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Autore: Laica    08/01/2008    9 recensioni
Un bicchierino di troppo, la mente offuscata e gli ormoni liberi potrebbero far si che Silvia renda la vostra vita un inferno per nove lunghissimi e spossanti mesi. O no? {introduzione provvisoria}
In restauro
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Apollo, Silvia de Alisia, Sirius de Alisia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare, vorrei dedicare questa fic a colui che è la mia continua fonte d’ispirazione: Sirius

 

Prima di iniziare, vorrei dedicare questa fic a colui che è la mia continua fonte d’ispirazione: Sirius.

Se non ci fosse lui, non riuscirei a partorire nulla dalla mia testa bacata.

Ogni qual volta inizio una storia, la prima domanda che mi pongo è sempre la solita: Che cosa farebbe arrabbiare terribilmente Sirius?

Ed ecco a voi spiegata la nascita di Nine Months.

La trama è inquietante ma le mie cugine mi hanno spinto a pubblicarla lo stesso. Che Dio me la mandi buona!

 

1° mese: l’origine di tutto

Ma quanto urlava?! Possibile non capisse che così facendo le sarebbe scoppiata la testa?

Questi furono gli unici pensieri di Silvia mentre osservava il fratello urlare come un isterico, invocando i genitori e mandando maledizioni più o meno a tutti, dal comandante Fudo a quello che puliva i gabinetti al Deava.

Sapeva che anche lei avrebbe dovuto agitarsi così ma in quel momento si sentiva troppo male per fare qualsiasi cosa che non fosse dormire.

Nessuno gli aveva detto che i postumi delle sbornia potessero essere così tremendi ma, probabilmente, nessuno aveva mai avuto davanti un fratello in preda ad una crisi isterica appena sveglio.

Giocherellò con il bordo del lenzuolo e sospirò, sperava solo che la smettesse presto, così sarebbe tornata a dormire.

-mmm, puoi abbassare la voce? Non riesco a dormire..- mormorò qualcuno di fianco lei, con la testa sepolta dal cuscino.

Sirius rimase imbambolato per un attimo, pietrificato da tale richiesta, poi s’innervosì ancora di più – Dormire? Possibile che non vi rendiate conto di quello che avete fatto? Vi sembra questo il momento di dormire?- urlò più forte di prima.

- Fratello, Apollo ha ragione..- intervenne Silvia – ne parliamo più tardi. Ora proprio non siamo in vena!-

Sirius rimase per la seconda volta basito, possibile che non si rendessero conto della gravità della cosa? -Va bene, ne parleremo più tardi!- disse con una nota isterica nella voce e, girati i tacchi, se ne andò.

Silvia s’infilò sotto le coperte e richiuse gli occhi – mi dispiace per mio fratello, alle volte tende a essere troppo teatrale. – mormorò.

- fa niente…- rispose l’altro – piuttosto, mi dispiace per quello, sì, per quello che è successo.-

Silvia si girò nella sua direzione e, guardandolo, disse – non è colpa tua! Eravamo ubriachi e... e...è successo e basta!-

- sì, però questa è stata la tua prima volta. Mi sento in colpa…-

- è stata anche la tua dopotutto e poi, non so te, ma io non ricordo niente, farò finta che non sia successo niente -

Apollo rimase in silenzio un attimo, riflettendo, poi aggiunse – quindi non mi picchi?-

- No, non ti picchio ma solo perché farlo, comporterebbe muovermi. Ringrazia che ho il mal di testa - stette un minuto in silenzio, poi scoppiò a ridere, una risata nervosa che ben presto si trasformò in un pianto dirotto.

- ehi - fece Apollo cercando di attirare la sua attenzione – dai, non fare così!- si avvicinò di più a lei e l’abbracciò.

- lo so, ma non ci riesco – fece una pausa, per tirare su con il naso - non doveva andare così- singhiozzò, lasciandosi abbracciare e poggiando la testa sulla sua spalla.

- è stata tutta colpa mia - mormorò Apollo afflitto. Silvia scosse la testa – ti ho già detto di no. Ora però lasciami – mormorò, tentando di abbozzare un sorriso tirato - non so se te ne sei accorto, ma sei nudo -

Il ragazzo, a queste parole, arrossì di scatto e mollò la presa – scusa - mormorò voltando la testa da un'altra parte.

Approfittando del fatto che lui fosse girato, Silvia si alzò, cominciando a cercare i vestiti.

Non li trovò da nessuna parte, così si dovette mettere le prime cose che trovò nei cassetti, cioè un lungo maglione che le arrivava sotto le ginocchia e un paio di calzoncini – ma dov’è finito…- mormorò poi, cercando qualcosa. Si guardò intorno finché alzò la testa verso la finestra. A quel punto sospirò depressa.

- cos’è successo?- domandò Apollo senza mai girarsi.

- vorrei sapere come faccio a riprendere quel reggiseno. Sbuffò, osservando il suo reggiseno penzolare tranquillo dalla finestra.

 

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Un’ora dopo, nonostante non ne avessero minimamente voglia, entrambi si diressero verso la stanza di Sirius.

- tu lascia parlare me disse Silvia ad Apollo – e per favore non cominciate a litigare, mi fa male la testa -

Apollo sbuffò e si portò le mani dietro la testa – Io non garantisco nulla. E comunque noi non dovremmo spiegare niente a Sirius, lui non centra-

In effetti, Apollo aveva ragione, il guaio l’avevano fatto loro ma sapeva che con Sirius era inutile discutere.

Se lui riteneva di avere ragione niente e nessuno lo avrebbe fatto desistere da questo.

Fece un respiro profondo e aprì la porta…

 

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- fratello, non mi sembra il caso di prendersela tanto - mormorò Silvia, cercando di calmarlo.

- calmarmi? Ti rendi conto che questa bestia si è approfittata di te?- sbraitò Sirius, indicando Apollo che si scaccolava tranquillo.

- ehi! Io non mi sono approfittato di nessuno!- esclamò Apollo, sentendosi tirare in ballo.

- ah, no? Quindi dovrei credere che eri ubriaco..-

- fratello, come te lo devo dire che lo eravamo entrambi?! Lui non si è approfittato di nessuno. -

- e poi non sarebbero fatti tuoi- aggiunse il rosso.

- ah no? Ti vorrei ricordare che sono suo fratello – disse Sirius, indicando la ragazza - e poi avevo giurato a me stesso che l’avrei protetta!- aggiunse, estraendo la spada – e non lascerò che tale offesa rimanga impuntita!- e si scagliò contro Apollo.

Il principe fece per tirare un fendente ma la spada gli volò di mano.

- ora smetti di fare il bambino -lo rimproverò Silvia – ti ho già detto che Apollo non ha colpa!-

Il rosso la fissò allibito. Già il fatto che non si fosse arrabbiata per quanto successo lo aveva stupito. Ma ora si stava addirittura ribellando a suo fratello, il suo adorato fratello.

Continuò a fissarla finché lei non si voltò nella sua direzione.

Per un attimo i loro occhi s’incontrarono, poi la ragazza arrossì e abbassò la testa, distogliendo lo sguardo.

Lo rialzò solo quando si trovò faccia a faccia con Sirius.

- i-io..- balbettò con una stana espressione sicura, strana perché Silvia in quel momento si sentiva tutto fuorché sicura. –i-io- continuò – sono io che devo arrabbiarmi, se voglio, e ora non lo sono. Ha ragione Apollo! Sono cose che riguardano me, tu non sei mio padre né mia madre e non hai il diritto di “vendicarti” per conto mio se io non voglio. Cresci Sirius, non siamo nel Medioevo!-

- ma io… Che ne è del tuo onore?- balbettò Sirius, confuso dalle parole della sorella.

-Lo vedi? Lo stai facendo di nuovo! Perché devi sempre fare il cavaliere senza macchia e senza paura? È successo, non è colpa di nessuno!-

- non capisco sorella - mormorò il principe – perché stai difendendo quella bestia immonda?-

Silvia arrossì ancora di più e prese ad agitarsi – tanto non capirai mai – disse, infine, uscendo dalla stanza.

- Silvia, aspettami- la inseguì Apollo, lasciando così Sirius solo nella stanza.

E soprattutto allibito. Ora era sicuro che l’aria della Deava rendesse pazza la gente!

 

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Silvia si chiuse la porta della sua camera dietro le spalle.

Lentamente scivolò a terra e si strinse le ginocchia con le braccia.

Accidenti, cosa aveva fatto!

Se solo Sirius avesse saputo come stavano le cose in realtà, se lo avesse saputo Apollo.

Improvvisamente sentì una fitta allo stomaco – Silvia, sono io, apri!- mugolò Apollo da dietro la porta.

- vattene via!-

- no se prima non mi dici cos’hai!- rispose quello – dai apri -

Silvia si asciugò le lacrime e aprì – cosa vuoi?- domandò poi.

Il rosso si grattò la testa, imbarazzato – ti volevo ringraziare, sai per avermi difeso -

- Tranquillo. Sirius non aveva ragione per prendersela con te e comunque non preoccuparti, non ce l’ho con te -

- bene - sorrise Apollo – amici?- disse porgendogli la mano.

- amici!- rispose Silvia sorridendo debolmente. In fondo poteva provarci no? Sarebbe bastato dimenticare, non sapeva che la cosa sarebbe stata fin troppo difficile.

 

 

   
 
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