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Autore: Silver_Doe    24/06/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO IX

Venerdì. Il venerdì significava solo una cosa per i Grifondoro: lezione doppia di Pozioni con i Serpeverde. Che spasso! si ritrovavano a pensare tutti, tutti tranne Lily, ovvio. Si poteva praticamente dire che Pozioni fosse la sua materia preferita, lo era sempre stata, fin dal primo anno… fin da quando aveva messo piede in quella scura aula sotterranea, piena di calderoni fumanti traboccanti di strani infusi e liquidi di ogni colore e profumo. Lily non sapeva bene perché le piacesse tanto quella materia… forse perché quella delle pozioni era un’arte così perfetta, talmente tanto che non accettava errori: se occorrevano due giri orari e uno antiorario, dovevi fare esattamente così, niente scorciatoie o vie d’uscita, solo due orari e uno antiorario. Per diventare un bravo pozionista occorrevano determinazione, pazienza, abilità, diligenza… tutte doti che fortunatamente lei possedeva in grandi quantità. Si poteva dire che fosse sicuramente la più brava, eccelleva sempre, in ogni lezione, e il professor Lumacorno non la smetteva di ricoprirla di complimenti ogni volta.
Quella mattina perciò era abbastanza di buon umore. Con Alice e Marlene al suo fianco, si diresse verso i bui sotterranei. Appena arrivò, un sorridente Lumacorno la accolse a braccia aperte.
- Lily! Ragazza mia, ti stavo aspettando, sai? Senza di te quest’aula sembra vuota! – le disse con quel suo tono da bambino troppo cresciuto. Solo dopo qualche minuto si accorse delle altre due ragazze. – Signorina Prewett… signorina McKitty… - le salutò con fare sbrigativo.
- Scusi signore, è McKinnon, signore… - disse Marlene, diventando subito paonazza. Sapeva di non essere proprio tra le sue pupille preferite là dentro, ma andiamo chiamarla McKitty…
- Uhhm? Che hai detto McKallers? -
Marlene sospirò. – Nulla signore, credo solo che la sua memoria sia partita! -
Alice le diede una gomitata nello stomaco. – No dico, ma sei per caso impazzita? – le sussurrò cercando di non farsi sentire.
- Ahi! Tanto non si ricorderà nemmeno questo, guarda… -
- Partita, quale partita? Quella dei Tornados? Oh si, grande partita! -
- Che ti dicevo? E’ più fuori di un balcone! -
Lily osservò la scena decisamente divertita, le piaceva Lumacorno, ma era un tipo molto molto particolare… Così, dopo quella piccola sosta, le tre si diressero verso la loro postazione preferita, tirando fuori libri e tutto il resto.
Dopo poco l’aula cominciò a riempirsi di studenti…
- Avanti ragazzi, entrate entrate! Prendete posto…. – invitava il professore, accogliendo i nuovi arrivati con allegri sorrisi di benvenuto.
Mentre Lily stava leggendo distrattamente degli appunti sul libro di Pozioni, la sua attenzione fu attirata dall’entrata dei Malandrini… si mise perciò a guardarli, cercando di non farsi notare troppo. Tuttavia non ci riuscì.
- Ciao Lily! – la salutò Remus, avvicinandosi a lei e sorridendo amichevolmente alle altre due.
- Oh ciao, Remus! – rispose Lily. Ben presto si avvicinarono anche gli altri tre.
- Buongiorno Evans! – disse James, appoggiando il gomito sul suo tavolo e guardandola intensamente negli occhi. Gli altri due si limitarono a sorriderle, anche se quello di Sirius sembrava tutt’altro che un sorriso amichevole. Ma prima che Lily potesse rispondere, Lumacorno si precipitò da James, picchiettandogli la spalla col suo grassottello indice destro.
- Ehm ehm… signor Potter, potrebbe gentilmente accomodarsi al suo posto? -
- Oh sicuro, professore! Stavo solo salutando la signorina Evans, oggi è particolarmente deliziosa, non trova anche lei? – disse James, tirando fuori uno dei suoi soliti sorrisi, per poi arruffarsi i capelli.
Lumacorno lo guardò perplesso per un attimo, ma poi sorrise anch’egli.
- Ma certo, certo! Sono assolutamente d’accordo con lei, signor Potter! -
In quel momento Lily divenne paonazza: com’era possibile che, neanche arrivato, le aveva già scombussolato la giornata? Tuttavia non riuscì a trattenersi: un’incurvatura le si aprì all’altezza delle labbra. 
Alice e Marlene la stavano fissando con un sorrisetto stampato in viso.
- Che mi prenda un colpo! Era per caso un sorriso quello??? – le sussurrò ironicamente la seconda.
- Che? No, certo che no! – rispose lei, imbarazzata più che mai.
- Ma a chi vuoi darla a bere ehhh? -
- I-io… oh fate silenzio! –
Anche Severus aveva osservato tutto: un moto d’ira si accese come una fiamma dentro di lui. In quel momento avrebbe voluto uccidere quello stupido di Potter, fargliela pagare una volta per tutte. Spostò il suo sguardo verso Lily, e si accorse che lei non aveva reagito come suo solito, ma aveva addirittura sorriso. Si, sorriso. Avrebbe voluto gridare, rompere tutto, ma per prima cosa la faccia di quel moccioso viziato. Com’era possibile? Nonostante lei non significasse più nulla per lui, non riusciva ancora a controllarsi… ma perché? D’altronde era soltanto una piccola sudicia mezzosangue. Continuò a fissarla, gli occhi ridotti a fessure stracolme di disprezzo.
Lily si accorse subito di quello sguardo… i suoi occhi neri la stavano fissando. Rabbrividì. Stava quasi cominciando a non pensarlo più, dannazione! Prese a mordicchiarsi continuamente il labbro, in preda al nervosismo.
- Hey Potter… credo che tu abbia fatto finalmente colpo sulla Rossa! Sarai soddisfatto! Anche se poi, voglio dire, non è che dovresti andarne molto fiero… no? – sghignazzò Mulciber.
- Gli piace la feccia… una sporca Mezzosangue… - disse Severus, non riuscendo più a controllarsi.
Lily sta calma, non pensarli, non devi. Gli daresti solo troppa importanza. Stai calma.
- Come l’hai chiamata?! Ripetilo se hai il coraggio, ripetilo verme! – sbraitò James alzandosi in piedi. La sua voce tremava di rabbia e una tempia gli pulsava incessantemente.
- L’ho chiamata Mezzosangue. – rispose lui in tono di sfida, guardandolo con un sorrisetto beffardo.
- Stupeficium! – un fiotto di luce scarlatta uscì dalla bacchetta di James e colpì Piton in pieno petto. Quest’ultimo cadde all’indietro, con un sordo boato.
Tutta la classe trattenne il respiro, portandosi una mano alla bocca, con gli occhi fuori dalle orbite.
Lily stava tremando. Tremava  come una foglia. Le sembrava di stare in uno dei suoi incubi, uno dei peggiori in assoluto. Non riusciva a parlare, non riusciva a muoversi.
Sirius, Remus e Peter scattarono subito in piedi, cercando di difendere James dai numerosi sortilegi scagliati da tutti gli altri Serpeverde.
Intanto Piton si era rialzato, impugnando la sua bacchetta, traboccante di rabbia e di odio allo stato puro, si stava dirigendo verso Potter.
- Bastaaaa! Bastaaaa! Fermi! Siete per caso impazziti tutti quanti?! Che comportamento è mai questo?! Smettetela subito, all’istante! – Lumacorno si mise ad urlare come non aveva mai fatto, probabilmente in tutta una vita.
I fiotti di luce si fermarono, ma erano gli sguardi le vere maledizioni.
- Mi fai schifo Mocciosus. – e James sputò a terra, seguito da Sirius, che si pulì con violenza la bocca con una mano.
Tutti si aspettavano una qualche risposta, ma quella non venne.
- Potter, Piton, Black, Mulciber dritti di filato nell’ufficio del Preside. ORA! Non mi sono mai vergognato tanto dei miei studenti! –
E detto ciò il quartetto, accompagnato dal professore, uscì dall’aula.
Un silenzio tombale era calato tra gli studenti: nessuno sapeva cosa dire. Era successo tutto così velocemente…
Lily intanto non la smetteva di tremare: Alice e Marlene le si precipitarono accanto, cingendole la schiena con le braccia.
- Tranquilla Lily, tranquilla… -
- Si, ci siamo noi… -
Ma pareva che Lily non riuscisse a sentire quelle parole di conforto: sembrava una statua, immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Solo un’immagine le appariva nitida nella mente: il volto di James, nient’altro… e quello le bastava, le sarebbe bastato per sempre.
Il quartetto camminava veloce verso l’ufficio del Preside. Sirius accanto a James dietro Mulciber e Piton. Si continuavano a scambiare sguardi di vero odio, l’uno volendo uccidere l’altro a mani nude. E credetemi se vi dico che Sirius e James stavano per farlo, questa volta sul serio. Ma prima che potessero fare qualsiasi cosa, arrivarono a destinazione.
- Ciambellina Amorina! – ululò Lumacorno, in preda alla collera. Il gargoyle di pietra fece un balzo di lato e li lasciò salire sulla piccola scaletta, la quale li avrebbe portati direttamente nell’ufficio di Silente.
Dopo pochissimo tempo si ritrovarono davanti alla porta che venne aperta dal professore con una violenza tale da mandarla quasi in frantumi.
- Oh per l’amor del cielo e della terra, Horace! – esclamò il Preside, guardando allibito la scena che gli si parava davanti: un Lumacorno furioso seguito da Potter, Black, Piton e Mulciber.
- Scusami Albus! Ma io dovevo parlarti assolutamente! Questi quattro signorini… l’hanno combinata davvero grossa stavolta! Non credo che sia mai accaduto niente di simile! Che indecenza! -
- Horace adesso calmati, per favore… Sono al corrente di quel che è successo circa sette minuti fa nella tua aula, ragion per cui desidererei parlare da solo con questi ragazzi, se non ti dispiace. – disse Silente con una calma impressionante.
- Io… si, allora… me ne vado. – rispose Lumacorno, sentendosi in qualche modo messo da parte. Si voltò e se andò, sbattendo nuovamente la porta un po’ troppo forte.
- Non ho mai visto Horace così adirato… ma non posso dargli torto, come potrei, visto il vostro, si signor Black, deplorevole comportamento. Ora se non chiedo troppo, vorrei sentire delle spiegazioni da ognuno di voi. –
James si sentì così piccolo e insignificante sotto lo sguardo di quei familiari occhi azzurri… ma ciò che più lo innervosiva era il fatto che Silente riuscisse ad essere sempre così calmo e pacifico, anche quando tutti si sarebbero messi ad urlare. Ma lui no, lui era diverso… lui era grande. Lo ammirava, lo aveva sempre ammirato, e in quel momento capì che l’aveva deluso, un’altra volta. Si sentì in colpa, ma quando nella sua mente si rifece vivo il viso di Piton… quel senso di colpa lo abbandonò. Aveva agito per giustizia, non poteva lasciare che quei mostri continuassero a parlare di Lily in quel modo, non davanti a lui almeno. Perciò non si pentì: l’avrebbe rifatto, cento e cento volte ancora, l’avrebbe difesa, avrebbe difeso tutti quelli in difficoltà, sempre e comunque. Non era il sentirsi un supereroe che lo faceva pensare in quel modo, no, era soltanto il suo carattere, il suo essere così estremamente cavaliere, la sua anima da Grifondoro. Decise di prendere parola.
- Signore io ho agito secondo il mio impulso… certo, non ho contato fino a dieci prima di agire, ma nessuno al posto mio l’avrebbe fatto. Non potevo lasciare che insultassero in quel modo la signorina Evans, non è giusto e qualcuno doveva opporsi, agire. – disse lui, cercando con lo sguardo Sirius come per chiedergli un appoggio.
- Signor Silente io ho agito per le sue stesse identiche ragioni, e per di più per difendere un amico. All’inizio dell’anno lei ci ha detto che molto probabilmente tra poco scoppierà una guerra e io, noi, saremo chiamati a prendere una decisione importante: oggi io, James, e… questi due… l’abbiamo fatta.  – Nessuno si aspettava una risposta del genere… daSirius! Neanche lui stesso.
A quelle parole, in un primo momento, Silente non seppe cosa rispondere: quei due ragazzi avevano parlato come se fossero degli adulti, desiderosi di giustizia e uguaglianza. Non erano forse quelli gli ideali che tanto si decantavano? Si erano schierati dalla parte del più debole e l’avevano difeso, anche se in modo un po’ rude e poco consono, avevano agito per il bene. Lui lo sapeva.Fece un sorriso quasi impercettibile ai due ragazzi: lui era dalla loro parte. Ma non poteva certo dirlo apertamente… così si comportò come qualsiasi altro professore, e preside, avrebbe fatto.
- Oh… capisco. Tuttavia non posso sorvolare sul fatto che abbiate usato la magia in modo totalmente inopportuno, ancora una volta, in un’aula e nel corso di una lezione. Per quanto nobili potessero essere le vostre intenzioni, sarebbe potuta andare molto, molto peggio e per fortuna questo non è accaduto… Ora signor Piton, signor Mulciber… se non vi dispiace vorrei sentire il vostro parere. – disse il Preside, appoggiando il mento sulle affusolate mani intrecciate.
Era come se Piton non ci fosse in quella stanza: era presente il suo corpo, certo, ma la sua mente era da tutt’altra parte. Guardava la scena in silenzio, appostato in un angolo, con una smorfia di disinteresse, come se quello che era e stava accadendo non gli importasse affatto, non lo tangeva minimamente. Neanche quando fu chiamato a dire la sua, uscì la voce: gli sembrava un’idiozia stare lì solo per aver chiamato lei Mezzosangue. Cosa c’era di sbagliato? Non riusciva a capirlo, o meglio, non voleva. Tuttavia spiaccicò una frase. - Personalmente non penso di aver fatto nulla di male, signore. -
Tutti lo guardarono: Sirius e James con una voglia matta di picchiarlo a sangue.
- Davvero non riesce a comprendere il motivo per cui è qui? Bene allora proverò a spiegarlo io, signor Piton. Lei è qui perché in questa scuola, in quanto Preside, non accetto certi comportamenti, e soprattutto non gradisco un certo tipo di linguaggio. Sono qui soprattutto per difendere i miei studenti e non le sarà recato loro alcun male, né fisico né psicologico. Mi ha capito? Spero vivamente che questa sia l’ultima volta che io debba richiamarvi. Sapete bene quanto io odi fare il severo, ma ho le mani legate, devo farvi comprendere la gravità di ciò che è accaduto, perciò, signor Potter, Black, Mulciber e Piton, sconterete la vostra punizione domani sera: fatevi trovare alle 20.00 in punto davanti all’ingresso della Sala Grande, lì il nostro caro Hagrid vi dirà cosa fare. Bene, credo di avervi detto tutto. Sono sicuro che abbiate capito il messaggio, mi fido di voi. E adesso, hop hop, andate a lezione… e alla svelta! Buona giornata. –
Silente gli aveva sorriso un’altra volta. James ci poteva giurare. I suoi occhi azzurri, dietro quelle lenti a mezza luna, si erano posati per un attimo su lui e Sirius, e gli aveva sorriso. Un sorriso dolce, sincero, quasi di complicità.
Sapeva di essersi meritato la punizione, ma questo non gli importava: se avrebbe dovuto scontare pure mille punizioni, non gli interessava, avrebbe continuato ugualmente a lottare, anche solo, per riuscire a difendere, a difendere lei… nessuno glielo avrebbe impedito, nessuno.
  
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