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Autore: LittleWhiteAngel    21/06/2013    11 recensioni
Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction e...siate crudeli!
In questa storia Bella è una mezza vampira, figlia di Renèe e Charlie Swan (vampiri), sorella di Jasper ed Alice (vampiri).
Edward Cullen è invece un vampiro come la sua famiglia, formata da Carlisle, Esme, Rosalie ed Emmett.
I Cullen si sono appena trasferiti a Forks dove incontreranno gli Swan.
Dal primo capitolo:
“Dunque la ragazza si chiama Rosalie e sta con il gigante al suo fianco, che si chiama Emmett, mentre l’altro vampiro si chiama Edward ed è SINGLE!” ci spiegò Alice a voce bassa per non farsi sentire dai tre.
La guardai con sospetto, perché mi sembrava che avesse calcato la parola ‘single’?
“Alice, ti ho mai detto che sei proprio un folletto pestifero? Che stai tramando?” le domandai.
“Chi io? Niente!” rispose fingendosi offesa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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 No, non è una finzione.. sono proprio io! :3
 Vi lascio all'aggiornamento, spero che vi piaccia^^
 Stanotte risponderò alle recensioni :D
 Grazie per le vostre belle parole <3



Capitolo 21
Pov Isabella 
"Perché temevi di non essere accettata? È così facile affezionarsi a te... non capivo perché gli umani a scuola vi trattassero con tanta naturalezza, ora capisco che è grazie alla tua natura per metà umana che li mette a proprio agio... e lo stesso succede con i vampiri, sei riuscita a conquistare perfino la fiducia di Rosalie! E mia sorella è diffidente con tutti..." disse Edward.
"Nella vita ci sono avvenimenti che possono turbare la psiche di una persona, Edward" gli rispose Renée "non tutti accettano la diversità come stai facendo tu...".
Edward rifletté sulle sue parole e poi annuì "Già, suppongo sia così..." disse.
"Mi dispiace disturbarvi" scherzò Seth affiancandoci in forma umana, era l'unico che si era trasformato "ma volevo avvisarvi che noi torniamo a La Push, ci vediamo domani alla stessa ora?" aggiunse.
"Credo non ce ne sia bisogno, come avete potuto notare ho un gran controllo, per cui..." risposi.
"Devo ammettere che sei sempre più forte Bells!" mi disse lui sorridendo "Ma c'è una certa vampi-nana troppo vulnerabile agli attacchi rapidi ed improvvisi che credo abbia bisogno di un bel po' di allenamento".
"Guarda che sei più basso di me lupacchiotto!" esclamò Alice.
"Di soli 7 centimetri vampi-nana ed ho 14 anni! Dammi un altro paio di giorni e ti supero" le disse Seth fiero.
"Molto bene lupacchiotto, domani sarà un testa a testa fra me e te" lo sfidò Alice.
"Le nostre teste saranno alla stessa altezza ancora per poco perché ti metterò k.o. molto velocemente" rispose Seth.
"Va bene voi due, basta litigare come dei bambini" intervenne Renée "Seth, caro, gli altri sono già andati via, sii prudente mentre li raggiungi".
"Se ne sono andati?" chiese Seth voltandosi "Questa me la pagano! A domani!" salutò mentre correva verso il bosco.
"Buonanotte Seth" salutammo.
"Perché eravate con i mutaforma? Qual è il vostro rapporto con loro? E perché vi vedete qui la notte?" chiese Edward.
"Quante domande!" esclamò Alice "Rispondi tu, Bella? Noi intanto torniamo a casa..." aggiunse prendendo Jasper per mano.
"Ci vediamo domani a scuola Edward" salutò Jasper.
"Andiamo anche noi, caro, Isabella ha tante cose da spiegare e la nostra presenza è superflua, sono sicura che Edward la riaccompagnerà sana e salva a casa, vero Edward?" chiese Renée.
"C-certo signora Swan" rispose Edward.
"Chiamami Renée, credo di essere molto più giovane di te" scherzò mia madre.
Edward sorrise "Se non è di troppo disturbo, domani pomeriggio la mia famiglia aveva pensato di venire a casa vostra, i miei genitori erano ansiosi di conoscervi..." disse.
"Nessun disturbo, vi aspettiamo" rispose mia madre mentre mio padre mi abbracciava.
"Ci vediamo dopo, non fare troppo tardi, ti sei stancata molto ed hai bisogno di almeno un paio d'ore di riposo" mi disse mentre le sue dita solcavano le mie occhiaie.
"Va bene" gli risposi.
"A domani Edward" lo salutò mio padre prima di sparire nel bosco con mia madre.
"Dunque..." cominciai "qual era la prima domanda?".
"Volevo sapere qual è il vostro rapporto coi mutaforma, a quanto ho capito vi è permesso entrare nella riserva" disse.
"Sì, è vero, siamo molto uniti." risposi "Mio padre nacque proprio qui a Forks, 102 anni fa, era molto amico di Ephraim Black e degli altri ragazzi della tribù ed un giorno, mentre era nei boschi con loro, si imbatterono in due vampiri; i licantropi si trasformarono e li uccisero, non erano i primi vampiri che combattevano, durante lo scontro, però, mio padre fu morso da un vampiro, aveva 30 anni. Vista la grande amicizia che li legava, Ephraim ordinò che mio padre non fosse ucciso, anni prima aveva conosciuto dei vampiri che non si nutrivano di sangue umano e pensò che avrebbe potuto insegnare a mio padre il loro stile di vita. Trascorse i 3 giorni della trasformazione accanto a lui e quando mio padre si risvegliò, gli spiegò cos'era accaduto; per mio padre fu facile ambientarsi alla vita vegetariana, credo che l'odore dei mutaforma, che per voi vampiri è fastidioso, lo aiutò molto nei primi tempi. Restò in questi boschi in compagnia dei licantropi per 5 anni, dopodiché decise di partire, la civiltà gli mancava, ma non poteva mostrarsi a Forks o La Push, qualcuno avrebbe potuto riconoscerlo; girò il mondo da solo per 24 anni, finché non conobbe Alice e Jasper, lei lo aveva visto in una visione e lo aspettarono in Francia per oltre un mese.
L'anno successivosi trasferirono in Inghilterra, dove conobbero mia madre; fu un colpo di fulmine per entrambi, capirono subito di appartenersi" spiegai, mi fermai a riprendere fiato, ero davvero stanca.
"Ti va di sederci? Usare il mio potere come ho fatto prima mi stanca molto..." gli dissi.
"Certo, non c'è problema, puoi anche stenderti se ti va..." mi rispose.
"Meglio di no, finirei con l'addormentarmi..." scherzai sedendomi sul prato.
"Se sei così stanca possiamo anche continuare un'altra volta" mi disse sedendosi accanto a me.
"Tranquillo, ce la faccio..." risposi sorridendo.
Edward ricambiò il mio sorriso e mi spronò a continuare.
"Quindi, 42 anni fa i tuoi si conobbero..." disse.
"Sí, in Inghilterra, dove lei viveva..." proseguii "Un anno e mezzo dopo si sposarono, mia madre conosceva la vera natura di mio padre, ma ciò non la spaventava, lo amava e non gli importava che non fosse umano. Dopo un paio di mesi nacqui io e mio padre fu costretto a trasformare mia madre per salvarle la vita; la gravidanza durò appena un mese, periodo durante il quale mia madre si nutrì di sangue e cioccolata, spesso mi prende in giro dicendomi che ero una bambina viziata già allora perché non le permettevo di nutrirsi di nient'altro" spiegai ed Edward ridacchiò.
"Quindi ti nutri di sangue come noi?" mi domandò.
"Anche" gli risposi "vado a caccia almeno una volta ogni due giorni, ma mi nutro anche di cibi umani, non tutti però, molte cose non riesco a mandarle giù".
"Ad esempio?" chiese.
"La pasta... di qualsiasi tipo si tratti, non riesco proprio a mandarla giù..." risposi.
"La cuoci prima, vero?" domandò ridacchiando.
"Certo!" risposi e mi unii alla sua risata.
"Hai detto che sei nata un mese dopo essere stata concepita?" domandò poi.
"Già, il mio sviluppo è stato molto veloce, così come la mia crescita dopo il parto, infatti, quando avevo solo 6 anni sembravo già un'adolescente ed un anno dopo la mia crescita si è fermata, ho questo aspetto da 33 anni..." spiegai "Quando i genitori di Charlie morirono, 31 anni fa, venimmo a Forks per la prima volta da quando mio padre era partito; si era tenuto in contatto con Ephraim, fu lui ad avvertirlo e così venimmo ai funerali restando, però, nell'ombra; da quel giorno tornammo qui a Forks ogni anno fino a quando 12 anni fa Ephraim morì... mio padre ne soffrì molto e per 4 anni non tornammo, l'anno scorso, poi, abbiamo deciso di trasferirci qui per un po'... come puoi capire, il nostro rapporto con i licantropi è sempre stato questo, ci é concesso entrare nella riserva grazie al rapporto che mio padre aveva con Ephraim, che all'epoca era il maschio alfa del branco... certo, attualmente, nel branco c'è chi è reticente e non vede di buon occhio la nostra presenza vista la nostra natura, ma Sam e Jacob, gli attuali alfa sono in ottimi rapporti con noi per cui avendo il loro consenso gli altri non possono obbiettare.".
"Capisco... ma perché vi vedete qui di notte?" mi chiese.
"Non ci vediamo sempre, questa era la prima sera... Edward, conosci i Volturi?" domandai.
"Sì" mi rispose guardingo.
"La settimana prossima saranno qui, Alice l'ha visto" spiegai ed Edward si irrigidì.
"Perché?" chiese soltanto.
"Per noi..." gli risposi ma non ebbi il tempo di continuare che Edward mi interruppe.
"Perché? Cosa avete fatto? È per la tua natura? Io... loro... io ti proteggerò, Carlisle li conosce, forse possiamo fare qualcosa...loro..." disse allarmato ma lo fermai mettendo le mie mani sul suo volto e costringendolo a guardarmi negli occhi.
"Calmati Edward, va tutto bene, non mi faranno del male..." lo rassicurai sorridendo, era così preoccupato solo per me?
"Perché vengono?" mi chiese ritrovando la sua lucidità e poggiando le sue mani sulle mie, ancora sul suo volto.
"Hanno bisogno di me ed Alice... pare che ci sia un branco di neonati che sta creando scompiglio ed hanno intenzione di intervenire..." gli spiegai.
"Hanno bisogno di voi? Loro sanno di te?" domandò.
"Sì, ma è una lunga storia, ti dispiace se te ne parlo in un'altro momento? Mi sento molto stanca" mentii, per parlare dei Volturi avrei dovuto parlare di lei e non mi sentivo pronta.
"Non c'è problema, puoi solo assicurarmi che non sei in pericolo?" disse.
"Te lo prometto, non possono permettersi di perdermi, sono troppo preziosa per Aro" spiegai alzando gli occhi al cielo.
"Va bene" disse lui "vieni, ti accompagno a casa" aggiunse alzandosi e porgendomi la mano per fare lo stesso.
La afferrai anche se non ne avevo bisogno e mi alzai; a passo umano ci avviammo verso casa mia, non avevo fretta di separarmi da lui e dal suo viso sembrava che anche a lui facesse piacere la mia compagnia.
"Quindi i Quileute vi stanno aiutando ad allenarvi?" chiese dopo un po'.
"Già... quando l'hanno saputo si sono subito offerti di aiutarci" spiegai.
"Avremmo potuto aiutarvi anche noi..." disse.
"Se mi avessero dato ascolto, questa sessione di allenamento non sarebbe mai esistita, è stato Jasper ad insistere, è sempre preoccupato per la nostra incolumità! Negli anni ho imparato a gestire il mio potere e me la cavo molto bene; la stessa cosa si può dire per Alice, certo, gli attacchi improvvisi sono più difficili da prevedere per lei, ma non arriverà mai ad uno scontro fisico, io la proteggerò con lo scudo, nessuno si avvicinerà..." risposi decisa.
"Per quanto tempo starete via?" mi chiese.
"Credo un paio di settimane... solitamente c'è una prima settimana di preparazione a Volterra e poi si parte per la battaglia" spiegai.
"Solitamente? Non è la prima volta?" domandò stupito.
"No, è la quarta..." risposi.
"La quarta?" ripeté.
"Sì, quando hanno saputo del mio potere hanno cercato in tutti i modi di farmi unire a loro, vedi, nella loro guardia c'è una vampira che ha il potere di separare e formare dei legami, solitamente durante le battaglie c'è sempre qualche vampiro che viene 'graziato' in quanto si è mostrato pentito o innocente... la verità è che quel vampiro ha sempre un potere particolare che ha attirato la loro attenzione ed il loro desiderio, così usano quel potere per distruggere il legame che lega quel vampiro al suo clan e farlo desiderare di stare con loro... per mia fortuna, grazie al mio scudo, quel potere è innocuo su di me e quindi ci siamo ritrovati costretti a promettere che in caso loro abbiano bisogno di noi, noi saremmo stati disponibili ad aiutarli..." spiegai.
"Sono proprio come li descrive Carlisle" disse lui irrigidendosi "sai, lui ha vissuto a Volterra con loro per alcuni anni...".
"Un momento... tuo padre ha i capelli biondi?" gli chiesi.
"Sì" rispose lui confuso.
"Non ci credo! Tuo padre è il dottor Carlisle Cullen?" domandai.
"Sì" rispose ancora "lo conosci?".
"Non di persona, nella sala dei troni a Volterra c'è un dipinto che rappresenta Aro, Caius e Marcus e con loro c'è anche Carlisle, quel dipinto mi ha sempre attratto, quell'uomo aveva uno sguardo così gentile... e poi aveva gli occhi dorati come noi, quindi si cibava anche lui di sangue animale e non umano ed un giorno, capendo la mia attrazione per quel vampiro, Aro mi spiegò chi fosse e mi disse che era un dottore, che curava gli esseri umani, che faceva interventi, che stava ogni giorno a contatto con il sangue umano e che mai, nemmeno una sola volta aveva ceduto al suo richiamo... lui è... è un mito..." dissi parlando molto velocemente, mi capitava spesso quando ero emozionata "e poi... dovevi sentire come Aro ne parlava, non l'ho mai visto con quello sguardo, anche lui ammira profondamente tuo padre, so che prova un grande affetto nei suoi confronti, non l'ho mai visto parlare di nessuno come ha parlato di tuo padre, per un momento aveva perso la sua maschera calcolatrice" aggiunsi calmandomi e parlando ad una velocità accettabile "sembrava quasi... umano!" scherzai.
Edward resto in silenzio per un po' con un'espressione dolce e colpita.
"Carlisle è proprio unico..." disse poi sorridendo.
"Non mi sembra vero che domani lo conoscerò!" esclamai ridendo ed Edward si unì a me.
Trascorremmo il resto della passeggiata fino a casa in silenzio, ma non era uno di quei silenzi imbarazzanti in cui non si sa che cosa dire, mi stavo godendo la passeggiata e dall'espressione di Edward capii che anche lui era rilassato come me.
Troppo presto arrivammo a casa, avrei voluto trascorrere più tempo con lui, ma mi consolai pensando che erano le 4 di notte e quindi lo avrei rivisto fra poche ore a scuola.
Quando ci fermammo, Edward mi sorrise e si esibì in un perfetto baciamano d'altri tempi che mi fece arrossire ed una curiosità si insinuò nella mia mente, gli avevo raccontato tanto di me quella notte, ma continuavo a sapere quasi niente di lui.
"Quanti anni hai?" gli chiesi.
"Troppi" scherzò.
"Che cattivo, io che sono una signora ti ho detto la mia età e tu ti rifiuti di dirmi la tua?" lo presi in giro.
"Mi perdoni my lady" disse "sono nato a Chicago il 20 Giugno 1901, nel 1918 stavo morendo di spagnola, Carlisle lavorava nell'ospedale dove fui ricoverato e... Elizabeth, mia madre biologica, capì la sua diversità e gli disse di salvarmi, così Carlisle, che da tempo meditava sull'avere un compagno, mi trasformò." spiegò.
"Hai 111 anni!" esclamai.
"Già, potrei essere tuo nonno piccola quarantenne" scherzò ed io mi unii alla sua risata.
"Buonanotte nonnino" gli dissi quando la risata scemò.
"Dolce notte miss Swan" mi rispose prima di sparire nel bosco.


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