Chissà che le vacanze di Natale
non mi abbiano reso più buona, voi che ne dite?
Innanzi tutto vi auguro (anche se
in ritardissimo) Buon Natale e Buon Anno e come regalo vi lascio un indizio: la
luce non potrà mai capire repentinamente di essere tale o che illumina solo una
parte del mondo per volta, avrà bisogno di tempo perché (a differenza del buoi
che è circondato dal nulla) lei è super immersa in un mondo carico
d’informazioni e non sempre le è facile distinguere quelle vere da quelle
false.
Capito?
….Mmmm…visto che siamo all’anno
nuovo, ve ne do un altro (mi sento buona oggi, nonostante l’orribile fine che mi
hanno riservato le vacanze…non preoccupatevi, capirete alla fine del capy se
vorrete leggere).
Dicevo…a sì: non aspettatevi
alcun capitolo che descriva il buio. Il buio è circondato dal nulla, è solo e
pensare a se stesso significherebbe presentarlo come un pazzo che parla da solo.
Non essendo illuminato da nulla non ha alcuna informazione con cui confrontarsi.
Questo non significa che non lo capire: esso viene descritto lungo tutta la
storia indirettamente, attraverso pensieri e pregiudizi su di lui…infondo la
luce è il suo opposto e quindi…avete capito?
Se non vi è chiaro, quest’ultimo
indizio fatemelo sapere e cercherò di essere un pochino più
chiara.
Infondo…possiamo conoscere
perfettamente il nero analizzando il bianco, che è il suo esatto
opposto.
E adesso: buona
lettura
12. Io sono la
luce, io ho sempre ragione!
-Hei
Mezzosangue, che brava sei venuta a riportarmi i vestiti da brava servetta.
Finalmente hai capito qual è il tuo posto e come si ci deve comportare con un
Malfoy! Mi compiaccio, finalmente. - disse il ragazzo prendendo le scarpe e
indossandole in tutta tranquillità, come se ciò che aveva alle spalle non avesse
importanza anzi come se non esistesse proprio nulla dietro di
lui.
Ma Hermione non
lo stava neanche ascoltando. Dopo averlo visto in tutta la sua bellezza, il suo
sguardo fu catturato da una figura che intravvedeva dalla spalla del
ragazzo.
Stesa su un
banco, con le gambe penzoloni e le mutandine arrotolate alle caviglie, stava una
ragazza dai lunghi capelli biondi arruffati, totalmente scomposta e ansante, che
cercava di coprirsi le parti intime con la gonna completamente sgualcita. Il
petto si alzava e abbassava velocemente emergendo dalla camicia strappata,
fornendole una panoramica dei suoi seni bianchissimi in contrasto con il
reggiseno rosso abbassato fino in vita. I suoi movimenti erano lenti e pesanti,
sembrava senza forze; il suo sguardo era perso nel vuoto e il suo volto
trasudava appagamento.
La situazione
era incredibile. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quella ragazza che,
lentamente, si stava riprendendo e cercava di rivestirsi, restando comunque
ancora coricata sul banco, incapace di reggere quell’ulteriore
sforzo.
Ma era il suo
volto a invadere la mente della grifoncina.
Il suo
volto.
Quel volto ferì
Hermione più di ogni altra cosa al mondo.
Occhi chiusi,
labbra sottili che incorniciavano una bocca che ancora chiedeva disperatamente
aria, gote arrossate e capelli d’oro sparsi sul volto e sul collo
sudati.
Un volto che era
l’emblema dell’appagamento, della lussuria…del sesso
sfrenato.
Hermione era
senza parole: non aveva provato mai tanto disgusto in un solo
momento.
Stavano facendo
sesso! Semplice e puro sesso!
Appagamento
fisico e nulla più!
Sesso!
Erano stati
insieme e si erano uniti per puro piacere fisico, senza alcun trasporto emotivo
o affettivo.
E a prova di
tutto ciò c’era Malfoy, che dopo aver abbindolato l’ennesima poveretta se ne
stava andando lasciandola li, sola, svestita e col cuore
infranto.
La rabbia montò
nel cuore di Hermione che si girò verso il biondino con uno sguardo carico di
mille e più emozioni.
Rabbia (per come
trattava sempre tutto e tutti come suoi servi)
Disgusto (per
come considerasse tutto a suo uso e consumo)
Ripugnanza (per
come riuscisse sempre a imbrogliare il prossimo per ottenere tutto ciò che
voleva)
Dispiacere (per
essersi sbagliata ancora una volta su di lui…)
- Che c’è Sangue
sporco, vuoi fare un giro anche tu?- chiese il biondino con suo solito ghigno e
gli occhi impertinenti mentre recuperava il mantello dalle braccia della
Grifona.
Hermione gli
lanciò l’occhiata più disgustata e inviperita di tutta la sua vita. Non era mai
stata tanto furente e nauseata come in quel momento. La rabbia era tale da
impedirle perfino di parlare.
Lo avrebbe fatto
a pezzi, presto o tardi.
Questo era poco
ma sicuro!
Con un ultimo
sguardo infuocato voltò le spalle al biondino e salì le scale per la torre
Grifondoro.
Era furiosa,
semplicemente furiosa.
Non aveva mai
provato tanto imbarazzo e ripugnanza tutto in una volta.
Quella faccia di
bronzo non aveva il minimo pudore!
Aveva fatto il
solito sbruffone senza battere ciglio e si era anche permesso di parlarle come
se fosse una sua serva, come se fosse una di quei tanti poveri elfi domestici
che maltrattava!
- Stronzo! Lo
ammazzo, lo riduco a brandelli. Me la pagherai Draco Malfoy!- continuava a
ripetere la bella grifoncina rossa per la rabbia.
E con questi
rosei pensieri oltrepassò il ritratto della Signora Grassa senza degnarla della
minima attenzione e si fiondò lungo le scale del suo dormitorio per barricarsi
nella sua stanza da caposcuola, felice come non mai di non avere nessuna
compagna con cui dividerla.
Si spogliò
buttando all’aria tutto ciò che la intralciava, si mise il pigiama e si coricò
nel suo meraviglioso letto rosso-oro. Il contatto con le lenzuola fresche e
pulite le permise di allentare la tensione.
Dopo diverso
tempo (e dopo diverse imprecazioni contro il furetto) riuscì a recuperare un po’
del suo autocontrollo. Purtroppo, ora che la rabbia era sparita, si sentiva come
svuotata e terribilmente triste.
Ogni volta che
cercava di cambiare idea su Malfoy, questo ne combinava sembra una della sua che
non solo la faceva ricredere all’istante ma la faceva anche arrabbiare a un
punto tale da sentirsi infiammata dal desiderio di farlo a pezzi e di non far
restare nulla che testimoniasse la sua esistenza.
“Perché, perché
Malfoy sei così?”
Improvvisamente
le tornò in mente il volto appagato di Dafne.
Che cosa aveva
provato?
Cosa le era
successo per disegnarle una tal espressione sul volto?
Le sembrava di
averla ancora davanti agli occhi, con i suoi slip arrotolati alle caviglie e le
mani che stancamente riportavano la gonna sull’inguine mentre accarezzavano le
cosce come se la ragazza non volesse abbandonare quelle, sicuramente
meravigliose, sensazioni che il ragazzo le aveva fatto
provare.
I capelli
scompigliati, il volto sudato, il corpo scosso dai brividi disteso sul
banco…
Come
poteva!
Come poteva
farsi fare questo!
Lei era una
bella ragazza, anzi bellissima, mille volte migliore di
lei.
Avrebbe potuto
avere qualsiasi ragazzo invece si faceva usare da quello
stronzo!
Ma come poteva?
Come faceva a farsi fare questo senza battere ciglio, senza un briciolo di
orgoglio?
Senza un po’ di
amor proprio?
Lei, che era una
purosangue quanto lui, al suo stesso livello di nobiltà!
Come faceva a
guardarsi allo specchio ogni mattina e andare ogni notte da Malfoy o essere
rifiutata quando lui aveva qualcun’altra nel letto o appartarsi con lui per
cinque minuti in un qualsiasi sgabuzzino durante il giorno al minimo cenno da
parte del principino serpeverde?
Era davvero così
bravo Draco Malfoy?
A quel pensiero
la mente di Hermione ricominciò a fantasticare senza freno sul bellissimo
ragazzo. A perdersi in immagini proibite fatte di veli impalpabili, cuscini di
raso dove corpi si cercano e s’intrecciano, dove mani sapienti studiano la pelle
del compagno e scivolano sul seno, sui fianchi e s’insinuano nelle parti più
nascoste…labbra che si danno battaglia e lingue che cercano di imprigionare i
gemiti dell’altro o che ne marcano il corpo incandescente vittima della
passione.
Hermione
istintivamente cominciò a massaggiarsi il seno.
Non gli poteva
resistere…soprattutto nelle sue fantasie e…non voleva
resistergli.
Li, nella sua
immaginazione, tutto era meraviglioso, lì lei era bella e sensuale e i ragazzi
la desideravano, desideravano lei e nessun’altra, lì lei era libera di lasciarsi
andare a ogni emozione o desiderio.
Mentre si
perdeva in questi pensieri, sentì un terremoto salire le scale. Si faceva sempre
più forte e vicino finché non arrivò dinanzi alla sua stanza e spalancò la porta
come un tifone.
Due chiome rosse
e una nera le si buttarono addosso, travolgendola con la loro
felicità.
- Hermione come
stai?Sono così felice di vederti! E’ stato orribile stare con questi due senza
di te. Sembrava che avessero perso la ragione quando non ti hanno più trovata.
Per non parlare di quando hanno visto la tua bacchetta. Ti prego non farlo mai
più, non sopravvivrei! – disse con foga Ginny.
- Parli proprio
tu Ginny, che quando Hermione è sparita hai cominciato a urlare a tutti di
cercarla e a lanciare fatture orcovolante a chiunque ti contraddicesse o
respirasse senza il tuo permesso. Hai cominciato a impartire ordini a tutti e a
volte ti contraddicevi perfino da sola. Senza contare che sei stata intrattabile
fino a stamattina! – disse Ron mentre abbracciava Hermione con un braccio sulle
spalle.
- Ero solo
preoccupata…– rispose la sorella, leggermente rossa e con un delizioso piccolo
broncio, seduta a cavallo sulle gambe stese di Hermione mentre si abbracciavano
contente.
- Lo eravamo
tutti, soprattutto quando ti abbiamo vista sul lettino dell’infermeria coperta
da metri e metri di fasciature e bende.- disse Harry accarezzandole la
guancia.
Ora erano di
nuovo tutti insieme e felici. A tutti sembrava di aver percorso un lungo tunnel
buio e dopo molto molto tempo essere riusciti a trovarne
l’uscita.
- Ma cosa ti è
successo? – chiese il rosso con voce carica di apprensione – Ti abbiamo cercato
per tutto Hogsmeid e dintorni ma non abbiamo trovato alcuna traccia di te.
-
- Eccetto
questa, sommersa nella neve della piazza principale. – disse Harry porgendole la
bacchetta.
Hermione la
prese e se la rigirò più volte tra le mani.
Era alquanto
rovinata, graffiata in più punti, ma sostanzialmente
intatta.
“E’ ancora
funzionante?” fu la domanda di tutti quando Hermione la diresse contro una sedia
e con voce ferma ma piena di timore disse:
- Levicorpus
–
Con qualche
difficoltà iniziale la sedia cominciò a volteggiare in aria, seguendo le
indicazioni della bacchetta di Hermione e un sospiro di sollievo da parte di
tutti i presenti.
- Con un paio
d’incantesimi tornerà come nuova, liscia e splendente.- disse con un sorriso
Hermione.
- Probabilmente
sei un po’ stanca, per questo hai stentato un po’. – disse Harry
sorridendole.
- Forse hai
ragione. E’ stata una giornata pesante e ho qualche difficoltà a concentrarmi al
momento. Ma ora che ci penso: voi non dovreste essere alle lezioni
pomeridiane?-
- La McGranitt
ci ha concesso il permesso di saltarle per stare con te. Ha saputo che eri stata
dimessa e non voleva che restassi sola, così durante il pranzo si è avvicinata
al nostro tavolo e ci ha comunicato che eravamo esonerati dalle lezioni…- disse
Harry -…per il resto della giornata. – completò Ron felice come una
Pasqua.
- E tu non ti
sei fatto scappare l’occasione neanche per tutto l’oro del mondo, vero Ron? –
disse Hermione con un sorrisetto furbo e uno strano luccichio negli
occhi.
- Miseriaccia
Hermione, oggi pomeriggio avremmo avuto Pozioni con i Serpeverde. Quale
Grifondoro sano di mente si sarebbe lasciato scappare un’occasione
simile?-
Hermione
improvvisamente rabbrividì.
Serpeverde =
Malfoy
Malfoy =
nudo
Malfoy + Nudo =
desiderio
- Hermione va
tutto bene? – chiese Ginny vedendo l’amica persa nei suoi
pensieri.
- S…si, Ginny.
Tutto ok.- disse Hermione rossa come un gambero, rendendosi conto solo in quel
momento di come avrebbero potuto trovarla i suoi amici se non avessero fatto
tutto quel baccano.
- Sei sicura di
star bene piccola? – chiese allarmato Harry dall’improvviso rossore della
ragazza – forse hai la febbre? –
- No, no.
Ragazzi sto bene. Sono soltanto stanca. Madame Chips mi ha dato due delle sue
“pozioni” migliori e il mio stomaco ne sta risentendo ancora un po’-
- Povera
Hermione…vedrai, ti farò riprendere io! Stasera ti porto un mare di dolci così
ti riprendi subito subito.- disse un’euforica Ginny.
- E ci
ricoveriamo tutti dalla Chips per un’indigestione di massa.- disse Harry facendo
scoppiare tutti a ridere. Una risata carica di serenità e
pace.
- Grazie
ragazzi, siete unici! – disse la grifona cercando di abbracciarli tutti e
tre.
- Allora vuoi
dirci cosa ti è successo o dobbiamo utilizzare la leggimanzia? – disse Harry
mentre si stendeva sul letto.
Ginny ne
approfittò subito, si stese tra lui e Hermione appoggiandosi un po’ più su Harry
dicendo di voler evitare all’amica un ulteriore peso su ciò che poteva essere
rimasto dei lividi (secondo lei magicamente sfuggiti all’occhio vigile e attento
di Madame Chips).
Se Ron non si
era accorto di nulla e in tutta tranquillità, stava andandosi a sedere ai piedi
del letto, Harry aveva incominciato a sudare freddo.
Non sapeva che
cosa fare.
Desiderava
abbracciarla ma le braccia erano come immobilizzate.
Ginny,
approfittando che il ragazzo non si fosse alzato di scatto come suo solito, gli
prese un braccio e se lo sistemò sotto la testa stringendosi a
esso.
Harry diventò un
ghiacciolo.
Non si aspettava
un gesto simile.
Hermione vide
l’imbarazzo dell’amico e decise di venirgli in aiuto.
- Allora
mettetevi comodi, perché ho molto, ma proprio molto, da dire.-
Hermione
raccontò tutto con foga, alzando o abbassando il tono della voce in base alle
sensazioni vissute. Raccontò dei suoi momenti di sconforto, delle sue paure, del
fatto che non sembrava mai arrivare il momento della sua fine. E del terribile
attacco dei Mangiamorte e dei Centauri.
- Ma Hermione
come hai fatto a salvarti dai Centauri?- chiese Ginny, presa dal racconto come
una bambina.
Hermione si
morse la lingua.
Si era fatta
prendere la mano e ora era dinanzi ad un bivio.
Non voleva
raccontare loro del lupo, ma d’altra parte non voleva neanche mentire
loro.
Era indecisa,
terribilmente indecisa.
- Hermione? Dai
Hermione, dicci cosa è successo. – incalzò Ron ai piedi del
letto.
- Io…io…oh non
me lo ricordo. Ero molto stanca e le forze mi stavano abbandonando. Sicuramente
qualcos’altro deve aver attirato la loro attenzione permettendomi di scappare.
Non so se per lo spavento o per la stanchezza ma ricordo che uno di loro mi
stava galoppando, contro e poi tutto si fa confuso.-
Effettivamente
erano mezze verità. Il Centaura la stava veramente attaccando e poi tutto si era
fatto scuro e confuso ma la causa era stata il provvidenziale intervento del
lupo in sua difesa. Ed effettivamente era stato proprio il lupo a calamitare
l’attenzione delle creature.
- Poi mi sono
svegliata in infermeria, dove sono stata subito visitata dalla Chips. Il resto
lo sapete.- continuò la ragazza, cercando di uscire il più presto possibile da
quell’argomento spinoso.
- Non ti
preoccupare Hermione, il resto lo ricorderai col tempo. Ne sono sicuro.- le
disse Harry con un sorriso sincero che la face sentire ancor più in
colpa.
Il resto del
pomeriggio passò scherzando tra dolci, battute e appunti presi durante il
giorno.
- Dai Hermione,
hai perso solo un giorno di lezioni e già farnetichi di essere rimasta troppo
indietro con lo studio. – disse un Ron fortemente disgustato dall’idea di
passare il tempo dopo cena a studiare.
- E tu ti
dimentichi troppo in fretta del tuo rendimento Ronald. – rispose prontamente la
Grifona.
Poco prima di
cena fecero un’ultima scorpacciata di ciocco rane, ridendo come pazzi mentre
cercavano di prenderle o quando le lasciavano andare apposta, con grande
disappunto di Ron.
- Hai bisogno di
zuccheri per riprenderti – disse Harry – ma un po’ di sano divertimento sarà
senz’altro una terapia migliore piccola avventuriera.-
Quando fu
veramente ora di cena i tre salutarono Hermione, che appariva senz’altro meglio
ma ancora un po’ affaticata (forse per le troppe risate). Ron si beccò un mare
di battute da tutti gli amici, perché era l’unico ad avere ancora spazio per
ingurgitare altro cibo.
- Dai Ron,
scendiamo anche noi per farti compagnia.- disse Harry.
- Non mentire
Harry, tu vuoi scendere apposta per il dolce.- disse Hermione tutta contenta –
Golosone! –
Ginny si
aspettava una battuta anche per lei ma lo sguardo di Hermione fu molto
eloquente.
“Tu scendi per
Harry, lo so”.
Così salutò
l’amica con un bacio in guancia e scese con gli altri.
Sulla porta
Harry si fermò un attimo e disse di aspettarlo un secondo in Sala
Comune.
Gli altri non
obiettarono nulla, sapendo quanto fosse apprensivo nei confronti
dell’amica.
Quando i due
amici cominciarono a scendere le scale, Harry abbracciò stretta stretta Hermione
e la baciò sulla fronte, guardandola negli occhi e
sorridendole.
I due rimasero
allungo abbracciati, godendosi la reciproca sicurezza che si
trasmettevano.
- Buon riposo
Herm, dormi bene. -
- Grazie Harry.
A domani. –
Harry si diresse
verso la porta, la raggiunse e lentamente la aprì. Fece per uscire ma all’ultimo
si voltò verso Hermione e disse :
- Quando vorrai
parlare di quel che ti è accaduto davvero chiamami ed io correrò subito da te,
come sempre. – e con un sorriso uscì.
Hermione se lo
aspettava.
Poteva ingannare
tutti ma non lui.
La conosceva
meglio di tutti, forse più di se stessa.
Rimasta sola fu
pervasa da un senso di timore ma il senso di tranquillità e protezione che le
dava essere circondata dalle proprie cose smorzò definitivamente la tensione
accumulata.
- Infondo il
furetto mi è servito da antistress…ora mi sento davvero senza più forze- disse
con un mezzo sorriso che nemmeno lei volle ammettere.
Con un sorriso
rilassato si sistemò sotto le coperte e, dopo un piccolo sbadiglio, si
addormentò finalmente serena. Serena di sapere che tutto era tornato nella
norma, nel modo che lei conosceva e che sapeva essere giusto così, perché nella
sua quotidianità lei non sbaglia mai.
Lei era la luce
della verità in quella realtà.
***
La notte passò
in un lampo e Hermione si svegliò più rilassata e distesa che
mai.
Si rigirò un po’
tra le coperte ma ormai il sonno era passato così scese dal letto e aprì la
finestra.
Stava appena
albeggiando e lo spettacolo del sorgere dell’aurora era
bellissimo.
“Probabilmente
visto che ho dormito tutto ieri ora non avrò sonno per un bel po’. Sarà
difficile riprendere il mio ritmo.” Pensò la giovane grifona mentre l’alba si
specchiava nei suoi occhi.
L’aria fredda di
ottobre le solleticò il volto, era fredda ma la sensazione che le dava sulla
pelle era simile a una dolcissima carezza.
Chiuse gli occhi
e respirò a pieni polmoni.
Quando li riaprì
una nota figura nera attrasse la sua attenzione.
Hermione la
scrutò.
- Di nuovo! Ma
non è possibile! –
Cosa ci faceva a
quell’ora Malfoy in giardino, lungo il sentiero per la foresta proibita…di
nuovo?
Hermione si
vestì in tutta fretta e si fiondò giù per le scale. Corse a perdifiato verso il
portone, che trovò puntualmente aperto.
Più decisa che
mai corse fuori, superò il lago e arrivò alla Foresta
Proibita.
Di Malfoy non
c’era già più traccia.
“Ma cosa sarà
venuto a fare? Lo scambio deve essere avvenuto ieri, a meno che non vi sia stato
un intoppo…impotesi improbabile. Harry e Ron non mi hanno detto di alcun
messaggio dell’Ordine o di qualche misteriosa assenza di professori o
alunni.
…mmm…
Forse sta
cancellando eventuali prove che potrebbero incastrarlo!
Ma certo, deve
aver combinato o dimenticato qualcosa. Infondo stiamo parlando dello stupido
furetto e non di un genio del male.
Certo, non c’è
ombra di dubbio: nella foresta c’è qualcosa che potrebbe comprometterlo
fortemente.
Altrimenti non
si spiegherebbe la fretta e l’ora insolita in cui l’ho
trovato.”
Ma in quel
momento si ricordò della frase di Malfoy.
- Giuri che cosa
Mezzosangue? Sei solo una stupida, si hai capito bene una stupida Mezzosangue!
Perché solo un’idiota uscirebbe a quest’ora del mattino, con addosso un’insulsa
quanto inutile camicia da notte, con il corpo coperto di bende per farsi
ritrovare poi svenuta sulle scale dell’ingresso della scuola, mentre fuori c’è
un vento gelido senza neanche uno straccio di
mantello-
Il ragazzo disse
tutto con enfasi, sembrava sul punto di alterarsi.
Dai suoi occhi
Hermione poteva dire che era sinceramente arrabbiato. E la cosa peggiore era che
non poteva dargli torto, avrebbe dovuto coprirsi di più e non andare in giro per
la scuola.
- Se proprio lo
vuoi sapere – continuò il ragazzo, con ritrovata calma e guardando dritto
davanti a se – ti sto portando in infermeria. Tra poco sarà ora di scendere a
fare colazione. Se la Chips non ti trovasse diventerebbe furiosa. Non che la
cosa mi dispiaccia, sia chiaro, ma metteresti sicuramente nei guai anche me.
–
Metteresti nei
guai anche me.
Metteresti nei
guai anche me.
Metteresti nei
guai anche me.
- Ma certo, lo
scambio sta avvenendo adesso. Ieri non l’hanno potuto fare per qualche motivo e
Malfoy temeva che lo scoprissero fuori a quell’ora. Sicuramente mi ha visto
sulle scale e, temendo che fossi semi cosciente o che l’avessi visto ha pensato
bene di riportarmi in infermeria. Sapeva che non l'avrei detto a nessuno in ogni
caso, perché avevo infranto le regole. Così si è fatto due conti: se io non
l’avessi visto aveva un modo per ricattarmi e se lo avessi visto pure.
–
Quel pensiero le
fece ribollire il sangue: l’aveva usata, l’aveva usata per i suoi
scopi!
Non l’aveva
aiutata in un semplice momento di follia.
Ancora una volta
si era dimostrato esattamente come se l’era immaginato.
Non era diverso
da come appariva e per questo ogni volta che lo pensava lui puntualmente faceva
qualcosa che dimostrava la sua esatta natura.
- Accidenti! Che
bastardo calcolatore! Ma se crede di avermi fregato si sbaglia di grosso!
T’impedirò di fare qualsiasi cosa tu abbia in mente di fare!
–
E così dicendo
si addentrò silenziosamente nella Foresta Proibita.
Doveva restare
calma, non doveva lasciarsi prendere dal panico.
La Foresta era
ancora semibuia (non che di solito fosse fortemente illuminata ma sicuramente la
tenue luce dell’alba non era sufficiente per penetrare adeguatamente il fitto
groviglio di rami).
Quel luogo
proibito e pericoloso assordava Hermione con mille rumori sinistri e versi di
cui era praticamente impossibile captare la fonte o la direzione del
suono.
Hermione
procedeva lentamente cercando qualche segno del passaggio del biondino o di
qualche animale pericoloso, anche se sapeva che non solo gli animali erano
pericolosi.
Era almeno
mezz’ora che camminava e ancora non aveva trovato nulla.
Né Mangiamorte,
né biondino, né strani oggetti o pozioni.
Stava
cominciando a innervosirsi e questo non le giovava per
nulla.
Non solo non
sapeva come e dove proseguire ma aveva anche perso
l’orientamento.
Effettivamente
si ritrovò a pensare che non solo non sapeva dove si fosse diretto Malfoy ma che
non lo sapeva fin dall’inizio!
Era entrata
senza sapere dove cercarlo!
Cavoli, aveva
fatto un’enorme cazzata tutta da sola.
- NEFASTO
FURETTO E’ TUTTA COLPA TUAAAAAAAA – urlò presa di nervi.
- Calmati
Hermione, calmati. Forse non potrai coglierlo in flagrante ma puoi sempre
cercare degli indizi lasciati dai suoi tre amici Mangiamorte quando ti hanno
attaccato. Si farò così. – disse risoluta la riccia.
Appena fece il
primo passo il sorriso le svanì.
- Sono una
stupida elevata al cubo. –
Lei non aveva la
più pallida idea di dove fosse stata attaccata!
Vi era arrivata
correndo, troppo impegnata a guardarsi le spalle per prestare attenzione a
qualche elemento che le potesse fungere da riferimento.
- Stupida,
stupida, stupida! Dovevo fare attenzione, sarei anche potuta cadere in una
trappola e …-
Uno strano
rumore attirò subito la sua attenzione.
Era diverso dai
precedenti.
Si guardò
intorno.
Sembrava…sembrava…qualcosa
che si muoveva sul terreno…
Faceva un rumore
curioso, come se fosse una macchina agricola di quelle che si usavano in
campagna.
Un mezzo babbano
nel bel mezzo della Foresta Proibita?!
Ma che cavolo
era!!!
Mentre cercava
di capire cosa fosse, alle sue spalle comparve un’enorme gomitolo nero pronto a
travolgerla con la sua potenza.
Hermione lo
schivò per un soffio.
Quello strano
batuffolo gigante continuò ad andare dritto finché non sbatté con l’enorme
tronco di un albero che gli intralciava il cammino, bloccandosi come se fosse
svenuto.
Nonostante il
fiato corto e la paura Hermione non poté fare a meno di
dire:
- Che idiota!
-
Dietro di se lo
strano essere aveva lasciato un’enorme fossa allungata sul terreno, come se vi
fosse passato un enorme aratro.
Subito, con
immenso stupore di Hermione, si rimise in piedi come se niente fosse successo e
girandosi lentamente guardò Hermione.
Hermione restò
senza parole: lo strano animale dal pelo nero sembrava avere il corpo di un
enorme facocero con tanto di muso allungato coperto da una sorta di casco osseo
con dei fori all’altezza degli occhi. Era enorme e orribilmente
minaccioso.
Sempre
fissandola l’animale spalancò le fauci, corredate da un enorme paio di
zanne.
Hermione ebbe
così una paronimica della sua enorme bocca, grande e disgustosa in quanto piena
di terra e foglie secche e di chissà cos’altro.
Praticamente
durante l’assalto si era pappato tutto ciò che aveva trovato lungo il suo
cammino!
L’animale si
posizionò meglio sulle zampe e conficcò le zanne nel terreno, prese la mira e
cominciò a marciare velocissimamente verso Hermione creando nuovamente un
profondo solco nel terreno e ingoiando tutto ciò che trovava lungo il suo
cammino, dai piccoli sassi ai rami etc.
A Hermione parve
di essere attaccata da un carro armato nel bel mezzo della seconda guerra
mondiale.
Ancora una volta
lo schivò all’ultimo istante ma si preparò subito al suo prossimo
attacco.
L’animale sbatté
ancora una volta contro un albero e ripeté tutti i movimenti fatti in
precedenza.
Fu questione di
pochi secondi.
L’animale prese
la mira.
Hermione sfoderò
la bacchetta.
L’animale le
veniva incontro con tutta la sua forza.
Hermione gli
puntò la bacchetta contro e gridò – STUPEFICIUM. –
La luce rossa
saettò verso l’animale e s’infranse su di esso.
L’incantesimo
non aveva avuto alcun affetto. Sembrava che si fosse frantumato come un
cristallo.
L’animale ormai
le era vicino.
Hermione cercò
di spostarsi ma ormai era troppo tardi.
La sua gamba,
anche se di striscio, era stata colpita e ora era attraversata da un profondo
squarcio.
Cadde a terra,
con una caviglia dolorante e la bacchetta a diversi metri da
lei.
L’animale nel
frattempo si era rigirato e si preparava all’assalto finale.
Nell’esatto
istante in cui Hermione si girò per cercare di riprendere la sua bacchetta,
l’animale partì col suo assalto finale.
L’ultimo assolto
per la sua preda.
Ciao a tutti,
dopo una lunghissima pausa eccomi di nuovo.
Devo dire che ho
passato delle belle vacanze ma la fine è stava veramente
terribile.
Ho letto tutto
d’un fiato un libro e sono rimasta malissimo su quasi tutto quello che c’era
scritto.
Sono felice per
l’immagine di Piton (per me è sempre stato mitico) ma chiudere il libro
stempiando il mio personaggio preferito è stato un colpo al
cuore!
COME HA
POTUTOOOOOOOOOOOOOOO!
Basta! Protesto
formalmente!
Mi ha causato il
blocco della scrittrice.
Sono troppo
scioccata e incazzata!
Riscrivi almeno
il finale scrittrice provetta dei miei stivali!
E dopo questo
piccolo sfogo passo ai ringraziamenti:
DamaArwen88:
purtroppo questo capitolo è di passaggio ma spero ti piaccia comunque. Se vuoi
qualche indizio leggi bene la prefazione a questo capy ;-)
Shavanna: spero
che la reazione di Hermione non ti abbia delusa. Ho pensato che fosse troppo
scioccata per reagire con una dei suoi soliti schiaffi. Infondo l’ha scoperto in
un momento alquanto…intimo…
8marta8: grazie
della tua sincerità, era proprio quello che volevo far capire a chi leggeva. Hai
perfettamente ragione, ha perso
un’occasione d’oro…speriamo la recuperi presto…
Dafne_90: vedo
che ti ha intrigato parecchio lo scorso capitolo. Mi fa un sacco piacere: avevo
paura che il “sogno” potesse risultare banale o che non si capisse o chissà
quale altro pasticcio ^^. Per quanto riguarda gli indizi nascosti non ti svelo
se li hai trovati o se sei sulla buona strada o sulla buonissima…ma t’invito a
leggere la prefazione al capitolo…forse c’è qualche
sorpresa.
This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder