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Autore: Clainnie    24/06/2013    5 recensioni
Dopo aver girato e rigirato i pass, autorizzò le due compagne di avventura ad entrare.
Dentro era tutto fantastico.
C’erano delle sedie in fila, cinque file da dieci e un piccolo palchetto con una lunga scrivania.
Cinque sedie, cinque microfoni, cinque bottigliette d’acqua.
Claire improvvisamente decise che il “cinque” sarebbe stato il suo numero preferito, oltre all’uno naturalmente.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.

«Si, sto bene, ci vediamo quando arrivo. A tra poco, ti amo» disse la rossa al telefono dopo aver parlato per ore.
«Ci vediamo dopo, ti amo amore mio» rispose felice e rincuorato Niall. 
Annie scese dal pullman e prese la valigia nel bagagliaio, salutando la ragazza che aveva passato il viaggio al suo fianco. Arrivata davanti alla porta, tirò un sospiro di sollievo respirando l’aria di casa, e suonò. 
«Hey tesoro, finalmente!» esclamò Edmund Bowen abbracciando la sua unica figlia e togliendole il bagaglio di mano. 
«Ciao papo» rispose stringendolo sommessamente. 
«Ci sei mancata tanto, era da un bel po’ che non tornavi» continuò entrando in casa e chiudendo la porta alle spalle della donna. 
«Ma ci sentiamo tutti i giorni, è come se fossi sempre qui! E poi, ora non do più fastidio come facevo prima..» finì ridendo. 
«Ma va’, scema! E comunque sei sempre la solita ritardataria, sono tutti fuori che ti aspettano». 
«Ovvio, come se il pullman lo guidassi io!» disse salendo le scale per raggiungere la sua stanza e sistemarsi «E poi non è colpa mia se sono stata chiamata all’ultimo momento, avevo programmato questo pranzo da giorni, ormai!». 

«Dai, ripeti dopo di me: mamma è brutta!».
«Mamma è blutta!». 
«Bravo cucciolo, ma sei proprio intelligente come il tuo sexy papà!» disse il ricciolone stringendo il piccolo Alessandro, soddisfatto di se. Prese una maglietta a righe dal grande armadio, puntualmente in disordine quando la moglie mancava da qualche giorno, e la mise al piccolo.
Era una perfetta riproduzione di entrambi, ed aveva appena due anni e qualche mese, anche se la sua intelligenza ne lasciava trasparire di più. 
Claire era diventata una perfetta scrittrice, e diversi suoi romanzi erano dei bestseller, ma era quando aveva deciso di scrivere la loro storia che Hollywood le aveva chiesto i diritti per farne un film. Ovviamente solo lei, Harry, Annie e Niall sapevano che quella era la realtà e non un racconto “fantastico”. Così spesso volava in America a vedere i progressi, nonché a rimanere impressionata dalla sua storia interpretata da persone diverse che somigliavano davvero a loro una decina di anni prima. 
«Harry possibile che non riesci a tenere nulla in ordine quando sono fuori per lavoro?» disse Chiara, entrando nella camera. 
Styles la guardò sorridente e, rivolgendosi al suo cucciolo, disse per farsi sentire: «La mamma non sa che o sto con te o metto in ordine, eh. Non sono mica perfetto come lei!». 
«Papi, ma mamma è blutta!» urlò entusiasta Alessandro, felice di aver imparato una cosa dal suo grande papà, mentre Harry fischiettava evitando lo sguardo della donna, e il piccolo scorazzava per l'intera casa scalzo. 
Claire lo prese in braccio e, mettendogli le scarpine, gli chiese sicura della risposta del bambino: «Mamma è brutta anche se ti porta da zia Annie e zio Niall?». 
«Tiiii! Mamma bella! Mamma blava!» rispose attaccandosi al suo collo. 
«Non vale, però! Tu lo compri!» disse fintamente offeso Harry dietro di loro. 
«E tu gli insegni cose che non dovrebbe mai dire a nessuno, chi è peggiore ora?» rispose facendo la linguaccia, l’italiana. 
«Lo sai che non lo penso!» disse, abbracciando da dietro le sue due uniche ragioni di vita «Anche perché è uguale a te, non potrei mai dirlo!» sussurrandole nell’orecchio dolcemente. 

«Hey nutella! Sei tornata, finalmente! Sono tutti giù in giardino» disse Niall, entrando nella vecchia cameretta di sua moglie. 
L’aveva vista già qualche volta prima del matrimonio, ma ogni volta che ci entrava si sentiva strano. Non era cambiato nulla in quella camera dall’estate prima del college, quindi i suoi poster erano ancora attaccati alle pareti. Era cresciuto e cambiato davvero tanto, eppure si sentiva sempre il ragazzo insicuro che dava tutto se stesso sul palco e in studio di registrazione.. una voce lo riportò alla sua dolce realtà.
«Scusami, il pullman è partito in ritardo.. e mi ha anche dato qualche problema» rispose Annie dal bagno, mentre si asciugava per l’ennesima volta il viso quel giorno. Era felice, ma tutto quello che desiderava in quel momento, era starsene al letto. 
«Dai, se sei pronta possiamo scendere. Hanno cucinato mamma e tua madre, quindi ci sarà da leccarsi i baffi!» continuò l’irlandese stringendola forte a se e carezzandole dolcemente la schiena.
«Non parlarmi di cibo, ti prego Niall!» rispose, facendosi stringere ancora di più. 
«Scendiamo va’!» sorrise l’uomo, guardando negli occhi la sua puffola pigmea stanca. 

«Eccolo qui, il mio nipotino preferito!» esordì Louis afferrando Alessandro da dietro mentre rincorreva la piccola Des, mora come il padre e con gli occhi bellissimi della madre. Da grande avrebbe fatto sicuramente strage di cuori, per il momento si godeva il suo anno e mezzo insieme ai fratellini Payne, Oscar e Natasha rispettivamente di tre e un anno.
«Che vuol dile pleferito?» domandò il piccolo Alex, così rinominato, allo zio Louis mentre rideva per le pernacchie sulla pancia.
«Significa che mi piaci tanto! Sei o non sei Alessandro Louis Styles?!?!» affermò lo zio, che ci sapeva proprio fare con i bambini e per la prima volta prese sul serio in considerazione l’idea di darsi da fare.
«Ehi tu! Lascia libero l’ostaggio!» proruppe Claire, puntando una finta pistola addosso a Louis e ridendo.
«Dimentichi che io sono Superman, Claire» le rispose Louis, mentre il piccolo riprendeva a scorazzare per il prato con i suoi pantaloni che ormai erano fatti verdi.
«Giusto! Tu sei dalla parte dei buoni!» ridendo.
«Allora, come va? Che mi racconta di bello la mia carota preferita?».
«Cambi preferenze di continuo, tu!» sempre ridendo «Tutto bene! Ho un figlio scalmanato che somiglia troppo allo zio da cui ha preso il nome, e un marito che gli insegna a dire che la mamma è brutta, cosa potrei voler di più dalla vita?!?! Per non parlare del mio bellissimo lavoro che mi da tanta tanta soddisfazione» sorridendogli. «E a te come butta?».
«La solita, vivo con la mia bellissima compagna che sposerò a breve, avremo i migliori testimoni di nozze che si possano desiderare,» sorridendole perché riferito a lei e Harry, e a Annie e Niall «ho dei nipotini da favola, e come te un lavoro niente male» ridendo.
«Già, mica male» disse lei, riferendosi alla musica che aleggiava nel giardino e che era la loro. «Scusami, ma adesso devo recuperare quel bel fusto che mi squadra lì dal tronco, dici che ho qualche possibilità di abbordarlo?» ridendo, mentre chiaramente il marito la sentiva.
Gli si avvicinò e unì le mani dietro il suo collo, mentre lui le afferrava i fianchi e la spingeva verso il centro volteggiando, per fare quello che doveva essere un lento, ma che in realtà era una conversazione dondolante.
«Allora, Mrs. Styles, come le va oggi?» domandò lui ironico e con gli occhi illuminati, perché chiamarla Mrs. Styles lo rendeva sempre l’uomo più fiero del mondo.
«Magnificamente! Non vedo solo l’ora di ascoltare la sorpresa di Annie e Niall» sorridendo.
«Tu la sai già, vero?» riferendosi alle sue "doti" e non ad una conversazione con Annie.
«Sì» ridendo «Ma farò finta di non saperlo!».
«E non è che potresti fare uno strappo per me?» con la faccia da cucciolo implorante.
«No e poi no! Lo saprai come tutti gli altri!» disse lei categorica.
«Uffi..».
Si strinse al suo petto in un abbraccio, mentre lui faceva altrettanto e il resto delle persone presenti li guardava inteneriti. Il loro amore non era cambiato dopo il matrimonio, erano sempre la coppia che si era conosciuta in un sogno e che continuava a viverlo giorno per giorno.
«Non credi che i ragazzi, in fondo, si siano un po’ offesi che nostro figlio abbia preso il nome di Louis?».
«Probabilmente, ma molto in fondo! E poi, tu dovevi rispettare la tua promessa, no?!» continuò Harry al suo orecchio.
«Si, ma Louis non sa o meglio non può sapere della mia promessa così come il resto dei ragazzi..».
«Ma perché mi chiedi questo dopo due anni? Ormai quel che è fatto è fatto».
«Si, ma non vorrei che loro pensassero che è una questione di preferenza..».
«Lo sanno che non è così» disse Harry allontanandosi dal suo viso per sfiorarglielo con una carezza e sorriderle incoraggiante.
«Vorrà dire che ci daremo da fare!» rispose lei di rimando al suo sorriso.
«Che.. ci daremo da fare??».
«Che ci mancano tre nomi e quindi ce la metteremo tutta!» disse lei ridendo, mentre la consapevolezza di ciò che stava dicendo si addentrava in Harry, il cui viso era una maschera per indicare che era una pura pazzia, ma allo stesso tempo moriva di felicità.
«Ti amo da impazzire! Sei il mio angelo atipico!» e la strinse forte.
«E tu il mio angelo! E desidererei risposarti ogni giorno per tutta la mia vita!» sorridendo imbarazzata, mentre lui le faceva fare una giravolta e sigillava le sue parole con un tenero bacio, prima di essere interrotti dall’arrivo dell’altra coppietta.

«Zia Annieeee!» urlò una vocina non appena la coppia uscì in giardino, dove un bel po’ di gente li aspettava per cominciare a mangiare. 
«Ciao amoreee!!!» urlò Annie di rimando, che con i bambini diventava piccola di nuovo anche lei, prendendo in braccio il nipotino e coccolandolo, come lui le chiedeva sempre di fare.
Erano davvero tutti lì, c’erano Bobby, Maura, Greg e sua moglie Denise, Liam e Danielle con i bambini, Louis e El, Perrie e Zayn e la piccola Des, gli immancabili Harry e Claire, per non parlare di nonna Annie col suo nuovo "amico" Shane e i suoi genitori che avevano proposto di spostare il pranzo lì per non far affrontare il lungo viaggio alla nonna. Rimanere a letto, non avrebbe nemmeno reso il confronto con lo stare con le persone più importanti della sua vita, pensò Annie abbracciandole una ad una. 
«Claire, se un giorno di questi non venite ad impiantarvi a casa nostra, ti diseredo da migliore amica» gli sussurrò nell’abbraccio, tenendo ancora Alessandro in braccio. 
«Non sono io, quella che non mi ha voluto dire in anteprima la sorpresa di oggi!» rispose staccandosi e ridendo. 
«Ma se è una sorpresa, scusa! E poi lo sai solo tu che c’è qualcosa da dire, tu e Niall, ovviamente» concluse aggiungendosi alla risata. 
«Bene, ehm, se vi sedete» urlò "gentilmente" Niall all’allegra combriccola «Io e Annie abbiamo qualcosa da dire». 
«Cosa avranno combinato?» sussurrò complice Maryanne a Maura, facendola ridere in silenzio e coinvolgendo anche Greg dietro di loro. 
«Ecco» cominciò Annie agitata «i fatti sono questi. Io e Niall siamo sposati da due anni ormai, ne abbiamo parlato e discusso e.. abbiamo deciso di lasciarci» concluse drammatica. 
Niall la guardò a metà tra lo stranito e il divertito, mentre un silenzio di tomba calò tra i loro parenti ed amici. I due si guardarono negli occhi e Annie fece una smorfia a suo marito come per dire "Visto? I miei metodi sono i migliori!" gettando ancora di più nello sgomento gli invitati.
«Tu sei pazza! Gli hai fatto venire un infarto! Potevi semplicemente chiedere più silenzio!» scoppiò a ridere l’irlandese e piegandosi in due dalle risate. 
«Si, ma loro parlano sempre! Dovevo trovare un modo per zittirli» rispose, tentando in malo modo di rimanere seria «Comunque no, non ci lasciamo! Proprio ora, chi lo lascia!». 
«Voglio ben sperare!» esclamò ironico il biondino prendendole la mano, mentre gli altri presero un sospiro di sollievo, rimproverando se stessi di essere caduti in un’altra delle tante di Annie. 
«Volevamo solo dirvi che è in arrivo un piccolo Niall..» esordì Annie emozionata e sorridente.
«O una piccola Annie!» concluse l’uomo, che era al settimo cielo e non sperava altro che veder nascere una riproduzione in miniatura della sua metà, mentre la moglie desiderava l’esatto opposto.
Servì qualche secondo agli invitati per assorbire la notizia, specialmente ai genitori che di lì a poco sarebbero stati nonni.
I primi ad alzarsi, infatti, furono proprio gli amici, che sarebbero diventati zii acquisiti, per stringersi in un abbraccio intorno alla coppietta felice.
«Dei piccoli Horan!!!» urlò Claire, prendendo le mani dell’amica e cominciando a saltare, ma fermandosi subito, notando la faccia verdastra dell’amica e la causa. «Scusa, terzo mese?» ridendo.
«Già!» con una smorfia.
«Fratellino!!!!» urlò poi a Niall.
«Oh Claire, non puoi immaginare come sono contento! Al settimo cielo!».
«Lo immagino, come immagino che muori dalla voglia che sia una "piccola Annie" come hai detto tu» ridendo.
«Già!!!» con gli occhi illuminati «Ovviamente se sarà un piccolo Niall, non potrò che esserne altrettanto contento, ma dì la verità» prendendola in disparte «Tu lo sapevi già? Non è così?».
Un sorriso imbarazzato bastò come risposta, che ricevette in cambio una carezza sulla testa.
«Si vede tanto?».
«No, niente affatto! Ma ne avevo il presentimento» ridendo.
«Non ti preoccupare, scommetto che non rimarrà deluso nessuno dei due» e allontanandosi lanciò lui un occhiolino.
Cosa aveva voluto dire? Solo il tempo avrebbe mostrato lui la risposta, che forse aveva già scalfito la sua immaginazione: Annie aveva già una bella pancetta per essere al terzo mese. Decise di non pensarci più di tanto, ma Claire quando si metteva con le sue affermazioni non lo schiodava più nessuno e il pensiero che gli era nato, di due gemellini, non l’avrebbe abbandonato per tanto tempo.
Finalmente anche lo zio Greg e i nonni si alzarono e diedero di matto per congratularsi e, per la felicità di Niall e un po’ meno per quella di Annie, il pranzo cominciò. Ma, essendo il marito più premuroso del mondo e per non farla annoiare durante il pasto, anche lui ebbe l’idea di invitarla a ballare, tra una portata e l’altra, se non altro.
«Sai che Claire sapeva tutto?» domandò Niall alla moglie stringendola come un fiore delicato.
«Questo non mi sorprende affatto» rise Annie «Se ci dicesse il sesso, sarebbe la stessa cosa».
«Ecco, penso che mi abbia dato un piccolo indizio.. ma non so se ho inteso bene, sai com’è Claire quando si tratta di queste cose».
«Si» con una smorfia «irritante, perché prima lancia la bomba e poi sta in silenzio» ridendo.
«Esatto» disse il biondino ridendo e cominciando a dirle della sua conversazione di poco prima con Claire.
«Due gemellini?!?!?!» scoppiò Annie, cercando di non farsi sentire dal resto delle persone, prima che Niall arrivò a quella parte, quindi avendo fatto la sua stessa deduzione.
Dal canto suo, Penelope non si era lasciata sfuggire l’esclamazione di Annie e rideva da tavola sotto i baffi, mentre Harry la guardava incuriosito e poggiandole la testa sulla propria spalla per farle delle dolci carezze.
«Io ho pensato la stessa identica cosa!» disse Niall «Altrimenti cosa potrebbe voler dire? Certo, può darsi anche che si riferisca al futuro e che quindi arriveranno..».
«Claire ha delle doti, Niall, ma non va così oltre con il tempo» sorridendo, mentre ciò che aveva appena scoperto le riempiva il cuore. «Amore, due gemellini!» disse lei con le lacrime agli occhi.
Niall l’aveva vista solo altre tre volte, in tutti quegli anni, con le lacrime e vederla così per felicità come era successo al matrimonio, lo riempì di amore. Un amore che lui fino a quel momento aveva provato solo per lei, ma che adesso si era già moltiplicato per tre!
Non pensava sarebbe mai stato possibile, eppure eccolo lì a baciare le lacrime di sua maglie e a stringerla forte a se mentre lei gli mormorava nell’orecchio tutto il suo amore per lui.
La baciò, voglioso e tenero, mentre la mano di entrambi era sulla sua pancia per proteggere e accarezzare le due vite che, la forza del loro amore, aveva generato.
  
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