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Autore: Pandacoffee    23/06/2013    4 recensioni
Larry - Ziam
Louis ha una ragazza e due problemi: ama Harry ma non vuole fare outing.
Harry ama Louis ed ha un solo problema, giusto un dettaglio: vuole fare outing ma Louis no.
Poi c’è Zayn che ha una ragazza e un problema: Liam.
Liam, a sua volta, una ragazza ce l’ha e potrebbe vivere felicemente se il suo problema non fosse Zayn Malik e la sua malsana voglia di introdurre Ziam in ogni discorso.
Niall infine non può dirsi fortunato. Non ha una ragazza e ha quattro problemi: Louis, Harry, Liam e Zayn.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati dieci giorni da quell’intervista nella sala di registrazione. Nessuno aveva voglia di parlarne né l’intervistatore aveva avuto voglia di tornare a parlare con loro. Jason si era incazzato come una iena e tra i ragazzi il clima era davvero teso. Louis non rivolgeva nemmeno per sbaglio la parola ad Harry che dal canto suo si mostrava invece stoicamente deciso a non chiedere scusa. Per cosa avrebbe dovuto scusarsi?
Liam, che sapeva essere il più maturo del gruppo, alle volte era in grado di diventare anche il più ingenuo del pianeta.
“Harry” iniziò infatti Liam una mattina “dovete solo chiarirvi, parlatene”.
Davvero non capiva che la questione era ben più grave? Pensò Harry. Davvero non riusciva a vedere come un diverso modo di vedere una faccenda di quell’importanza non poteva far altro che determinare la fine irrevocabile del rapporto?
“Abbiamo chiuso” rispose semplicemente Harry trangugiando la sua colazione “un sacco di storie finiscono, la nostra non era diversa”.
Harry in realtà avrebbe voluto rispondere “aiutami”.
Aiuto sembrava essere l’unica parola della quale Harry aveva ancora controllo. Erano settimane ormai che ogni volta che pensava alla relazione con Louis e a quanto fosse complicata, l’unica parola che gli si presentasse in mente era solo ed unicamente “aiuto”.
Aveva sedici anni quand’era iniziato tutto questo. Solo sedici. Nessuno però pareva ricordarselo, mai. Tutti che gli dicevano cosa fare e cosa non fare, cosa fosse conveniente dire e cosa no.
Allora lui aveva cancellato tutto, ogni parola, ogni frase. Ne aveva tenute solo alcune: Louis. Ti amo. Aiutami. E il più delle volte si combinavano nella sua mente proprio in quest’ordine.
Ed era così anche quella mattina. Avrebbe voluto alzarsi da tavola, dov’era seduto con Liam a fare colazione, avrebbe voluto comparire sulla porta del salotto, proprio come fanno i bambini di sera, quando hanno appena avuto un incubo e i genitori sono seduti a guardare la televisione.
Avrebbe voluto guardare Louis e dirgli: ti amo, aiutami.
Ma non poteva farlo.
 
 
Louis e Niall erano mollemente abbandonati sul divano grande, quello che più di una notte aveva ospitato qualche loro amico troppo ubriaco per guidare fino casa, oppure qualcuno di loro in balia dell’insonnia.
Quella mattina, mentre ancora Zayn dormiva, Niall era andato a svegliare Louis e gli aveva chiesto, così, per distrarlo un po’, se gli andava di giocare con lui alla Playstation. A Louis non andava granché ma in effetti non aveva niente di meglio da fare.
Era già un’ora che giocavano, Louis continuava a perdere. Non riusciva davvero a concentrarsi, tutto quello che gli passava per la testa era Harry nella stanza accanto che faceva colazione. Aveva sentito aprire e chiudere la porta della sua stanza. Quella dannata porta cigolava sempre, Louis lo aveva sperimentato più volte durante molte notti passate ad intrufolarsi in camera di Harry senza farsi sentire da nessuno. Era stato proprio per colpa (o merito?) di quella porta che avevano deciso di prendere la camera infondo al corridoio, (quella che loro chiamano “per gli ospiti” come se davvero potessero ospitare qualcuno) e dormire insieme nel letto matrimoniale. Ed era stata proprio questa decisione a fare capire agli tre che tra loro due c’era ben più che una semplice amicizia.
Ora invece Harry era tornato a dormire nella sua vecchia stanza e Louis dormiva da solo nella camera degli ospiti. Per Louis, ormai, quel luogo era diventato una sorta di rifugio. Da quando aveva rotto con Harry qualcosa nella sua mente e nel suo cuore si era irrimediabilmente spezzato e con essi, capitava spesso, gli si spezzava anche l’aria nei polmoni. Si ritrovava a boccheggiare sul pavimento, senza avere più il controllo di se stesso. L’ultima volta gli era successo poco prima che Niall venisse a chiamarlo.
  
La luce che filtrava dalla finestra disegnava delle righe chiare e ben delineate sul letto. Louis era sdraiato  in corrispondenza dei ritagli di luce sulle lenzuola e osservava il proprio corpo frammentato da quelle spade luminose.
Gli vennero in mente tutti i momenti passati con Harry, tutte le frasi sussurrate alle orecchie per non farsi sentire da nessuno. Pensò a tutte le volte che quelle braccia forti lo aveva stretto e a tutti i sorrisi che Harry gli regalava nell’arco di una giornata. Ripensò a tutte le volte che Harry aveva provato a spiegargli il tipo di futuro che voleva per loro.
Già, il loro futuro, era stato proprio Louis a distruggerlo? Sul serio era accaduto? Di chi era la colpa per tutto quello?
E poi era accaduto di nuovo, proprio mentre Niall bussava alla porta, l’aria gli si era spezzata in gola e aveva sentito distintamente che anche l’ultimo briciolo di vita lo stava abbandonando.
Non riusciva a respirare.
 

A Zayn non andava affatto di rifare il proprio letto. Quello che pensava era: “tanto tra un po’ di ore ci devo rientrare”. In effetti che senso aveva perdere del tempo a rendere presentabile un letto. Di li a qualche ora ci si sarebbe rinfilato per il riposino pomeridiano e in più nessun avrebbe mai perso tempo a notare quanto fosse disordinato, no?
“Metti a posto il tuo letto Zayn” disse Liam palesandosi all’ingresso della stanza.
“Ma perché?” piagnucolò Zayn “che problema hai con il mio letto?”
“Oggi viene Danielle” rispose Liam “posso almeno cercare di rendere presentabile questa topaia?”.
Zayn sbuffò e cercò di sistemare al meglio il suo stupido letto e, mentre compiva quest’operazione che tanto detestava, gli venne in mente una domanda intelligente, o almeno lui la etichettò così.
“Dopo che te la sei scopata rifai il letto?” chiese con vero interesse.
“Che razza di domanda è?”
“Non lo so, così...visto che sei ossessionato” sbuffò Zayn e poi aggiunse, indicando il proprio letto “va bene così?”
“Si, così va bene” disse Liam alzando gli occhi al cielo e stendendosi sul proprio letto.
“Sai a cosa pensavo però” riprese Zayn, come cercasse di riagganciarsi ad un discorso lontano nel tempo.
Liam girò appena la testa in sua direzione e lo invitò a continuare "no, a cosa?"
“Pensavo...secondo te...ci sono video o fan fiction, o cose simili?”.
Che domanda era? Video, fan fiction o cose simili su quale argomento? Harry e Louis?
“Su Harry e Louis?”
“No, su...” Zayn era imbarazzato, visibilmente imbarazzato. Stava forse per chiedere se...
“Su me e te” disse infine Zayn.
Oh, ma che bello, osservò Liam, non solo doveva gestire Harry e Louis e il dannato clima pesante che si respirava in giro, ora doveva anche gestire se stesso e Zayn?
“No” disse solo mettendosi più comodo sul letto. Tornò a fissare il soffitto e stava quasi per dirlo: “ehi Zayn guarda, c’è un soffitto”, così, giusto per cambiare argomento ma poi, nella stanza, fecero il loro ingresso Niall e la sua allegria.
“Di che parlate?” domandò il biondo lanciandosi sul letto di Zayn.
“Alzati subito dal mio letto” gli disse il proprietario prendendolo per una spalla “vai da Liam”.
“Scusa” disse Niall alzandosi “dunque? Di cosa si parla?”
Zayn lanciò una sprezzante occhiata a Liam e rispose semplicemente “Ziam”.
Da quando Zayn aveva così tanta voglia di parlare? Meditò Liam. Da quando?
Niall rise di cuore “Si? A me fa troppo ridere. Dovreste vedere i video che girano su youtube”.
“Ehi guardate, il soffitto” disse Liam indicandolo “è così...bianco”.
Niall guardò in alto e non poté fare a meno di concordare “Caspita, è vero”.
Liam poi tentò una titubante occhiata a Zayn che tutto sembrava tranne che interessato allo strabiliante soffitto.
Sorrideva invece e scuoteva la testa.
“Sei in imbarazzo” disse poi, scomparendo dietro la porta della camera “non ne vedo il motivo”.
 
  
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