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Autore: Ilarix96    22/06/2013    1 recensioni
Pagine tratte dai diari di due ragazzi costretti ad andare a vivere in Afghanistan, Andry come soldato e Erika con la famiglia....Le loro vite si intrecceranno e i protagonisti dovranno superare delle difficoltà.
In questa parte il protagonista è Andry.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                            29 giugno
   Adesso non scrivo molto spesso, perché ho sempre qualcosa da fare e non c’è niente di nuovo o di interessante da raccontare. A volte ci fanno degli attacchi,  ma noi rispondiamo molto prontamente e non abbiamo quasi mai dei morti tranne alcuni, perché questi sovietici tirano granate a caso, solo per terrorizzare la gente.
La maggior parte dei morti è causata dalle malattie. John per fortuna si è salvato, anche se è ancora molto pallido ed è talmente debole che non riesce a camminare. Adesso deve riposare ancora per un po’, poi gli hanno  detto che si rimetterà in servizio. Poveretto. Nel frattempo, io ho dovuto di nuovo cambiare tenda   perché  Lane, in una delle sue folli bevute, ci ha acceso un fuoco dentro. Subito dopo un soffio di vento  ha spinto la fiamma verso la stoffa e in un secondo tutto stava bruciando. Siamo riusciti tutti a uscire, per fortuna, appena in tempo per beccarci la ramanzina del generale:”che vi è saltato in mente,cretini””pensavamo fossero i sovietici””chi è stato di voi?””Se  ti becco un’altra volta fare queste cose ti rispedisco a  casa a piedi” e tante altre cose.
Così lui è andato da un suo amico e io da uno di 19 anni, che appena mi ha visto si è messo a tremare come una foglia.
Era diverso da tutti gli altri, aveva una faccia orientale, era magrissimo e sembrava un bambino impaurito. Per dieci minuti buoni non ha parlato, stava accucciato sulle ginocchia e mi guardava come un agnello guarda un pastore quando ha il coltello alzato, pronto ad ucciderlo.
Ho cercato di dirgli che non gli facevo del male e, dopo tanta insistenza, sembrava che avesse ceduto. Così gli ho chiesto perché aveva così tanta paura di me e lui mi ha risposto: -Sei tu che hai picchiato Kurt, vero? Hai picchiato molti soldati più grandi  e io ho un anno in più di te ma ho paura che tu voglia scassare le ossa anche a me e, credimi, le mie ossa sono come i grissini, basta un piccolo colpo  e mi si spezza un braccio. Ti prego non farmi del male!- Sono rimasto basito. Un diciannovenne che aveva paura di me! Gli ho spiegato in tutti i modi che non ero un mostro, che non gli avrei fatto del male, ma lui restava lì e appena mi avvicinavo faceva degli urletti e andava il più lontano possibile da me. Alla fine si è calmato.
Dopo mi ha detto che si chiamava Kile  e  veniva dalle Hawaii. I suoi erano molto poveri: suo padre lavorava in fabbrica e sua madre non faceva niente ed avevano bisogno di soldi, così hanno deciso di mandare il figlio nell’esercito per racimolare qualcosa e spendere meno. Lui aveva  tre fratelli e una sorella. La maggior parte di loro lavorava già e lui era il più piccolo della famiglia.
Quando gli ho raccontato la mia storia, lui è rimasto molto colpito. Non era niente di che, ma lo ha impressionato.
È simpatico e, dopo un po’, non ha più tremato e ha cominciato a parlarmi del più e del meno, come se ci conoscessimo da anni.
E così sono trascorse le ore di quella nottata ma la mattina non eravamo stanchi, anzi, il generale ci ha fatto le congratulazioni per la prontezza di riflessi.
È stata una buona conoscenza e spero che continui.
Poi ieri, mentre camminavo per  strada, ho visto un uomo steso per terra, grondante di sangue che appena mi ha visto si è messo a farmi dei segni. Io sono corso da lui e ho cercato il telefono più vicino, ho chiamato l’ambulanza e nel frattempo ho cercato di soccorrerlo come meglio ho potuto. Era un uomo piuttosto giovane, ma non faceva il soldato. Aveva vestiti simili a quelli dei mujaidin e perciò dei sovietici, che passavano di lì, gli hanno sparato.”Per fortuna”l’hanno colpito a una gamba! Quando sono riuscito a rimarginare un po’ la ferita, lui ha tirato fuori una foto dove era insieme alla sua famiglia, poi mi ha dato un pacco e mi ha detto in perfetto inglese di darlo a sua moglie e ai suoi figli appena potevo. Mi ha dato anche il suo indirizzo e mi ha detto di portarglielo entro tre settimane. Poi è arrivata l’ambulanza, mi sono spacciato per un suo amico,così mi hanno detto che ci sarebbe voluto un mese prima che il feritosi riprendesse completamente. Avevo tutto il tempo per svolgere il mio incarico. Intanto lui aveva perso i sensi quindi non ho detto altro ma sono riuscito a sapere in che ospedale si trova.
                                                                                                                                  Andry
  
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