Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Ffransis    22/06/2013    1 recensioni
Quinto Severino è un membro dell'aristocrazia romana. Vive a Vienne, una provincia della Gallia Narbonense, al di là delle alpi, dove oggi sorge la provenza. Dovrà combattere contro la Fortuna, il destino, e la forzata condizione di povertà a cui la guerra contro i Galli lo condurrà. Ma non sarà solo, perchè la vita del giovane romano si incrocerà con quella di una comunità di guerriere galliche, in particolare con una di cui si innamorerà perdutamente. La guerra li dividerà e li costringerà su fronti opposti, chissà se davvero amor vincit omnia oppure se saranno destinati a perire in battaglia.
La mia prima fic storica originale. Spero vi piaccia :3
I capitoli sono corti e la lettura scorrevole, mi raccomando recensite altrimenti non ha senso per me continuare la fic. Grazie mille a tutti in anticipo, mwah!
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza | Contesto: Antichità greco/romana
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

V

Quinto, al seguito di Severa, percorse con eccitazione le brulicanti strade che popolavano Vienne. Le persone andavano e venivano senza sosta, portando con sé quella sensazione di freneticità seconda solo a quella dell'Urbe. Nonostante fosse piccola, Vienne contava almeno duemila anime; una volta giunti in prossimità dei quartieri popolari era possibile sentire il brulichio delle persone affaccendate nel proprio lavoro. Raggiunta la piazza principale Severa si fermò, così fece Quinto a sua volta, avendo tempo a sufficienza per guardare in alto e ammirare con orgoglio la grande statua d'oro raffigurante una creatura celestiale: questa portava la toga e pareva suonasse l'arpa, reggendosi in perfetto equilibrio con un solo piede sul pilastro marmoreo che la sosteneva.

Quinto fu strattonato bruscamente dalla madre, che lo costrinse a voltarsi e a seguirla fin oltre la piazza, situata poco prima del fiume, là dove era più facile trovare mercanzie esotiche importate da Roma e non solo. Tra i vari banchi c'era un enorme vespaio di persone che qua e là comperavano oggetti particolari delle popolazioni assoggettate a Roma come bracciali, anelli, tessuti, così come armi e armature. Quinto non era molto interessato a questi generi di merce tipo i bracciali d'osso, tuttavia non avrebbe negato di non desiderare avere un'armatura e una spada nuova.

Poco più in fondo, verso le porte della città, c'erano i mangones, ovvero i mercanti di schiavi, intenti ad attirare con ogni mezzo chiunque capitasse a tiro. Uno di questi intercettò lo sguardo di Severa che annuì e le venne incontro.

«Buongiorno mia signora, come posso servirla? Abbiamo dei pezzi rari e deliziosi che le potrebbero farle veramente comodo» disse affabile il mercante, prima di mostrare quella che era la sua fila di schiavi, chi grossi, chi minuti, chi magri, chi così stupidi da non poter evidentemente eseguire nessun tipo di ordine se non quello di azzuffarsi con qualcuno.

Il mango se la cavava bene a parole; a suo dire ognuno dei suoi schiavi erano perfetti e capaci di fare qualunque cosa. «Lo vede questo? Mi creda mia signora, è un vero stallone, in grado di tenerla sveglia la notte fino all'alba!»

Severa studiò a lungo lo schiavo possente, la barba incolta e mal rasata. Allungò le mani e ne tastò i testicoli, grossi e duri come rocce. Per quanto ne apprezzasse ogni parte Severa fece un cenno di diniego, cancellando il sorriso soddisfatto del mercante di schiavi.

Quinto nel frattempo si era allontanato di poco, incuriosito dalle schiave in vendita da altri mangones. In particolar modo una brunetta dalla pelle scura con i capelli lisci e spettinati. Quando il mango se ne accorse strizzò l'occhio al ragazzo e spogliò la schiava fino alla vita, mostrandone i seni grossi e morbidi che penzolavano a ogni respiro.

«Mi spiace tesoro, non è ancora il momento per certe cose» disse sua madre, accortosi che il figlio stava letteralmente impazzendo di gioia per quella ragazza mora.

«Ma mamma... sei stata tu a dirmi che era necessario che io avessi uno schiavo tutto mio.»

«Appunto, ho già acquistato il tuo nuovo schiavo, a te basta scegliergli un nome»

Quinto rimase a bocca aperta; la madre ne aveva già acquistato uno al posto suo. Alla faccia dell'indipendenza! Severa aveva fatto praticamente tutto da sola.

«Mostramelo per favore» chiese rassegnato alla madre.

«È qui vicino a me... fatti avanti, su!» ordinò al giovane che aveva scelto per il figlio.

Questo era alto e magro come Quinto, forse di qualche anno poco più grande, ma per il resto erano completamente diversi. Quinto era moro e aveva una carnagione olivastra tipica dei romani, lo schiavo invece aveva tratti decisamente nordici: pelle chiara, occhi azzurri e lunghi capelli biondi spuntati e sciupati dalla sporcizia.

Il ragazzo fisso le catene che lo schiavo portava alle mani e ai piedi, poi lo studiò a lungo, e si accorse di perdersi così facilmente in quegli occhi azzurro cielo. Gli si avvicinò, gli ripulì la faccia dallo sporco nero ormai incrostato sul suo viso e gli sorrise. Non aveva la più pallida idea del perché ma quel giovane gli procurava la stessa sensazione che solo una bella ragazza poteva fornirgli.

«Mi piace» disse rivolto alla madre. Gli piaceva davvero, prova che una piccola piega si stava rendendo visibile nella zona sud dell’ombelico.

Questa annuì e sorrise a sua volta.

«Da oggi ti chiamerai Trebonio» disse Quinto, sfoggiando un sorriso tenero e affettuoso al suo nuovo schiavo.

Lo schiavo ricambiò con un lieve sorriso e annuì, affascinato a sua volta dal suo nuovo signorino.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Ffransis