Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: pponga    21/06/2013    2 recensioni
Sospira sollevato quando Harriet gli lascia la mano, ormai quasi sudata. Poi la vede camminare verso un gruppo di ragazze e non sa che fare. Dopo pochi minuti si ritrova a vagare nel parco, alla ricerca di una panchina libera. Trova posto accanto ad una ragazza. Lui con il suo hot dog tra le mani. Lei con le gambe incrociate ed un libro su di esse.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo scusa per la lunghezza del capitolo. Mi sto godendo l'estate, nel senso che mi sono immersa nella saga di 'Hunger Games'. E niente, dovreste leggere quei libri. E ascoltare 'Don't let me go' cantata da Harry Styles. Le cose belle della vita,insomma.
Buona lettura.
So, xx
____



 

Quando arrivano al locale Julie sembra sollevata. Pensava fosse un locale molto più affollato, una specie di discoteca. Invece è un posto davvero carino. Nell'angolo c'è un piccolo palco, dei ragazzi strimpellano con la chitarra le note di una canzone che non le ricorda nulla. Comunque è orecchiabile. Faith le indica un gruppo di ragazzi sussurrandole un «Buon compleanno». Riconosce quasi tutti. La ragazza accanto a Caleb, scoprirà poi che è la sua nuova fiamma. Tutti la abbracciano, le fanno gli auguri senza perdere il sorriso. Josh si alza e, da vero gentiluomo, le sposta la sedia. Cominciano a parlare, non li vedeva da tanto. Sono appena stati in vacanza a Los Angeles. Lei ha dovuto lavorare e Faith le ha fatto compagnia. Non saprebbe cosa fare senza quella ragazza. Le sono mancati tutti, comunque. Cher sta raccontando di quando si sono ubriacati e Zayn si è quasi fatto arrestare. Lei non riesce a smettere di sorridere, vedendo l'amico che arrossisce leggermente. Ordinano da bere e chiede qualcosa di leggero. Anche se il giorno dopo non lavora non le va di passare la serata a vomitare.
Quando la barista porta da bere ha con sè un tovagliolo. «Rose?» chiede, posando lo sguardo sul gruppo di amici che ancora sta ridendo per delle vecchie battute. Julie fa un cenno con la mano e la ragazza le lascia il pezzo di carta sul tavolo sorridendo. Non fa in tempo a chiederle spiegazioni che già è diretta versa il bancone. Tutti la stanno scrutando, curiosi. Si sente quasi in imbarazzo. Faith la incita a leggere cosa c'è scritto. 'Mi salvi?' riconosce quasi subito la calligrafria e, notando gli occhi ancora puntati su di sè, trattiene il sorriso. Lo accartoccia, stringendolo ancora in mano. «Comunque sono bravi» Amaya cerca di attirare l'attenzione degli altri che la guardano confusi. «Quei cantanti, dico, sono bravi» poi guarda Julie che le lancia uno sguardo di gratitudine. Tutti, d'accordo con l'amica, cominciano una discussione sull'ultimo vincitore di xfactor. Coglie l'occasione per alzarsi, sgranchirsi le gambe (e cercare Nicholas). Con lo sguardo passa in rassegna tutti i tavoli. Poi lo vede, poco distante dal balcone. Parla con un signore dai capelli quasi grigiastri, potrebbe essere suo padre. Non sa se andare a disturbarlo oppure no. Quando le viene in mente il messaggio sul tovagliolo fa alcuni passi nella sua direzione e lui la nota, sorridendole. Posa una mano sulla spalla dell'uomo e, dopo avergli detto alcune cose che Julie proprio non riesce a capire, la raggiunge. Lei ha appena ordinato da bere. Forse ha cambiato idea, potrebbe anche volersi ubriacare. «Hai già preso qualcosa?» le chiede, avvicinandosi leggermente per sovrastare il rumore della batteria. «Sì, un pancho villa, non l'ho mai provato» 
«un pancho villa anche per me, per favore» dice poi lui, rivolto alla barista. «Che ci fai qui?» le chiede poi, senza smettere di fissarle gli occhi. E le labbra. 
«La festa di compleanno, ricordi?» Julie è imbarazzata, come se fosse alle prese con la prima cotta. 
«Lo so» 
«Allora perché me lo hai chiesto?» ribatte, leggermente divertita. Aspetta la risposta sorseggiando il cocktail che le è appena arrivato. «Non sapevo che dire» ammette lui. Prende in mano il bicchiere  ma aspetta alcuni secondi prima di portarlo alle labbra, non le toglie gli occhi di dosso.
«Da cosa ti dovevo salvare?» farfuglia Rose, mentre ordina qualche altro cocktail.
«Da Howard» 
«Il signore con cui stavi parlando?» Il liquido nel bicchiere barcolla leggermente, minacciando di rovesciarsi. Nicholas annuisce lievemente.
«E che voleva?» 
«E' il direttore di una casa editrice, qualcosa del genere» 
«Scrivi?» Il tono sorpreso e canzonante fa sorridere il ragazzo. 
«Ci provo»
«Non l'avrei mai detto» 
«Guarda che sono uno acculturato, eh» le dice lui, facendola ridere. 
«Certo, cioè, di che scrivi?» 
«Storie?» 
«D'amore?» 
«Non sono bravo in quelle» 
«E in cosa sei bravo?» 
a farti sorridere, vorrebbe dirle. 
«Non so, parlo delle persone che incontro, che camminano per strada, al supermercato. Mi immagino le loro vite, i loro sogni» 
«E io?» 
«Io cosa?»
«Che vita ho?» 
«Non lo so, incasinata, penso» 
«Non vale, tutti hanno una vita incasinata» 
«Ma a te piace» 
L'alcool comincia a fare effetto. 
«E a te?» 
«Anche a me piace, per questo ci siamo trovati. Almeno ora possiamo parlare di quanto ci piacciano le nostre vite incasinate» 
Julie lo guarda confusa, felice e sorride. 
«Non mi hai fatto gli auguri» dice, senza cambiare espressione. 
«Hai ragione, è che non mi sono preparato» 
«Sei strano, che devi preparare?» 
«Non posso dirti auguri e basta. Devo metterci qualcosa di mio» 
«Tipo?» 
«Non so. Mi lasci qualche secondo? Davvero, devo pensarci» Julie non riesce a trattenersi, scoppia a ridere buffamente. Incurante delle persone accanto che le lanciano occhiate incuriosite, anche loro sotto l'effetto dell'alccol.
«Tipo, Rose, sei proprio bella questa sera. Auguri» Nicholas ha appena sussurato, vedendo la ragazza divertirsi con niente. Ma lei l'ha sentito ed  arrossisce. 
«Perché mi chiami Rose?» chiede. 
«Te l'ho detto, lo preferisco» 
«A me piace più Julie» 
«Non mi importa. Facciamo che io ti chiamo come voglio e tu fai lo stesso con me» 
La ragazza sembra pensarci su. 
«Accetto» dice, infine. «Però devo pensarci. Mi serve l'ispirazione». Dopo alcuni secondi di silenzio aggiunge «Sei invitato ufficialmente alla mia festa di compleanno, comunque» 
«Ne sono onorato, miss Rose. Mi scusi, può farci due  gin tonic?» aggiunge, rivolto al barista. prendono i cocktail e, facendo attenzione a non rovesciare  nulla tra una risata e l'altra, raggiungono il loro tavolo. 
«Ti eri persa?» le chiede Faith, ammiccante. L'amica scuote la testa, divertita. Posa il bicchiere sul tavolo e, attira l'attenzione di tutti, prima di far conoscere Nicholas ai suoi amici. Si presentano distrattamente, lasciando nell'aria il suono dei loro nomi. Il nuovo arrivato sorride, educatamente. Sta pensando di andare a cercare Harry, non si sente a suo agio tra quelle persone. Non conosce nessuno. Si siede accanto a Julie, lei gli lancia sguardi divertiti. Sembra si sia accorta dell'imbarazzo, eppure non fa niente. «Balliamo?» le chiede allora. Annuisce poco convinta dopo aver lanciato uno sguardo al bicchiere  ormai vuoto. Nicholas ne ha contati sei. Lui si è fermato al terzo.E' brillo, forse. Ma non vuole ubriacarsi, non con Julie. Rose. Comincerebbe a flirtare senza pudore. Poi dovrebbe smettere di parlarle per non crearsi problemi con Harriet. E' simpatica, gli piace la sua compagnia. Anche quando non smette di far parlare l'alcool. Sorride, sorride spesso. Gli piace, sì.
 
 
 
Julie sente la voglia incontrollata di baciarlo. Non può, lo sa. Però vorrebbe. Ha bevuto qualcosa, la testa le gira leggermente. Nicholas le sta raccontando di un suo amico, un certo Antony. No, Harry. E' venuto al locale con lui e poi l'ha perso di vista. «Torniamo dagli altri?» gli chiede, quando ormai rischia di perdere la sua buona volontà. E poi si sente in colpa. Faith ha organizzato tutto per lei che passa la serata col suo nuovo pseudo amico. E' passata la mezzanotte, stanno ballando da una ventina di minuti. Lui annuisce e le prende la mano. Lentamente si fanno spazio tra la folla che in poche ore è aumentata. Si avvicinano al tavolo, le mani ancora intrecciate. Julie, leggermente imbarazzata allontana la sua. Nicholas non sembra farci caso. Le indica un ragazzo al bancone ma non riesce a metterlo del tutto a fuoco. «E' il ragazzo con cui sono arrivato. Ti spiace se lo raggiungo?». Le spiace, in effetti. «Figurati, ci si sente?» «Ci si vede. Mi sono divertito, saluta tutti». Poi le dà un veloce bacio che le fa infiammare la guancia sinistra. E, sorridendole, si allontana calmo. Lei raggiunge Faith e gli altri. Amaya sta raccontando una barzelletta che forse ha già sentito. Nicholas le sta ancora sorridendo.
  
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