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Autore: GiuliaComix    24/06/2013    7 recensioni
Serena Potter è la sorella di Harry, i due sono molto uniti sin dalla nascita, ma a causa di alcuni eventi futuri potrebbero separarsi: alcuni di questi eventi comprenderanno la domanda "chi è il vero padre di Serena?". Una storia emozionante e piena di sorprese!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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                                                                  Incontro

 

Erano le 18.00 di sera del 5 Gennaio; era una serata molto cupa e piovosa, come era solito il tempo atmosferico dell'Inghilterra. Ma quella serata non era cupa solo per il tempo, era resa così dall'animo turbato di una giovane studentessa.
Serena, da quando ascoltò quella travolgente discussione tra Piton e Silente, vagava per i corridoi della scuola, a volte, ripercorrendo gli stessi più di una volta. In seguito, percorse il corridoio che portava ad una delle arcate di entrata e di uscita dal castello; varcò la soglia dell'arcata e si diresse verso il suo Salice vicino al Lago Nero, non curante della pioggia che stava scendendo in quel momento. Le lacrime le sgorgavano dagli occhi ormai da un'ora, non davano alcun cenno di volersi fermare, ma, dopo quello che aveva sentito, era comprensibile. Arrivata sotto al Salice, non si sedette alla base del suo tronco, ma vi si appoggiò solamente con la schiena con la testa china, con le spalle in preda alle convulsioni causate dagli singhiozzi del pianto. Dopo un po' di tempo, Serena alzò la testa, con, dipinto in volto, un'espressione rabbiosa e colma di frustrazione, con ancora le lacrime che ormai avevano reso i suoi occhi rossi come se avesse preso la congiuntivite. Si distaccò dal tronco dell'albero e avanzò a passo veloce verso la riva del Lago Nero. Arrivata alla riva, sotto la pioggia battente, esplose in un potentissimo urlo a squarciagola, quasi simile a quello del libro della Sezione Proibita

<< AAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRGGGGGGGHHHHHH! >>Aveva bisogno di buttare fuori tutto quello che provava in quel momento di pura confusione, e, sfruttando il luogo e l'assenza di altre persone nei dintorni, quell'urlo era la cosa migliore. Da tutta la rabbia che aveva in corpo non riusciva nemmeno a sentire il calore che stava emanando il suo braccialetto magico per il controllo della rabbia, tanto che, prendendolo, riuscì a strapparselo via dal polso e lo lanciò dentro il Lago Nero: ormai aveva imparato a controllarsi agli stimoli esterni come gli insulti o alle prese in giro, ma questo era un caso diverso.
Una volta concluso l'urlo, si accasciò e, con tutta la forza che aveva, iniziò a battere contemporaneamente tutti e due i pugni a terra, in mezzo al fango, fregandosene altamente dello sporco di cui si stava ricoprendo la divisa. All'improvviso, senza che lei se ne accorgesse, dalle sue mani fuoriuscì una luce nera-violacea che, straordinariamente, a contatto col suolo sottostante, fece inaridire una minima parte di lago e fece essiccare una piccola area d'erba e piante cresciute lì intorno. Dopo lo sfogo, Serena si alzò da terra, sporca e bagnata fradicia. Qualcosa però in lei, fisicamente, era cambiato: le ultime due falangi delle dita di entrambe le mani erano diventate scure, annerite come se fosse andata a toccare della fuliggine; Serena, dopo qualche secondo, finalmente si accorse di quella strana reazione, ma non se ne preoccupò. Ripensando a tutto quello che era accaduto un'ora prima, non aveva tempo per preoccuparsi delle sue improvvise analogie anatomiche. Ancora furiosa, si tolse via dai capelli l'elastico magico col giglio bianco; per tutto il tempo il aveva tenuti legati a coda di cavallo. Fece per lanciarlo dentro il lago e lasciarlo sprofondare nei suoi abissi verdastri. Ma, prima che potesse agire, si fermò. Per un attimo la sua mente riprese una piccola dose di lucidità: abbassò il braccio con cui teneva stretto l'elastico e guardò il giglio bianco molto intensamente. Qualche secondo dopo, Serena ripose l'oggetto dentro una delle tasche della divisa, si spostò dalla riva e andò a sedersi sotto il Salice. Vi rimase per qualche minuto a riflettere. -Mamma....perchè mi hai fatto questo? Adesso, cosa devo fare? Come mi devo comportare con lui?- pensò fra sé e sé immergendo il viso fra le ginocchia, raccolte dalle braccia.

- Ora capisco... perchè Harry e io siamo così diversi – pensò riflettendo su tutte le loro differenze: il loro carattere, il modo di pensare e di agire, la Casa in cui sono stati smistati e tante altre piccole cose.

- L'unica cosa che abbiamo in comune sono solo i tuoi occhi -

Erano quasi le 19.30, ormai era ora di cena e Serena rimase fuori per un tempo più lungo del previsto. Stava iniziando a tirare vento e a fare freddo, perciò decise di rientrare al castello. Serena si alzò e si incamminò, tenendosi stretta con le braccia per cercare di scaldarsi un minimo.
Entrata nell'ingresso, incrociò il portone che conduceva alla Sala Grande. Serena, col volto semicoperto dai lunghi capelli neri fradici, vide che le tavolate delle Case erano tornate piene come una volta, con tutti gli studenti impegnati a rifocillarsi di tutte le leccornie esposte sui tavoli. Anche se tutto quel cibo era alquanto invitante, Serena non aveva molto appetito e ne perse ancora di più quando vide Piton seduto al tavolo degli insegnanti a mangiare con gli altri suoi colleghi. E poi, mica poteva andare a cena tutta sporca e bagnata com'era. Quindi, continuò a camminare nella direzione della sua Sala Comune nei sotterranei.
Entrata in dormitorio, Serena si tolse tutti i vestiti, rimanendo solo in mutande e reggiseno. Lavò la divisa dentro il lavandino del bagno, cercando di togliere meglio possibile tutto il fango depositatosi sulla tunica, sulla gonna, sui calzini e sulle scarpe. Una volta lavati i panni, li stese vicino alla stufa per farli asciugare. Dopo si andò a sciacquare con un po' di shampoo i capelli tutti scompigliati dal vento e dalla pioggia. Finito di lavarseli, li strofinò con un asciugamano e se li asciugò. Dopo che ebbe pulito e messo tutto a posto, Serena indossò il pigiama e, non volendo mostrare lo strano colore che avevano preso le sue dita, indossò un paio di guanti e si coricò sotto il piumone verde, con la piccola Bast lì vicino a farle fusa. Serena però non aveva voglia di avere nessuno intorno a sé, quindi cacciò gentilmente via la sua gattina, la quale si rassegnò e si mise accucciata dentro la sua cestina imbottita vicino al letto.
All'improvviso, di ritorno dalla Sala Grande, entrò in dormitorio Liz.

<< Ah eccoti qui! Ti ho cercata dappertutto, Ser! Non sei venuta a cena, dove diamine eri finita?! Eravamo tutti preoccupati, nessuno ti ha più vista da oggi pomeriggio!>> disse vedendo l'amica sotto le coperte, tutta rannicchiata in posizione fetale.

<< Non ero da nessuna parte e non avevo fame. Ora lasciami in pace.>> rispose secca.

<< Ehi cosa ti prende? Ti ha morso la tarantola per caso?!>> disse Liz sedendosi sul bordo del letto e posandole una mano sulla spalla. All'improvviso, evidentemente innervosita dall'inappropriata invadenza dell'amica, Serena si alzò di scattò e si levò in malo modo di dosso la mano di Liz.

<< Non ho un accidenti di niente! Come te lo devo dire...in Arabo?!! TI HO DETTO DI LASCIARMI IN PACE !>> ringhiò furibonda. Liz sobbalzò indietro dallo spavento e dalla sorpresa nello scoprire quel nuovo lato di Serena e vedendo la sua tremenda espressione rabbiosa. Liz, anche se ci rimase male dalla reazione dell'amica, notò che Serena stava piangendo.

<< Serena, calmati. Tu mi puoi dire tutto. Puoi fidarti di me.>> disse in tono calmo per cercare di tranquillizzarla.

<< NO! IO NON MI FIDERO' MAI PIU' DI NESSUNO ! NON HO BISOGNO DI NESSUNO ! NEANCHE DI PITON !>>

<< Piton? Cosa c'entra Piton?!>> Serena non rispose a tono immediatamente, con quell'affermazione in effetti si era un po' tradita. Dalla rabbia diventò ancora più paonazza.

<< N-nulla! ADESSO VATTENE! VOGLIO STARE SOLA!>>

Questa storia non convinse per niente Liz, perciò si fiondò ad abbracciare l'amica, anche se questa cercava in tutti i modi divincolarsi e di sfuggire al suo abbraccio. Ma la potenza del dolore, dell'ira e della confusione, che era racchiusa in quelle lacrime, era troppo forte. Perciò Serena, smise di lottare e si abbandonò in un pianto isterico fra le braccia dell'amica, la quale le dava delle piccole pacche sulla schiena.

<< Va tutto bene. Sfogati. >>

In quel momento, entrarono anche Mary e Penelope, ma Liz gli fece segno che non era il caso che entrassero in dormitorio e che andassero giù in Sala Comune. Mary e Penelope seguirono il consiglio ed uscirono dal dormitorio, con aria incuriosita e preoccupata nel vedere Serena ridotta in quel modo.

<< Allora, raccontami. Cosa ti è successo tanto da farti sconvolgere in questo modo?>> disse in tono calmo una volta che Serena sembrava essersi un tantino tranquillizzata.

<< H-ho....scoperto...una c-cosa...>> disse asciugandosi gli occhi e tirando un po' su col naso <<..non so neanche se ritenerla brutta o bella.>>

<< Dimmi, c'entra Piton per caso?>> Serena annuì << Quindi? >>

<< Lui è....è.........è.. oddio, non ce la faccio a dirlo! >> sbottò tenendosi nervosamente la testa fra le mani, le lacrime stavano per ricominciare a scendere.

<< No, no,no,no! Non ricominciare a piangere. Cosa è successo? >>

<< Lui è....è mio padre! >> esclamò alla fine. Liz sgranò gli occhi incredula.

<< Mpf...mi stai prendendo in giro? Vabbè che gli sei particolarmente affezionata, ma tanto da considerarlo tuo padre non mi sembra....>>

<< Liz! Non sto affatto scherzando! Severus Piton è veramente mio padre! Cioè...James Potter non era il mio padre biologico! >>

<< Ma, come fai a saperlo con certezza?!>>

<< Stavo andando da lui per chiedergli consiglio per un esercizio, ma era impegnato in una conversazione col Preside, la porta era socchiusa e io, presa dalla curiosità, mi sono messa ad origliare quello che stavano dicendo....e....ed è venuto fuori tutto quanto.>>

<< Oh...quindi..i regali che Mary mi ha detto che hai ricevuto erano...tutti da parte sua! E Silente lo sapeva!>> Serena annuì.

<< A quanto pare, Silente lo conosce molto bene. Sembra che abbia anche assistito all'amore che stava sbocciando fra lui e mamma quando erano ancora studenti.>>

<< Be'..mi sembra che sia..una bella notizia, no?! >> Serena la guardò interrogativa.

<< Cosa vuoi dire?>>

<< Voglio dire...visto che non hai mai ricevuto l'affetto dei genitori e, adesso che hai scoperto che James non era il tuo vero padre, ma lo è Piton, potresti....non so...provare a rifarti con lui. Insomma ti è stata concessa una seconda possibilità.>> Serena rimase alquanto perplessa.

<< Liz, io...io non lo so.>>

<< Senti, non dirmi che preferiresti i tuoi orribili zii a lui, vero?!>>

<< Certo che no! E chi li vuole quelli?! Sono gli esseri umani peggiori che abitano questo mondo! A mio modesto parere dovrebbero essere inceneriti dall'incantesimo Incendio! >> sbottò acida.

<< Aahahahah sai che a volte parli proprio come lui !? Te ne sei resa conto?>> Serena arrossì di imbarazzo.

<< Coraggio, prova ad avvicinarti a lui e a conoscerlo meglio. L'occasione per un'orfana di avere un padre, non è una cosa che accade tutti i giorni. Coglila al volo!>>

<< Però non mi sembra giusto nei confronti di Harry.>>

<< Ma non preoccuparti costantemente per lui! Ora hai anche scoperto che non è del tutto tuo fratello....>> Serena fulminò Liz con lo sguardo, non le piaceva affatto l'ultima frase che aveva detto, dopotutto hanno vissuto e sono cresciuti insieme per 11 anni <<....eheh scusa, ma lui avrà la famiglia dei Weasley a compensare questa mancanza, no?! Tu gli piaci sicuramente, ma devi ammettere che lui li ha proprio conquistati.>>

<< Già.>>

<< Quindi? Cosa hai deciso di fare?>> Serena ci pensò per bene.

<< Va bene, ci proverò.>> Liz fece un enorme sorrisone << Grazie.>>

<< Figurati, dolcezza! In bocca al lupo mannaro. Vedrai che andrà tutto bene. >> disse infine abbracciandola nuovamente.

 

 

******

 

 

La mattina dopo, finita un'abbondante colazione, visto che la sera prima Serena se ne andò letteralmente a letto senza cena, si incamminò verso la Biblioteca insieme ad Harry ed Hermione per finire gli ultimi esercizi rimasti; il giorno dopo avrebbero dovuto consegnare tutto quanto.

<< Ehi Serena, ma ieri che fine hai fatto? Non ti abbiamo più vista da quando eri andata all'ufficio di Piton!>> chiese Hermione.

<< Eheheh tranquilla, ho avuto delle faccende da sbrigare.>>

<< Tipo?>>

<< I fatti tuoi mai eh? Comunque nulla, una sciocchezza.>> rispose vaga.

<< Oook, Comunque adesso basta chiacchiere, dobbiamo finire i compiti.>>

Dopo qualche minuto di silenzio e di concentrazione, Serena si voltò verso Harry.

<< Senti, Harry...>> disse un po' titubante.

<< Sì, sorellina, dimmi.>>

<< Ehm...volevo chiederti...ecco...se mi potevi prestare il mantello oggi pomeriggio.>>

<< Va bene. Io oggi ho un po' da fare, verso le 11.00 passa davanti alla nostra Sala Comune e fattelo dare da Ron.>>

<< Ok.>>

<< Per cosa ti serve?>>

<< Niente, tranquillo. Devo solo.. andare a vedere una cosa.>>

Alle 11.00 Serena andò davanti al quadro della Signora Grassa, che era l'ingresso per la Sala Comune dei Grifondoro.

<< Buon giorno, signora.>>

<< Buon giorno a te, cara. Cosa desidera una giovane Serpeverde dai Grifondoro?>>

<< Mi potrebbe chiamare per cortesia Ron Weasley?>>

<< Certamente, chi lo desidera?>>

<< Serena.. Potter.>> così la Signora Grassa uscì dalla sua cornice e andò a chiamare Ron. Dopo qualche minuto di attesa, il quadro si aprì e dall'ingresso apparve Ron con già in mano il Mantello dell'Invisibilità ben piegato.

<< Ciao Serena! Harry stamattina mi ha detto che saresti passata da noi, eccoti il mantello.>> glie lo porse.

<< Grazie, Ron. A più tardi.>>

<< Cerca di riportarlo intatto. Se no dopo tuo fratello chi lo sente?!>>

<< Aahah non preoccuparti ! >> disse Serena mentre stava scendendo la prima scalinata.

Erano le 17.30 di pomeriggio e Serena stava percorrendo, nascosta sotto il Mantello dell'Invisibilità, il corridoio che portava alla Biblioteca; non voleva essere scoperta da quel rompiscatole di Gazza. Trovata la porta dove si nascosero lei ed Harry la notte che andarono a perlustrare la Sezione Proibita, Serena entrò nella stanza dove era riposto lo Specchio delle Brame. Si tolse il mantello di dosso e andò a sedersi davanti allo specchio, aspettando pazientemente che riapparissero le due persone della scorsa volta. In pochi secondi apparvero sua madre e il suo attuale padre: erano in piedi, sempre uno accanto all'altra, sembravano davvero felici. Serena li guardò entrambi pensierosa, ma soprattutto guardò molto intensamente Severus, il quale, a sua volta, ricambiava lo sguardo. Serena iniziò a scrutarlo, ad analizzare tutto del suo essere: lei si prese una ciocca di capelli e se li guardò, per poi metterli a confronto con quelli di Severus e notò che erano della stessa tonalità di nero corvino, solo che lui ce li aveva leggermente più crespi, mentre Lily ce li avevi lisci e ondulati – Mmmh...almeno la consistenza l'ho presa da mamma. Mi è andata bene. Il mio colore però...mi piace – pensò. L'immagine di Severus, come se potesse leggerle nel pensiero, le sorrise molto dolcemente, lasciando Serena alquanto spiazzata e imbarazzata. Non era abituata a vederlo con quell'espressione – Certo...che è inquietante quando sorride in quel modo. Per fortuna che è solo un'immagine virtuale e non quello vero -

<< Cos'hai da sorridere tu!?>> disse all'immagine di Severus, con aria imbronciata distogliendo lo sguardo dal suo. L'immagine di Lily ridacchiò alla frase di Serena e diede un colpetto complice sul braccio di Severus. Serena li guardò scherzare fra di loro e per poco non le sfuggì un piccolo sorriso.
Dopo un po' di tempo, la porta della stanza si spalancò, era il Professor Silente. Serena non si voltò nemmeno.

<< Oh ecco dov'eri, mia cara! Le tue amiche non sapevano dove fossi finita e sono venute da me a chiedere aiuto.>>

<< Fantastico.>> rispose secca tenendosi le gambe con le braccia e continuando a guardare fissa lo specchio.

<< Mmmh....che fine ha fatto il tuo Rilevatore Magico di Rabbia?>>

<< L'ho rotto. Tanto non ne ho più bisogno.>> rispose sempre secca.

<< Vedo che tu come molti altri prima di te e tuo fratello, hai scoperto le dolcezze dello Specchio delle Brame. Suppongo che ormai tu abbia capito cosa fa.>>

<< Sì. All'inizio, credevo che ci mostrasse le persone a cui vogliamo bene. Ma dopo quello che ho visto e sentito ieri, ho capito che non è così. Mi ci è voluto un po' di tempo per comprendere a pieno il suo meccanismo.>> Silente rimase in silenzio ad ascoltarla

<< Ci mostra i più profondi desideri celati nel nostro cuore. E io ed Harry, dato che non abbiamo mai conosciuto i nostri genitori, li vediamo lì accanto ad ognuno di noi.>> poi Serena si voltò verso Silente con uno sguardo serio, quasi di sfida

<< Ma a quanto pare non mostra solo le cose o le persone che desideriamo perchè non ci sono più o perchè non esistono affatto, non è così..Professore?!>> Silente avanzò verso la bambina con aria affranta.

<< Presumo che tu abbia sentito la conversazione tenuta fra me e Severus.>> Serena, tornata a fissare lo specchio, annuì lentamente e immerse la testa fra le braccia.

<< Da quanto lo sa ? >>

<< Mia cara, devi cercare di comprendere che...>>

<< DA QUANTO !?>> urlò.

<< Sono venuto a saperlo dopo la festa di Halloween.>>

<< E quando diamine aveva intenzione di dirmelo?!>>

<< Quando saresti stata pronta, Serena. Questo è il tuo primo anno ad Hogwarts, la tua vita è iniziata a cambiare da quando hai scoperto di essere una strega e tu ed Harry avevate bisogno di ambientarvi. Una notizia del genere data così su due piedi sarebbe stata devastante.>>

<< Perchè?! Crede che venirlo a scoprire così per caso sia stato meno devastante!? >> gli ringhiò contro acida con le lacrime agli occhi. Silente, a quella giusta osservazione, si sentì molto dispiaciuto e mortificato, la ragazzina non aveva tutti i torti. L'anziano Preside si avvicinò di più a Serena e, molto goffamente, tentò di sedersi accanto a lei.

<< Mi dispiace davvero tantissimo, mia cara. Non posso neanche immaginare cosa tu abbia provato.>> Serena non rispose. Poi, qualche secondo dopo, parlò.

<< Cosa le ha fatto venire un dubbio del genere? >>

<< Quando il Professor Piton ti portò da me per la punizione da assegnarti, durante il nostro colloquio tu e Severus faceste nello stesso momento, più di una volta, le stesse smorfie in pose molti simili fra loro.>> Serena iniziò ad emergere dalle braccia << Eheheh come eravate buffi quel giorno. Sembravate due gocce d'acqua! >> ridacchiò Silente.

<< Soltanto questo?>>

<< No, Serena. Un'altra cosa che avete in comune è l'ironia pungente e a volte un po' il modo di parlare.>> Serena sgranò gli occhi << Inoltre, a parte essere finita nella sua stessa Casa, sei dotata di un grande potere magico e di grande intelligenza, come ne è dotato Severus...tuo padre.>> Serena diventò paonazza dall'imbarazzo.

<< Sono sicura che sia pura coincidenza.>> Silente sorrise dolcemente. << Comunque...giusto per curiosità, di che potere è dotato pa....ehm...Piton?>>

<< Severus è un potente Occlumante, mia cara, oltre che un grande Pozionista. Sa leggere nel pensiero e sa impedire agli altri di farli entrare nella sua mente.>> Serena rimase colpita.

<< Wow >> - Oh mio Dio! Quindi sapeva quello a cui stavo pensando quella volta che mi sono ferita durante la punizione! Cavolo che vergogna!- pensò imbarazzatissima ripensando gli apprezzamenti che gli fece con la mente quel giorno.

<< Ha anche il piccolo difetto di essere notevolmente interessato alle Arti Oscure. E' da anni che mi implora di dargli la cattedra di quella materia, ma temo che si lascerebbe trasportare troppo dall'entusiasmo, più di quanto non stia già facendo con gli studenti durante le lezioni di Pozioni. Quindi sto provvedendo a tenerlo lontano da quella materia.>> Serena si lasciò sfuggire una risata: era comica la scena di un Piton implorante per ottenere con ogni mezzo qualcosa. Silente ricambiò la risata. Poi posò il suo sguardo verso lo specchio.

<< Sono lì tutti e due, vero?>>

<< Sì >>

<< Oh Lily, la dolcissima Lily. Quanto era splendida tua madre, da ogni punto di vista. E..Severus lo sapeva. La conosceva fin troppo bene.>>

<< Come si sono conosciuti?>>

<< Be' non posso dirti tutto io, mia cara. Questo genere di domande sono da sottoporre ai propri genitori. E mi pare che uno tu lo abbia ritrovato.>> Serena si rabbuiò.

<< Signore, io....non posso farlo. Non posso essere sua figlia.>> Silente sorrise.

<< Tale padre, tale figlia. Severus mi disse la stessa cosa quando gli comunicai i risultati del test del DNA e me la ridisse anche ieri pomeriggio.>>

<< Allora..la questione è risolta. Lui non mi vuole.>>

<< Ma no, cara. Cosa dici mai? Lui desidera immensamente conoscerti e volerti bene. Già dai regali che ti ha mandato in anonimato vuol dire moltissimo. A parte Lily, lui non ha mai regalato niente a nessun altro, nemmeno a me anche se ci conosciamo da tanto tempo!>>

<< E allora...perchè ha detto così?>>

<< Serena, Severus è un uomo che ha sofferto immensamente nella sua vita, sin da quando era bambino. E, dopo la morte della sua Lily, ovvero l'unica persona che lo abbia mai amato sul serio, lui morì dentro. Il suo cuore si impietrì all'istante, non provava nessun altro sentimento all'infuori dell'odio, del dolore, della rabbia, della frustrazione. Tutti questi sentimenti negativi lo hanno portato a chiudersi in se stesso e ad essere l'uomo burbero e, apparentemente senza cuore, che conosciamo tutti oggi.>> Serena rimase ad ascoltare attentamente

<< Per lui è fortemente difficile aprirsi con le persone. Ecco perchè mi disse quelle cose. Ha solo..paura di farti soffrire. Ma desidera immensamente averti come figlia, anche se lo nega.>> Serena diventò rossa di imbarazzo.

<< Sbaglio o prima mi dicesti che all'inizio credevi che lo specchio mostrasse le persone a cui vogliamo più bene?>>

<< E con questo?!>> disse nervosamente.

<< Allora.. a quanto pare anche tu mostri un certo affetto nei suoi confronti.>>

<< Be'..sì..più o meno. Ma solo come un buon amico..ecco.>>

<< Oh ma lo specchio capisce e sente veramente cosa prova la persona che gli sta davanti. Lui ha visto in te che Severus ti è stato accanto durante un particolare e sconvolgente evento della tua vita nel periodo della tua permanenza qui a scuola. Sa che tu l'hai visto come una figura paterna, che avrebbe potuto compensare la mancanza dell'altra tuo padre James Potter. Ma lui sapeva, essendo un oggetto magico potentissimo, che quest'ultimo non ero il tuo padre biologico, ecco perchè ti ha mostrato Severus e non James.>>

<< Specchio spaccone!>> disse imbronciata ed imbarazzata. Silente ridacchiò.

<< Tu non hai idea di quanto gli somigli, mia cara.>>

<< Per certe cose, sto iniziando a rendermene conto.>>

<< Quindi, come vorresti comportarti? Vedo che comunque tieni a lui, lo hai sempre ritenuto il tuo insegnante preferito, questo vorrà pur dire qualcosa.>>

<< Be' anche secondo la mia amica Liz, dovrei cercare di avvicinarlo e conoscerlo meglio.>>

<< Oh quindi l'hai già detto a qualcuno!?>>

<< Solo a lei...per il momento. Avevo bisogno di sfogarmi.>>

<< Capisco.>>

<< Comunque...sì..tenterò di avvicinarmi a lui. Ma non subito... a suo tempo.>>

<< Molto bene, Serena. Hai fatto proprio la scelta giusta. Vedrai che Severus si rivelerà una persona splendida.>>

<< Sperò di esserne all'altezza.>>

<< Lo sarai di sicuro, mia cara. Lui è già molto fiero di te solo per il fatto che tu vada così bene nelle materie più importanti!>>

<< Davvero?!>> Silente annuì << Però sono una frana in Volo e Storia della Magia!>>

<< Tranquilla, tutti noi abbiamo avuto le nostre lacune scolastiche! Persino tuo padre! Ma questo particolare te lo lascio scoprire da sola, altrimenti Severus mi lancerà una Maledizione per aver spifferato qualcos'altro di privato!>> Serena rise di gusto. Silente e Serena, una volta finita la conversazione, si alzarono da terra.

<< Ah, domani tu, caro mio, farai proprio un bel viaggio!>> disse Silente appoggiando una mano sul bordo dello specchio.

<< Lo portate via? Come mai signore?>>

<< Be', come ben sai, questo oggetto ci mostra i nostri più profondi e tormentati desideri insiti nel nostro cuore e, a causa di ciò, molte persone si sono smarrite davanti a lui. Hanno perso il senno. Ed è per questo che domani verrà trasferito in un altro luogo. >> Serena lo ascoltò attentamente << Ricordati, mia cara, non serve a nulla rifugiarsi nei propri sogni e di dimenticarsi di vivere. Ho già avuto modo di spiegarlo a tuo fratello qualche giorno fa, ma ho ritenuto opportuno dirlo anche a te.>>

<< Sì, capisco.>>

<< Bene, mi aspetto buone nuove, Serena. Buona fortuna, mia cara.>> disse Silente dolcemente concludendo il discorso e andandosene via. Serena annuì - Ci proverò.. - pensò. In seguito, prese il mantello ed uscì dalla stanza, lanciando un'ultima occhiata allo specchio.
Poi, ad un certo punto, le mani iniziarono a farle un po' male: non era un dolore insopportabile, ma le fitte erano ad intervalli di tempo regolari ed erano piuttosto fastidiose.

 

 

******

 

Erano le 4.00 di notte, nei dormitori Serpeverde gli studenti facevano sonni tranquilli, ma in quello delle ragazze, Serena si stava agitando freneticamente nel letto: sudava freddo, ogni tanto sembrava che stesse gemendo, infatti stava facendo un incubo. Ad un certo punto, al limite della sopportazione, la bambina si svegliò di colpo cacciando un piccolo urlo.

<< AAAAAAHHHHH !!! >> urlò facendo sobbalzare di spavento le compagne che, al contrario di lei, stavano dormendo beate.

<< Per la barba di Merlino, Serena! Che diavolo ti è successo!?>> sbottò Mary.

<< Como estai ? Tutto bien?!>> chiese Penelope.

<< S-scusatemi ragazze. Ho avuto.. s-solo un orribile incubo.>> disse tirandosi su con la schiena e appoggiando la fronte su di una mano.

<< Accidenti, ma questa però non è la prima volta che ti succede, bella! E' sempre quello credo io? Quello dove sei rinchiusa in un posto buio con delle grate e la risata maligna in sottofondo?!>>

<< Sì, Liz. E' sempre quello. Ma...questa volta..era leggermente diverso..>>

<< Cosa hai visto di nuovo?>>

<< Più che visto, ho sentito qualcos'altro. Ho sentito.. una specie di urlo straziato. Era tutto così confuso.>>

<< Forse dovresti parlarne al Preside di questo tuo incubo. E' preoccupante.>>

<< Ma no, tranquilla. Non voglio infastidirlo con queste sciocchezze. Vedrai che prima o poi passerà.>>

<< Sarà come dici tu. Vabbe' dai...torniamo a dormire. Se no rischiamo di addormentarci dentro i calderoni domani.>>

Così tutte quante ritornarono ad addormentarsi con un po' di fatica.

La mattina dopo, Serena e le sue compagne si avviarono alla prima lezione della giornata, quella di Pozioni. Serena non sembrava molto entusiasta, si poteva immaginare il perchè.

<< Perbacco Ser! Hai proprio una pessima cera oggi. E' per quella cosa che penso io?>>

<< Un po' è anche quello, però..è da stanotte che mi sento strana: ho mal di testa, ogni tanto mi fa male la pancia. Sto diventando una discarica!>>

<< Non ti preoccupare, vedrai che è solo un po' di ansia, nulla di più.>>

Entrate in aula, Serena decise di non mettersi davanti al primo banco, questa volta optò per il penultimo, non se la sentiva subito di affrontare Piton. Liz capì il suo stato d'animo, quindi le fece compagnia. Piton entrò in classe come suo solito, in modo un po' rude insomma, sbattendo la porta. Mai una volta che quell'uomo si svegliasse col piede giusto!

<< Mi auguro per voi che abbiate svolto, almeno in maniera decente, tutti i compiti delle vacanze che vi ho assegnato!>> disse acido

<< Adesso, uno alla volta, porterete i vostri quaderni qui sulla cattedra.>> così, come chiesto dall'insegnate, gli studenti andarono a posare i propri quaderni. Serena non distolse gli occhi da terra, cercava in tutti i modi di evitare il contatto visivo con Piton. Quest'ultimo non ci fece molto caso, notò soltanto che la bambina non indossava l'elastico che le aveva regalato: più tardi avrebbe fatto preparare un antidoto, non era il caso che Serena tenesse i capelli sciolti, c'era il rischio che anche un solo capello potesse cadere involontariamente dentro al calderone, rovinando la mistura della pozione.
Gli studenti, dopo aver preso appunti, si misero a preparare l'antidoto richiesto dall'insegnante. Durante la preparazione degli ingredienti, Serena sentì delle forti fitte alla pancia e anche alle mani, barcollò leggermente.

<< Ehi ehi Serena! Ti senti bene?!>>

<< Sì sì, tranquilla. Adesso mi passa.>> disse tenendosi la pancia – Cosa diavolo mi sta succedendo?! - pensò spaventata. Dopo che il dolore le sparì, continuò a preparare la pozione. Di tanto in tanto, Piton passò fra i banchi per controllore come gli studenti stavano procedendo. Come sempre andò dal tavolo dei Grifondoro ad umiliare il povero Neville per primo, poi Harry e via dicendo. Da quello dei Serpeverde non passava spesso, visto che erano i suoi prediletti sapeva che avrebbero fatto un buon lavoro.
Passò circa mezz'ora e Serena sentì di nuovo dei forti dolori alla pancia e alle mani.

<< Serena! Cos'hai?!>> Serena non riuscì neanche a rispondere che si accasciò a terra priva di sensi.

<< PROFESSORE! VENGA SUBITO, SERENA STA MALE! >> Piton si voltò di scatto e andò incontro a Liz che teneva per le spalle l'amica svenuta.

<< Cosa?!>> disse Harry correndo verso la sorella.

<< Che succede?! Togliti dai piedi Potter! >> disse Severus spostando in malo modo il povero Harry.

<< Non lo so, signore. E' svenuta così all'improvviso!>>

<< Signorina Parker, che tu sappia la signorina Potter aveva già avuto in precedenza degli strani sintomi?!>> disse sedendosi in ginocchio ad analizzare la bambina, posandole una mano sulla fronte fradicia di sudore.

<< Sì, signore: da ieri si lamentava di forti dolori alle mani e alla pancia e aveva anche dei giramenti di testa!>>

<< Hai detto anche alle mani?!>> Liz annuì nervosamente. Così Piton le sfilò via i guanti e notò che tutte le dita erano nere. Piton rimase sconvolto.

<< Signorina Parker, vai a chiamare immediatamente Gazza!>> disse prontamente.

<< Subito!>> fortunatamente il custode si aggirava nelle vicinanze e non passò molto tempo prima che entrasse in aula.

<< Signor Gazza, le affido questi testoni finchè non farò ritorno.>> disse secco mentre usciva dall'aula con Serena in braccio.

<< Certamente, professore. Non si preoccupi.>> grugnì Gazza.

Piton corse velocemente verso l'Infermeria, mentre gli altri studenti presenti nel corridoio lo lasciarono passare all'istante; erano sempre alquanto intimoriti quando passava lui, ma sta volta videro che aveva un'allieva in braccio.

<< Poverina, chissà cosa le è successo?>> si domandò una ragazza Corvonero del terzo anno che passava da quelle parti.

<< Speriamo solo che non sia nulla di grave. E' così giovane.>> rispose un ragazzo Tassorosso dello stesso anno << Tu l'avevi mai visto Piton così preoccupato per la sorte di una comune studentessa?!>> chiese all'amica avendo notato l'espressione sul volto dell'odiato docente.

<< No, infatti.. non sembrava neanche lui.>> rispose la Corvonero.

 

******

 

Piton era ormai arrivato davanti alle porte dell'Infermeria e iniziò a chiamare la capo infermiera.

<< MADAMA CHIPS !>> urlò. Ma la strega curatrice non si fece vedere.

<< POPPY, MALEDIZIONE, DOVE DIAVOLO SEI !!? >> urlò furibondo. All'improvviso Madama Chips apparve da dietro la porta della stanza delle scorte mediche.

<< Severus! Per Merlino ma cosa strilli! Ti ricordo che questa è un'Infermeria e non una delle tue aule di Pozioni! >>

<< Bando alle ciance, vieni subito qui!>>

<< Che cosa....oh santo cielo! Che cosa le è successo?!>> Serena stava ansimando pesantemente.

<< E' svenuta in classe durante la lezione. Guardale le mani! >> Madama Chips le prese la mano e la osservò, poi sentì la fronte.

<< Oh povera cara, ha anche la febbre alta! Dalla a me, ci penso io! Tu adesso vattene fuori, ti chiamerò più tardi quando avrò terminato.>> disse prendendola in braccio << Bisogna intervenire subito... infermiera! Sì, dico a te! Vieni a darmi una mano!>> disse chiamando una sua collega che stava mettendo a posto delle bende. Intanto Piton, a malincuore, uscì dall'Infermeria.
Passarono circa 40 minuti e Piton camminava nervosamente avanti e indietro come un animale chiuso in gabbia davanti al portone dell'Infermeria. Poi, in quel momento, una parte del portone si aprì, era Madama Chips.

<< Allora? Come sta la bambina?!>>

<< Sssh fai silenzio! Sta dormendo. Entra piano.>> Severus entrò e si mise davanti al letto dove stava sdraiata Serena: aveva sulla fronte un pezzetta di stoffa bagnata con acqua fredda per far scendere la febbre, il respiro era tornato abbastanza regolare e le dita delle mani erano meno nere di prima.

<< Qual è la diagnosi, Poppy?>> Madama Chips gli tirò un pungo sul braccio, a quanto pare detestava essere chiamata in quel modo.

<< Quante volte ti devo dire di non chiamarmi così?!>> Severus alzò gli occhi al cielo annoiato.

<< Comunque, non ti preoccupare. Non era affatto grave come sembrava.>> disse sollevata. Severus era piuttosto confuso e la guardò interrogativa.

<< Quindi che cos'ha?>>

<< Be', non dovrei dirtelo, visto che è una cosa da donne. Ma se ci tieni così tanto, ti accontenterò. Serena è diventata.... signorina.>> Madama Chips lanciò uno sguardo complice a Piton, il quale non sembrò aver capito subito il “malanno” della bambina. Poi comprese.

<< Oh.>> riuscì solo a dire. Era evidentemente imbarazzato.

<< E..queste...cose... possono provocare davvero reazioni del genere?!>>

<< Be' sai, ogni donna è diversa: c'è chi proprio non sente nulla, chi invece sente male ogni giorno per tutto il ciclo e c'è chi può avere dei momenti. Comunque sì, può anche causare febbre e indebolimento.>>

<< Capisco.>>

<< Ma il caso di Serena è leggermente diverso.>>

<< Spiegati.>>

<< Le sue condizioni attuali sono state aggravate da quelle strane macchie nere sulle dita. Se non le avesse avute, di sicuro avrebbe solo avuto un po' di mal di pancia e di stanchezza. Dimmi, Severus, la bambina per caso ha già sviluppato qualche particolare potere magico che tu sappia?>>

<< Sì, lo ha manifestato per la prima volta un paio di mesi fa.>> - Silente aveva ragione. Questi evidentemente sono i segni degli effetti collaterali. Ma cosa li ha potuti provocare?- pensò fra sé e sé.

<< Come immaginavo. A quanto pare, Serena deve aver subito un fortissimo shock emotivo alquanto negativo e sconvolgente tanto da indurla a manifestare il suo potere con effetto contrario rispetto all'originale.>>

<< E..si può curare?>>

<< Certo. Fortunatamente l' “infezione”, chiamiamola così, non si è estesa. Le ho fasciato le mani con delle bende impregnate di un particolare unguento contro gli effetti collaterali dei poteri personali. Le basterà stare tranquilla e riposare per qualche giorno.>>

<< Bene, ne sono lieto.>> - Grazie al cielo -

<< Se posso chiedere, come mai nutri tutto questo interesse nei confronti della ragazzina?>> Severus non rispose subito, doveva inventarsi una scusa plausibile.

<< E' una delle studentesse migliori della mia Casa. E' naturale che mi preoccupi per la sua salute.>> disse secco e serio. Madama Chips ridacchiò.

<< Va bene, come vuoi. Adesso si è addormentata. Se vuoi puoi farle un po' di compagnia seduto lì...>> disse indicando una sedia che l'altra infermiera mise vicino al letto di Serena <<...altrimenti, se hai altri impegni più urgenti, potresti tornare più tardi a farle visita.>>

<< Conoscendo la maggior parte dei miei studenti, in questo preciso momento staranno facendo festa per la mia momentanea assenza. Ma, anche se tornassi a fare lezione, non imparerebbero comunque un accidente. Quindi non ho tutta questa fretta.>>

<< Aahaha capisco. Bene, siediti lì vicino a lei. Ma non fare rumore, intesi?! >>

<< Certamente.>> disse annoiato.

Quindi, Piton si mise seduto lì vicino al letto della giovane Serpeverde, a farle veglia. Passò un po' di tempo e Piton non distolse mai una volta lo sguardo da Serena, la quale dormiva beatamente: giusto ogni tanto si rigirava e si stringeva il ventre a causa dei dolori mestruali, fortunatamente Madama Chips le diede una pozione contro il primo forte impatto di dolore.
Lui la vedeva lì, vedeva il sangue del suo sangue distesa su quel letto di Infermeria, così debole, così indifesa. Piton, non riuscì a trattenersi dall'allungare una mano verso il suo capo: ogni tanto, preso dall'indecisione, si ritraeva, ma alla fine appoggiò la mano sulla fronte bagnata di Serena, lasciandosi sfuggire una dolce carezza - Serena... non ho fatto neanche in tempo a conoscerti da bambina.. che sei già diventata una giovane donna – pensò continuando a guardarla. In quel momento, Serena si mosse ed iniziò pian piano a riprendere conoscenza e ad aprire gli occhi. Piton ritrasse immediatamente la mano.

<< Mmmmh...argh...P-Professore.>> Piton annuì.

<< Come ti senti, Potter?>>

<< Mi sembra di essere finita sotto un camion e poi messa in lavatrice a tutta centrifuga.>> disse mettendosi un braccio sulla fronte.

<< Mh...visione alquanto singolare.>> disse ghignando appena.

<< Ma..cosa è successo?>>

<< Sei svenuta in classe, Potter. Proprio durante la preparazione dell'antidoto.>>

<< Oh no..sarà venuto una schifezza! Mi dispiace, signore.>>

<< Non dirlo nemmeno. Adesso quello che conta è che tu riprenda pienamente le forze.>> disse sistemandosi il mantello, aveva bisogno di tenersi occupato durante un faccia a faccia con sua figlia.

<< Perchè è qui con me?>> chiese prendendolo alla sprovvista.

<< Be', mi sembra logico: sono un tuo insegnante e quello che succede durante le mie lezioni è mia responsabilità.>> Serena si girò dall'altra parte.

<< Ma se vuoi che me ne vada, Potter, non c'è alcun problema.>> disse come suo solito con aria da offeso e fece per andarsene. Ma poi, Serena parlò.

<< So tutto.>> Piton si fermò di colpo, perse quasi un battito a quella frase.

<< L'altro ieri...ero venuta da lei per chiederle un consiglio su un esercizio che non avevo ben capito...e l'ho sentita parlare col Preside...>> Piton rimase sempre di spalle senza emettere suono

<<...lei...è ...mio padre, vero? >> disse con voce strozzata dalle pulsanti lacrime che stavano spingendo con tutte le loro forze per venir fuori. Piton si voltò molto lentamente.

<< Sì.>> disse tornando a sedersi vicino al letto.

<< Che cosa ne pensi, Pot...ehm... Serena? Se posso chiamarti così.>> Serena ridacchiò. Piton alzò un sopracciglio.

<< Cosa c'è di così divertente?>>

<< Eeheh mi fa solo un po' strano...sentirla rivolgersi a me per nome. Tutto qui. E' la prima volta che mi chiama così e non “ Potter “ o “signorina Potter”.>> Piton accennò un lieve sorriso, mentre Serena, girando la testa verso di lui, glie ne regalò uno, anche se piccolo, ma dolcissimo. Piton alla visione di quel sorriso, rimase totalmente spiazzato.

<< Comunque...>> continuò Serena <<....penso che sia..ehm...un nuova esperienza, ecco.>>

<< Buona scelta di parole.>>

<< Di sicuro..è..una situazione alquanto strana e inaspettata.>> disse Serena grattandosi la testa.

<< Parecchio inaspettata oserei dire.>> aggiunse lui grattandosi a sua volta la testa. Per la prima volta, entrambi si videro atteggiare in quello stesso movimento di nervosismo e di ansia, infatti tutti e due, colti da un momentaneo imbarazzo, smisero all'istante di grattarsi.

<< Però, devo ammettere, che la situazione... non mi dispiace.>> ammise lui. Serena sgranò gli occhi incredula.

<< Davvero?>> chiese lei timidamente mentre lui annuiva.

<< Be'..neanche io sono dispiaciuta. Insomma...all'inizio non l'ho presa molto bene.>>

<< Sì, posso immaginarlo.>> disse ripensando a come aveva reagito lui la prima volta che Silente gli diede la notizia.

<< Però, credo che sia una cosa...fattibile. Lei cosa ne pensa?>> continuò Serena.

<< Suppongo di sì.>> rispose lui un po' imbarazzato. Seguì qualche secondo di silenzio, entrambi si sentivano un tantino a disagio messi in confronto a quel modo.

<< Adesso...cosa desideri fare?>> chiese Severus in tono calmo.

<< Direi...di provare a..conoscerci meglio, passo per passo.>>

<< Soluzione sensata.>>

<< Allora..ok?>> Serena gli porse la mano per sigillare l'accordo.

<< Ok >> Severus allungò la sua e se le strinsero.

<< Avrei...solo una domanda.>>

<< Dimmi.>>

<< Ecco....visto che stiamo per iniziare questa specie di percorso da affrontare insieme, come la devo chiamare ora? Insomma...sinceramente..non me la sento molto di chiamarla “papà”. Almeno non per il momento.>> Severus ghignò divertito.

<< Comprendo il tuo disagio. Potrai chiamarmi per nome, se vorrai. Ma solo quando saremo in privato: quando avrai lezione e sarai in presenza dei tuoi compagni, mi darai del Lei come hai sempre fatto, intesi?>>

<< Sì, certamente.>>

<< Molto bene. Adesso torna a dormire, devi ancora riacquistare le forze. Ora devo tornare in classe. Ti manderò la signorina Parker per i compiti.>>

<< Va bene, grazie.>> Severus rispose con un pigro cenno del capo in segno di assenso.

<< Grazie anche per i regali, Severus.>> disse sorridendo e tirando fuori dalla tasca l'elastico magico col giglio bianco. Piton si voltò di nuovo verso di lei e, in quel momento, sentì che il suo cuore riprese di nuovo a battere, dopo tanto tempo.

<< E' stato un piacere, Serena.>> detto ciò, Piton uscì dall'Infermeria, lasciandosi alle spalle una piccola Serpeverde piacevolmente confusa dalla nuova avventura che la stava attendendo.

  
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