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Autore: kuccioladisincro_2000    22/06/2013    4 recensioni
Giulia non era una ragazza fortunata. Almeno non pensava di esserlo.
Però da quel giorno in bagno erano successe cose davvero fantastiche a lei e le sue amiche!
E Louis, seduto accanto a lei, glielo faceva ricordare ogni minuto di più.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OCCHI


Per fortuna di Giulia alla fine le sue amiche si erano portate via Phoebe (con la scusa di andare a prendere un gelato) permettendo a lei ed a Louis di parlare.
Allora la ragazza iniziò a spiegare dell’ equivoco mentre lui l’ ascoltava, incantato.
Sembravano una coppia di fidanzatini, a vederli lì, seduti su quella panchina, a guardarsi e parlare del più e del meno, a ridere. Giulia sentiva che il suo idolo era proprio come se lo immaginava, che gli piaceva ogni giorno che passava. Louis invece sapeva che vedendola provava qualcosa di importante ma non sapeva che cosa. Però era importante. Di questo era sicuro.
Passarono un pomeriggio a scherzare e giocare. Ma ad un tratto arrivò una ragazza. Aveva i capelli lisci, biondi, non tanto corti e gli occhi azzurri, quasi verdi. Aveva un filo di matita negli occhi, giusto quel poco per far risaltare quei occhi grandi. Giulia la riconobbe subito: Lottie Tommlinson.
Louis sgranò gli occhi e la ragazza sorrise. “Ehi, Tommo! Non saluti la tua sorellina preferita?” “Sono IO la sua sorellina preferita!!!!!” sussurrò una voce, quasi ringhiando e lanciando occhiate di fuoco alla sorella. Si, perché chi parlava era la più piccola Tommlinson, Phoebe.
“Che ci fai qui?” continuò la piccolina. “Da qualche parte dovevo pur andare, no?” “No” rispose secco Louis. Le ragazze (erano arrivate pure loro) si guardarono e guardarono Giulia. Non capivano niente. Neanche Giulia capiva niente. Ma stettero a sentire e, se qualcuno fosse passato a vendere popcorn,  li avrebbero presi e sgranocchiati, come se stessero vedendo un film.
“Devi andartene! Capisci? Devi tornare a casa, da mamma! Non puoi abbandonarla così!” “Lei non mi capisce! Pensa che io non ami Jason e che non possiamo stare insieme! Solo perché lui ha venti anni, ma mamma lo sa che tu tradisci Eleanor con una ragazza della mia stessa età, se non più piccola? E tu hai 21 anni, non 20!!!!!” rispose lei, animandosi tutta di un botto.
Giulia la guardò e disse “Noi due non stiamo insieme” semplicemente, ma si sentì avvampare. Insomma, Louis non aveva dato peso a questa cosa (anzi, lo aveva dato ma in fondo gli piaceva che la gente pensasse questo di loro, loro).
Lottie la squadrò. “Tu vuoi farmi credere che non stavate uscendo insieme?” disse, con disprezzo. “No, ma è stato un equivoco e poi abbiamo deciso di rimanere a parlare, come amici”. Ebbero tutti e due un tuffo al cuore. Come poteva saper mentire così bene? O non gli importava davvero niente di lui se non come amico?
“Dimostramelo.” Rispose Lottie, sfidandola. Louis la guardò male, come per dire ‘non serve, non farmi fare brutta figura, voglio continuare a frequentarla’ ma lei fece finta di niente. “Beh, ti invito a casa mia a dormire finché non avrai trovato un’ altra sistemazione, visto che tuo fratello è incapace di cederti un posto.” Rispose, con la prima cavolata che le era venuta in mente, come suo solito, Giulia.
A Lottie le si illuminarono gli occhi e corse ad abbracciare l’ amica. Si, ormai erano amiche. Chi l’ avrebbe mai detto?
Poi toccò il momento delle presentazioni: la bionda si girò e fece conoscenza con Elisabetta, Francesca, Samira, Carmina e Ludovica. Louis e Phoebe non approvavano. La più piccola pensava che sua sorella aveva in qualche modo costretto a Giulia di invitarla a casa e Louis pensava che non avrebbe dovuto farlo comunque: che le costava dire che erano fidanzati? Evidentemente le costava, parecchio. E questo faceva soffrire Louis perché, come detto prima, tra loro c’ era un non-sapeva-che-cosa di importante.
Si fecero le sette e tornarono a casa.
Appena Giulia entrò, affiancata da Lottie, la madre la sgridò: le sembrava questo l’ orario di rientrare?
Poi vide la ragazza bionda accanto a lei e quando Giulia le disse che doveva rimanere fin quando non avrebbe trovato un posto dove stare, scoppiò: come si permetteva di invitare senza avvisare qualcuno che sarebbe rimasto per un periodo incerto, senza il consenso dei genitori, che nemmeno conosceva bene? Non si sarebbe presa questa responsabilità, questo è certo. Intanto però, essendo le otto e mezza, la ragazza era rimasta a cena.
Allora Giulia pensò a chi poteva chiamare:
Carmina: troppo lontana.
Samira: aveva detto chiaramente subito di no.
Ludovica: stava antipatica a Lottie.
Francesca: a lei stava antipatica Lottie.
Elisabetta, si, lei avrebbe detto si. Ne erano sicure.
Così chiamarono a casa. Rispose il padre che le passò subito la figlia. La ragazza rispose subito “Giulia? Sono le dieci e mezza, non ci possiamo sentire domani?” poi sbadigliò, lasciando intendere che sarebbe andata a dormire se non l’ avesse chiamata. “È importante” rispose velocemente Giulia, giusto per mantenere viva la curiosità dell’ amica. “Allora dimmi, dai, sono curiosa!” disse, appunto. “Beh, mia madre non vuole qui Lottie!” rispose. “Cosa, e perché? No aspetta, non me lo dire! Vado prima a chiedere a mia madre se può dormire qui, a meno che non l’ hai già chiesto a qualcun altro” “No, no, anzi vai!” rispose Giulia, ridendo.
Elisabetta uscì dalla sua camera e andò in salone dove la mamma stavo vedendo un film insieme al resto della famiglia. “Mamma, vieni un’ attimo” disse. “Cos’ è successo?” chiese la madre. Forse le voleva chiedere di uscire il giorno dopo, di solito era sempre così, poi Giulia quella sera l’ aveva pure chiamata… “Niente, a me. Però una mia amica, si chiama Lottie, non la conosci, ha dei problemi con la sua famiglia e se ne è andata di casa, non ha intenzione di tornarci. I genitori lo sanno ed anche il fratello più grande e la sorella più piccola sono nostri amici, quindi è come se avesse il consenso. Però non sa dove andare. Non è che può venire da noi? almeno finché non trova un’ altro posto! Ti prego, mamma, non la possiamo abbandonare per strada, per di più lei è qua soltanto con i suoi fratelli (che a casa non la vogliono) perché la sua famiglia è a Doncaster, vicino Londra. Dai, così imparo anche un po’ di inglese!” “Ma quando dovrebbe venire?” “La accompagna la madre di Giulia stasera” rispose sorridendo e andando a dare la lieta notizia a Giulia. “Ha detto si, può venire” disse. Si sentì gioire dall’ altra parte del telefono, segno che lì c’ era anche Lottie. “Però la deve accompagnare tua madre” continuò. “Certo!” rispose Giulia e poi, quasi all’ unisono, attaccarono.
Venti minuti dopo, solo perché non c’ era traffico, bussarono alla porta.
Andai ad aprire. “Lottie!” disse correndo ad abbracciare l’ amica che ricambiò. “Ciao, Lottie, io sono Rosaria, la mamma di Elisabetta. Ti dico che qui non sei di nessun disturbo e puoi rimanere a casa nostra fino a quando vuoi.” La bionda sorrise “Grazie, per qualsiasi cosa, posso rendermi utile, la scuola da noi è finita, quindi sarei comunque dovuta rimanere a casa, magari però uno di questi pomeriggi mi portate in giro per Roma!!” “Ovvio, andiamo noi due e magari ci portiamo dietro anche Carmina, Samira e Giulia, ti va?” sorrise Elisabetta.
“Certo! È un’ idea fantastica Ely! Non so davvero come ringraziarti, sarei dovuta ritornare a casa sennò….. è l’ ultima cosa che voglio” “Ti credo, beh, hai avuto tanto coraggio ad andartene ed hai ragione, anche se è una mossa avventata! Adesso andiamo, ti faccio vedere camera mia!”.  Così le due ragazze si trasferirono in camera. Una camera molto vuota per Elisabetta, senza tutti quei poster.
 Continuarono a parlare per tutta la notte, come due migliori amiche che si rincontrano dopo tanto tempo.
Il giorno dopo, tanto, non c’ era scuola, sciopero. Manco a dirlo, si svegliarono alle dieci. Poi presero il cellulare per rompere le scatole a Giulia. “Pronto” fece Lottie, con una voce nasale, irriconoscibile. “Chi è?” fece lei. “Nessuno” continuò Lottie. “Anzi nessuni ” aggiunse, guardando l’ amica e scoppiando a ridere insieme.
Giulia riconobbe la risata di Elisabetta e glielo  fece notare. Quelle due erano proprio matte!
“Volevamo chiederti se venivi con noi a fare il giro turistico di Roma! In due è proprio brutto!” “Aspetta che chiedo a mamma….posso fartelo sapere tra un po’?” “Certo! Intanto chiamiamo Carmina e cerchiamo di avvisare Samira!” “Ok” rispose solo Giulia e le due chiusero la chiamata., “Bene! Adesso svegliamo Carmina!” e giù le risate. Quelle due ragazze erano diventate più che sorelle! Lottie in Italia aveva fatto tanto fatica a trovare qualcuno che le volesse bene, ma adesso era diverso!
Anche Elisabetta era più che felice di aver trovato una nuova amica, per di più imparentata con Louis Tomlinson!
Chiamarono Carmina.
Uno squillo.
Due squilli.
Tra squil…. “Pronto? Chi è?” chiese una voce assonnata, no, ancora nel mondo dei sogni, tutta impastata. “Il lupo cattivo, attenta che ti mangio!” rispose Elisabetta scoppiando a ridere insieme a Lottie. “Ah, ciao Betta.” “Non sembri contenta di esserti svegliata grazie a me! Così mi offendo” continuò la ragazza riscoppiando a ridere insieme alla bionda. “C’ è qualcuno con te?” chiese Carmina, senza fregarsi della domanda che gli aveva posto. “Lottie ha dormito da me” rispose semplicemente. “E perché mi hai svegliato?” chiese Carmina. “Perché è divertente?” “Ah, certo, solo per te però!” rispose Carmina. “Ehi, calma, calma! Volevo chiederti se volevi fare un giro turistico di Roma insieme a me, Lottie, Giulia e se glielo chiedi, anche Samira!” “Ma è sicuro che vengono?” chiese Carmina. Squillò il cellulare:
Da: **********
Ok, ci vediamo alle 12.00 davanti scuola!
“Si, è sicuro che viene Giulia, ma Samira non lo so, non l’ ho chiesto, non ho il suo numero, la puoi avvisare te?” “Si, ma dove ci vediamo?” “A mezzogiorno davanti scuola!” “Ok” e spensero la chiamata. “Ok, sono le undici. Abbiamo cinquanta minuti per prepararci!” disse Elisabetta. “Bene, ma sono sempre così simpatiche le tue amiche che dicono Ok e poi attaccano?” chiese  “Si, simpaticissime!” rispose Betta. “Come te!” disse Lottie, ricevendo poi una linguaccia da Elisabetta.
Poi si fecero la doccia (separate, ovvio!), si rivestirono, si truccarono. Alle undici e quaranta erano pronte. Allora risistemarono la casa ed uscirono.
Alle 12.00 erano davanti scuola.
 Alle 12.01 arrivò Giulia.
Ale 12.02 arrivò Carmina.
Alle 12.03 arrivò un messaggio da parte di Samira: non poteva più venire.
Alle 12.04 la chiamammo (Samira).
Rispose subito, al prima squillo. “Ehi, Carmina, ciao senti non posso venire oggi!” disse “Ho visto il messaggio, perché?” “È che sto aiutando i miei al negozio….non posso!” “Veniamo a prenderti” urla Elisabetta e Carmina riattacca.
Si incamminarono e arrivarono al negozio. Samira stava riordinando gli scaffali. Entrarono. La madre della ragazza le sorrise. “Serve qualcosa? Samira ci sta aiutando a risistemare!” “Ma non può venire con noi a fare un giro….turistico?” chiese Giulia.
“Poi la riaccompagno io a casa, sono di strada” continuò Carmina. “La prego, è importante!” finirono Elisabetta e Lottie.
La signora le guardò, incerta. Quando si girò verso Samira e vide che anche quest’ ultima cercava di farle gli occhi dolci, acconsentì.
Così uscirono tutte e cinque insieme dal negozio, felici e spensierate.
“Allora, dove andiamo per primo?” chiese Elisabetta. “Colosseo!” rispose Lottie. “Colosseo” si rassegnò Giulia.
Presero la metro e dopo quaranta minuti di scherzi, giochi e risate, arrivarono.  Salirono le scale e dopo pochissimo tempo si ritrovarono davanti al Colosseo.
“Ok, siamo arrivati, questo è il Colosseo!” disse Elisabetta. “Da sola non lo aveva capito” commentò Carmina. “Veramente me lo aspettavo…..diverso!” disse Lottie.
Elisabetta 1 – Carmina 0. Palla al centro.
“Vabbè, dentro mi sa che non ci conviene entrare però intanto noi ti spieghiamo a cosa serviva” disse Samira. “Come se da sola non la avesse capito” a parlare era Elisabetta, imitando Carmina. “Magari non lo sa!” rispose a tono quest’ultima. “Non lo so” finì Lottie.
Elisabetta 1 – Carmina 1. Palla al centro.
 
 
Risero tutte e poi cominciarono a spiegare.
“Allora, nell’ antichità…” iniziò Giulia. “Ma questo pezzo non è importante!” disse Elisabetta. “E tu che ne sai?” la riprese Carmina. “Dall’ antichità…..è troppo vecchio! Ci metteremo una vita! E poi non dirmi che tu o tu Sami, sai come si è formato il Colosseo!!!!” Ok, stava facendo l’ insopportabile, ma solo perché stava cercando una scusa plausibile al bluff di poco prima.
“Stavo scherzando, ma fattela una camomilla eh!” disse e scoppiarono tutte a ridere. “Allora ce la facciamo insieme!” rispose Elisabetta. “Ci sto!” concluse Carmina.
Partita finita. Tutte e due le squadre alla vittoria. I giocatori si scambiano un gesto di pace con la mano.
“Vabbè, nel Colosseo si facevano delle gare, hai mai visto Asterix ed Obelix alle Olimpiadi?” disse Samira.
Lottie annuì “Ho capito” disse.
“Ok, prossima tappa?” fa Giulia.
“Mmmmm, boh, piazza Navona?” disse Elisabetta.
Giulia sbuffò, ma poi annuì, insieme alle altre.
“Piazza Navona?” chiese invece Lottie.
“Si” iniziò Samira. “È una delle piazze più care ai romani e ai turisti, il luogo ideale dove intrattenersi stando comodamente seduti al tavolino di un bar tra sculture e architetture barocche. Piazza Navona sorge nel luogo dell'antico stadio di Domiziano, ha una forma così, tipo ovale. Nella piazza furono organizzati spettacoli ludici e sportivi. Nel mese di agosto la piazza veniva allagata chiudendo gli scarichi delle fontane, per offrire un po' di frescura ai romani. L’attrazione principale di Piazza Navona è la Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini, lo conosci? –annuì- Di fronte alla fontana sorge la chiesa di Sant’Agnese in….oddio, come si chiama?” “Agone” rispose Giulia e Samira continuò ”.  Però ci sono anche altre due fontane “ “Io me la ricordo perché alla Befana vado sempre alle bancarelle, ma Sami, tu queste cose come le sai?” disse Elisabetta. “Ti ricordi la ricerca di maestra Simona sulla befana? Beh, mi sono ricordata quella, tutto qui.” “WoW, Sami” disse Carmina “E te lo ricordi ancora?” chiese Giulia “Vabbè!” disse Samira.
Poi ci avvicinammo, mentre Samira parlava continuavamo a camminare, ed andammo a sederci accanto ad una fontana.
Elisabetta, non contenta che la partita fosse finita in parità, schizzò un po’ Carmina, che rispose subito ed iniziò la guerra: Carmina nel tentativo di schizzare Elisabetta aveva preso in pieno Giulia che aveva tentato di vendicarsi colpendo Samira. Insomma alla fine si stavano schizzando tutte. Anzi, non tutte. Lottie era ancora tutta asciutta essendo rimasta in piedi. E proprio quest’ ultima fece una foto.
Una foto, si, come i turisti. Ma non la fece a una delle tre fontane o alla chiesa. No, la fece a quelle quattro ragazzine che si tiravano l’ acqua, che ridevano, che scherzavano, che facevano semplicemente parte della sua vita. Sembrava strano ma erano diventate così tanto amiche solo in un giorno, ma come si poteva non amare quelle ragazze?
Ma quelle videro il flash, o sentirono il ‘clic’ (ovvero il suono della macchinetta che in realtà non sarebbe ‘clic’) e si girarono.
“Ci hai fato una foto?” fa Giulia. “Secondo te? No, guarda, la macchinetta la tiene per bellezza!” dissero Carmina ed Elisabetta in coro, per poi scoppiare a ridere.
“Colpevole!” disse Lottie unendosi alle risate. Anche Samira e Giulia non poterono far altro che ridere. Ma in che razza di posto, con che razza di persone erano capitate? Proprio non lo sapevano.
Poi Lottie chiese il permesso (cioè annunciò più che altro) che si sarebbe fatta un giro da sola.
“Pensavo che potremmo andare per ultimi due luoghi a San Pietro e alla Cappella Sistina” disse Elisabetta appena Lottie tornò.
“Si, ma prima avete delle monetine?” chiese Giulia. “Si” risposero le altre (non tutte insieme, non sono mica sincronizzate) “Bene, allora si va alla Fontana di Trevi!!!” “È una fontana!” disse Carmina. “Maddddai!” commentò Samira. “Vabbè!” rispose Carmina. “Ma perché dobbiamo avere una monetina?” chiese Lottie.
Rispose Elisabetta: “La leggenda narra che se lanci una monetina nella Fontana, si avvererà un tuo desiderio. Progettata da Nicolò Salvi, la Fontana riceve le acque dai tempi di Augusto. Tema centrale dell'opera è il mare. Sia chiara una cosa: soltanto Anita può permettersi di fare il bagno nella fontana. Se ci provi te, dovrai fare i conti con le forze dell'ordine che non la prenderanno troppo bene. In pochi notano un particolare che, si dice in giro, fu realizzato semplicemente per ripicca. Sulla destra della Fontana di Trevi si trova un vaso di travertino, detto "Asso di coppe" che secondo la leggenda fu messo lì da Salvi per coprire la visuale dalla bottega di un barbiere che criticava continuamente il lavoro dell'architetto. “
“WoW, sono curiosa di vedere questa fontana!” “Beh, eccola lì!” disse Giulia, indicando la sua destra.
Lottie prese la monetina, si girò, in modo da trovarsi di spalle alla fontana e fece segno alle altre di fare come lei.
Al tre di Samira lanciarono tutte la monetina ed espressero il loro desiderio. Ma siccome è un desiderio non si può svelare, o non si avvererebbe.
“Cos’ hai desiderato?” chiese Carmina a Lottie ma la bionda venne interrotta da Elisabetta. “Non glielo dire!!!! Il desiderio sennò non si avvera!” “Vabbè, dai, chi se ne frega, dimmelo!” rispose Carmina, quasi supplicante. “Ha ragione Ely, non te lo dico.” “Betta, però! Non glielo dovevi dire. Adesso mi dici il tuo!” “No!” rispose lei. Carmina tornò a Lottie “Dai, me o dici?” chiese “No.” Rispose lei, scoppiando a ridere e cominciando a correre.
Carmina iniziò a rincorrerla ed Elisabetta dietro di lei, tentando di fermarla. Samira e Giulia presero a correre, la prima difendeva Carmina (più che altro perché sennò stava da sola), la seconda era indipendente. Cercava di acchiappare tutte.
Rimasero un’ altra mezzora così ma poi decisero che erano stanche e presero la metro che le avrebbe portate a San Pietro.
Durante il viaggio parlarono del più e del meno. Lei raccontò di Londra, del suo fidanzato. Loro di Roma, dei loro amici, della scuola.
Arrivati a San Pietro le ragazze si accorsero che sapevano così tanto e poco di quella chiesa che si avvicinarono a quelle guardie (guardie? Sembravano più pagliacci, con le loro uniformi colorate) e Samira, timida ma forte, chiese se poteva farci da Cicerone (?) o almeno spiegarle qualcosa.
Lui chiese il cambio, poi ci fece entrare proprio dentro e iniziò il suo discorso:
“Con la sua cupola michelangiolesca e la monumentale facciata, la Basilica di San Pietro domina lo scenografico portico a colonnato di piazza San Pietro, capolavoro architettonico del Bernini. Cuore della Chiesa cattolica, la Basilica sorge laddove nel 324 Costantino fece costruire un santuario in onore del Primo Apostolo che proprio in quel luogo fu crocifisso e sepolto. Nel 1506, papa Giulio II incaricò Donato Bramante di progettare la costruzione di quella che sarebbe stata la più grande chiesa del mondo (22.000 mq di superficie). Bramante, Michelangelo, Giacomo della Porta, furono solo alcuni tra gli architetti che si successero nella “fabbrica di San Pietro” negli oltre cento anni impiegati per completare la grandiosa opera. I maggiori artisti del Rinascimento romano e del barocco, vi hanno lasciato capolavori di straordinaria bellezza, basti pensare alla meravigliosa Pietà di Michelangelo, alla Cattedra di S. Pietro, al monumento di Urbano VIII e al sontuoso Baldacchino del Bernini. Luogo imperdibile dunque per pellegrini e visitatori di tutto il mondo. Il papa attuale è Francesco. È tutto ragazze!”
“Grazie!” risposero e poi decisero che, data la gente, sarebbero andate subito ai musei vaticani.
Lì stettero per più di due ore, abbastanza lunghe, perché non potevano scherzare come prima. Ma era fantastico vedere come si mettevano di impegno a cercare di farle capire qualcosa in più di quello che sapevano loro (?), cosa impossibile.
Alla fine tornarono a casa, distrutte.
Erano le sette, ma avevano già avvisato: sarebbero rimaste a casa di Elisabetta per cenare.
Dopo cena Carmina e Samira se ne andarono con la madre di quest’ ultima mentre Giulia aspettava la sua di madre.
Poi suonò il campanello. “Finalmente!” urlò Giulia. "Tu!" urlò una voce così piccina, ma così arrabbiata. "Pelchè?" chiese poi, scoppiando a piangere.
“Pelchè? Cioè perché cosa? Non capisco, non piangere!” disse Giulia, tentando di consolare la bambina.
Si, perché Phoebe Tomlinson era entrata in casa, come una furia. “Lasciatemi!!!! Sono arrabbiata con tutte e tre! Pensavo di potermi fidare della fidanzata di mio fratello e della ragazzina che mi ha comprato il gelato! Invece volete tutti più bene a lei che a me!”
“Questo non è vero…” iniziò Elisabetta. “Per me si, ora con permesso!”
E così, offesa a morte se ne andò, come era arrivata.
Ma prima che la porta si chiuse due occhi celesti incontrarono quelli di Giulia, due occhi stanchi, cerchiati di rosso.

Due occhi che Giulia avrebbe riconosciuto ovunque.

MA CIAOOOOOOOO
 

La devo smettere, non ci riuscirò mai!
Almeno ditemi com' è questo capitolo!
Entra in gioco la figura di Lottie e nel prossimo anche gli One Direction.
Cioè tutti visto che si parla di loro solo nel prologo e neanche troppo bene per i miei gusti. Miei gusti? L' ho scritta io la storia!
Vabbè, lasciamo perdere!
Comunque vi è piaciuto? Volevo farvi capire che rapporto c' era tra loro, le ragazze, sarà importante poi.
Il banner? Cosa ne pensate? Lo ha fatto
franci_una_direzione!!!!!
Ringrazio anche
smookie97 per il suo supporto, grazie a tutte e due!!!!
Adesso vado, non so quando aggiornerò, oltre agli esami tra una settimana parto e vado in vacanza (fino all' inizio della scuola) e non avrò internet per molto tempo (cercherò di aggiornare comunque ma molto dimeno che adesso, penso)!
A presto, cioè molto tardi,
Baci, mi mancherete (anche se non vi conosco e molte di voi non le ho nemmeno mai sentite),
kucciola

   
 
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