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Autore: Forever 1D    23/06/2013    8 recensioni
Non so perchè lo feci, scesi altri scalini, quasi a ritrovarmi al pari di quel ragazzo che dipingeva.
Presi la macchina fotografica, e cominciai a scattare delle foto.
Mettendo a fuoco riuscii a intravedere il profilo perfetto del ragazzo.
Aveva dei capelli neri quasi a spazzola, portava un'orecchino nero all'orecchio sinistro, ma non potevo vedere il suo sguardo.
Era perso in quella scena di pesca, i suoi occhi guizzavano dal foglio al molo, sorrideva di tanto in tanto.
Aveva la pelle ambrata, con un accento di barba.
Non lo vedevo molto bene, ero lontana, ma ancora con l'obbiettivo vicino all'occhio, colsi un movimento del ragazzo.
Scattai.
Abbassai lo sguardo sulla foto appena fatta.
Arrossii violentemente.
Il ragazzo si era girato, sorrideva, rivolto a me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno



Arrivai di sera, quando tutta l'isola era illuminata con piccole luci blu e arancioni, che sfavillavano tremolanti nella notte opaca, il riflesso della luna colorava di un pallido bianco la superficie del mare increspato dalle onde prodotte dallo scafo dell'imbarcazione in cui stavo.

Mi appoggiai alla balaustra di legno lucido cercando di intravedere, tra tutte quelle persone al porto, un ragazzo castano chiaro, con pantaloni larghi color cachi, e una striminzita camicia celeste a quadri.

Liam Payne era mio cugino di secondo grado, ma da sempre come uno sconosciuto per me.

Viveva con sua madre e sua sorella, in una specie di albergo non molto di lusso. Il problema di quella strana abitazione, era che occorrevano più di venti minuti in macchina, ed altrettanti a piedi percorrendo strette scale incavate in una raccia nivea.
Niente di più faticoso per una pigra come me, che non riusciva nemmeno a tenere un'equilibrio decente camminando in linea retta.

Ma quello era il meglio dei mali. Il peggio arrivava con la mattina, afosa, scottante, mattinata sulle rive di Skopelos, a vedere mio cugino e la sua cricca a pescare e avvicinarmi pesci viscidi sotto gli occhi.
Odiavo quel posto, amavo mille volte tanto la caotica Londra da cui provenivo, non mi piaceva il mare, ne la sabbia fine, ne il sole che scottava anche alle 20.00 di sera.

Eppure ero diretta proprio in quel porto, in un'isola in mezzo al niente, con minimo 40 gradi all'ombra.

Ma a mia madre andava tutto bene, bastava che mi levassi di torno con mio padre e per lei le vacanze potevano benissimo iniziare anche a Londra.

Ero sempre più convinta, che sotto gli 'scherzi innocenti' di cui parlava lei, come rimanere a casa i fine settimana, o non venire con me e Richard, mio padre, in vacanza dagli zii, ci fosse ben altro che innocente e scherzoso.
Ma sia io che mio padre, lasciavamo perdere, o chiudevamo un occhio a quei rifiuti così frustranti da parte di mamma.
In un certo senso la invidiavo, se davvero era come pensavo, mandare avanti, contemporaneamente, due relazioni sarebbe stato sfiancante per tutti.

Ma lei era diversa, sempre solare, carina, gentile, disponibile. Ogni mattina mi veniva a svegliare con una tazza di caffè amaro nella mano.
Mi viziava con vestiti e scarpe che portava da lavoro. A volte mi faceva trovare mascara o matite per occhi in ogni parte di casa, con un bigliettino allegato, in cui citava una frase dei miei libri preferiti.

Però non dava, quasi mai, a vedere i suoi senimenti, solo negli ultimi tempi era cambiata.
Segno, evidentemente, di un imminente litigata o col suo amante o con mio padre.
Sentivo, però, quel necessario bisogno di fuggire da quella situazione.

Non che mi dasse noia più di tanto, ma la vera consapevolezza di mamma con un altro uomo, mi dava la nausea, e quale posto migliore per fuggire se non la Grecia?

Ma neanche quella mi bastava, anzi, esprimevo tutto il mio disgusto in quelle case arroccate su colline spoglie.
Cercavo di non essere così espressiva in presenza di mio padre, ma la puzza di pesce delle imbarcazioni vicino al porto, mi annebbiò completamente, lasciandomi sfuggire un gemito di disapprovazione.

"Ally, dai, cerca almeno di fare amicizia con tuo cugino. Dovremmo passarci quasi due mesi dopo tutto.."

Alzai gli occhi al cielo, e ritornai a guardare il volto pallido di mio padre.

"Sai Richard, dovresti prendere un pò di sole.." esclamai toccando una guancia morbita rosea.

"Sai Allyson, stai diventando sempre più simpatica.." imitò la mia voce facendomi girare verso la banchina che si stava avvicinando.

Oh no, vi prego.

"Su su, guarda tua zia. Oooh, quello è Liam, guarda com'è cresciuto! Saluta Ally!" mi prese il braccio e cominciò a sventolarlo a destra e a manca.

"Ok, Ok papà, so come salutare!" sbuffai infastidita prendendo le mie cose e avvicinandomi alla scaletta che stavano appoggiando sulla passerella di cemento del porto.

Mi guardai in torno, e intravidi mio padre camminare verso di me con il suo strano cappellino di paglia gialla e i suoi occhiali da sole in capo.

"Papà, metti via quel coso, è notte, che te ne fai!" lo rimproverai prendeno il cappello e infilandolo in una delle mie valige.

"Oooh, Charlotte!" mio padre partì in quarta scavalcando la massa di gente che si era accalcata all'uscita.

Io come al solito rimasi indietro, come una stupida cercando di non cadere, cone le quattro borse e un caldo allucinante che mi faceva girare la testa.

"Ma dai, che saranno mai 50 giorni qui!" borbottai infastidita trascinando dietro le cose.

Sembravo una marocchina sbiadita che emigrava con mezza casa dietro ed arrancava in un porto, quasi, sconosciuto.
Peccato che fin da quando ero piccola, ogni estate, passavo cinquanta inutili giorni in quell'isoletta di merda, con i suoi abitanti altrettanto osceni.

"Pensa positivo Allyson!" mi rimproverai ad alta voce, seguendo con lo sguardo mio padre più avanti di venti metri da me.

"Ma guarda come ti sei fatta bella e grande!" esclamò mia zia Charlotte per poi venirmi ad abbracciare con la sua salopette di jeans chiaro e la sua treccia rossa che le cadeva su una spalla.

"Emh, grazie!" sorrisi forzata cercando di essere più accogliente possibile.

Inutile.

"Ciao Ally!" esclamò mio cugino cercando di abbracciarmi.

Evitai.

"Ciao anche a te" salutai inespressiva il ragazzo abbronzato, con la camicia sbottonata fino a metà, e quei soliti pantaloni baje.

"La moda qui non arriva" borbottai a mezza voce girandomi verso mio padre e battendo allegramente le mani.

"Via sarete stanchi, andiamo a casa.."

Charlotte prese una valigia e le altre le consegnò al figlio, che salì a corsa la salita che portava a una jep verde.

Perfetto, davvero grandioso.

Percorsi quei 500 metri con più fatica di quanto mi immaginassi, riuscii a stento a non crollare davanti alle ruote del veicolo.
Una brezza leggera mi scompigliò i capelli, creandomi dei brividi sulla schiena; raddoppiati, quando, forse per sbaglio, Liam mi toccò il braccio destro con la sua mano tiepida.
Mi scostai subito e salii dietro.
L'interno era ricoperto tutto di verde, pure i sedili pregiati in pelle,erano a chiazze di quel colore.

"Cos'è successo a questa macchina?!" chiesi con voce strozzata.

Era una macchina sportiva ben venduta quella. Beh, era..

"Piccolo problema con i mobili appena verniciati.." rispose Liam sedendosi accanto a me.

A scuola mi prendevano in giro, mi toccavano le braccia e le gambe solo per vedermi irritata e ridevano della mia strana mania di mani altrui sul mio corpo.

Se era mio il corpo, c'era qualche motivo.

Mi rintanai su un quatro di posto, ben schiacciata al finestrino, mentre vedevo la cittadina sparire lentamente dietro a una collina, le luci svanirono, e ci ritrovsmmo nel buio assouto.
Chiusi gli occhi appoggiandomi al sedile sporco.
Per quanto sembrasse infantile e stupido per i miei diciasette anni, non riuscivo proprio a fissare il buio senza che qualche paranoia venisse a galla e peggiorasse la situazione.

Odiavo quel posto, davvero, non lo sopportavo.

Non sopportavo gli abitanti con una strana voce, non sopportavo tutto quel sali e scendi dalla casa di Charlotte, e non sopportavo quei 50 giorni, chiusa in un'albergo vuoto e pericolante.
L'unica cosa che mi consolava almeno un minimo, era che dalla mia finestra, la solita camera da almeno dieci anni, si godeva di un panorama stupendo, e molti dei miei dipinti, che popolavano le pareti dell'appartamento di Londra e di qui, erano, appunto, stati ispirati all' unica bellezza della mia terrazza.

Solo questo.

50 giorni di questo.

La macchina si fermò con uno strattone nel parcheggio privato sotto la grande roccia.
Scesi immediatamente, l'aria non era più pesante e calda, bensì leggera e frizzante, chiusi gli occhi e mi appoggiai alla portiera, cercando di riprendere l'equilibrio.
Mi girai verso mio padre che mi tendeva una mano.
Mi guidò fino alle scalinate, quelle cavolo di scalinate, che portavano fino alla casa.

"Ally, guarda com'è bello qui!" disse sognante.

"Già, un incanto.." appoggiai il mento sulla sua spalla "..Dai papà, andiamo.."

Ci vollero più di quindici minuti ad arrivare fino all'albergo, ero inciampata tipo una sessantina di volte, e, a ogni santissima occasione, Liam mi aveva sorretta per i fianchi stringendomi al petto.

Pervertito.

Mi chiusi in camera buttando la testa all'idietro per toccare il legno freddo, di uno strano colore acceso.
Trassi un profondo respiro e mi spogliai, levandomi prima i pantaloncini e poi la cannottiera verde.

Odiavo il verde.

Misi una maglietta di mio padre senza maniche e mi infilai nel letto già fatto e pulito.
Fissai, senza sapere davvero cosa guardare, il soffitto pallido. In alcuni angoli c'erano delle ragnatele o delle crepe più accentuate.
Tutto mi sembrava così troppo familiare, che mi addormentai con il ricordo di mia madre mentre, tra le sue braccia calde, mi cantava una ninna nanna greca, intanto che fuori stava incombendo la peggior tempesta mai vista.









Ciao.
Eccomi qua con una nuova fan fiction.
La nostra protagonista in viaggio, di nuovo, nella sperduta isoletta di Skopelos.
Solita gente. 
Solito cugino ambiguo.
Forse nascerà qualcosa?
No.
Lei odia quel posto.
Eppure qualcuno, un pittore alle prime armi, un ragazzo dannatamente bello riuscirà a conquistare il cuore ferito di Allyson.
Una vacanza.
Una storia d'amore.
Solo 50 giorni di loro.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, lasciate una recensione.
A 2 continuo!
Grazie mille!

_Path 


ℓ٥ﻻ ﻉ√٥υ ♥


 

  
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