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Autore: Bolookslikeme    24/06/2013    2 recensioni
*un pezzo del capitolo 1*
Nella nostra scuola c’era una gang chiamata “i ragazzi numerati” ad ognuno di essi c’era un numero al posto del nome, solo il capo veniva chiamato con i nome. Lui era il capo.
“Non mi importa chi sei.” Dissi aggrottando le sopra ciglia.
PS: é un pezzo, solo uno!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta superato il cerchio che si era formato introno a noi, iniziai a camminare, non avevo una meta, stavo solamente camminando dal nervoso, per distendere i nervi.
Iniziai a brontolare, ma mentre lo stavo facendo dai miei occhi scesero delle lacrime, le asciugai con la mano destra, successivamente ne scese un’altra, la fermai sempre con il dito bagnato della mano destra.
Non ce la facevo più, solo due giorni, ma tanti pianti.
Ormai la campanella era già suonata, cosa mi stava succedendo? Perché non volevo andare in classe? Io? Bah.

Andai in bagno, scelsi il 4° bagno, il ‘gettonato’.
La porta di quel bagno era pieno di scritte, numeri di telefoni dei ragazzi, di pensieri, porcate varie.
Io recuperai un pennarello dalla cartella, e scrissi sulla porta.

[Aiutatemi, non ce la faccio più. Qualcuno mi potrebbe aiutare? Contattatemi sul cellulare!]
[-Stella.]

Uscii da quella piccola stanza con un water, mi ritrovai davanti allo specchio, non ebbi il coraggio di alzare la testa, ma dopo tutto, la alzai. Vidi la poca matita sbavata sulle mie guancie, decisi di togliere la sbavatura lavandomi la faccia.
Mi rividi rimasi ferma qualche secondo, con l’acqua che stava scorrendo, dopo di che, chiusi l’acqua, mi girai di fretta e me ne andai.

Andai al mio armadietto, sullo sportello di ferro c’era un biglietto.
Lo lessi.

[Ehi piccolina, vorrei parlarti, ma tu scappi ogni volta che ci provo. Allora ti scrivo.]
[Non avevo intenzione di fare quello che tu hai visto, non ne sarei capace.]
[Credevo di averti, ma adesso tutto ciò che credo è che forse ti ho perso.]
[Non avevo bisogno di baciarla, ho già un tipo di labbra meravigliose di cui mi sono innamorato: le tue.]
[Se ho trovato un modello speciale, e unico al mondo, per quale motivo dovrei provarne altri?]
[Ti prego ascoltami, perdonami, scusami e dimentica.]
{Niall.}

Quasi tutta me stessa ci credeva, ma il rimanente era ancora arrabbiata. Piegai il biglietto e lo misi in tasca.

Mi vibrò il cellulare, mi era arrivato un messaggio.

-Hai bisogno di aiuto?-

Risposi alla persona.

-Ciao, in teoria sì, tu chi sei?-

-Non importa chi sono, Stella, ti aiuto io.-

Non risposi più, avevo la sensazione di essere osservata.

Andai alla macchinetta delle merendine, misi i soldi, cliccai il numero di quella merenda che volevo prendere, ma non cadde. Iniziai a tirare dei piccoli schiaffi, ma niente, la barretta non cadeva.

“Hai bisogno di aiuto?” Disse una voce.

Realizzai poco dopo che c’era scritto la stessa cosa sul messaggio.
Mi girai, vidi qualcuno con un capuccio in testa, occhiali da sole neri, non si capiva bene chi era. La voce era quella femminile.

Abbassai la testa cercando di vedere il volto, ma lei o lui mi fermò.

“Sì, ho bisogno di aiuto.” Affermai.

“Vieni con me.” Mi disse prendendomi per il polso.

Mi stringeva molto forte, quasi non sentivo il mio braccio. Dove mi stava portando?

Mi guidò fino alla porta della palestra. La aprì, appena entrammo lei o lui si assicurò che eravamo soli.
Mi girai e cerano le ragazze pom-pon, vidi la persona coperta che si stava togliendo gli occhiali e la felpa.
Dina e le sue amiche che facevano le lecca culo a Mark.

“C-cosa volete?” Chiesi impaurita.

“Volevi una mano no?! Beh, ora invece di dartene una te ne diamo tante.” Disse Dina.

Spalancai gli occhi.

“Co-come?” Chiesi balbettando.

“Piccola puttanella, mi sono rotta di te, è chiaro?! Devi stare lontana da Mark. Non devi ne baciarlo, ne toccarlo, ne guardarlo e ne pensarlo.” Disse avvicinandosi Noemi. Un’altra delle cheerleader.

“Io proprio non…” Mi tirò uno schiaffo.

Mi toccai la guancia ferita.

Subito dopo un’altra mi spinse. Mi fece cadere per terra.
Una di loro si mise a cavallo su di me e iniziò a tirarmi delle manate. Dopo di ciò si rialzò. Altre due mi rialzarono, mi tolsero maglia e pantaloni. Mi tirarono palloni da basket dappertutto. Sentivo malissimo, loro erano in tante, sentivo la mia pelle ammaccarsi. Dopo una buona mezzoretta, smisero, io ormai ero rimasta a terra, loro se ne erano andate. Invece io ero lì, sdraiata con tutti i palloni da basket che mi avevano tirato, intorno a me.

Non mi mossi, ero paralizzata, stavo soffrendo.

Dei ragazzi, fra cui Niall, e mia sorella entrarono in palestra, mi videro e corsero verso di me.
Avevo gli occhi chiusi.

Così mi avevano lasciata e così ero rimasta.

“Stella! Stella! Stella rispondimi! Apri gli occhi!” Disse in continuazione mia sorella.

Niall era inginocchiato di fianco a me.
Mi fissò, una lacrima toccò il mio corpo. Era scesa da quei occhi color oceano.
Spostò mia sorella, mi prese in braccio, si diresse allo sgabuzzino della palestra, prese un telo e me lo avvolse sul corpo.
Non mi muovevo. Il mio corpo ammaccato stava soffrendo. Perché? Perché proprio a me doveva succedere? Cosa avevo fatto io?

Uscì dalla palestra, mi portò in infermeria, da quel momento diventò più cattivo e possessivo.

Nell’infermeria entrò un ragazzo…

 

HO FINITO GLI ESAAAAAMIIIII!!!!!
Ragaa, finalmente!! Ho finito, ho finito! 
Ho pubblicato il capitolo adesso, scusatemi.
Ora devo andare, sono le 00.16!
Ci si sente! ciaaooo! <3 xx
-Ale

  
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