Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: fallintooblivion    24/06/2013    8 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
«Ti hanno scaricata?» mi chiese una voce roca all’improvviso. Sussultai e mi girai, ritrovandomi faccia a faccia con due occhi verdi che mi scrutavano senza battere ciglio.
«Pessimo modo per rimorchiare una ragazza» sbadigliai, e sul suo viso si formò un ghigno compiaciuto.
Si avvicinò a me. «Come ti chiami?» mi sussurrò all’orecchio.
Rimasi come ipnotizzata dal suo sguardo, e la sua vicinanza mi mise in soggezione. «Mi chiamo Ellie.»
«Io sono Harry.»
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Chapter two: Meetings
 

«Dio, mi spieghi che combini?» Mi sedetti accanto al suo lettino d’ospedale: fortunatamente aveva solo qualche ematoma qua e là.
«Wren guidava troppo veloce, e quando gli ho chiesto di rallentare, lui si è messo a ridere e ha accelerato.» Sospirò piano. «Si è girato verso di me per qualche secondo, per vedere la mia faccia credo, e siamo finiti contro un’auto.»
«Scherzi? Io lo ammazzo quel bastardo!» gridai furiosa.
«No» mi interruppe lei. «No, Ellie, lui… voleva frenare, ma si è accorto troppo tardi dell’auto che arrivava… ha cercato di proteggermi ed è messo male. Molto peggio di me.»
Già, tipico suo, prima sbaglia e poi cerca di rimediare.
Louis giunse davanti alla porta col fiatone. «Min! Sono arrivato il prima possibile.» Si avvicinò al lettino anche lui, senza nemmeno guardarmi.
«Grazie, LouLou.» Lei lo abbracciò e gli regalò un sorriso.
«Ehm… Min, sai in quale camera hanno messo Wren?» le chiesi.
«È nella stanza accanto» mi rispose lei indicando la parete di fronte a sè.
«Va bene, allora vado a fargli visita… cerca di riposare, ci vediamo domani.» Le lasciai un bacio sulla fronte e mi diressi verso la porta, ma Louis mi fermò per un braccio.
«Di’ al tuo amico che la prossima volta è morto» sussurrò a denti stretti.
Con uno strattone mi svincolai dalla sua presa, e ressi il suo sguardo provocatorio per qualche secondo, dopodiché uscii dalla camera senza degnarlo di alcuna risposta.
La stanza di Wren era chiusa, non sapevo se bussare oppure andarmene via, anche se la seconda opzione mi sembrava molto più allentante. Ma ormai ero in ballo,balliamo, dissi tra me e me.
Quando avvicinai la mano alla porta per bussare, uscì un’infermiera con un carrello sul quale vi era un vassoio pieno di cibo.
«Oh, sei qui per lui? Temo che stia dormendo, tesoro» sospirò lei. «Non ha mangiato niente, sono preoccupata.» Scosse appena la testa, e continuò a camminare.
Dopo aver fissato il numero della stanza per qualche secondo, decisi di entrare lo stesso, cercando di non fare rumore, e mi richiusi la porta alle spalle.
Mi avvicinai per guardarlo meglio: era ridotto malissimo. Una frattura al braccio destro, grandi ematomi ovunque, la parte sinistra del viso un po’ sfregiata e il labbro e l’occhio destro davvero gonfi.
«Smettila di fissarmi, sei inquietante» cominciò lui, con gli occhi ancora chiusi.
«Pensavo stessi dormendo» gli dissi in tono freddo.
«Oh, quella è solo una scusa.»
«Per non mangiare?»
Aprì un occhio, e poi si girò dall’altra parte. «Non ho fame.»
Sospirai. «Sei un grandissimo coglione… ma non torturarti, non risolvi niente.»
Si voltò di nuovo verso di me e mi fissò per qualche secondo. «Avrei potuto evitarlo.»
«Lo so.»
«Lei… lei come sta?» mi chiese guardandomi negli occhi.
«Si riprenderà» dissi in un sussurro.
Nella stanza calò un assordante silenzio, che mi irritava terribilmente.
«Forse è meglio che vada» mormorai guardando la porta.
Mi trattenne afferrando il bordo della mia maglietta. «No.»
Mi fermai a guardarlo. «Che c’è?»
Mi guardò anche lui, per poi mollare la presa di scatto. «No… niente.»
«Allora… riposati, e ricordati di mangiare qualcosa.» Uscii dalla camera senza aspettare la sua risposta.
Trovai Louis seduto accanto alle macchinette, col cellulare in mano. Alzò la testa, accorgendosi di me. Ci fissammo per qualche secondo.
«Torna domani» biascicò.
«Dici… dici sul serio?» gli chiesi di scatto.
Lui annuì, e si girò dalla parte opposta. Poi si morse il labbro, e si volse di nuovo verso di me.
«Oh… al diavolo.» Si alzò e mi venne incontro abbracciandomi forte. «Ti rendi conto? Torna domani… domani, Dio!»
Ricambiai il suo abbraccio. «Oddio Lou, sono così felice per te!»

 

__________

 

«Devo assolutamente fartelo conoscere» mi disse tutto eccitato sulla strada del ritorno.

«Mh, non lo so…» mormorai vaga.
«Perché?»
«Potrebbe innamorarsi di me.» Lo guardai facendogli la linguaccia.
«Non scherzare, scema!»
«Ma dai, lo sanno tutti che effetto faccio ai ragazzi.» Cercai di fare una faccia risoluta senza scoppiare a ridere.
«Non sei il suo tipo, comunque…» farfugliò a voce bassa.
«Ehi, sto scherzando!» esclamai ridendo rumorosamente.
«Lo so.» Mi regalò un grande sorriso. «Ma parlando seriamente, domani pensi di venire?»
Sospirai e ci pensai un po’ su. «Vengo. In fondo è l’ultima occasione di divertirmi prima che inizi la scuola.»
«Meno male, pensavo che avrei dovuto costringerti» rise appena. «Che costume indosserai?»
«Non lo so» risposi mantenendomi sul vago.
«Eddai, è pur sempre una festa in maschera!»
«Lo so… ma non ho niente per l’occasione» sospirai uscendo le chiavi di casa dalla tasca. «Ci vediamo domani, Lou.»
Lui sospirò. «E va bene. A domani. Preparati a conoscere l’uomo della mia vita.» Sorrise.
«Aspetta, verrà alla festa?»
«Ha detto che non se la perderebbe per niente al mondo» disse con aria sognante.
Risi appena. «Va bene. Buonanotte allora.» Gli diedi un bacio sulla guancia e aprii la porta.
«Buonanotte» mi salutò un’ultima volta con un cenno della mano e si incamminò verso casa sua, che distava sì e no cento metri dalla mia.
Entrai e mi chiusi la porta alle spalle. «Mamma?» la chiamai, ma non rispose nessuno.
Starà già dormendo Pensai. Sul divano però trovai un vestito nero, e sul tavolino una maschera dello stesso colore. Mia madre aveva studiato recitazione, e quello era un suo vecchio costume di scena, un cigno nero. Sorrisi, ringraziandola tra me e me.

 

__________

 

Il giorno dopo andai a far visita a Min e a Wren, e verso le 18 tornai a casa. Mi chiusi in bagno insieme all’abito piumato, e dopo essermi concessa una doccia, me lo provai: Dio, era bellissimo. Il corpetto, pieno di strass, mi aderiva perfettamente, e la gonna a campana ornata di piume mi scendeva morbida fino alle ginocchia. Decisi di raccogliere i capelli in uno chignon, lasciando che due riccioli mi ricadessero sulle spalle.

Indossai i miei fidati tacchi neri, mi truccai, e per finire mi provai la maschera: non sembravo nemmeno io, e l’effetto mi piaceva da morire.
Dopo poco sentii un colpo di clacson, dev’essere Louis. Mi diedi un’ultima sistemata e scostai la tenda della finestra della mia stanza, affacciandomi sulla strada. Mimai un “Sto scendendo” e lui mi sorrise.
Corsi giù le scale e uscii di casa, avvicinandomi all’auto del mio amico. Aprii la portiera e salii. Lui indossava un vecchio smoking strappato qua e là, e qualche traccia di sangue sul collo e sul viso.
«È in momenti come questi che non mi dispiacerebbe essere etero» rise piano. «Sul serio, sei bellissima.»
Gli regalai un enorme sorriso. «Ti ringrazio, anche tu sei bellissima» gli dissi scherzando, e lui mi diede un piccolo colpetto sulla spalla.
Mise in moto l’auto, e dopo una ventina di minuti arrivammo. La festa era in un locale del centro, affittato da Madison e Ashley Carter, le figlie del sindaco, ergo le due “riccone” della scuola.
Entrammo, e la pista era piena di gente. Riconobbi solo due o tre persone: la maggior parte dei costumi coprivano anche il volto.
«Non ce la faccio più, io vado a cercarlo» sbottò Louis allontanadosi.
«Ehi, Lou! Non lasciarmi qui!» gli urlai, ma non si fermò. «Bastardo» sussurrai sbuffando.
Mi appoggiai al muro in attesa del suo ritorno, sospirando piano.
«Ti hanno scaricata?» mi chiese una voce roca all’improvviso. Sussultai e mi girai, ritrovandomi faccia a faccia con due occhi verdi che mi scrutavano senza battere ciglio.
«Pessimo modo per rimorchiare una ragazza» sbadigliai, e sul suo viso si formò un ghigno compiaciuto.
Si avvicinò a me. «Come ti chiami?» mi sussurrò all’orecchio.
Rimasi come ipnotizzata dal suo sguardo, e la sua vicinanza mi mise in soggezione. «Mi chiamo Ellie.»
«Io sono Harry.»
Indossava solo uno smoking e una semplice maschera nera, sulla quale gli ricadeva morbido qualche ricciolo.
«Mh, Harry… ti sta squillando il cellulare» gli dissi rompendo l’atmosfera.
Si mise una mano nella tasca posteriore dei pantaloni, senza smettere di tenere gli occhi incollati ai miei, e spense il telefono.
«Uhm, Ellie…» Mi accarezzò piano la spalla nuda con la mano sinistra, ed io rabbrividì al suo tocco. «Non balli?»
«Potrei farti la stessa domanda.»
«Stavo solo cercando la ragazza giusta» sussurrò.
«Beh, ti auguro di trovarla» risposi indifferente.
D’un tratto mi si parò davanti, cingendomi i fianchi e portandomi più vicino a lui.
«Su, balla con me.» Più che una richiesta sembrava un ordine.
Lo guardai dritto negli occhi. «Non ci penso nemmeno.»
Lui rise appena, e si allontanò lentamente da me. «Sei una tosta, eh.» Quel ghigno di prima ricomparve sul suo volto.
Alzò le braccia in segno di resa, e fece per allontanarsi.
Lo guardai andar via. Non so perché, ma la prima cosa che pensai di lui fu “ quant’è sexy ”.
Pensandoci, che avevo da perdere? Louis mi aveva abbandonata, ero single e non c’era niente di male nel divertirsi. Fanculo a tutto.
«Aspetta» sibilai appena, e lui si voltò. «Aspetta.»
Non so come, finimmo in una specie di sgabuzzino, dove non c’era nessuno, e lui mi spinse contro il muro, baciandomi con forza. Le sue labbra morbide e carnose si impossessarono delle mie, così come la sua lingua veloce ed esperta. I suoi occhi verdi mi penetravano a fondo, mentre i ricci mi solleticavano il collo.
Io, dal canto mio, avvolsi le gambe intorno alla sua vita e ricambiai i suoi baci con la sua stessa foga. La verità era che quel ragazzo mi attraeva da morire.
Ad un certo punto gli cadde la maschera, ed io rimasi a fissarlo per qualche secondo, mordendomi il labbro inferiore involontariamente. Lui mi mostrò il suo solito sorrisino e mi tolse la mia delicatamente.
«Sei più bella di quanto credessi» mormorò.
«È un complimento?» gli domandai riprendendo a baciarlo.
«Harry?» chiese all’improvviso una voce alle sue spalle. «Ellie?»

 



 






larrysfeels

Uh, eccoci giunti al secondo capitolo! Allora, che ne pensate? Mi piacerebbe molto ricevere qualche recensione, qualche commento costruttivo, vorrei migliorare sempre di più nella scrittura, perché, davvero, è una delle cose che amo fare di più.
Anyway, tornando alla fanfic, grazie a chi recensisce, la mette nei preferiti o nelle seguite, o a chi legge soltanto.
Spero di aggiornare presto. 

 

Baci, Lauren.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: fallintooblivion