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Autore: murrina    08/01/2008    2 recensioni
Eccomi qui. Ci provo, amici di EFP. Alcuni mesi fa scrissi questa fic, dedicata ad uno dei mie personaggi preferiti di questo bellissimo anime/manga, Bibi Nefertari. Questa mia fiction vuole raccontare, secondo il mio punto di vista, ciò che potrebbe essere successo se... Insomma, vorrei raccontarvi una storia che parla della nostra Ciurma e del regno di Alabasta. Dopo la loro partenza, dopo la sua decisione. Una storia, un baratro coperto da un velo. Spero scoprirete quel velo, perchè è l'unico modo per entrare veramente nel vivo della storia. E spero avrete voglia di leggere questa mia piccola sorpresa di Natale. Ci ho messo il cuore, scrivendola, è una piccolissima parte di me che vorrei condividere con voi. Buona lettura e, se la leggerete, grazie!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Bibi scoprì con amarezza che il nome dell'uomo che aveva sposato non era Kamal Fediz, ma uno dei compagni di Heppoco, un certo Meppoco Zidef.

Scoprì con vergogna che era un vile e un vigliacco.

Scoprì con sdegno ed ira che stava progettando la caduta del suo Regno.


Con passo spedito, senza ascoltare i consigli, o meglio, le inibizioni degli amici che le proibivano di mettersi in pericolo con un uomo con pochi scrupoli e poco coraggio, ma con la stupidità necessaria per aggredire una fanciulla, la regina aprì la porta della camera di Meppoco.

“ Kamal... o meglio...Meppoco! Non serve che continui a tenere nascosti i tuoi luridi progetti! Ormai sanno, ormai tutti sappiamo.” lui la guardò allibito e si avvicinò:

Calma, calma, tesoro... Mi pare tu sia un po' stanca, stasera, stai per caso male?” la prese sottobraccio e la spinse verso la porta, ma lei si voltò verso di lui, per soffiargli in faccia: “Non sai di aver trovato un osso duro, ti vedrò fuori da questo palazzo prima che tu abbia il tempo di dire “ahi!”.”

“ Oh...ma sarai TU, mia cara, a dirlo...” e le strinse i polsi con violenza : “Sei stata una sciocca, bambina mia! Non so chi ti ha detto di questi miei affari, ma ti assicuro che te ne pentirai!”

La gettò sull'ampio letto e la raggiunse, sovrastandola con la sua mole.

Lei tirò calci al vuoto, sperando di colpirlo, ma lui le immobilizzò le gambe, cercando di sfilarle gli abiti.

“ Non ti permetterò mai...”

“ Di far cosa? Io non sto facendo nulla! Chi potrebbe contraddirmi? Io sono il re, mia cara!”

Lei si difese come meglio poteva, calci, morsi e pugni, ma lui non sembrava curarsene: la giovane riconobbe di essere stata una sprovveduta. Riuscì a calciargli il grande pancione, facendolo piegare; schizzò fuori dal letto, ma lui le fu subito addosso.

Con vari colpi, la ragazza acquistò un po' di punti a proprio vantaggio, ma al colosso era sufficiente posarsi sopra di lei per ribaltare la situazione.

“ Ti concedo questo, zuccherino: sei tosta e ti batti bene! Ma sei una femminuccia... E sai quanto mi ci vuole per farti quello che mi pare? ” la provocò, con voce di scherno.

Bibi si vergognava di aver commesso un tale errore: eppure lei era preparata a certe situzioni, aveva combattuto spesso come membro della Baroque Works!

Si vergognò di quella sua azione immatura e le veniva da vomitare.

Cercò di urlare, ma le mancava il respiro perchè quel bestione le bloccava il fiato.

Dalla finestra, miracolosamente aperta, si sentì una voce molto familiare:

“ Prova a toccarla solo un'altra volta...!”

Un attimo e la figura aggredì all'istante quel maledetto maniaco.

“ Khoza!! No!!” urlò allora la regina.

Il giovane era un abile arrampicatore: aveva preso l'abitudine di salire sugli alberi circostanti il palazzo anche solo per intravedere la figura di Bibi, oltre le tende di lino che incorniciavano le ampie finestre e gli enormi balconi. Per caso, quella notte, sentì la sua “piccola principessa” urlare strane parole: seguì quindi, a detta sua, quel suono melodioso fino ad ritrovarsi davanti alla finestra aperta della camera da letto del re, giusto in tempo per scongiurare ciò che non avrebbe mai voluto accadesse.

“ Levati di torno, ragazzino!!” fu l'esclamazione di Meppoco che, tra imprecazioni e bestemmie, cercò di gettarlo a terra.

La ragazza dai capelli color cielo aveva una mano davanti alla bocca, come a non voler esprimersi.

Stava in piedi, allibita: vedeva il suo vecchio amico che si difendeva dal violento marito.

Per lei.

Si sentì incredibilmente stupida, cosa che poi, in un altro momento, confessò al ribelle.

Meppoco si distrasse e Khoza gli sferrò un pugno sulla testa e lo fece cadere a terra, afferrò Bibi per la vita e si gettò giù dalla finestra, atterrando su di un cespuglio vicino al proprio cavallo.

“ Bibi...anf...stai bene?” le chiese, col fiatone, steso sull'erba.

“ S-sì...” gli rispose, con un filo di voce, tremava e aveva un graffio sul viso. Lei invece aveva le braccia piegate e posate sul petto, come a volersi proteggere o, semplicemente, consolare; stava seduta sulle ginocchia, posa che dopo poco fu imitata dal giovane, che le prese le mani, le guardò i polsi che erano stati stretti da quelle mani d'acciaio, le continuva a chiedere se quell'infame l'avesse picchiata o ferita da qualche parte, pareva agitato.

La povera regina scuoteva la testa e gli spiegava che si era relativamente ben difesa. Pareva sconsolata.

“ Oh...” fece Khoza, guardando quegli occhi da cerbiatto braccato. Le mise un braccio intorno alle spalle, l'altro dietro alla schiena, e l'attirò a sè, lasciandole posare il capo sul proprio petto; contatto che Bibi apprezzò molto.

“ Dove sono i tuoi amici...i Mugiwara?” le bisbigliò all'orecchio.

La turchina si passò una mano impietosa sugli occhi, scacciando le infide lacrime che cercavano di insediarsi nel suo viso: “ Sono...a-andati a telefonare alla marina... Sotto falso nome, ovviamente...Faranno catturare l'impostore e poi si nasconderanno in un vicolo del Paese, poi li andrò a prendere e...e...fuggiranno per non essere catturati anche loro...”

“ Dov'è questo vicolo?” le chiese dolcemente, sentendo il suo tono spezzato, carezzandole il capo. Voleva cambiare discorso, voleva che la sua bambolina non ricordasse che si sarebbe dovuta separare ancora da quei suoi bizzarri amici.

“ Hai presente...Oh, lo conosci bene: è dietro l'incrocio della statua dello Sciacallo...c'è un sottopassaggio...è buio e ben nascosto. Lo conosci, vero?, ci giocavamo da piccoli...”

Lui le sorrise, annuì e la sua amica, o meglio, la sua innamorata, si sollevò per guardarlo.

La ragazza sentì la mano rude e grande dell'amico, o meglio, innamorato, sfiorarle la candida guancia; lei si abbandonò a quella carezza, chiudendo gli occhi e seguendo l'armonia di quel tocco.

I due amici, o meglio, innamorati erano davvero vicini, ma Khoza si sfogò in una risata sommessa, raccolta.

“ Che c'è?” gli sorrise Bibi, con fare ingenuo, il suo tono da bambina dolce.

“ Non mi pare il posto più romantico, questo, per...beh, alziamoci, almeno!” lui rispose al sorriso, rizzandosi in piedi ed aiutando la giovane a fare altrettanto, la quale, già imbarazzata di per sè, arrossì ancora di più, quando finì dritta addosso a Khoza, che, evidentemente, l'aveva attratta a sè con troppa forza, riuscendo nel suo intento. Sghignazzò del rossore sulle gote della regina.

“ L'hai fatto apposta, mascalzone!” lei si finse arrabbiata e gli tirò un colpetto sulla spalla.

“ No, non è vero... Pensavo fossi più pesante, invece sei un fuscellino...” mormorò “ Il mio piccolo uccellino blu...” continuò, avvicinandosi alla bocca della donna, la quale si era completamente ripresa dai precedenti turbamenti.

Sentiva tutto farsi più leggero, voleva che quella notte non finisse mai, avrebbe punzecchiato e baciato Khoza fino alla morte (riteneva quel connubio di azioni un mix perfetto).

Ecco a voi...Buona lettura!^_^

  
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