Correva e correva, ma arrivata ad una radura che ben conosceva si permise di rilassarsi un po'. Non era giusto è vero, c'era un gran da fare per la ricostruzione del villaggio, ma doveva riflettere, e quindi era necessario stare un po' da sola. Aveva sbagliato, questo lo sapeva. Non avrebbe dovuto scaricare la colpa su di lui, perché semplicemente non ne aveva. Era stata lei a decidere di difenderlo, lui non c'entrava. Eppure appena lo aveva visto le era tornata in mente la scena tremenda della morte del suo amato cugino. “Oh Neji, mi manchi già tantissimo... vorrei un tuo consiglio in questo, cosa devo fare?” pensò mentre stesa sul prato scrutava il cielo con quegli occhi lilla così profondi ed espressivi che, anche se lei non lo sapeva, avevano risvegliato nel ragazzo che amava follemente un sentimento strano da capire, e troppo complicato per i gusti del quasi diciassettenne.

Giunse ad una conclusione, quella più ovvia d'altronde: gli avrebbe chiesto scusa, voleva farsi perdonare; dopotutto non avrebbe mai accettato essere contro il suo amato.

Intanto nella tenda in cui era stato portato Naruto, Kiba ricevette l'ordine di trasportare delle tavole di legno insieme ad Akamaru per ricostruire alcune case. Non voleva lasciare il biondo da solo, era conciato molto male, anzi era vivo per miracolo! E poi non aveva detto una parola da quando Hinata era corsa via, e lui non era stato capace di confortarlo e fargli salire il morale. Ma Naruto gli disse che poteva tranquillamente andare, e così il brunetto si era tranquillizzato un po', ma con il suo tono di voce sempre altezzoso ma contemporaneamente disponibile gli fece una precisa raccomandazione: -Se ti serve qualcosa non esitare a chiamare qualcuno.. Hai bisogno di cure, baka- Naruto gli sorrise rassicurandolo, ma era consapevole che non sarebbe andata come credeva Kiba.

Naruto chiuse gli occhi, era stanco e senza energie, ma doveva andare da Hinata, ma per dirle cosa? La reazione che aveva avuto poco prim la mora lo aveva fatto affondare in un mare di insicurezza, di sensi di colpa, di confusione totale. Non sapeva come rimediare, non voleva che tra lui ed Hinata non ci fosse più niente, nemmeno la loro solida amicizia. Era l'unica che aveva sempre creduto in lui, non voleva perderla. “Se solo fossi stato più forte..” si ripeteva. -Non voglio che tutto finisca così. D-devo riuscire a parlarle” e cercò di alzarsi, anche se si sentiva debole, e sentiva molto freddo anche se fuori c'era stranamente una “bella” giornata. Non ci pensò e cercò di sedersi. Ma nel farlo sentì un dolore lancinante al petto. La ferita aveva ricominciato a sanguinare, facendo colorare le garze che lo fasciavano di un colore porpora. Cercò di sopportare e si alzò, si tolse le bende dal viso e iniziò a camminare piano, uscendo dalla tenda, ma si rese presto conto che non aveva la minima idea di dove potesse essere la sua Hinata. Si nascose per non farsi vedere da nessuno, e si mise a pensare a tutti i posti che li avevano accomunati da quando erano piccoli. -La radura!- e iniziò così ad incamminarsi faticosamente alla radura.