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Autore: Dalhia_Gwen    21/06/2013    10 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne di nome Gwen che, nonostante tutte le ingiustizie e il passato che ha vissuto, riesce finalmente a trovare la felicità che aveva perso, grazie ad uno dei suoi più grandi hobby, la quale sarà in grado di scalfire il suo ormai cuore di diamante, immune fino a quel momento...
Tratto dal capitolo 28:
“....Cominciò a ticchettare il piede destro sul tappeto color del deserto, rendendosi conto di non riuscire a sopportare tutta quell’ansia che la stava letteralmente mangiando, ma fu proprio in quel momento che avvertì la carica giusta per poter affrontare la competizione nel migliore dei modi. Una mano calda e tremante quanto la sua intrecciò le dita con quelle della mano della gotica, esattamente qualche minuto prima del fischio. Scattò a quel tocco così intimo e che desiderò da fin troppo tempo, per poi girarsi velocemente verso la sua sinistra. Ad attenderla vi erano gli occhi decisamente più luminosi del solito del punk, che nel frattempo era arrossito quanto lei per quel gesto nato spontaneamente..."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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La prima mezz’ora della partita fu piena di emozioni. I ragazzi stavano dando il massimo, entrambe le squadre erano determinate più che mai ad aggiudicarsi il titolo di miglior classe in campo calcistico della scuola, il tutto mentre la preside avrebbe poggiato quella piccola coppa. La squadra in cui giocavano Duncan e Geoff era colma di energia, sfoderando così la loro forza. Il loro allenatore, il professore di Ed.Fisica di Duncan e Gwen, era orgoglioso di loro, ammettendo che quei ragazzi avrebbero fatto molta strada, inquadrandoli dal primo giorno in cui li aveva conosciuti.
L’uomo infatti era molto bravo a “ricercare” nuovi talenti, e quei ragazzi non erano da meno. Ma la squadra avversaria era tosta, e sicuramente non avrebbe ceduto. Il “nemico” che Duncan temeva di più era Mike, un ragazzo molto minuto ma dotato di una forza inarrestabile, e che d’altra parte avevo ben intuito l’agilità senza freni del punk.
Nei primi minuti ci furono spintoni e falli uno dopo l’altro, che impedivano, sia l’una che l’altra squadra, di arrivare alla distanza necessaria per fare un tiro in porta.
Ma neanche questi mancarono.
Arrivati al decimo minuto, il ragazzo dal ciuffo verde diede i suoi primi segnali di centrocampista, scatenando così la paura dei suoi avversari. Ad affiancarlo vi era Geoff, che giocava lateralmente, sempre pronto a passargli la palla al momento giusto. In quel momento infatti DJ, abile difensore, sottrasse la palla ad Ezekiel, uno dei difensori dell’altra squadra, per poi correre verso il biondo. Questi captò il segnale e, seguito da Duncan, prese il pallone, ed attese che il suo migliore amico lo superasse. Circondato oramai dagli avversari, Geoff fece una scivolata per poi far continuare l’azione a Duncan, che non attendeva altro. Con l’agilità di un felino, il punk scattò verso la porta, con addosso i difensori avversari. Ma ad ostacolarlo si aggiunse anche Mike, che velocissimo stava avanzando dalla parte opposta verso Duncan, con l’intento di scontrarlo. Questi lo sapeva perfettamente, e per questo non si fece intimorire. Quando oramai sembravano in procinto di scontrarsi, Duncan calciò il pallone, e con un tiro degno di un fuoriclasse in nazionale, segnò in porta, non lasciando neanche il tempo al portiere di lanciarsi, talmente fu veloce. La reazione dei tifosi fu immediata: dalla grande platea cominciarono a sentirsi grida ed esultazioni, ripetendo a gran voce il nome del punk. Gli striscioni vennero innalzati sempre più in alto, e molti contenevano dediche al ragazzo più popolare dell’istituto: “Duncan ce la puoi fare, sei tutti noi!” oppure “Duncan sei un mito. Desidero vederti in serie A.” per poi arrivare a “Così come spacchi le facce altrui, fatti sentire anche in questa partita…Forza Evans!!”.
Anche Bridg gioì a quel fantastico goal, mentre Gwen rimase senza parole: ci vollero una manciata di secondi per rendersi conto che quel goal mozzafiato venne eseguito proprio dal suo punk preferito.
“Woooooou! Vai così Duncan!!!” esultò Gwen improvvisamente, cominciando a saltellare, mentre il suo cuore esplose in un entusiasmo mai visto prima.
Nel frattempo Duncan venne travolto dai suoi compagni di squadra, gioendo insieme a loro. Tentò di raggiungere la sua gotica che si trovava a pochi metri da lui e che batteva forte le mani, ma gli bastò incrociare il suo sguardo dolce e pieno d’amore per capire che sarebbe stato capace anche di fare peggio, per lei.
Ma non poteva mancare di certo la risposta della squadra opposta. Senza farsi prendere troppo  dal panico, la 5° C riuscì, dopo i venti minuti successivi, ad ottenere il pareggio grazie al loro Mike. Ciò infatti si è potuto concretizzare grazie ad un piccolo ma fatale errore di incomprensione: Brick, uno dei difensori laterali, avrebbe dovuto passare il pallone a Tyler, secondo migliore attaccante dopo Duncan, ma solo quando egli sarebbe arrivato abbastanza vicino alla porta. Tyler e il punk si trovavano esattamente uno a destra e l’altro a sinistra, con l’unica differenza che Duncan era circondato dai giocatori avversari, i quali erano più che sicuri che il difensore avrebbe passato il pallone al punk. Ma la 5°A aveva già previsto tutto, e fu per questo che avevano pensato di coglierli alla sprovvista. Malgrado il loro piano, Brick intese male e sbagliò il passaggio, facendo arrivare il pallone verso Duncan che, bloccato, non riuscì a prenderlo, in quanto preceduto da Mike. Questi, ormai vicino alla portiere, colse l’occasione al volo, mirando così verso la porta, centrando in pieno. La palla entrò, mentre la folla dei tifosi emerse improvvisamente.
“Ahahahahah che ti credevi Duncan, eh? Non ci facciamo intimorire da un goal fin troppo fortunato..con me non si scherza, chiaro?” disse, per poi terminare il discorso gettando della saliva sull’erbetta e a pochi centimetri dal punk, che in tutta risposta lo fulminò con lo sguardo, inorridito da quel gesto così poco elegante.
“E’ ancora tutto da vedere Tomson*..!” urlò dietro di lui Geoff, che assistette a tutta la scena.
“Non perdere fiato con lui, amico..è solo un montato che non ha capito di cosa siamo capaci..” e così dicendo i due tornarono in gioco.
La partita continuò con alternanza di alti e bassi, in entrambe le parti. Anche tra i tifosi la tensione era altissima, e non mancarono di certo le risse.
 
Finì così il primo tempo, e i ragazzi potettero riposarsi un po’, approfittandone per studiare le contromosse che avrebbero deciso il futuro di quella partita. Nel frattempo lo stadio si svuotò della maggior parte dei tifosi che andarono a prendere qualcosa da bere. Gwen e Bridgette rimasero sedute.
“Che partita, eh? Sembrava di assistere ad un incontro di Wrestling!” esclamò la bionda mentre prendeva dalla sua borsa una lattina di Coca-Cola.
“Hai ragione, ma che accanimento…”rispose Gwen alquanto turbata, massaggiandosi le tempie.
“Cosa c’è Gwen? Non ti senti bene?” domandò l’amica premurosa.
“No, ho solo un po’ di mal di testa. Sai, non sono abituata a tutto questo baccano..” disse Gwen abbozzando ad un sorriso.
“Oh Gwen questo non è niente! Saresti dovuta essere presente negli anni in cui questo istituto era frequentato da mio fratello Josh*. Mi ha raccontato che al quinto anno i tifosi portarono i megafoni alla partita, adesso vietati. Per non parlare di quando tentarono di appiccare un fuoco con l’intento di far terminare forzatamente la partita, dato che la loro squadra ne sarebbe uscita sconfitta..Oh, quell’anno la scuola era popolata da veri e proprio delinquenti, ovviamente bocciati più volte..” raccontò la bionda molto allegramente. D’altra parte Gwen l’ascoltò sconcertata, per poi estrarre da una delle tasche della sua gonna il cellulare, guardando l’orario.
“Speriamo che vinca…” si fece sfuggire la gotica con lo sguardo triste rivolto di fronte a lei.
“E’ vero, ammetto che la squadra di Mike è forte, ma sono sicura che i nostri ragazzi ce la faranno. E così quelli della 5°C dovranno tornare a casa con la coda tra le gambe!” esclamò Bridgette dandole una pacca sulla spalla.
Gwen le rispose sorridendole lievemente, mentre lo stadio di stava riempiendo di nuovo.
Iniziò così il secondo tempo,e i ragazzi ricominciarono a giocare.
“Adesso vedrete, perdenti.” Pensò Mike mentre si preparava per calciare il pallone.
Le due squadre mostrarono la stessa grinta del primo tempo, e il punteggio rimase costante. Se una squadra tentava di portarsi in vantaggio, ecco che l’altra arrivava giusto in tempo per rompere quel desiderio.
Il tempo scorreva, e i ragazzi erano sempre più stanchi.
Anche i tifosi soffrivano come loro ad ogni tiro o avanzata verso la porta, mentre la tensione era oramai arrivata alle stelle.
“Maledizione, se continuano così arriveranno ai rigori!” esclamò Bridgette alquanto preoccupata.
“Non sarebbe meglio?” chiese Gwen dubbiosa.
“Meglio? Ma i ragazzi sono stremati! Oh no, succederà come l’anno scorso: devi sapere che Tyler, quando arriva ai rigori, si innervosisce perché sente il peso delle sue responsabilità nei confronti sia della squadra e sia dei tifosi, per cui le emozioni non le riesce a controllare, cadendo nella trappola dell’errore. Ed infatti l’anno scorso, se non fosse stato per Duncan che riuscì a non sbagliare neanche un rigore, avrebbero rischiato di perdere ingiustamente, dato che la squadra avversaria era decisamente debole..” raccontò Bridg restando sempre con lo sguardo verso il campo.
“Ma stavolta gli avversari sono forti..” continuò la gotica deglutendo.
“Già..” annuì la bionda.
 
Tutta la platea era oramai convinta che quella partita si sarebbe conclusa con un pareggio, e che ai rigori si sarebbe giocato il tutto per tutto, quando all’improvviso avvenne il colpo di scena.
Erano gli ultimi minuti di gioco, ma Duncan era determinato più che mai a vincere, non solo per la seconda coppa consecutiva, in particolar modo per Gwen. Così colse l’ultimo momento quell’azione che gli avrebbe probabilmente dato la possibilità di chiudere quella lunga e faticosa partita. Dopo aver preso il possesso palla, il punk cominciò ad avanzare veloce verso la porta avversaria. Si trovava nella metà campo avversaria, quando si sentì pressare dai nemici in ambo i lati. Ma vedendo che il capitano non cedeva, Ezekiel tentò di prendere la palla in maniera piuttosto irregolare, riuscendoci e senza che gli arbitri se ne accorgessero. Duncan perse l’equilibrio per poi cadere per terra. Maledisse sé stesso, rendendosi conto della preziosa occasione che aveva sprecato. Guardò il tabellone: mancava ancora un minuto. A quel punto agì d’istinto e, con tutta la forza che gli rimaneva, raggiunse in pochi secondi l’avversario, che lo notò. Questi cominciò ad innervosirsi, sentendo la pressione del punk che non cedeva, nonostante il fiatone. Ezekiel tentò di resistere, ma venne preso alla sprovvista: Duncan spinse leggermente l’avversario, facendolo barcollare ma non cadere, per poi farlo entrare nel panico. Ezekiel fu troppo impegnato a non perdere l’equilibrio che non si rese conto che non aveva più il pallone tra i piedi. Nemmeno Mike si rese conto della mossa astuta del punk, troppo occupato a parlare con i tifosi che lo acclamavano da tutte le parti. Fu così che Duncan accellerò come mai fece, e nonostante avvertì la presenza dei suoi avversari accanto, visualizzò la porta e calciò senza pensarci, anche se era abbastanza lontano. Ad un tratto tutto tacque, l’intera tifoseria trattenne il respiro, ognuno per un motivo.
I tifosi smisero di esultare, troppo presi da quell’istante.
Gli avversari rimasero a bocca aperta, increduli.
Bridgette strinse i denti, nervosa più che mai.
Gwen stringeva all’altezza del petto il pugno sinistro, mentre con l’altra mano stringeva quella dell’amica, sgranando gli occhi.
La 5°C si fermò, improvvisamente.
Il portiere si lanciò verso la palla, determinato a prenderla in tutti i modi.
Ma quel pallone entrò.
Mai come in quel momento la platea di tifosi esplose in urla di felicità: il minuto scadde, e la partita finì 2-1 per la 5°A.
Duncan, dopo aver calciato, si accasciò per terra a peso morto, anche lui incredulo dell’impresa impossibile portata a termine. Sorrise, per poi chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalle esaltazioni dei suoi fans. Ma venne risvegliato dai vari pesi che si stavano accumulando su di lui, creando così un mucchietto. Erano i suoi compagni di squadra, che non seppero trattenersi dall’emozione che il loro capitano ha permesso loro di provare.
“Ehi non è giusto! Era un fallo! L’ho visto!”Non potete dare il punto a loro!!” Mike cercava di attirare l’attenzione di qualcuno, saltellando e muovendo le braccia in alto, alterato più che mai. Ma tutti, persino gli arbitri, erano occupati a congratularsi con i vincitori. Ogni giocatore strinse la mano ad uno di loro, permettendo così al povero punk di rialzarsi e tornare a respirare. Non fu neanche in piedi che, malgrado fosse praticamente privo di forze, cominciò a correre verso la sua fonte di energia, colei che lo aveva sempre sostenuto: Gwen. La ragazza, quando il moro fece entrare il pallone in porta, si scatenò urlando a squarciagola, e con le lacrime agli occhi. Insieme alla bionda esultò e saltellò come una matta, ma la sua attenzione venne attirata da una figura che avanzava proprio verso la sua direzione, mentre la guardava sorridente. Riconoscendo che la figura era Duncan, si affacciò di più dal suo posto, con l’intento di avvicinarsi il più possibile a lui. Non appena Duncan arrivò, si fermò per poi allungarsi anche lui verso di lei, fino a prenderla in braccio e portarla con sé nel campo. Si strinsero forte, entrambi al settimo cielo per la vittoria, tanto che Duncan cominciò a girare su se stesso trasportato dalla voce della sua amata. Ma dato che aveva completamente esaurito le forze, non riuscì neanche a terminare il primo giro che si ritrovò per terra, mentre lei era su di lui. Continuarono a ridere, incuranti del baccano che si era creato.
“Ce l’avete fatta! Avete vinto!” esclamò Gwen non appena prese un po’ di fiato.
“Sì, ma solo grazie a te, amore mio.” Rispose il punk guardandola negli occhi dolcemente.
Duncan oramai aveva le gote dipinte di rosso, non tanto per la stanchezza, ma piuttosto per essersi accorto che quello era il momento perfetto che confessarle il suo amore. Così prese il viso di lei, caldo per l’emozione, per poi avvicinarlo al suo piano, per paura di un rifiuto. Ma lei non oppose alcuna resistenza, e finalmente si scambiarono il loro primo bacio.
Un bacio lungo.
Un bacio intenso.
Un bacio non a stampo.
Un bacio vero.
Lei gli accarezzò la cresta verde spettinandola, mentre lui con una mano le strofinava una guancia col pollice e con l’altra le circondava la vita. Rimasero molto tempo stesi per terra, sotto gli occhi di tutti: nessuno dei due aveva intenzione di staccarsi dall’altro, affamati fin dall’inizio dei baci e delle carezze di entrambi. Con quel bacio, sia lui che lei, si resero conto di cosa realmente provavano verso l’altro. Persino Gwen ora non aveva più alcun dubbio: lo amava, sì, si era perdutamente innamorata di Duncan.
Lui, il ragazzo più popolare nonché il più temerario dell’istituto.
Lei, una delle ragazze più brave e diligenti di tutta la scuola.
Ma a loro non importava. Ciò che più contava, adesso, era la loro storia d’amore, appena incominciata.


* nome puramente inventato dall'autrice



°°Angolo dell'autrice sempre più smielosa°°
Salve popolo di EFP!! :D
Rieccomi qui, con il capitolo più smieloso di tutti! *-*
Sì, lo ammetto. Prima di scriverlo ho fatto una scorpacciata di dolcetti al cioccolato...e l'effetto è evidente! xD
Eheheh avete visto? SI SONO BACIATI!!! <3
Fans: Era ora!!! >.<
Eh lo so, avete ragione, ma ne è valsa la pena aspettare, o no?  ;)
Eheh ho pure aggiunto altri personaggi del cartone! :D
Mi farebbe tanto piacere che voi lasciaste un commentino, vorrei tanto sapere cosa ne pensate :3
Grazie a tutti per seguirmi, e grazie a tutti coloro che commenteranno! :'3
Ci rivediamo al prossimo capitolo! ;)
Baci,

Dalhia_Gwen
  
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