che il vostro popolo preferirebbe vedervi tornare. Io andrò avanti e cercherò la mia strada. - le rispose la ragazza, per poi dirigersi verso il portale:
- In quello specchio troverai un nuovo potere. Consideralo un regalo da parte mia. - la avvisò l’uomo, per poi aggiungere:
- Yukiko… Ti ringrazio. - aveva detto quelle ultime parole quasi timidamente, forse perché non era abituato a dirle, ma l’altra sorrise, forse per la prima vera volta da quando aveva scoperto la verità, prima di sparire nel varco magico.
 
 
Angolo di Emy
Non so… Il discorso di Yuki mi è parso fin troppo semplice e non mi soddisfa molto, ma non sapevo che altro inventarmi…
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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