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Autore: MaryluckHazza90    24/06/2013    1 recensioni
Elizabeth sta guardando fuori dalla finestra la pioggia scende violenta sul vetro ma lei non se ne rende conto.
Tamburella con le dita sul vetro, non accorgendosi del rumore che produce.
Seduta su una sedia, rannicchiata su se stessa con le gambe al petto e la testa sui ginocchi, fissa ammaliata quelle piccole gocce d'acqua che scendono leggere da quella massa informe di nuvole nere che riempe il cielo azzurro in una giornata invernale.
Mi avvicino piano con la paura di farla spaventare e mi siedo sullo sgabello accanto a lei, bussando leggermente sulla sua spalla.
Lei mi guarda con quegli occhi castani.
Troppo grandi e caldi per un cuore spezzato come il mio.
"Cosa vedi oltre la pioggia Harry?" mi domanda curiosa e tranquilla allo stesso tempo.
Io mi giro fissando il vetro e soffermandomi su quelle gocce d'acqua che scendono impertinenti.
"Nulla" rispondo guardandola con la certezza di aver sbagliato.
Mi prende il viso tra le mani e mi fissa come conscia di un'enorme consapevolezza.
"Mi dispiace Harry, tu hai le orecchie per sentire" dice tappandomi le orecchie "Ma non hai gli occhi per guardare" afferma allungando il dito verso la finestra e lasciandomi sconcertato.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il rumore delle farfalle.



3. Miele e lavanda.
 
'Sei una testa di minchia Harry, ma cosa cazzo ti è passato per la testa?! Ma porca boia!' mi maledico nuovamente per poi rigirarmi sul letto.
Chiudo gli occhi, massaggiandomi con le dita le tempie.
Mi scoppia la testa.
Vedo dell'immagini passarmi velocemente sotto le palpebre chiuse.
Il suo corpo tremante e così fragile è marchiato a fuoco nei miei pensieri.
Sicuramente non sarebbe più venuta in questa casa, a causa mia, e questo avrebbe procurato un dolore immenso a mia madre, accidenti a me!
Ci tiene così tanto a quella ragazza, l'unica cosa che le è rimasta per distrarsi dalla lontananza mia e di Gemma.
Apro gli occhi di scatto, il cuore palpita velocemente sotto la maglia bianca e la fronte inizia a imperlarsi di qualche goccia di sudore.
Sono un mostro! Solo questo posso definirmi.
Ho fatto del male ad una piccola, indifesa, ragazza sorda.. posso considerarmi più schifoso di così?!
Certo che sì!
I suoi lamenti rimbombano nella mia testa come una melodia straziante ma melodiosa allo stesso tempo.
L'ho terrorizzata, sono un fottuto bambino.
Mi alzo di scatto dal letto sospirando pesantemente.
Mi sento terribilmente in colpa ma di certo questa mia sensazione non può compensare con quella che prova lei in questo momento.
Passo una mano sul mio viso stanco mentre sento dei passi ben marcati sulle scale.
La ragazza non c'è, deve essere andata via.
Sono di spalle alla porta ma riesco a percepire la presenza incombente di mia madre dietro di me.
I muscoli iniziano a farmi male.
Quasi come se quel dolore inizialmente psichico si stia estendendo sul tutto il corpo, causandomi diversi problemi.
Mi giro lentamente, cercando di passare oltre ai dolori fisici e sperando di essere più forte di quanto io, in realtà, non sia.
Anne è appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate.
I suoi occhi chiari mi guardano furenti come mai hanno fatto prima.
Sento il suo sguardo perforarmi il petto, lasciando una scia di fuoco che brucia velocemente dentro di me. 
Non mi stupirei nel veder realmente quelle fiamme erodermi il corpo.
"Mamma io..." cerco di dire alzandomi e barcollando un poco.
Sono bastate quelle poche parole, farfugliate appena, per farla scattare. "Tu cosa Harry? Ti dispiace, vuoi chiedere scusa? Ma ti rendi minimamente conto di quello che hai appena fatto?!" mi grida contro quelle parole come frecce avvelenate pronte a perforarmi il cuore.
Sussulto nel vederla così arrabbiata nei miei confronti, mentre assume la classica posa di quando avevo fatto una marachella da piccolo.
Dito puntato contro il mio corpo, mano sulla vita, il viso che protende verso il mio viso e i piedi ben puntati mentre uno che sbatte ripetutamente a terra.
Abbasso lo sguardo colpevole iniziando a giocherellare con le mie grandi mani.
Sono cresciuto così velocemente ma quel bambino dentro di me, che fissa tutto ancora con i suoi occhi verdi e puri, non riesce a capacitarsene.
Perché alla fine non ho mai smesso di cercare quel bimbo che è ormai troppo cresciuto per mettersi i calzini del suo cartone animato preferito, per imbrattarsi la maglietta di gelato e per vedere il mondo con semplicità.
Quella semplicità che lascia così stupiti gli adulti perché troppo presi dalle loro cazzate e dai loro problemi assurdi.
"Mamma, io, sono veramente dispiaciuto! Ho solo agito d'istinto, sono uno stupido" sussurro prima di cadere sul letto e nascondere il mio viso nelle mie mani che si riempiono di lacrime.
Sento mia madre sospirare, prima di sedersi accanto a me e massaggiarmi la schiena come faceva quando ero un bambino.
Appoggio la mia testa sul suo seno, ascoltando il battito dolce del suo cuore che riesce, a distanza di anni, a tranquillizzarmi.
"Harold io non ti ho educato in questo modo! Non devi chiedere scusa a me, piccolo mio, ma ad Elizabeth" afferma lasciandomi solo in quella stanza che per anni è stato il mio rifugio ma che in questo momento mi sembra fin troppo stretta.
Sospiro uscendo dalla camera e dirigendomi verso il terrazzo, mia madre mi lascia in pace.
Sa bene che voglio stare da solo in questo momento.
Il vento fresco mi scompiglia i capelli e mi ritrovo da solo a fissare quel microscopico posto chiamato Holmes Chapel.
Quel luogo che nella mia vita ho dichiarato di odiare più di una volta ma di cui, oggi giorno, sento la forte nostalgia.
Il buio è calato sulla cittadina e solo le luci fioche dei lampioni illuminano le strade deserte.
Avrei tanto bisogno di una sigaretta in questo momento!
Sbuffo, sedendomi su una sedia di legno.
Perché sono sempre così stupido, eh? Perché non posso essere un ragazzo normale che non fa questi casini enormi? Ma certo! Che stupido a non pensarci prima! Io non sono una persona qualunque perdinci bacco, io sono Harry Styles! Giusto? Sono solo una persona nascosta dietro le opinioni della gente, dietro un nome e dietro quella persona che tutti chiamano idolo? Ma le fans non si rendono di che mostro sia io in realtà ed oggi ne ho data l'ennesima conferma.
Mi rannicchio di più sulla seduta, passandomi le mani nei ricci e sul viso ormai segnato dalla stanchezza.
Odio il mio nome dal profondo del cuore! E forse qui le fan vorranno replicare ma il vero motivo della mia ostilità verso quel dato anagrafico sono proprio loro, le persone che mi reclutano un idolo.
Oramai tutte le persone mi conoscono come Harry Edward Styles e al solo nominarlo una folla di gente si gira ed inizia ad adularlo!
Ma se qualcuno si azzarda a paragonarlo solo al figlio di Anne e Des, a parlare di quel semplice ragazzo che fino a pochi anni prima era una persona normale e che veniva apprezzato per i suoi principi, le sue cazzate e le sue emozioni beh, in quel caso nessuno sa dire chi sia e questo fa male cazzo, troppo!
Ed ora mi sento un piccolo bambino rinchiuso in un corpo troppo conosciuto, con un viso che non sembra più il suo, con degli occhi alcune volte spenti per il dolore che non molti notano, giostrato da manager e quant'altro, che non ha più una vita!
Mi porto le mani alle tempie iniziando a spingere l'indice contro di esse, come a voler far cessare quel terribile mal di testa che sta pian piano diventando più possente.
A volte vorrei non essere entrato ad X-factor, vorrei solo poter tornare ad essere il ragazzino di sedici anni che aveva quel sogno e che lottava con i denti e le unghie per realizzarlo, vorrei mollare tutto, chiudere la porta e tornare il me stesso che ho dovuto lasciare troppo tempo fa! 
Voglio chiederle scusa, perché alla fine lei non ha fatto nulla per farmi reagire in quel modo, voglio chiederle scusa perché forse lei sarà l'unica persona che può conoscere il vero Harry.
 
***

Finisco di vestirmi.
Un jeans, una maglietta e delle converse.
Scendo velocemente, poggiando la felpa di Elizabeth sul divano anche se a malincuore.
Sarebbe arrivata a minuti e devo sembrare perfetto, semplice e sicuro.
Le devo assolutamente chiedere perdono per il mio comportamento.
Mi sdraio sul divano aspettando il suo arrivo.
Il suono del campanello, minuti dopo, mi fa alzare di scatto ma come promesso ad Anne non andrò io ad aprire.
Mia madre si avvicina con un sorriso dolce alla porta ed apre.
"Buongiorno Ros" saluta.
"Buongiorno anche a te Liz" dice sempre in quel modo strano.
La ragazza le sorride.
"Entrate" afferma mia madre chiudendo la porta.
Elizabeth e sua sorella entrano nel salotto ed io le guardo dolcemente.
Liz mi guarda e sgrana gli occhi, mettendosi velocemente dietro le spalle della bruna che le accarezza un braccio.
"Rosalia questo è mio figlio Harry, Harry Rosalia" ci presenta Anne mentre la ragazza tende la mano sicura di sé.
La stringo notando la sua presa forte.
"Ros è una vostra grande fan" io le sorrido e lei ricambia.
"Ora vado, devo andare a scuola" sospira.
"Liz torno presto, vengo io a prenderti, ti voglio bene" esclama guardando la ragazza riccia negli occhi.
"Ti voglio bene anche io" dice lei, lasciandomi di stucco.
Non mi aspettavo che un sordo potesse parlare.
"A dopo ciao" 
"Ciao" sussurra Elizabeth.
"Dai Liz vieni con me, andiamo a preparare un dolce" le propone mia madre.
Lei sorride e annuisce seguendola, non prima di avermi dato una veloce occhiata.
 
***

Sto guardando una vecchia puntata di Spongebob, ho sempre adorato questo cartone e molto spesso lo vedo con i ragazzi della band.
Troppo preso dalla puntata, anche se banale, non mi accorgo di qualcuno che si siede accanto a me.
"E' molto bello questo cartone" afferma una voce delicata e il profumo di miele e lavanda si imprigiona dei mie sensi.
Mi giro di scatto, guardandola.
Come poteva sentire un cartone animato? Cioè le voci.
Mi osserva prima di farsi nascere un sorriso spontaneo sul volto che elimina subito.
"Hai ragione" sussurro quasi ipnotizzato dalla sua affermazione.
"Senti Harry" annuncia imbarazzata "Io ti volevo chiedere scusa" mi dice lasciandomi stupito.
"Non avevo il permesso di prendere quel CD, forse tu ci tieni davvero molto, scusa veramente" continua guardandomi ancora impaurita dal fatto accaduto ieri sera.
Lei sta chiedendo scusa a me? Non è lei che si è comportata male e che mi ha sbattuto a terra per un insulso CD! Sono io!
La guardo ancora scosso non riuscendo a professare parola.
Elizabeth si alza, infastidita dal mio comportamento.
"E comunque riesco a parlarti perché leggo il labiale" sospira prima di rientrare nella cucina.
Mi stendo sul divano.
Lei che chiede scusa a me? Che legge il labiale? Non la capisco!
Quella ragazza è così strana!
Sospiro sonoramente stringendo un cuscino al petto.
C'è una cosa, però, che non riesco a dimenticare, che ho marchiato a mente nei miei pensieri: lei ha paura di me.

 
Ciao:3
Emh scusate per il grande ritardo veramente!
Ho avuto vari problemi e non sono riusicta a pubblicare
per questo vi faccio le mie più grandi scuse.
Lasciando da parte ciò, come è venuto questo capitolo da schifo vero? Mi dispiace.
Comunque  vorrei ringraziare  le ragazze che hanno commentato questa storia
che sono state veramente molto gentili:
 
Ohmydog e terribleorriblespoon.
 Certamente ringrazio anche i lettori silenziosi, 
le persone che seguono questa storia e a chi l' ha messe tra: i seguiti, preferiti e ricordatio chi
l'ha appena letta ed arrivato fin qui.
Spero di ricevere qualche vostra recensione per capire cosa vi piace di questa storia e cosa no.
Un bacio.
Mary.

 
  
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