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Autore: aiag    07/01/2008    9 recensioni
A volte le tenebre contengo uno splendore tanto profondo e puro da far vibrare la terra che lo ospita. A volte la luce è talmente splendente da impedire la vista e ciò che ci circonda appare buoi. Cosa accadrebbe se un giorno buoi e luce si incontrassero, se un giorno il buoi riuscisse ad avvicinarsi alla luce e la luce riuscisse a vedere? Leggete e capirete.
Genere: Romantico, Avventura, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il lupo nella tempesta

Chissà che le vacanze di Natale non mi abbiano reso più buona, voi che ne dite?

Innanzi tutto vi auguro (anche se in ritardissimo) Buon Natale e Buon Anno e come regalo vi lascio un indizio: la luce non potrà mai capire repentinamente di essere tale o che illumina solo una parte del mondo per volta, avrà bisogno di tempo perché (a differenza del buoi che è circondato dal nulla) lei è super immersa in un mondo carico d’informazioni e non sempre le è facile distinguere quelle vere da quelle false.

Capito?

….Mmmm…visto che siamo all’anno nuovo, ve ne do un altro (mi sento buona oggi, nonostante l’orribile fine che mi hanno riservato le vacanze…non preoccupatevi, capirete alla fine del capy se vorrete leggere).

Dicevo…a sì: non aspettatevi alcun capitolo che descriva il buio. Il buio è circondato dal nulla, è solo e pensare a se stesso significherebbe presentarlo come un pazzo che parla da solo. Non essendo illuminato da nulla non ha alcuna informazione con cui confrontarsi. Questo non significa che non lo capire: esso viene descritto lungo tutta la storia indirettamente, attraverso pensieri e pregiudizi su di lui…infondo la luce è il suo opposto e quindi…avete capito?

Se non vi è chiaro, quest’ultimo indizio fatemelo sapere e cercherò di essere un pochino più chiara.

Infondo…possiamo conoscere perfettamente il nero analizzando il bianco, che è il suo esatto opposto.

E adesso: buona lettura

 

 

 

 

 

12. Io sono la luce, io ho sempre ragione!

 

 

 

 

 

-Hei Mezzosangue, che brava sei venuta a riportarmi i vestiti da brava servetta. Finalmente hai capito qual è il tuo posto e come si ci deve comportare con un Malfoy! Mi compiaccio, finalmente. - disse il ragazzo prendendo le scarpe e indossandole in tutta tranquillità, come se ciò che aveva alle spalle non avesse importanza anzi come se non esistesse proprio nulla dietro di lui.

Ma Hermione non lo stava neanche ascoltando. Dopo averlo visto in tutta la sua bellezza, il suo sguardo fu catturato da una figura che intravvedeva dalla spalla del ragazzo.

Stesa su un banco, con le gambe penzoloni e le mutandine arrotolate alle caviglie, stava una ragazza dai lunghi capelli biondi arruffati, totalmente scomposta e ansante, che cercava di coprirsi le parti intime con la gonna completamente sgualcita. Il petto si alzava e abbassava velocemente emergendo dalla camicia strappata, fornendole una panoramica dei suoi seni bianchissimi in contrasto con il reggiseno rosso abbassato fino in vita. I suoi movimenti erano lenti e pesanti, sembrava senza forze; il suo sguardo era perso nel vuoto e il suo volto trasudava appagamento.

La situazione era incredibile. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quella ragazza che, lentamente, si stava riprendendo e cercava di rivestirsi, restando comunque ancora coricata sul banco, incapace di reggere quell’ulteriore sforzo.

Ma era il suo volto a invadere la mente della grifoncina.

Il suo volto.

Quel volto ferì Hermione più di ogni altra cosa al mondo.

Occhi chiusi, labbra sottili che incorniciavano una bocca che ancora chiedeva disperatamente aria, gote arrossate e capelli d’oro sparsi sul volto e sul collo sudati.

Un volto che era l’emblema dell’appagamento, della lussuria…del sesso sfrenato.

Hermione era senza parole: non aveva provato mai tanto disgusto in un solo momento.

Stavano facendo sesso! Semplice e puro sesso!

Appagamento fisico e nulla più!

Sesso!

Erano stati insieme e si erano uniti per puro piacere fisico, senza alcun trasporto emotivo o affettivo.

E a prova di tutto ciò c’era Malfoy, che dopo aver abbindolato l’ennesima poveretta se ne stava andando lasciandola li, sola, svestita e col cuore infranto.

La rabbia montò nel cuore di Hermione che si girò verso il biondino con uno sguardo carico di mille e più emozioni.

Rabbia (per come trattava sempre tutto e tutti come suoi servi)

Disgusto (per come considerasse tutto a suo uso e consumo)

Ripugnanza (per come riuscisse sempre a imbrogliare il prossimo per ottenere tutto ciò che voleva)

Dispiacere (per essersi sbagliata ancora una volta su di lui…)

- Che c’è Sangue sporco, vuoi fare un giro anche tu?- chiese il biondino con suo solito ghigno e gli occhi impertinenti mentre recuperava il mantello dalle braccia della Grifona.

Hermione gli lanciò l’occhiata più disgustata e inviperita di tutta la sua vita. Non era mai stata tanto furente e nauseata come in quel momento. La rabbia era tale da impedirle perfino di parlare.

Lo avrebbe fatto a pezzi, presto o tardi.

Questo era poco ma sicuro!

Con un ultimo sguardo infuocato voltò le spalle al biondino e salì le scale per la torre Grifondoro.

 

Era furiosa, semplicemente furiosa.

Non aveva mai provato tanto imbarazzo e ripugnanza tutto in una volta.

Quella faccia di bronzo non aveva il minimo pudore!

Aveva fatto il solito sbruffone senza battere ciglio e si era anche permesso di parlarle come se fosse una sua serva, come se fosse una di quei tanti poveri elfi domestici che maltrattava!

- Stronzo! Lo ammazzo, lo riduco a brandelli. Me la pagherai Draco Malfoy!- continuava a ripetere la bella grifoncina rossa per la rabbia.

E con questi rosei pensieri oltrepassò il ritratto della Signora Grassa senza degnarla della minima attenzione e si fiondò lungo le scale del suo dormitorio per barricarsi nella sua stanza da caposcuola, felice come non mai di non avere nessuna compagna con cui dividerla.

Si spogliò buttando all’aria tutto ciò che la intralciava, si mise il pigiama e si coricò nel suo meraviglioso letto rosso-oro. Il contatto con le lenzuola fresche e pulite le permise di allentare la tensione.

Dopo diverso tempo (e dopo diverse imprecazioni contro il furetto) riuscì a recuperare un po’ del suo autocontrollo. Purtroppo, ora che la rabbia era sparita, si sentiva come svuotata e terribilmente triste.

Ogni volta che cercava di cambiare idea su Malfoy, questo ne combinava sembra una della sua che non solo la faceva ricredere all’istante ma la faceva anche arrabbiare a un punto tale da sentirsi infiammata dal desiderio di farlo a pezzi e di non far restare nulla che testimoniasse la sua esistenza.

“Perché, perché Malfoy sei così?”

Improvvisamente le tornò in mente il volto appagato di Dafne.

Che cosa aveva provato?

Cosa le era successo per disegnarle una tal espressione sul volto?

Le sembrava di averla ancora davanti agli occhi, con i suoi slip arrotolati alle caviglie e le mani che stancamente riportavano la gonna sull’inguine mentre accarezzavano le cosce come se la ragazza non volesse abbandonare quelle, sicuramente meravigliose, sensazioni che il ragazzo le aveva fatto provare.

I capelli scompigliati, il volto sudato, il corpo scosso dai brividi disteso sul banco…

Come poteva!

Come poteva farsi fare questo!

Lei era una bella ragazza, anzi bellissima, mille volte migliore di lei.

Avrebbe potuto avere qualsiasi ragazzo invece si faceva usare da quello stronzo!

Ma come poteva? Come faceva a farsi fare questo senza battere ciglio, senza un briciolo di orgoglio?

Senza un po’ di amor proprio?

Lei, che era una purosangue quanto lui, al suo stesso livello di nobiltà!

Come faceva a guardarsi allo specchio ogni mattina e andare ogni notte da Malfoy o essere rifiutata quando lui aveva qualcun’altra nel letto o appartarsi con lui per cinque minuti in un qualsiasi sgabuzzino durante il giorno al minimo cenno da parte del principino serpeverde?

Era davvero così bravo Draco Malfoy?

A quel pensiero la mente di Hermione ricominciò a fantasticare senza freno sul bellissimo ragazzo. A perdersi in immagini proibite fatte di veli impalpabili, cuscini di raso dove corpi si cercano e s’intrecciano, dove mani sapienti studiano la pelle del compagno e scivolano sul seno, sui fianchi e s’insinuano nelle parti più nascoste…labbra che si danno battaglia e lingue che cercano di imprigionare i gemiti dell’altro o che ne marcano il corpo incandescente vittima della passione.

Hermione istintivamente cominciò a massaggiarsi il seno.

Non gli poteva resistere…soprattutto nelle sue fantasie e…non voleva resistergli.

Li, nella sua immaginazione, tutto era meraviglioso, lì lei era bella e sensuale e i ragazzi la desideravano, desideravano lei e nessun’altra, lì lei era libera di lasciarsi andare a ogni emozione o desiderio.

Mentre si perdeva in questi pensieri, sentì un terremoto salire le scale. Si faceva sempre più forte e vicino finché non arrivò dinanzi alla sua stanza e spalancò la porta come un tifone.

Due chiome rosse e una nera le si buttarono addosso, travolgendola con la loro felicità.

- Hermione come stai?Sono così felice di vederti! E’ stato orribile stare con questi due senza di te. Sembrava che avessero perso la ragione quando non ti hanno più trovata. Per non parlare di quando hanno visto la tua bacchetta. Ti prego non farlo mai più, non sopravvivrei! – disse con foga Ginny.

- Parli proprio tu Ginny, che quando Hermione è sparita hai cominciato a urlare a tutti di cercarla e a lanciare fatture orcovolante a chiunque ti contraddicesse o respirasse senza il tuo permesso. Hai cominciato a impartire ordini a tutti e a volte ti contraddicevi perfino da sola. Senza contare che sei stata intrattabile fino a stamattina! – disse Ron mentre abbracciava Hermione con un braccio sulle spalle.

- Ero solo preoccupata…– rispose la sorella, leggermente rossa e con un delizioso piccolo broncio, seduta a cavallo sulle gambe stese di Hermione mentre si abbracciavano contente.

- Lo eravamo tutti, soprattutto quando ti abbiamo vista sul lettino dell’infermeria coperta da metri e metri di fasciature e bende.- disse Harry accarezzandole la guancia.

Ora erano di nuovo tutti insieme e felici. A tutti sembrava di aver percorso un lungo tunnel buio e dopo molto molto tempo essere riusciti a trovarne l’uscita.

- Ma cosa ti è successo? – chiese il rosso con voce carica di apprensione – Ti abbiamo cercato per tutto Hogsmeid e dintorni ma non abbiamo trovato alcuna traccia di te. -

- Eccetto questa, sommersa nella neve della piazza principale. – disse Harry porgendole la bacchetta.

Hermione la prese e se la rigirò più volte tra le mani.

Era alquanto rovinata, graffiata in più punti, ma sostanzialmente intatta.

“E’ ancora funzionante?” fu la domanda di tutti quando Hermione la diresse contro una sedia e con voce ferma ma piena di timore disse:

- Levicorpus –

Con qualche difficoltà iniziale la sedia cominciò a volteggiare in aria, seguendo le indicazioni della bacchetta di Hermione e un sospiro di sollievo da parte di tutti i presenti.

- Con un paio d’incantesimi tornerà come nuova, liscia e splendente.- disse con un sorriso Hermione.

- Probabilmente sei un po’ stanca, per questo hai stentato un po’. – disse Harry sorridendole.

- Forse hai ragione. E’ stata una giornata pesante e ho qualche difficoltà a concentrarmi al momento. Ma ora che ci penso: voi non dovreste essere alle lezioni pomeridiane?-

- La McGranitt ci ha concesso il permesso di saltarle per stare con te. Ha saputo che eri stata dimessa e non voleva che restassi sola, così durante il pranzo si è avvicinata al nostro tavolo e ci ha comunicato che eravamo esonerati dalle lezioni…- disse Harry -…per il resto della giornata. – completò Ron felice come una Pasqua.

- E tu non ti sei fatto scappare l’occasione neanche per tutto l’oro del mondo, vero Ron? – disse Hermione con un sorrisetto furbo e uno strano luccichio negli occhi.

- Miseriaccia Hermione, oggi pomeriggio avremmo avuto Pozioni con i Serpeverde. Quale Grifondoro sano di mente si sarebbe lasciato scappare un’occasione simile?-

Hermione improvvisamente rabbrividì.

Serpeverde = Malfoy

Malfoy = nudo

Malfoy + Nudo = desiderio

- Hermione va tutto bene? – chiese Ginny vedendo l’amica persa nei suoi pensieri.

- S…si, Ginny. Tutto ok.- disse Hermione rossa come un gambero, rendendosi conto solo in quel momento di come avrebbero potuto trovarla i suoi amici se non avessero fatto tutto quel baccano.

- Sei sicura di star bene piccola? – chiese allarmato Harry dall’improvviso rossore della ragazza – forse hai la febbre? –

- No, no. Ragazzi sto bene. Sono soltanto stanca. Madame Chips mi ha dato due delle sue “pozioni” migliori e il mio stomaco ne sta risentendo ancora un po’-

- Povera Hermione…vedrai, ti farò riprendere io! Stasera ti porto un mare di dolci così ti riprendi subito subito.- disse un’euforica Ginny.

- E ci ricoveriamo tutti dalla Chips per un’indigestione di massa.- disse Harry facendo scoppiare tutti a ridere. Una risata carica di serenità e pace.

- Grazie ragazzi, siete unici! – disse la grifona cercando di abbracciarli tutti e tre.

 

- Allora vuoi dirci cosa ti è successo o dobbiamo utilizzare la leggimanzia? – disse Harry mentre si stendeva sul letto.

Ginny ne approfittò subito, si stese tra lui e Hermione appoggiandosi un po’ più su Harry dicendo di voler evitare all’amica un ulteriore peso su ciò che poteva essere rimasto dei lividi (secondo lei magicamente sfuggiti all’occhio vigile e attento di Madame Chips).

Se Ron non si era accorto di nulla e in tutta tranquillità, stava andandosi a sedere ai piedi del letto, Harry aveva incominciato a sudare freddo.

Non sapeva che cosa fare.

Desiderava abbracciarla ma le braccia erano come immobilizzate.

Ginny, approfittando che il ragazzo non si fosse alzato di scatto come suo solito, gli prese un braccio e se lo sistemò sotto la testa stringendosi a esso.

Harry diventò un ghiacciolo.

Non si aspettava un gesto simile.

 

Hermione vide l’imbarazzo dell’amico e decise di venirgli in aiuto.

- Allora mettetevi comodi, perché ho molto, ma proprio molto, da dire.-

Hermione raccontò tutto con foga, alzando o abbassando il tono della voce in base alle sensazioni vissute. Raccontò dei suoi momenti di sconforto, delle sue paure, del fatto che non sembrava mai arrivare il momento della sua fine. E del terribile attacco dei Mangiamorte e dei Centauri.

- Ma Hermione come hai fatto a salvarti dai Centauri?- chiese Ginny, presa dal racconto come una bambina.

Hermione si morse la lingua.

Si era fatta prendere la mano e ora era dinanzi ad un bivio.

Non voleva raccontare loro del lupo, ma d’altra parte non voleva neanche mentire loro.

Era indecisa, terribilmente indecisa.

- Hermione? Dai Hermione, dicci cosa è successo. – incalzò Ron ai piedi del letto.

- Io…io…oh non me lo ricordo. Ero molto stanca e le forze mi stavano abbandonando. Sicuramente qualcos’altro deve aver attirato la loro attenzione permettendomi di scappare. Non so se per lo spavento o per la stanchezza ma ricordo che uno di loro mi stava galoppando, contro e poi tutto si fa confuso.-

Effettivamente erano mezze verità. Il Centaura la stava veramente attaccando e poi tutto si era fatto scuro e confuso ma la causa era stata il provvidenziale intervento del lupo in sua difesa. Ed effettivamente era stato proprio il lupo a calamitare l’attenzione delle creature.

- Poi mi sono svegliata in infermeria, dove sono stata subito visitata dalla Chips. Il resto lo sapete.- continuò la ragazza, cercando di uscire il più presto possibile da quell’argomento spinoso.

- Non ti preoccupare Hermione, il resto lo ricorderai col tempo. Ne sono sicuro.- le disse Harry con un sorriso sincero che la face sentire ancor più in colpa.

 

Il resto del pomeriggio passò scherzando tra dolci, battute e appunti presi durante il giorno.

- Dai Hermione, hai perso solo un giorno di lezioni e già farnetichi di essere rimasta troppo indietro con lo studio. – disse un Ron fortemente disgustato dall’idea di passare il tempo dopo cena a studiare.

- E tu ti dimentichi troppo in fretta del tuo rendimento Ronald. – rispose prontamente la Grifona.

Poco prima di cena fecero un’ultima scorpacciata di ciocco rane, ridendo come pazzi mentre cercavano di prenderle o quando le lasciavano andare apposta, con grande disappunto di Ron.

- Hai bisogno di zuccheri per riprenderti – disse Harry – ma un po’ di sano divertimento sarà senz’altro una terapia migliore piccola avventuriera.-

 

Quando fu veramente ora di cena i tre salutarono Hermione, che appariva senz’altro meglio ma ancora un po’ affaticata (forse per le troppe risate). Ron si beccò un mare di battute da tutti gli amici, perché era l’unico ad avere ancora spazio per ingurgitare altro cibo.

- Dai Ron, scendiamo anche noi per farti compagnia.- disse Harry.

- Non mentire Harry, tu vuoi scendere apposta per il dolce.- disse Hermione tutta contenta – Golosone! –

Ginny si aspettava una battuta anche per lei ma lo sguardo di Hermione fu molto eloquente.

“Tu scendi per Harry, lo so”.

Così salutò l’amica con un bacio in guancia e scese con gli altri.

Sulla porta Harry si fermò un attimo e disse di aspettarlo un secondo in Sala Comune.

Gli altri non obiettarono nulla, sapendo quanto fosse apprensivo nei confronti dell’amica.

Quando i due amici cominciarono a scendere le scale, Harry abbracciò stretta stretta Hermione e la baciò sulla fronte, guardandola negli occhi e sorridendole.

I due rimasero allungo abbracciati, godendosi la reciproca sicurezza che si trasmettevano.

- Buon riposo Herm, dormi bene. -

- Grazie Harry. A domani. –

Harry si diresse verso la porta, la raggiunse e lentamente la aprì. Fece per uscire ma all’ultimo si voltò verso Hermione e disse :

- Quando vorrai parlare di quel che ti è accaduto davvero chiamami ed io correrò subito da te, come sempre. – e con un sorriso uscì.

Hermione se lo aspettava.

Poteva ingannare tutti ma non lui.

La conosceva meglio di tutti, forse più di se stessa.

Rimasta sola fu pervasa da un senso di timore ma il senso di tranquillità e protezione che le dava essere circondata dalle proprie cose smorzò definitivamente la tensione accumulata.

- Infondo il furetto mi è servito da antistress…ora mi sento davvero senza più forze- disse con un mezzo sorriso che nemmeno lei volle ammettere.

Con un sorriso rilassato si sistemò sotto le coperte e, dopo un piccolo sbadiglio, si addormentò finalmente serena. Serena di sapere che tutto era tornato nella norma, nel modo che lei conosceva e che sapeva essere giusto così, perché nella sua quotidianità lei non sbaglia mai.

Lei era la luce della verità in quella realtà.

 

***

 

La notte passò in un lampo e Hermione si svegliò più rilassata e distesa che mai.

Si rigirò un po’ tra le coperte ma ormai il sonno era passato così scese dal letto e aprì la finestra.

Stava appena albeggiando e lo spettacolo del sorgere dell’aurora era bellissimo.

“Probabilmente visto che ho dormito tutto ieri ora non avrò sonno per un bel po’. Sarà difficile riprendere il mio ritmo.” Pensò la giovane grifona mentre l’alba si specchiava nei suoi occhi.

L’aria fredda di ottobre le solleticò il volto, era fredda ma la sensazione che le dava sulla pelle era simile a una dolcissima carezza.

Chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni.

Quando li riaprì una nota figura nera attrasse la sua attenzione.

Hermione la scrutò.

- Di nuovo! Ma non è possibile! –

 

Cosa ci faceva a quell’ora Malfoy in giardino, lungo il sentiero per la foresta proibita…di nuovo?

 

Hermione si vestì in tutta fretta e si fiondò giù per le scale. Corse a perdifiato verso il portone, che trovò puntualmente aperto.

Più decisa che mai corse fuori, superò il lago e arrivò alla Foresta Proibita.

Di Malfoy non c’era già più traccia.

“Ma cosa sarà venuto a fare? Lo scambio deve essere avvenuto ieri, a meno che non vi sia stato un intoppo…impotesi improbabile. Harry e Ron non mi hanno detto di alcun messaggio dell’Ordine o di qualche misteriosa assenza di professori o alunni.

…mmm…

Forse sta cancellando eventuali prove che potrebbero incastrarlo!

Ma certo, deve aver combinato o dimenticato qualcosa. Infondo stiamo parlando dello stupido furetto e non di un genio del male.

Certo, non c’è ombra di dubbio: nella foresta c’è qualcosa che potrebbe comprometterlo fortemente.

Altrimenti non si spiegherebbe la fretta e l’ora insolita in cui l’ho trovato.”

Ma in quel momento si ricordò della frase di Malfoy.

 

- Giuri che cosa Mezzosangue? Sei solo una stupida, si hai capito bene una stupida Mezzosangue! Perché solo un’idiota uscirebbe a quest’ora del mattino, con addosso un’insulsa quanto inutile camicia da notte, con il corpo coperto di bende per farsi ritrovare poi svenuta sulle scale dell’ingresso della scuola, mentre fuori c’è un vento gelido senza neanche uno straccio di mantello-

Il ragazzo disse tutto con enfasi, sembrava sul punto di alterarsi.

Dai suoi occhi Hermione poteva dire che era sinceramente arrabbiato. E la cosa peggiore era che non poteva dargli torto, avrebbe dovuto coprirsi di più e non andare in giro per la scuola.

- Se proprio lo vuoi sapere – continuò il ragazzo, con ritrovata calma e guardando dritto davanti a se – ti sto portando in infermeria. Tra poco sarà ora di scendere a fare colazione. Se la Chips non ti trovasse diventerebbe furiosa. Non che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro, ma metteresti sicuramente nei guai anche me. –

 

Metteresti nei guai anche me.

Metteresti nei guai anche me.

Metteresti nei guai anche me.

- Ma certo, lo scambio sta avvenendo adesso. Ieri non l’hanno potuto fare per qualche motivo e Malfoy temeva che lo scoprissero fuori a quell’ora. Sicuramente mi ha visto sulle scale e, temendo che fossi semi cosciente o che l’avessi visto ha pensato bene di riportarmi in infermeria. Sapeva che non l'avrei detto a nessuno in ogni caso, perché avevo infranto le regole. Così si è fatto due conti: se io non l’avessi visto aveva un modo per ricattarmi e se lo avessi visto pure. –

Quel pensiero le fece ribollire il sangue: l’aveva usata, l’aveva usata per i suoi scopi!

Non l’aveva aiutata in un semplice momento di follia.

Ancora una volta si era dimostrato esattamente come se l’era immaginato.

Non era diverso da come appariva e per questo ogni volta che lo pensava lui puntualmente faceva qualcosa che dimostrava la sua esatta natura.

- Accidenti! Che bastardo calcolatore! Ma se crede di avermi fregato si sbaglia di grosso! T’impedirò di fare qualsiasi cosa tu abbia in mente di fare! –

E così dicendo si addentrò silenziosamente nella Foresta Proibita.

 

Doveva restare calma, non doveva lasciarsi prendere dal panico.

La Foresta era ancora semibuia (non che di solito fosse fortemente illuminata ma sicuramente la tenue luce dell’alba non era sufficiente per penetrare adeguatamente il fitto groviglio di rami).

Quel luogo proibito e pericoloso assordava Hermione con mille rumori sinistri e versi di cui era praticamente impossibile captare la fonte o la direzione del suono.

Hermione procedeva lentamente cercando qualche segno del passaggio del biondino o di qualche animale pericoloso, anche se sapeva che non solo gli animali erano pericolosi.

Era almeno mezz’ora che camminava e ancora non aveva trovato nulla.

Né Mangiamorte, né biondino, né strani oggetti o pozioni.

Stava cominciando a innervosirsi e questo non le giovava per nulla.

Non solo non sapeva come e dove proseguire ma aveva anche perso l’orientamento.

Effettivamente si ritrovò a pensare che non solo non sapeva dove si fosse diretto Malfoy ma che non lo sapeva fin dall’inizio!

Era entrata senza sapere dove cercarlo!

Cavoli, aveva fatto un’enorme cazzata tutta da sola.

- NEFASTO FURETTO E’ TUTTA COLPA TUAAAAAAAA – urlò presa di nervi.

 

- Calmati Hermione, calmati. Forse non potrai coglierlo in flagrante ma puoi sempre cercare degli indizi lasciati dai suoi tre amici Mangiamorte quando ti hanno attaccato. Si farò così. – disse risoluta la riccia.

Appena fece il primo passo il sorriso le svanì.

- Sono una stupida elevata al cubo. –

Lei non aveva la più pallida idea di dove fosse stata attaccata!

Vi era arrivata correndo, troppo impegnata a guardarsi le spalle per prestare attenzione a qualche elemento che le potesse fungere da riferimento.

- Stupida, stupida, stupida! Dovevo fare attenzione, sarei anche potuta cadere in una trappola e …-

Uno strano rumore attirò subito la sua attenzione.

Era diverso dai precedenti.

Si guardò intorno.

Sembrava…sembrava…qualcosa che si muoveva sul terreno…

Faceva un rumore curioso, come se fosse una macchina agricola di quelle che si usavano in campagna.

Un mezzo babbano nel bel mezzo della Foresta Proibita?!

Ma che cavolo era!!!

Mentre cercava di capire cosa fosse, alle sue spalle comparve un’enorme gomitolo nero pronto a travolgerla con la sua potenza.

Hermione lo schivò per un soffio.

Quello strano batuffolo gigante continuò ad andare dritto finché non sbatté con l’enorme tronco di un albero che gli intralciava il cammino, bloccandosi come se fosse svenuto.

Nonostante il fiato corto e la paura Hermione non poté fare a meno di dire:

- Che idiota! -

Dietro di se lo strano essere aveva lasciato un’enorme fossa allungata sul terreno, come se vi fosse passato un enorme aratro.

Subito, con immenso stupore di Hermione, si rimise in piedi come se niente fosse successo e girandosi lentamente guardò Hermione.

Hermione restò senza parole: lo strano animale dal pelo nero sembrava avere il corpo di un enorme facocero con tanto di muso allungato coperto da una sorta di casco osseo con dei fori all’altezza degli occhi. Era enorme e orribilmente minaccioso.

Sempre fissandola l’animale spalancò le fauci, corredate da un enorme paio di zanne.

Hermione ebbe così una paronimica della sua enorme bocca, grande e disgustosa in quanto piena di terra e foglie secche e di chissà cos’altro.

Praticamente durante l’assalto si era pappato tutto ciò che aveva trovato lungo il suo cammino!

L’animale si posizionò meglio sulle zampe e conficcò le zanne nel terreno, prese la mira e cominciò a marciare velocissimamente verso Hermione creando nuovamente un profondo solco nel terreno e ingoiando tutto ciò che trovava lungo il suo cammino, dai piccoli sassi ai rami etc.

A Hermione parve di essere attaccata da un carro armato nel bel mezzo della seconda guerra mondiale.

Ancora una volta lo schivò all’ultimo istante ma si preparò subito al suo prossimo attacco.

L’animale sbatté ancora una volta contro un albero e ripeté tutti i movimenti fatti in precedenza.

Fu questione di pochi secondi.

 

L’animale prese la mira.

Hermione sfoderò la bacchetta.

 

L’animale le veniva incontro con tutta la sua forza.

Hermione gli puntò la bacchetta contro e gridò – STUPEFICIUM. –

 

La luce rossa saettò verso l’animale e s’infranse su di esso.

L’incantesimo non aveva avuto alcun affetto. Sembrava che si fosse frantumato come un cristallo.

 

L’animale ormai le era vicino.

Hermione cercò di spostarsi ma ormai era troppo tardi.

La sua gamba, anche se di striscio, era stata colpita e ora era attraversata da un profondo squarcio.

Cadde a terra, con una caviglia dolorante e la bacchetta a diversi metri da lei.

L’animale nel frattempo si era rigirato e si preparava all’assalto finale.

 

Nell’esatto istante in cui Hermione si girò per cercare di riprendere la sua bacchetta, l’animale partì col suo assalto finale.

L’ultimo assolto per la sua preda.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti, dopo una lunghissima pausa eccomi di nuovo.

Devo dire che ho passato delle belle vacanze ma la fine è stava veramente terribile.

Ho letto tutto d’un fiato un libro e sono rimasta malissimo su quasi tutto quello che c’era scritto.

Sono felice per l’immagine di Piton (per me è sempre stato mitico) ma chiudere il libro stempiando il mio personaggio preferito è stato un colpo al cuore!

COME HA POTUTOOOOOOOOOOOOOOO!

Basta! Protesto formalmente!

Mi ha causato il blocco della scrittrice.

Sono troppo scioccata e incazzata!

Riscrivi almeno il finale scrittrice provetta dei miei stivali!

 

E dopo questo piccolo sfogo passo ai ringraziamenti:

 

DamaArwen88: purtroppo questo capitolo è di passaggio ma spero ti piaccia comunque. Se vuoi qualche indizio leggi bene la prefazione a questo capy ;-)

 

Shavanna: spero che la reazione di Hermione non ti abbia delusa. Ho pensato che fosse troppo scioccata per reagire con una dei suoi soliti schiaffi. Infondo l’ha scoperto in un momento alquanto…intimo…

 

8marta8: grazie della tua sincerità, era proprio quello che volevo far capire a chi leggeva. Hai perfettamente  ragione, ha perso un’occasione d’oro…speriamo la recuperi presto…

 

Dafne_90: vedo che ti ha intrigato parecchio lo scorso capitolo. Mi fa un sacco piacere: avevo paura che il “sogno” potesse risultare banale o che non si capisse o chissà quale altro pasticcio ^^. Per quanto riguarda gli indizi nascosti non ti svelo se li hai trovati o se sei sulla buona strada o sulla buonissima…ma t’invito a leggere la prefazione al capitolo…forse c’è qualche sorpresa.

 

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