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Autore: Niniane_88    24/06/2013    3 recensioni
Prendete una palazzina un po' vecchio stile, composta di sei appartamenti e situata in un ridente paesino dell'Italia centrale. Metteteci dentro gli inquilini, sei personaggi molto diversi tra loro, ma con una caratteristica in comune: nomi divertenti e strampalati, tanto che se un estraneo entrasse in quella casa, si chiederebbe se non è finito in un mondo parallelo. Mescolate il tutto e otterrete un buon numero di intrighi... e tante risate!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo III
 
Lui chi è?
Come mai l'hai portato con te?
Il suo ruolo mi spieghi qual'è?


 
A Salvatore Della Mela non andava molto a genio Lindoro Trillo. Cioè, per intenderci, Lindoro Trillo non lo “ispirava”. 
Non che avesse qualcosa contro di lui, questo no… e in effetti, pensandoci bene, sarebbe stato piuttosto arduo trovare un motivo valido per avercela con un tipo del genere. Più semplicemente, non gli suscitava molta simpatia.
Forse dipendeva dal fatto che avevano qualche anno di differenza: un trentaquattrenne e un ventiseienne raramente hanno qualcosa da dirsi, di solito vivono in due mondi separati e il primo tende a vedere l’altro come un bambinone non ancora del tutto cresciuto.
Ecco, a detta di Salvatore, Lindoro Trillo era appunto un bambinone. 
Oppure, il “prototipo del bravo ragazzo” come l’avrebbe definito qualcuno tipo Maicol Rossi.
Sempre educato, garbato, gentile. 
Noiosamente impeccabile e puntuale. 
Dedito al lavoro (per carità, un tecnico di laboratorio dev’essere preciso e sempre concentrato, niente da obiettare…) alla casa (di quali particolari e amorose cure avesse bisogno una casa come quella, Salvatore non lo immaginava proprio…) senza mai un po’ di spirito di iniziativa e… 
…mai una ragazza!
Ecco, quelli così, Salvatore non li capiva. Va bene che il paese non era molto grande e certamente non forniva un’infinità di attrattive, ma insomma, sarebbe bastato prendere la macchina e spostarsi un po’ per trovare la giusta varierà di distrazioni. Lui ci si era abituato anni addietro: ogni sabato sera via con gli amici, o anche da solo, a caccia di divertimento e ovviamente anche di donne. 
Non sempre però. Per certe cose ci vuole il giusto equilibrio, esagerare non giova. A volte è molto più rilassante una pizza in compagnia, che la prospettiva di un appuntamento a due.
La filosofia di vita del giovane imprenditore Della Mela era molto semplice: lavorare sodo, senza però considerare ogni problema come se fosse questione di vita o di morte; nel tempo libero, invece, divertirsi e ricordare che ogni minuto di felicità sprecato è perduto per sempre.
In pratica: don’t worry, be happy!
Lindoro Trillo invece doveva essere un tipo parecchio complicato. Ogni tanto Salvatore si divertiva a sfotterlo un po’, quando lo incontrava sulle scale, senza cattiveria, così, tanto per vedere come reagiva.
Peccato che non reagisse mai.
Si limitava a guardarlo male e a passare oltre, il noiosone, faceva il superiore, lui! Ah, le prese per il culo non turbavano l’atarassico Lindoro Trillo, le sue preoccupazioni erano ben altre! 
Ad esempio, le piante sul terrazzo! Un altro dei suoi misteri: ma che passatempo era coltivare piante sul terrazzo? Era una roba da donne e infatti, sia la Sempreverde che la Fiore avevano i loro bei poggioli pieni di fiori… ma loro, appunto, erano donne! E poi, con quei cognomi che si ritrovavano cosa c'era da aspettarsi?
Era un vero peccato però che l’unico coinquilino giovane e maschio oltre a lui fosse un tipo tanto scialbo. Sarebbe stato divertente avere un vicino di pianerottolo più easy con cui organizzare party e serate avventurose.
D’altronde però, sotto sotto, a Salvatore piaceva un sacco l’idea di essere l’unico a provocare un po’ di movimento in quel palazzo di fossili. Insomma dai, diciamoci la verità: se non fosse stato per lui, prima o poi là dentro sarebbero tutti morti di noia! Anche se, a pensarci bene, la litigata dei Rossi a proposito del peccato e delle anime da salvare era stata memorabile… fortuna che avevano fatto pace, a quanto gli avevano raccontato, il povero Maicol se l’era vista brutta…


 
Era di nuovo sabato e Salvatore si stava preparando per uscire: aveva un appuntamento d’affari e l’unico motivo per cui aveva accettato l’incontro in un giorno in cui di solito non lavorava era il luogo: il miglior ristorante della zona.
Si annodò con cura la sua cravatta preferita, blu a fiori rossi, pregustando già il buon pranzetto che lo attendeva, poi prese la sua fedele valigetta e fischiettando allegramente la sigla dei cartoni animati di Tom e Jerry uscì dal suo appartamento, chiudendo zelantemente la porta con ben quattro giri di chiave (come facesse la serratura a non bloccarsi mai, non lo sapeva neanche il signor Rossi).
Non si aspettava di incontrare qualcuno a quell’ora e invece, arrivato al piano di sotto si imbatté in quella che più tardi, in auto avrebbe definito “un’assurdità davvero assurda in un palazzo di gente assurda”.
C’era Lindoro con addosso una maglietta polo bianca, pantaloncini da jogging rossi e bianchi, le adidas bianchissime (neanche le avesse buttate in lavatrice e lavate con l’omino bianco!) e i ricci bruni decisamente pieni di sudore. E vabbè, fin qui niente di speciale, anzi non era neanche un bello spettacolo.
Ma che ci faceva Isabella bella bella bella di fianco a lui? E perché cavolo era anche lei in tenuta da Jogging, con la sua bella canotta azzurra e i pantaloncini che più corti non si può e la coda sbarazzina, e…e…e…
E perché cazzo ridevano tutti e due come imbecilli?!
Salvatore, che non amava i misteri, decise di prendere in mano la situazione.
- BUONGIORNO! – tuonò a voce decisamente troppo alta.
La reazione alla sua entrata in scena fu quella che si era aspettato, almeno da parte di Isabella.
- Buongiorno signor Della Mela. – mormorò la ragazza.
Purtroppo, Lindoro non parve altrettanto intimidito.
- Ciao Salvatore! – esclamò allegramente – Come va? -
Salvatore lo incenerì con lo sguardo.
- Benissimo, grazie. Mi sto recando a un pranzo di lavoro. Voi siete andati a correre, vedo. – sentenziò, in tono vagamente accusatorio.
Lindoro non si scompose: - Infatti. Due settimane fa ho scoperto che anche Isabella va a correre il sabato e così le ho proposto di andarci assieme. –
- Splendido. – commentò Salvatore, osservando di sottecchi la sua segretaria che sorrideva a trentadue denti e sembrava l’immagine vivente della felicità
Anche Lindoro sembrava felice e intervenne di nuovo con un tono arzillo che Salvatore non gli aveva mai sentito.
- Mi sa che vado a farmi una doccia… buon lavoro, Salvatore e buona giornata! -
- Buona giornata a voi. – replicò l’imprenditore, a denti stretti.
Scese le scale che portavano al piano terra, ma giunto alla fine non resistette e si voltò, giusto in tempo per vedere Isabella che baciava sulla guancia un estasiato Lindoro.
Okay, doveva essersi perso qualcosa.
Da quando quei due erano tanto intimi? Non gli risultava che si fossero mai comportati in quel modo: abitavano entrambi lì da due anni e non si erano neanche mai guardati.
Il che gli andava benissimo, ovviamente: Isabella bella bella bella era roba sua. Era la sua segretaria e gli doveva tutto: le aveva dato un bel lavoro, ben retribuito e stimolante, le aveva trovato l’appartamento.
E poi le aveva insegnato a baciare. Se non fosse stato per lui, quella povera bambina non avrebbe mai baciato nessuno. Era troppo timida, nessuno la notava, neanche sul posto di lavoro. Non che fosse brutta, anzi, ma era così silenziosa e impacciata… 
Non ci era andato a letto, però: non si va a letto con i propri dipendenti, questa è la regola d’oro. Finché si tratta di un bacetto okay, non è la fine del mondo, ma bisogna fermarsi lì.
Isabella comunque non gli aveva mai fatto capire di desiderare di essere portata a letto, anzi, era probabile che non avrebbe accettato, se lui gliel’avesse chiesto. Era dolce e ingenua e gli era grata per tutto ciò che aveva fatto per lei, Più che grata, gli era devota.
E adesso? Cosa stava combinando? Possibile che Lindoro le piacesse?
No, no, no, impossibile. Inaccettabile. Inammissibile. In… in… Vabbè qualsiasi avverbio col prefisso “in” andava bene.
Doveva indagare, la faccenda non gli piaceva per niente.
Lindoro e Isabella? Pfff… ridicolo!


 
Nel suo appartamento, Lindoro ascoltava per la decima volta “Somewhere over the rainbow” e intanto ridacchiava tra sé al ricordo della faccia da pesce lesso di Salvatore. Ah che goduria! Una volta tanto non era riuscito a sfotterlo, anzi, doveva essersi parecchio scocciato quando l’aveva visto insieme a Isabella. Lindoro, you are the best!
Isabella... era proprio carina, Isabella. Timida sì, però bastava spronarla un po’ perché si aprisse e cominciasse a parlare di sé. Lindoro aveva scoperto che i suoi genitori abitavano a molti chilometri di distanza e che lei non li vedeva da mesi, che aveva avuto un fratello, poi morto in un incidente, che da piccola aveva studiato danza classica, che amava molto il suo lavoro e che parlava tre lingue.
Non era affatto noiosa o insignificante come aveva creduto. Al contrario, era simpatica, allegra e disponibile al dialogo.
E poi, poverina, sembrava avere un gran bisogno di amici. A parte i colleghi di lavoro non frequentava nessun genere di gruppo.
Lindoro si affacciò alla finestra della sua stanza e osservò pensieroso la strada illuminata dalla luce del sole di mezzogiorno. Vide il signor Rossi uscire di casa e guardarsi intorno, come aspettando qualcuno.
Incuriosito, rimase in attesa, anche se non sapeva esattamente il perché…
Ehi, un momento.
Ma quella che si stava avvicinando… non era mica una limousine?
E non si stava fermando proprio davanti al numero 3 di via delle campanule?
E Maicol Rossi non stava facendo dei cenni come per dire “sono qui”?
Che diamine sta succedendo? si chiese Lindoro, scendendo le scale a quattro gradini al colpo, mentre lo stereo faceva ripartire per l’ennesima volta la traccia di “Somewhere over the rainbow”.





Buonasera a tutti!!!!!
Ben ritrovati! Allora, ecco qui i pensieri del nostro amatissimo Salvatore Della Mela!!! Che ve ne pare? E' una macchietta, secondo me! Lindoro invece è già perso, sennò sceglierebbe di mettere replay a un'altra canzone... ahahah! E la limousine, di chi è?
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno recensito, i vostri pareri mi hanno fatto molto piacere!
Continuate a farmi sapere cosa ne pensate!
A presto, con il seguito!
Un bacione
Nini
   
 
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