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Autore: Lesty    22/06/2013    1 recensioni
“ Il Signore ti ha fatto dono di una bellezza fuori dal comune anche per un angelo, Altair. Non puoi seriamente chiedermi di non annegare nel tuo sguardo.”
Altair è il serafino preferito di Dio. Compete in bellezza e splendore con la stella del mattino, Lucifero. Ma la caduta degli angeli ribelli non gli porterà via solo il suo temibile avversario. E un angelo senza amore, è un angelo senza speranza.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Evil Angel

“ Il Signore ti ha fatto dono di una bellezza fuori dal comune anche per un angelo, Altair. Non puoi seriamente chiedermi di non annegare nel tuo sguardo.”

 

Malik glielo ripeteva spesso, anche dopo aver fatto l’amore nascosti in una grotta tra le alte cime della Terra. Gli animali non salivano mai fino a quelle altezze, e Dio fingeva di non conoscere il motivo di quelle fughe dal Paradiso. Altair era molto amato dal Signore e dalle schiere celesti. Anche i Troni e gli Arcangeli pendevano dalle sue labbra, avrebbero fatto qualunque cosa per ottenere una briciola della sua attenzione, uno sguardo, un suo sorriso. Ma gli occhi di Altair, il suo amore, andavano solo al Signore, e a Malik. Il Signore ricambiava il suo amore, lasciando che Altair, il suo serafino preferito, sedesse accanto a Lui, affondasse nella Sua luce e ascoltasse le Sue parole. Non esisteva creatura celeste più amata dal Signore di Altair, a eccezione di…lui, Lucifero. La stella del mattino.
Altair non provava gelosia nei suoi confronti, al contrario. Sapeva che Dio lo amava, e gli era sufficiente. Ma non poteva sopportare lo sguardo adorante di Malik quando si posava su Lucifero.
Lucifero era bellissimo, amato, ascoltato, ma gli mancava il carisma che aveva Altair. Sarebbe bastata una parola, al serafino, per sconvolgere le schiere celesti. Ma il suo infinito amore per Dio non glielo permetteva.

 

Malik passava sempre più tempo con Lucifero e questo, Altair, non poteva sopportarlo. Bruciava di insoddisfazione, e il Signore lo sapeva. Lo sapeva e gliene parlava, gli chiedeva di liberare il proprio animo da simili sentimenti, di contemplare invece la Terra, con le sue creature vive, e la Sua nuova creazione: l’uomo.
Gli angeli erano rimasti sconvolti di quella nuova creatura di Dio, che si era evoluta rapidamente dalla scimmia, ed era divenuta sempre più…simile a loro. Non solo nell’aspetto, ma anche nei sentimenti, nell’immaginare Dio, gli uomini erano straordinariamente simili agli angeli. E molti di loro non riuscivano a capacitarsene, non comprendevano.
Altair era preoccupato, non tanto dalla creazione degli uomini, ma dalla situazione che si stava generando in Paradiso. Molti angeli iniziavano a provare dei dubbi nei confronti delle decisioni del Signore, e nel momento in cui un angelo perde la sicurezza, prova dei dubbi, la sua totale devozione per Dio, suo creatore, svanisce. Gli angeli erano stati creati per servire incondizionatamente il Signore. Ribelli, non erano più nulla.

Lucifero era stato il primo ad esprimere i propri dubbi. Lui, il figlio prediletto dal Signore, osava provare dei dubbi, osava sollevare delle questioni sul Suo operato. Raccoglieva sempre più seguaci, sempre più angeli che la pensavano come lui. Malik era tra loro.
Invano, Altair aveva cercato di fargli cambiare idea. Vani erano stati i baci, le parole accorate, i gemiti disperati, per riportarlo sulla retta via. Malik era caduto nella rete di Lucifero.

Lo scontro divenne inevitabile, ma inizialmente non coinvolse tutto il Regno di Dio. Furono i due prediletti, i due serafini più amati, a scontrarsi. Altair e Lucifero intrapresero una guerra sotterranea e logorante, a colpi di estenuanti litigi e di gelide occhiate. Lucifero odiava Altair, perché era consapevole del suo immenso potere: una sola parola di Altair avrebbe riportato in riga tutti gli angeli. Altair, dal canto suo, provava odio nei confronti di Lucifero perché gli aveva portato via l’unico che a lui interessasse. Accecato dal suo amore per Malik, dalla paura di perderlo, Altair non si era reso conto della forza che avrebbe potuto esercitare sulle schiere. Voleva solo riportare la pace, senza doversi schierare. Non poteva volgere le spalle a Dio, perché lo amava. Non poteva volgere le spalle a Malik, perché amava anche lui, anche se significava non contrastare Lucifero. Ma, soprattutto, gli umani non valevano di certo una simile guerra; non ne erano degni, erano ancora selvaggi, rozzi eppure … Dio vedeva in loro qualcosa di più, così come Lucifero. Lucifero aveva capito che l’uomo era il peso sulla bilancia che avrebbe fatto vincere uno dei due schieramenti.

Un giorno, alcuni angeli discesero sulla Terra e presero sembianze umane, e apparvero agli uomini, e con essi si accoppiarono. Amarono, vissero tra gli uomini, insegnarono loro cose che avrebbero dovuto rimanere segrete. Rivelarono agli uomini le parole di Dio.
Altair rimase sdegnato. Vide piangere molti dei suoi fratelli, vide Michael farsi prendere dalla rabbia, e Lucifero ridere soddisfatto. Il seme della discordia era stato gettato. Tra quegli angeli dissidenti, c’era anche Malik. Quando Lucifero vide il dolore e la delusione negli occhi di Altair, rise ancora più forte.
Uriel e Raphael riportarono in Paradiso gli angeli che erano scesi sulla Terra per congiungersi agli uomini, per rimetterli al giudizio del Signore.
La fiamma divina tremò di indignazione, per quell’affronto al Proprio volere, e gli angeli che avevano disubbidito tremarono di paura e di pentimento. La voce del Signore si innalzò potente, sovrastando i bisbigli delle schiere. Lucifero venne trascinato al cospetto di Dio, e costretto a inginocchiarsi.
“ Che tu sia maledetto, figlio mio, per aver tradito il Padre tuo e i tuoi fratelli. Eri la mia stella, Lucifero, la mia luce. Non voglio più vederti, la tua luce non sfiorerà mai più i nostri occhi delusi. Sarai sprofondato negli abissi, quello sarà il tuo nuovo regno! “
La pesante condanna si abbatté sull’angelo, pieno di sdegno e superbia, il bellissimo serafino che aveva condotto la rivolta, il favorito del Signore.
Altair si sentì trionfante per aver perduto il suo unico avversario.
“ Gli angeli che hanno seguito Lucifero nelle sue scelleratezze, lo seguiranno anche nella caduta! Siete tutti condannati all’eternità negli anfratti della Terra!”
Il sorriso morì immediatamente sulle labbra del serafino. Lo sguardo passò in meno di un battito di ciglia dalla soddisfazione alla disperazione più cupa.
- No, mio Signore! Ti prego, non farlo! È tutta colpa di Lucifero, è lui che li ha deviati! Dai loro una nuova possibilità, Padre, mostra loro la tua pietà, il tuo perdono. Non dividere così i tuoi figli! -
Altair si gettò ai piedi del trono divino, i lunghi capelli castani, lisci come fili di seta, che gli cadevano sul volto di porcellana, lungo la schiena, sfiorando il suolo.
“ Sono traditori come Lucifero. E come lui affronteranno la mia ira! Gabriel, Michael, sprofondateli!”

 Le lacrime non furono sufficienti a nascondere agli occhi di Altair il momento in cui i suoi fratelli venivano cacciati dal Paradiso. Vide Malik precipitare, vicino a Lucifero. Lo udì gridare il suo nome. No, non quello di Altair: quello di Lucifero. Sentì il cuore spezzarsi.
- Malik! -
Le grida del serafino non servirono a nulla. La bionda chioma del cherubino, i suoi splendenti occhi verdi e il volto delicato, svanirono dal suo sguardo rapidamente. Non avrebbe mai più sospirato contro quelle labbra rosee che avevano esplorato il suo corpo con devozione e amore. Non avrebbe mai più udito la sua voce accarezzarlo e strappargli brividi lungo la schiena. Non avrebbe mai più giaciuto tra le sue braccia, premuto sotto il suo corpo, non lo avrebbe mai più sentito dentro e intorno a sé.
Poteva esistere qualcosa di peggiore?

 

Pianse lacrime amare, raccolto su se stesso, attorniato dai serafini che invano cercavano di consolarlo.
“ Figlio mio, mi hai deluso.”
La voce di Dio lo raggiunse e lo spaventò. Mai aveva udito da Lui simili parole.
“ Ti sei lasciato accecare da passioni terrene, e non sei stato capace di prendere una posizione. La tua neutralità ha permesso che si scatenasse una simile guerra, la tua indifferenza ha condotto lontano dal Paradiso molti tuoi fratelli, che avresti potuto facilmente convincere a lasciare le truppe di Lucifero.”
Altair si raddrizzò, seppur con lo sguardo ferito.
- Padre, volevo solo la pace. -
Sussurrò, la voce rotta dal dolore, mentre gli altri angeli rimanevano in silenzio a osservarlo, preoccupati per lui.
“ No, Altair. Tu volevi solo liberarti di Lucifero per avere Malik tutto per te.”
Dio aveva ragione, ovviamente, ma il serafino non era disposto a credere a quelle parole.
- Non è vero! Padre, credi davvero che quelle creature, quegli … uomini, valgano tutti questi sacrifici, queste guerre? Valgono davvero il sacrificio dei tuoi stessi figli?!? -
Le schiere sentirono il suolo tremare, e l’ira del Padre innalzarsi.
“ Anche loro sono figli miei, come te, come Lucifero!”
Altair non tremò, si erse anzi, nel pieno della propria bellezza, e del proprio coraggio.
- Sono bestie! Non sono migliori delle scimmie dalle quali discendono. Sono vili, assassini, ladri e traditori! Si uccidono tra loro, e vuoi farmi credere che meritino tutto questo?!? -
Dal trono giunse il silenzio. La quiete prima della tempesta.
“ Uriel, strappa le ali di Altair.”
Ci fu un attimo di silenzio, di calma, prima che scoppiasse il dissenso degli angeli, la paura di Altair, l’incomprensione di Uriel.
-- Padre, non … non posso. Altair è mio fratello. --
“ Se non lo fai, ti scaraventerò insieme a lui sulla terra!”
Il Paradiso intero tremò, e Uriel, spaventato, si avvicinò al serafino, con le lacrime agli occhi.
-- Perdonami, fratello. --
Sussurrò, piangendo mentre gli strappava le ali.
Il dolore che provò Uriel in quel momento, fu nulla in confronto a quello che inflisse ad Altair, che serrava le labbra per non urlare.
“ La tua punizione sarà di restare per sempre sulla terra. Senza ali per tornare dai tuoi fratelli, incatenato alla Terra e agli uomini, privo dei tuoi sentimenti, del tuo cuore! Ti condanno a vagare tra gli uomini finché uno di loro non riaccenderà in te l’amore che hai provato in Paradiso. Sarai privato del tuo aspetto da angelo, sarai un reietto, ispirerai terrore agli uomini! Nessuno ti amerà mai, Altair. Questa è la tua punizione per aver mancato nei tuoi doveri di serafino!”

Il dolore delle ali che non aveva più, lo stordì a tal punto da non sentire le grida di coloro che lo stavano guardando cadere, precipitare sulla terra. L’impatto col suolo non fu più doloroso del sangue che gli scorreva sulla schiena, sulle spalle, dove una volta le ali bianche si erano aperte fieramente. Era caduto ai piedi delle stesse montagne dove tante volte aveva stretto a sé Malik, lo stesso cherubino che gridava, affacciandosi dalla grotta dove avevano fatto l’amore, il suo nome. Chissà come mai, l’eco non restituiva mai il suo nome per intero, la r si perdeva stranamente, lasciando semplicemente una lunga i al termine. Altaj.
Si rialzò, a fatica, sostenendo il peso delle catene, fini e indistruttibili, che gli marchiavano a fuoco la pelle, trascinandosi fino a uno specchio d’acqua lì vicino.
L’orrore di vedere il proprio riflesso fu enorme. La pelle era divenuta quasi trasparente, tanto era chiara, gli occhi erano cerchiati da segni neri, e le labbra, esangui, si aprivano su…
Urlò, quando vide quei canini lunghi e appuntiti, come quelli di un felino. Le mani erano sporche di sangue e terra, le unghie nere, le labbra del medesimo colore. Sul suo corpo, privato delle ali, le catene avevano già prodotto orribili bruciature spiraliformi. Non era più un angelo, era un mostro
Un mostro condannato a vagare sulla terra per sempre. Paradiso e Inferno gli erano interdetti. Non poteva avere l’amore di Dio, né l’amore di Malik, o dei suoi simili. Dannato, tra quelle creature che detestava, che lo disgustavano.

Avrebbe fatto pagare a Dio quell’ingiusta punizione. Lo avrebbe privato dell’amore delle sue creature predilette, delle loro anime.  Si sarebbe rivalso di quelle creature orribili almeno quanto lui, finché Dio non l’avesse perdonato.
Ma con questi pensieri, la sua natura angelica era definitivamente morta. Era divenuto il demonio che aveva visto negli occhi di Lucifero. Un demonio sulla terra.

L’angelo caduto aveva perduto, nella caduta, anima e cuore.

   
 
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