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Autore: Ema Kiryu    24/06/2013    2 recensioni
Emily, semplice e comune ragazza che si trasferisce in una nuova scuola. Dei ragazzi le girano intorno, non sarà un semplice triangolo amoroso, lo chiameremo quadrato o addirittura pentagono?
Scoprirà di non essere una comune ragazza, quale sarà la sua storia?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce scomparse in pochi attimi, io ero illesa, i ragazzi mi guardavano scioccati, Selene era a terra, gli occhi vitrei come se fosse morta, il viso contratto in una smorfia di dolore, respirava a fatica << Cosa le hai fatto?! >> gridò Chris, non riuscii a parlare ero sconvolta, non sapevo cosa era successo << Io ti… >> si avvicinò Marcus a grandi passi, un pugno alzato nella mia direzione, Tristan si mise davanti a me << E no, questo non posso permettertelo >> lo spinse lontano da me << Selene, Selene, alzati! >> stava bisbigliando Chris << Cosa… Cosa hai fatto? >> rispose finalmente lei rivolgendosi a me, la guardai alzarsi << Io… >> cercò di nuovo di attaccarmi, ma era troppo debole per lanciare un incantesimo << Tu… Ti odio, con te fra i piedi non riuscirò mai a divenire quello che ho sempre sognato >> era colma di rabbia << Riuscirò però a eliminarti, prima o poi >> si avvicinò ai suoi cavalieri e scomparve.
<< Cosa diavolo è successo?! >> esclamò Richard << Che hai fatto? Cos’era quell’energia? >> scossi la testa e presi tra le mani il cristallo, brillava come al solito << Non lo so, ho solo stretto questo >> alzai il ciondolo luminoso << Tu sei davvero speciale >> mi rispose Richard, rise e mi cinse le spalle con un braccio << Forse è meglio che torniamo a casa e mettiamo fine alla festa, sei distrutta >> mi baciò la fronte << Sei stata grande, sai? >>.
Tornati a casa la festa sembrava esser appena cominciata, crollai stremata su un divanetto, mi tappai le orecchi per coprire il baccano assordante, Richard interruppe la musica, si alzarono grida di disapprovazione << Allora, ascoltatemi. La festa termina qui! Tutti fuori, su da bravi tutti fuori! >> a quelle parole alcuni sbuffarono, altri protestarono ed altri ancora imprecarono ormai troppo ubriachi per ragionare in modo lucido. Quando furono usciti quasi tutti, io e Tristan salimmo e controllammo tutte le stanze per assicurarci che non ci fosse nessuno, la biblioteca era vuota, così anche i bagni e la loro camera, nella mia c’era un coppia di ragazzi che pomiciava sul letto di Anastasia, appena ci videro si interruppero << Ragazzi qui ci siamo noi, andate nell’altra stanza >> Tristan si mise a ridere << Ehi non hai sentito cosa abbiamo detto di sotto? La festa è finita, invitiamo tutti i presenti ad uscire da questa casa >> il ragazzo tirò la fidanzata per il braccio e uscirono di casa parlando tra loro e imprecando. Anastasia si avvicinò a me << Emily, mi vuoi spiegare cosa succede? Sembri sconvolta ed esausta >> mi lanciai di nuovo su una poltrona << Sono esausta e sconvolta. E’ successo di tutto >> le  raccontai ogni cosa, lei rimase stupefatta dalla storia << Wow, se non sapessi che è davvero così penserei ti sia inventata tutto >> era eccitata per il mio “nuovo potere” come lo chiamò lei << Bene, ora diamo una veloce ripulita qui e andiamo a letto >> ero stremata, ma mi alzai per aiutarli. Dopo qualche minuto Nicholas disse << Sei una lumaca Emily, dai sii più attiva >> e mi diede una gomitata scherzosa, Tristan continuò << Su, stai seduta, non vorrei crollassi per terra dalla stanchezza e fossimo costretti a portarti di peso fino in camera tua >>
<< Gentile da parte tua, Tristan >> mi accigliai, ma ascoltai le sue parole e tornai sulla poltrona. Ascoltai i discorsi di Anastasia, i suoi gridolini quando le cadeva addosso qualcosa o quando trovava per terra distese di cibo, fazzoletti e bibite; ascoltai i commenti dei ragazzi sulla serata, Anastasia che si lamentava perché il vestito le si sarebbe rovinato e guardai tutti e quattro affaccendati, sembravano una vera famigliola e con questo trambusto chiusi gli occhi, ormai troppo stanca anche per tentare di tenerli aperti.
Mi svegliai di soprassalto per il rumore della sveglia, la spensi, ero nel mio letto accanto ad Anastasia << Buongiorno e ben svegliata, dormigliona! >> mi salutò << Ehi… >> fu l’unica cosa che riuscii a dire, mi stropicciai gli occhi << Ieri notte quando abbiamo finito di sistemare ci siamo accorti che ti eri addormentata sul divano e Trsitan senza nemmeno parlare ti ha presa in braccio e ti ha portata qui in camera… dormivi come un angioletto >> rimasi perplessa << Tristan mi ha portata in camera? Dopo quello che ha detto ieri sera? E’ davvero incoerente! >> scesi dal letto e aprii la porta che affacciava sulla loro stanza << Trsitan, sei davvero stupido a volte! >> sbottai << Questo è il ringraziamento per la fatica che mi hai fatto fare per portarti fino a qui in braccio! >> sbattei la porta, presi dall’armadio un jeans chiaro e una felpa e mi trascinai fino al bagno, mi lavai e scesi in cucina, aprii la porta << Dove stai andando? Non fai colazione? >> sentii dire da Richard << Vado dalla mia ex coinquilina >> uscii.
Camminai fra le strade silenziose che mi conducevano fino a casa di Caterine, suonai il campanello e il gridolino felice della mia amica mi accolse << Sembrano passati secoli da quando non sei più con me nell’appartamento >> gridò felice << Cat, chi è? >> sentii una voce << E’ la mia amica, la ex coinquilina, quella di cui ti parlavo l’altro giorno >> feci la faccia imbronciata << Cati, mi hai già sostituita? Con un ragazzo poi! >> mi guardò << Perdonami è che… Non ho fatto in tempo a dirtelo, non è il nuovo coinquilino, è il mio nuovo ragazzo >> non mi aveva detto nulla << Ehi tu, brutta… >> rise prima che cominciassi ad insultarla << Entra, ti spiegherò tutto >>.
<< Piacere, sono Mattew >> si presentò il nuovo fidanzato di Caterine, lo aveva scelto davvero bene: alto, moro con gli occhi chiari e muscoloso, era in jeans e non indossava la maglietta, i tatuaggi sulle braccia e sul torace erano ben visibili e il nero dell’inchiostro risplendeva con il sole che arrivava dalla finestra << Brava, Cati! >> le sussurrai, rise imbarazzata << Ora Matt esci, io ed Emily dobbiamo parlare >>
<< Mi sentivo con lui da un paio di mesi, non ti ho detto nulla perché non pensavo diventasse una cosa seria. Hai visto come è bello? >> le brillarono gli occhi << Già >> risposi << Adesso dimmi tu! Come va con quel ragazzo? Mi ha detto che ci sono anche altri due ragazzi! Stai vivendo meravigliosamente? >> sbuffai << Con quei tre? Va benissimo. Siamo solo amici e poi c’è anche un’altra ragazza, dorme in camera con me, si chiama Anastasia, sai è fantastica! Ieri abbiamo dato una festa, volevo invitarti, ma mi sembrava che fosse troppo per ragazzini, c’erano sono quelli di primo, secondo e terzo e qualche compagno di classe di Anastasia. Tu sei all’università, non ti saresti divertita e poi a quanto vedo ha fatto ben altro >> risi << Si hai perfettamente ragione. Come sono gli altri e due? Se sono belli quanto il tuo amico vivi in un paradiso >> sbuffai di nuovo << Tristan e più alto di Richard, ha i capelli biondo scuro quasi castano, occhi verdi tendenti al nero, mentre Nicholas è alto quanto Richard, capelli scuri, occhi nocciola. Non sono un granché, lo so >> mi guardò come se fossi un’aliena << Sinceramente non avrei il coraggio di dire che “non sono un granché” se ci vivessi io insieme >> ridacchiò << Ehi, tu stai attenta a quello che dici! >> strillò Mattew << Uh, devo abbassare la voce. Comunque devo dirti una cosa seria >> si rabbuiò << Ha chiamato tua madre, volva parlarti, le ho detto di chiamare al tuo numero >> sentii lo squillo del cellulare << Eccola… Proto? Mamma! >> risposi << Ehi, volevo dirti che vengo lì da te fra due mesi >> disse tutto velocemente, quasi non avevo capito, rimasi a bocca aperta, cercai di ricompormi << Ok, va bene mamma, ci vediamo fra due mesi, ciao! >> chiusi la comunicazione; gridai, << Ehi, tesoro calmati >> mi disse Caterine << Mia madre viene fra due mesi come faccio a calmarmi? >> ero agitata << Ragazze, è successo qualcosa? >>> fece capolino Matt << Nulla, Emily sta dando di matto >>. Parlammo ancora e poi tornai a casa, ero abbastanza arrabbiata con mia madre, come poteva dirmelo così? << Salve! >> gridai quando varcai la soglia di casa << Ehi! >> mi salutò Richard e mi baciò sulla guancia << Spostati >> gli dissi infuriata << Che toni docili… >> commentò Tristan dall’altra parte della camera << Successo qualcosa? >> continuò Richard << Nulla! >> gridai spazientita << Semplicemente: mia madre viene qui fra due mesi… E me lo dice così?! >> avevo un diavolo per capello << Calmati ora, so che può sembrarti un problema, ma mancano ancora due mesi,avrai tutto il tempo necessario per pensare a cosa dirle quando verrà, non c’è bisogno che ti agiti! Riuscirete a parlare, te lo assicuro >> mi tranquillizzò << Uff… >> appoggiai la testa sulla spalla di Richard << Scusami >> e ricambiai in imbarazzo i bacio che mi aveva dato prima << Siete solo voi due in casa? >> mi girai attorno << Si, Anastasia forse non torna stasera,  andata ad una festa di una compagna di classe e Nicholas è uscito per fare un giro >> spiegò Tristan << Per fortuna se n’è andato >> commentò Richard; muovendo solo le labbra chiesi a Tristan << Ma perché fanno sempre così? >> Tristan per risposta alzò un sopracciglio << Bene, vado in camera mia, non disturbatemi, devo studiare! >> dissi. Passai accanto a Tristan per salire al piano superiore e gli tirai la maglia per fargli capire di seguirmi, lui con nonchalance salì poco dopo di me << Ma che hanno quei due? >> sbottai << Sinceramente? Non lo so neppure io, è da quando ci conosciamo che si comportano in questo modo, ho provato a chiederglielo, ma non mi hanno risposto e hanno cambiato argomento. Sono dei bambini! >> si porto una mano al viso in modo teatrale << Ok! >> risi << Vado a studiare, ci vediamo dopo >> lo salutai e mi rintanai in camera, aprii l’armadio, poi la “stanza segreta” e, dopo aver preso il primo libro dalla pila, mi gettai a terra per studiare. Non capivo quasi nulla, era come studiare la chimica o una qualche lingua sconosciuta. Parlava di strani incantesimi, magie e pozioni, lo chiusi in preda allo sconforto; strisciai fino alla pila di libri e lessi le copertine, fui attratta da un titolo “Il regno e la magia attraverso i secoli”, lo sfogliai curiosa: era il racconto del regno, delle sovrane e sovrani che si erano succeduti al trono, delle leggi sulla magia e sulla restrizione magica, rivoluzioni, scuole di magia, vita pubblica nella società magica, scala sociale, tutto ciò che si voleva conoscere del mondo magico. Studiai con interesse, quando lo riposi sulla pila sapevo tutto ciò che diceva. Continuai a sfogliare i libri impilati, uno mi colpì “Incantesimi base parte 1” , c’erano scritti molti incantesimi elementari come quelli per sollevare oggetti o persone, incantesimi di difesa, di attacco e tante altre. Mi interessarono gli incantesimi di trasfigurazione, quelli per trasformare un oggetto in un altro, pensai allo scopo dell’Alchimia, era proprio quello e gli alchimisti erano riusciti nelle trasformazioni, anche se la gente comune pensava fosse ancora una cosa impossibile. Provai alcuni incantesimi, molti di trasfigurazione, con mio grande stupore riuscii quasi in tutti; tentai anche in qualche incantesimo di attacco, ma con scarsi risultati. << Emily! >> sentii gridare << Emily! >> cercai di concentrarmi sulle parole del libro, qualcuno aprì la cabina-armadio << Emily! >>, continuai a leggere e a provare magie di offensiva << Eccoti finalm… >> Richard lasciò in sospeso le parole e si ammutolì, mi girai << Cosa c’è? >> mi guardò strabiliato << Tu sei riuscita a fare un incantesimo di attacco >> li brillavano gli occhi per l’eccitazione << Tristan! Vieni! >> gridò << Che c’è? >> disse annoiata << Ha praticato un incantesimo di attacco >> mi guardò << E con questo? Era ora che imparasse! >> sbuffai << Tante grazie, ora uscite >> Richard si mise a ridere << Non lo ascoltare. Comunque la cena è servita, quindi vieni! >> fu quasi un ordine, chiusi di malavoglia il libro << Eccomi >> scendemmo tutti insieme in cucina; era arrivato Nicholas << Ehi >> lo salutai, poi guardai Richard che era girato di spalle.
Tutta la serata passò con un silenzio tombale, andammo a letto quasi subito, ma visto che non riuscivo a dormire mi rintanai nella stanza per allenarmi con la magia, presi di nuovo il libro di incantesimi base e continuai tutta la notte a provare; verso le tre del mattino sentii la porta della cabina aprirsi << Emily, Emily >> la voce di Anastasia ridotta ad un sussurro mi chiamava, uscii << Ciao! >> la salutai << Divertita? >> chiesi curiosa, si guardò intorno << Certo >> rise e fece uno sguardo malizioso << Cosa è successo? Racconta! >> mi trascinò in camera, ci sedemmo sul letto e cominciò a raccontare per filo e per segno ogni attimo della serata, parlò della festa in generale, degli invitati, del buffet, di tutto quello che avevano fatto durante la festa e di un ragazzo di 5A che si era avvicinato a lei mentre ballava e con cui aveva stretto amicizia << Dovresti vederlo, è magnifico >> sorrise << Alto, moro con gli occhi grigi, simpatico ed interessante… >> sospirò << Ehi Anastasia, non è che ti piace? >> la spinsi scherzosamente << Si vede così tanto? >> mi chiese << L’ho solo intuito… >> quasi non riuscii a parlare per le risate che tentavo di soffocare << Certo che si vede, sei un libro aperto! >> parlammo per un ora, poi ci addormentammo.
Arrivammo tardi a scuola, io e Richard entrammo correndo in classe quando il professore cominciò l’appello << Aron! >> gridò << Presente…. Presente >> disse Richard correndo al suo posto << Signor Aron, Signorina Tousseau, perché questo ritardo? >> ci fissò severo << Vede professore, c’è stato un piccolo incidente di percorso stamattina >> il professore lo guardò << Signor Aron sta chiamando la sua pigrizia “incidente di percorso”? Vuole prendermi in giro? Sappiamo tutti che ha semplicemente dormito troppo >> partì una risata generale << Signorina Tousseau, si sieda accanto al suo compagno. Oggi starete un po’ di più in classe, pulirete l’aula, prendetela come una punizione >> mi sedetti accanto a Richard e lo guardai in cagnesco, il motivo del ritardo era proprio lui, si era alzato tardissimo e ci aveva fatto aspettare secoli.
Alla fine delle lezioni andai a prendere degli stracci per pulire l’aula e passammo più di un ora a scuola oltre le lezioni << E’ colpa tua, stupido >> gli lanciai uno straccio che gli finì sul viso << Potevi anche andartene da sola se avevi paura di fare tardi! >> mi arrivò il cassino su un braccio, che poi cadde sulla cattedra << Guarda! L’avevo appena pulita! >> strillai istericamente << Fa niente, vuol dire che dovrai rifarlo >> stetti in silenzio e levai le impronte di gesso << Tu, brutto idiota! >> lancia uno straccio bagnato nella sua direzione, sbuffò e continuò il lavoro; stavo aprendo le finestre per far asciugare prima, quando due mani bagnate mi strinsero ai fianchi, sussultai, Richard mi abbracciò, era completamente bagnato << Ehi! Togliti, mi hai bagnato la maglia >> rise << No >> mi strinse più forte e cedetti all’abbraccio << Ok, però ora basta >> allentò la presa e mi girai, i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza, lasciò del tutto la presa vedendo il mio sguardo imbarazzato << Ehm… credo che abbiamo finito >> presi il maglioncino di lana verde acqua della divisa scolastica e guardai Richard indossare la giacca e uscire silenziosamente dalla classe, rimasi immobile e dopo un po’ il viso del mio compagno di classe fece capolino nell’aula << Emily, vieni? >> disse sorridente, lo seguii in silenzio fino a casa. << Emily? Emily! >> guardai come un’ebete Richard << Eh? Che c’è? >> mi guardò << Qualcosa non va? >> abbassò lo sguardo, sapevo che stava pensando anche lui a quello che era successo in classe << No, nulla >> sorrisi << Mm… Ok.. >> aprì la porta << Finalmente siamo tornati! >> disse << Oh, eccovi >> si avvicinò Anastasia << Dobbiamo parlare tutti insieme >> posai lo zaino accanto al tavolo << Che succede? >> chiesi << Tra una settimana cominciano le vacanze invernali che durano quindici giorni quindi… >> si interruppe << Potremmo andare a cercare le Pietre dell’Anima >> continuò Tristan << E’ l’unico momento in cui potremmo cominciare le ricerche >> spiegò Nicholas; guardai Richard che annuiva << Emily, i ragazzi hanno ragione, dovremmo andare >> li guardai, ormai era arrivato il  momento di cominciare la ricerca, dovevo farlo, strinsi tra le dita il cristallo << Bene, la settimana prossima si comincia >> dissi seria << Non pensavo avresti accettato così facilmente >> commentò Nicholas << E’ il mio compito, non posso rifiutare >> avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere, ma ero determinata a compiere il mio dovere come futura regina del regno.
La settimana passò talmente in fretta, fra scuola e allenamenti costanti per imparare ad attaccare e difendermi << Ok, domani dovremmo partire, voglio vedere se sei davvero in grado di intraprendere questo viaggio. Fai finta che io sia un tuo nemico, attacca e difenditi >> annunciò Tristan, mi preparai a quella specie di duello; combattei come un automa, senza sapere in realtà quello che stavo facendo, mi veniva spontaneo usare la magia << Bene Emily, direi che sei pronta >> mi fermai, guardai le mani << Davvero sono stata io a usare quella magia? Davvero ci sono riuscita? >> mi sorrise << Già, non ci speravo nemmeno io >> sbuffai ed andai in camera dei ragazzi << Ok, sono sfinita >> mi lanciai su uno dei tre letti << Ed è ancora l’inizio >> mi rispose divertito Richard << Non dirlo >> gli ordinai e sprofondai la faccia nel cuscino << Su, scherzavo >> mi disse venendomi vicino e accarezzandomi i capelli, lo guardai << Ok >>
<< Grande risposta >> si alzò e se ne andò dalla camera << Ma che gli prende a quello? >> mi chiese Anastasia, feci spallucce e sprofondai nuovamente la faccia nel cuscino, mi alzai dal letto ed andai in camera mia, mi sdraiai sul letto e feci finta di dormire, volevo rimanere un po’ da sola per pensare e quello ormai era l’unico modo per stare in pace in quell’appartamento. Avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere, Tristan era stato gentile con gli attacchi, ma sicuramente le persone contro cui mi sarei scontrata non sarebbero state tanto buone; non volevo deludere nessuno, soprattutto i ragazzi che hanno creduto in me fin dall’inizio, dal primo giorno, quando mi dissero che ero una strega e io non credetti alle loro parole; se non fossi riuscita nel mio compito avrei deluso tutti, anche me stessa. << Emily, stai dormendo? >> la mano gentile di Richard mi accarezzò i capelli, non risposi << So che hai paura di quello che potrebbe accadere lì, ma non ti preoccupare, ci saremo tutti e quattro >> rise timidamente << So che puoi farcela >> capii dal suono delle sue parole che aveva anche lui aveva timore per il viaggio; mi accarezzò di nuovo i capelli, mi baciò una guancia e si diresse verso la porta << Richard >> lo chiamai, mi girai e lui fece marcia indietro e si avvicinò al letto << Dimmi >> mi sorrise << Ho paura di deludervi >> lo guardai impaurita << Non ci deluderai mai, lo sai >> il suo sorriso era dolce e comprensivo << E se non fossi quella giusta? E se non ci riuscissi? E se sbagliassi qualcosa? Io… Che potrebbe accadere? >>
<< Ehi! >> mi tirò una ciocca di capelli << Calmati, non succederà nulla del genere, tu sei perfetta e riuscirai in tutto, se non riesci tu non ci riuscirà nessuno! >>
<< Bene, mi hai tranquillizzata! Se non ci riesco siamo nei guai >> affermai << Probabile… >> rispose, avevo paura, lui mi fece salire anche l’ansia << Sto scherzando! >> gli occhi brillavano come il suo sorriso << Ok, ci credo >> si sedette sul bordo del letto e mi strinse a sé << Non preoccuparti, ovunque andrai ci saremo noi con te. Potrai fare qualsiasi errore, potrai anche non riuscirci, ma rimarrai comunque la nostra regina>> 
<< Ok, mi hai convinta: sono pronta >> sorrisi come quando dicevo una bugia, era il sorriso migliore per nascondere i miei veri sentimenti << E’ inutile che fai quel sorrisino, con me non funziona >> nessuno aveva mai capito che quel sorriso era falso << Si vede lontano un miglio che sei agitata, calmati e riposa >> mi baciò la fronte << Ti voglio bene >>gli dissi, mi dette un altro bacio. Mi resi conto che riusciva a capirmi meglio di chiunque altro, neppure la mia migliore amica sapeva quando fingevo o quando non fingevo, per lei ero sempre sincera, invece lui capì, lo capiva sempre; gli volevo davvero bene e mi aveva tranquillizzata, sarei partita per il viaggio il giorno dopo, in quel momento fui sicura della mia scelta. 
   
 
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