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Autore: Bab1974    24/06/2013    1 recensioni
Luna deve decidere di dire ai genitori di essere incinta. Per evitare che facciano scenate decide di farlo in un luogo pubblico e affollato.
Partecipante al secondo girone del contest a turni indetto da visbs88 'Pop VS Metal Contest!'.
Inspirato alla canzone 'Papa don't preach' di Madonna.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La decisione più importante della mia vita
Titolo: La decisione più importante dellla mis vita
Autore: monnalisa1974/bab1974
Squadra: Pop
Canzone scelta: Papa Dont't Preach
Fandom: Originale
Personaggi: 
Introduzione: Luna è rimasta incinta e vuole tenere il bambino. Decisa, affronta i grnitori.
Rating: Verde
Generi: Commedia
Avvertimenti: /
Note (opzionali):
Non so se l'ho resa bene, ma questa è una delle canzoni che preferisco di Madonna, da sempre.



La decisione più importante della mia vita


Luna Capanni era nella Pineta di Pinarella, ad un passo dal mare, e si stava dondolando dolcemente sull'altalena. Doveva prendere la decisione più importante della sua vita. Non facevo caso agli strilli dei bambini che volevano salire nè tantomeno alle occhiate severe delle madri che si chiedevano se non esistesse una legge per impedire a una ragazza di quell'età di salire in giochi infantili, o che almeno non ci fosse una precedenza per i più piccoli.
Luna si riscosse solo quando una bimba le tocco una gamba e le fece notare la fila per il gioco. Si scusò, scese e decise di continuare a rimuginare in riva al mare, sperando di non travolgere nessuno mentre era sovrappensiero.
Luna aveva sedici anni e aveva appena scoperto di essere incinta.
Doveva decidersi di raccontarlo ai suoi genitori e convincerli a non farla abortire. Era già sicura che sarebbe stata la prima opzione che gli avrebbero proposto e lei non voleva.



Mentre camminava sul bagnasciuga, pensava a Ettore, il padre del bambino, e com'era accaduto che fossero finiti a fare l'amore. Era accaduto circa otto mesi prima e il ragazzo, che era un suo compagno di classe di un anno più grande, essendo stato bocciato al secondo anno del Liceo scientifico, aveva bisogno di ripetizioni nonostante dovesse aver già fatto quelle cose l'anno prima.
Infatti, avevano passato più tempo a far sesso che a studiare ed era stato promosso ugualmente. Nonostante non avesse voluto nulla, i suoi genitori avevano insistito per farle un regalo, anche se in realtà il loro figliolo non era stupido ma solo pigro.


Lui non lo voleva il bambino e avevano litigato più di una volta a riguardo. Se fosse stato il ragazzo a dover decidere, l'avrebbe fatta abortire su due piedi.
-Devo dirlo ai miei ora.- si disse decisa ormai che non poteva fare altro. Si avvicinò con passo deciso verso il bagno in cui i suoi genitori stavano godendosi uno dei primi caldi.
Li aveva molto stupiti con la sua richiesta di aggregarsi al resto della famiglia: erano almeno tre anni che non succedeva. Con loro, a giocare con un amichetto a racchettoni c'era il suo pestifero fratellino di soli sei anni, Paolo.
Si avvicinò, con un sorriso che cercava di essere rassicurante e invece spaventò gli interessati.
"Ehm, Luna, stai bene?" chiese la madre preoccupata. La sua anima, ansiosa per natura, vedeva già cento scenari diversi e la ragazza era certa che fra quelli aveva visto anche quello giusto, senza soffermarvisi.
"Sì, sto bene." disse Luna cercando di mantenere i nervi saldi. "Ho un problemino ma non è nulla di davvero grave. Io non bevo, non fumo, studio dalla mattina alla sera con profitto, sarei un'adolescente quasi perfetta se non..." s'interrompe sul più bello sapendo che sta per dare un dolore grande ai genitori che si fidavano di lei e del suo giudizio.
"Su cara, dimmi." insistette la madre mentre, scartate le ipotesi più improbabili e fantasiose, quella giusta faceva capolino nella sua mente. -Oh, no! È... è così giovane la sua vita sarà rovinata per sempre.- pensava intanto.
"Mamma, papà... sono incinta." annunciò a voce modulatamente alta. Nello spazio di tre ombrelloni di diametro tutti avevano sentito quello che era stato detto.
I genitori rimasero imbarazzati e senza parole per qualche minuto. Sentirono la gente smettere di parlare per poter meglio seguire la faccenda. La madre fu la prima a riprendersi cercando di abbassare i toni.
"Cara, siediti accanto a me." le disse, facendole spazio sul lettino in cui era stesa. Parlava in un sussurro per convincere anche lei a parlare più piano.
Luna scosse la testa, decisa a non farsi convincere. Doveva essere più forte di loro per convincerli.
"Io... non voglio abortire." disse con voce più calma.
 Seguì un altro silenzio assordante acuito da quello degli spettatori che aspettavano il seguito come drogati di gossip.
"Luna credo che dovremmo parlarne con calma, quando saremo a casa." la donna non sapeva più che fare per bloccare la marea di vergogna che la stava inondando. C'erano persone che si erano alzate dal loro posto e si avvicinavano per sentire meglio.
"Sono certo che è stato quello sgorbio cui davi ripetizioni." intervenne il padre per la prima volta. Non aveva ancora abbassato il giornale, che usava come protezione agli sguardi dei curiosi. "Appena torno telefono ai suoi e chiedo spiegazioni."
La madre lanciò un'occhiataccia al marito che la evitò grazie alla protezione alzata.
"Ettore come l'ha presa?" chiese allora alla figlia.
"Lui vuole che abortisca," confessò la ragazza "non credo neppure che abbia informato suoi."
La donna guardò la sua bambina che all'improvviso si era rivelata donna, fissò lo sguardo deciso e la mano appoggiata sul ventre, come a proteggere la sua creatura e si sentì sul punto di piangere. Non era neppure certa del motivo delle lacrime: rabbia, vergogna, commozione, orgoglio, ansia? Chissà, forse era un misto di queste sensazioni.
La madre toccò una gamba al marito che fece un cenno di assenso con la testa, poi tornò al suo giornale. Fu la signora a fare da portavoce per entrambi dopo quello scambio muto di concessioni: Luna li invidiava, non avrebbe mai provato la complicità che avevano loro con il suo uomo.
"Luna, io e tuo padre abbiamo deciso di darti l'opportunità di tenerlo." esordì cautamente "Non vogliamo che pensi di avere dei mostri come genitori. L'importante è che tu ti renda conto delle difficoltà cui vai incontro. Io e tuo padre siamo ancora giovani e abbiamo molti anni davanti a noi di lavoro prima di andare in pensione e tu ti devi diplomare. Oltretutto avendo scelto il Liceo se non fai almeno qualche anno di Università e come se tu non avessi studiato nulla. Dovremo fare tutti un sacco di sacrifici. Senza tenere conto di Paolo che è ancora piccolo."
"Io non sono piccolo!" esclamò Paolo, che non aveva seguito il discorso per niente, ma aveva colto il suo nome collegato a un aggettivo che non gli piaceva. "Che è successo?" chiese poi.
"Allora non ascolti proprio mai." disse Luna ridendo "Aspetto un bimbo." lo informò accarezzandosi il ventre.
Il bambino ci pensò su un attimo.
"Questo significa che sarò zio. Forte." esultò sorridendo "Posso dirlo ai miei compagni quando tornerò a scuola? Sarò lo zio più giovane della galassia."
Luna acconsentì, poi Paolo corse dal suo amico e cominciò a vantarsi: era contenta, almeno uno dei suoi famigliari che fosse incondizionatamente dalla sua parte lo aveva trovato.
  
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