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Autore: sundayrose    24/06/2013    2 recensioni
Hermione muore in un incidente d'auto.
Draco, suo marito, non si rassegna. Si uccide e cerca di trovarla nel regno dei morti.
Ma la morte per suicidio non lo porta nello stesso luogo dove si trova sua moglie.
Draco dovrà affrontare un lungo viaggio, fatto di prove da superare e paure da affrontare, per poter finalmente raggiungere il suo amore.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre la morte'
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NOTE DELL’AUTRICE:

Salve lettori, ho deciso di postare prima le mie note perché voglio scusarmi immensamente con voi!
Non aggiorno questa storia da più di sei mesi quindi capirò se non riceverò lo stesso seguito di prima.
A mia discolpa posso dire, però, che ora aggiornerò regolarmente finchè la storia non sarà finita. Ho intenzione di pubblicare un sequel dopo questa quindi non abbiate paura di una mia ulteriore scomparsa.
Vi chiedo scusa di nuovo e vi auguro una buona lettura.
Baci
Sundayrose. ( Sundayrose Efp)

 

 

Tra sabbia e onde

 
- Che cosa hai visto? -
Greta lo guardava intensamente. Le mani che stringevano quelle di Draco durante la connessione si chiusero in una morsa dolorosa.
- Perché hai visto qualcosa, vero? Non avresti questa faccia altrimenti-
L’espressione di Draco rivelava appieno la disperazione di quanto stava provando: gli occhi sbarrati, la mascella semi-aperta, la piccola ruga che diventava sempre più marcata sulla sua fronte e il pallore, ancora più etereo sul suo corpo da morto.
La voce, di contro, era di una calma glaciale, tanto che anche la sua espressione, alla fine, si adeguò ad essa.
- Niente. Anche Hermione è in mezzo a una specie di mare impetuoso. Dobbiamo andare nella stessa direzione -

 
Riuscire ad attraversare il Deserto dei Golosi senza essere divorati era un altro paio di maniche.
Greta gli aveva detto che non era così immenso come si poteva immaginare. Era solo un’illusione, un’altra per impedire alle anime di quel girone di provare ad uscirne.
Il trucco era semplicemente proseguire sempre nella stessa direzione. Mai voltarsi, mai deviare e con un po’ di fortuna avrebbero avvistato un altro paesaggio nel giro di due giorni. Per quanto valesse il tempo in un luogo dove non faceva mai notte e in cui il sole brillava imperterrito sempre nello stesso punto. 
- Come facciamo a scendere di qui senza venire attaccati di nuovo da quella banda di ingordi?- Chiese Draco con una punta di frustrazione nella voce.
Non aveva detto a Greta quello che aveva visto e non aveva intenzione di farlo. Voleva tenersi per sé quel dolore straziante perché se lo avesse raccontato l’avrebbe reso inesorabilmente più vero.
Non aveva abbandonato l’idea di ritrovarla. Questo mai. Solo si chiedeva che cosa le avrebbe detto quando l’avrebbe rivista, che cosa gli avrebbe detto lei, come si sarebbe giustificata del fatto che avesse dimenticato così facilmente quello che provava per lui.
Con quale espressione l’avrebbe guardato una volta scoperto che era giunto lì solo per lei, mentre lei lo aveva già dimenticato buttandosi tra le braccia di un altro?
Non riusciva ad immaginarselo. Ora, reale e presente, c’era solo il desiderio di superare quell’ulteriore prova. Almeno per non pensare finchè non ci fosse stato costretto.
- Dobbiamo correre - Fu la risposta semplice di Greta tanto che Draco alzò un sopracciglio.
- Correre?! Ti rendi conto che stiamo parlando di chilometri?-
- Hai un’idea migliore?- Ribattè lei dura. Quando vide Draco abbassare gli occhi continuò – Questo è l’unico punto di salvezza presente in questo deserto, non ne troveremo altri e non troveremo altre anime disposte ad aiutarci. Dobbiamo contare solo su noi stessi e sulle nostre forze. Se non ci fermiamo, se non ci facciamo distrarre dal loro inseguimento e continuiamo a correre probabilmente raggiungeremo il prossimo girone più presto del previsto. –
- Chi ti dice che, invece, non ci raggiungeranno prima loro per divorarci?- Chiese Draco brusco.
Il suo malumore stava diventando irritante e Greta represse, a stento, una risposta piccata.
- Ne dubito – Rispose alla fine – Le anime di questo girone non sono così forti come pensi. Il fatto che stiano soffrendo la fame, insieme ad un’altra decina di tormenti umani, li rende immensamente deboli. Quello che li muove è solo la forza della loro disperazione, ma anche quella ha un limite -
Draco pensò per un attimo alla possibilità che potessero davvero farcela. Dove sarebbero giunti poi? In un altro girone peggiore di questo o più vicini alla meta?
E anche se fossero arrivati sulle rive di quel mare chi poteva garantirgli che avrebbero trovato quello che cercavano? Chi poteva dar loro la sicurezza che fossero davvero nel posto giusto, prima che altre anime non riuscissero finalmente a buttarli nel Regno di Lucifero?
Ecco che di nuovo il pessimismo e l’insicurezza lo tormentavano, come potevano tormentarlo i morsi della fame: violenti ed implacabili.
Era quel maledetto luogo, ormai l’aveva capito da tempo. Quel maledetto inferno che faceva emergere la parte peggiore di lui: quella vigliacca.
- E’ deciso allora? – Gli chiese Greta, riscuotendolo dai suoi pensieri.
Lui annuì bruscamente, ma sentiva lo stesso lo sguardo della ragazza bruna su di sé.
- Tu non me la racconti giusta. Tu hai visto qualcosa di importante e non vuoi dirmelo -
Draco, messo a cavalcioni su un ramo,  sollevò la gamba destra portandola accanto all’altra – Pensala come ti pare – Le rispose brusco, prima di atterrare con un balzo sul terreno sabbioso del deserto.

 
Quando anche Greta lo raggiunse passarono pochi secondi prima che le prime anime apparissero alla loro vista.
All’inizio non erano che una manciata, ma non passò molto prima che raggiungessero le diverse decine.
Probabilmente la voce che due anime intruse e completamente commestibili li avessero raggiunti si era sparsa più velocemente del previsto.
Greta afferrò la mano di Draco e lo trascinò nella direzione opposta dal quale arrivavano.
- Corri!- Lo incitò e lui non se lo fece ripetere due volte, mettendo un piede davanti all’altro e lasciando che i muscoli del suo corpo da morto si tendessero nella corsa.
Era incredibile come si sentisse umano in quel momento e, inaspettatamente, si sentì benissimo, mentre anche i pensieri correvano via veloci come l’aria sabbiosa che gli sfiorava il viso e nella sua testa non rimaneva niente, se non la scossa adrenalinica che gli muoveva le gambe e la risata isterica che gli usciva dalla bocca, la quale stava ad indicare quanto avesse i nervi a pezzi in quel momento.
Di contro, la mano di Greta lo teneva fermamente ancorato alla realtà, non facendogli mai dimenticare, con la sua stretta, che cosa stessero facendo e per chi.
La sabbia che si sollevava a causa della loro corsa gli offuscava la vista e gli feriva gli occhi. Più di una volta Draco cercò di pulirsi il volto con il dorso della mano, ma l’inutilità di quel gesto lo persuase a rinunciare, decidendo di correre con gli occhi chiusi. Tanto non ci sarebbe stato niente ad ostacolare la loro corsa, se non il deserto incontaminato.
Perciò si sorprese quando anche con gli occhi chiusi percepì l’aria diventare densa attorno a loro, mentre la sabbia rossa si alzava come una barriera.
Il deserto, come una creatura viva e palpitante, si muoveva e si innalzava, rendendo l’aria una sostanza solida difficile da attraversare.
Draco si rese conto che, a parte le anime ingorde alle loro calcagna, anche quello voleva impedire la loro fuga.
Mettere un piede davanti all’altro stava diventando più difficile del previsto e lui poteva sentire il respiro di Greta diventare ansante mentre si dimenava e tossiva per espellere le particelle di sabbia che le erano penetrate in gola.
- Chiudi gli occhi! – Gli gridò Draco, consapevole che la vista poteva distrarli e spaventarli più che aiutarli – E respira con la bocca chiusa! -
Anche quelle poche parole bastarono per riempirgli la bocca di sabbia, ostruendogli le vie respiratorie e facendolo capitolare in un accesso di tosse convulsa.
Nonostante tutto continuò a correre, trascinandosi dietro la mano di Greta stretta nella sua.
Sentiva i respiri e i lamenti delle anime affamate sfiorare il suo collo e represse un conato di vomito al pensiero che potessero prenderlo per fare di lui la portata principale del loro banchetto.
Correvano, correvano veloci quanto permettevano le loro gambe stanche ed intorpidite, arrancando nell’aria densa come fango e cercando di non farsi afferrare da quelle mani sudice.
Il tempo sembrava essersi dilatato all’infinito: potevano correrete da due minuti o da due anni, nessuno dei due avrebbe potuto dirlo con certezza.
Ad un certo punto le gambe di entrambi erano diventate talmente pesanti e l’aria talmente solida che solo la forza della determinazione e della disperazione li incitava a proseguire, mentre sentivano sulla pelle il tocco disgustoso di quelle mani fameliche che tentavano di afferrarli.
Sembrava davvero finita.
Draco fu sul punto di cedere e lasciarsi andare alle loro grinfie. Tanto a che sarebbe servito continuare?
Hermione non lo voleva più. L’aveva dimenticato. E lui, che aveva fatto tutto questo per lei, non aveva più alcun motivo per continuare a lottare.
Forse sarebbe stato meglio arrendersi, perché anche l’Inferno non poteva essere così terribile in confronto ad una “vita” senza di lei.
E  di nuovo, quasi come se quel posto maledetto non aspettasse altro che una sua resa o una sua vigliacca
capitolazione, la sabbia fine del deserto sprofondò sotto i loro piedi e loro precipitarono nel vuoto assoluto.

 
I loro incontri nella grotta sotto il Lago Nero erano diventati un appuntamento fisso ormai.
Draco aspettava Hermione sulla soglia della Sala Comune dei Serpeverde ogni notte, quando tutti erano a letto ed i corridoi deserti.
La faceva entrare di nascosto, attento che nessuno li scoprisse e che potesse denunciarli per violazione delle regole. Poi insieme varcavano il passaggio segreto dentro il camino e raggiungevano quella grotta meravigliosa che era diventata il luogo perfetto per i loro incontri segreti.
Nessuno sapeva che stavano insieme. Non ancora.
Gli altri non avrebbero capito. Avrebbero storto il naso e si sarebbero insospettiti per quella relazione assurda, forse incolpando Draco di manipolazione.
Avrebbero aspettato, non c’era nessuna fretta. E nel frattempo avrebbero goduto dei momenti di pace riservati a loro due solo.
Fare il bagno nella piccola piscina naturale, poi, era diventato un bisogno quasi fisico.
Aspettavano con trepidazione il preciso momento in cui si spogliavano dei loro vestiti e delle loro inibizioni, affondano in quelle acque come le loro unghie affondavano nella pelle dell’altro. Lasciandosi travolgere dalla corrente e dalla passione.

 
Il lieve sciabordio delle onde sulla riva destò la sua attenzione, per un momento dubbioso se si trattasse del rumore dei suoi sogni o della realtà.
Aprì gli occhi a fatica, scrostandoli dalla sabbia e dal sale che li tenevano incollati tra di loro.
Già dal piccolo spicchio di realtà che riuscì a percepire dalle palpebre socchiuse capì immediatamente che non si trovava più nel deserto: la sabbia, lì rossa e ferrosa, aveva assunto il colore dorato delle spiagge in riva al mare.
Draco alzò la testa di scatto e, con una trepidazione e una speranza che non provava da tempo, guardò dietro di sé, oltre il suo corpo.
Il mare verde-azzurro riluceva cupo alle pendici di un monte brullo e rossastro, la cui cima era completamente nascosta dalle nuvole.
Si alzò, incerto sulle gambe, completamente rapito da quel paesaggio irreale che aveva potuto vedere solo a molti chilometri di distanza o nelle sue visioni.
Ora poteva vedere più nitidamente il piccolo promontorio su cui aveva scorto Hermione la prima volta, quando lei, con le sue urla, l’aveva salvato dalla violenza degli Iracondi.
Percorse con lo sguardo ogni sporgenza, ogni pendio roccioso, fino a raggiungere le rocce sporgenti su cui si infrangevano, violente ed impetuose, le onde del mare che si estendeva immenso davanti a lui.
Quello stesso mare, tra le cui correnti, aveva visto Hermione abbracciata ad un altro.
Non poteva crederci di esserci arrivato davvero, di aver superato indenne ben tre gironi, raggiungendo quello che era il più vicino al motivo per cui aveva deciso di affrontare la morte e l’inferno. Non sapeva nemmeno come ci fosse riuscito: non aveva varcato nessun passaggio, non aveva attraversato nessun condotto, né aveva preso un ascensore. Si era solo sentito precipitare nel vuoto, tra la sabbia fine, mentre i Golosi li stavano raggiungendo.
Allora Greta aveva ragione, il deserto non era così infinito come si poteva credere osservandolo. E loro avevano varcato, senza saperlo, il portale che li aveva condotti così vicini alla meta.
Si guardò intorno, Greta giaceva incosciente a pochi metri da lui.
Draco le si avvicinò, svegliandola cautamente.
La prima cosa che fece, non appena riuscì ad aprire gli occhi, fu di spalancarli per la sorpresa.
- Ce l’abbiamo fatta!- Gridò entusiasta rimettendosi in piedi – E’ qui che ho visto Jace quando ho provato a stabilire un contatto con lui. Anche tu hai visto questo luogo, vero?-
Draco annuì pensieroso.
Per la prima volta si rendeva conto dell’importanza di quell’avvenimento.
Hermione si trovava davvero in quel mare. Era davvero così vicina a lui e lui avrebbe dovuto provare gioia, trepidazione, invece sentiva solo un’angosciante paura. Paura di poterla vedere di nuovo tra le braccia di un altro, rendendosi conto di averla persa per sempre.
- Dobbiamo trovarli!- Lo incitò lei, guardandolo euforica – Loro sono qui, ci stanno aspettando. Dobbiamo andare da loro!-
Fece per correre verso le onde, attirata dal loro richiamo come i marinai erano attirati dal canto delle sirene.
- No!- Draco la trattenne per un polso appena in tempo, prima che questa si tuffasse nella corrente.
- Cosa c’è?- Chiese lei impaziente.
- Non sappiamo che cosa potrebbe esserci tra quelle acque. Potrebbero esserci altre anime disposte ad aggredirci, a divorarci. Dobbiamo stare attenti, dobbiamo prima valutare la situazione –
- Che c’è da valutare? Jace ed Hermione sono lì dentro e noi non dobbiamo far altro che raggiungerli. Riusciremo a scappare dalle altre anime, magari saremo così fortunati da trovare un punto di salvezza –
Draco valutò per un attimo la situazione, ma poi scosse la testa – No, mi sembra troppo azzardato. Fino ad ora abbiamo avuto fortuna, ma chi ti dice che ne avremo ancora?-
Vedendo l’espressione irrequieta di Greta, però, lui l’afferrò per le braccia, costringendola a guardarlo negli occhi – Senti, almeno assicuriamoci che loro siano davvero lì prima di tuffarci. Arrampichiamoci su quella roccia e cerchiamo di scorgerli tra le onde –
Greta ci pensò un po’, poi annuì sconfitta.
La roccia di cui parlava Draco era alta poco più di tre metri e si trovava in corrispondenza di altre rocce che, equamente distanti le une dalle altre, attraversavano il mare portando fino alle pendici del monte.
Draco aiutò Greta ad issarsi sulla pietra appuntita e scivolosa e, una volta su, la tenne per un braccio per evitare che rotolasse di sotto.
Il mare che si estendeva di fronte a loro era immenso ed impetuoso.
Non sembrava nemmeno fatto d’acqua con i suoi sbuffi lievi e morbidi, simili ai pensieri del Pensatoio.
Il suo colore blu cupo a volte assumeva toni verdastri e l’odore che emanava non era quello della salsedine marina che si poteva percepire sulle spiagge terrestri, ma più un odore di pelle, di respiri, di lenzuola sfatte dopo aver fatto l’amore.
Draco scrutò tra le onde, bramoso, alla ricerca di qualcosa che potesse catturare la sua attenzione e, allo stesso tempo, impaurito da quello che avrebbe potuto vedere.
Ma fu Greta ad urlare per prima – Jace… JACE! Eccolo, è proprio lui! – Disse strattonando il braccio di Draco ed indicandogli un ragazzo bruno che nuotava ad un centinaio di metri da loro – Jace, sono io, Greta. JACE!-
- Smettila, non può sentirti da qui! – La ammonì Draco, osservando, con una punta di invidia, il ragazzo che si faceva trasportare dalle onde a molti metri da loro.
- Ma, chi c’è con lui?-
Se Greta non avesse posto quella domanda, lui non si sarebbe nemmeno accorto del corpo esile della ragazza che gli nuotava affianco.
Avrebbe scambiato le curve dei suoi ricci bruni per le onde cupe di quell’oceano malsano.
- Hermione…-

Ma ora, ora sarebbe stato impossibile non riconoscerla e il suo cuore ormai fermo esalò un ulteriore gemito, mentre guardava sua moglie gettarsi calorosamente tra le braccia di Jace.

  
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