Non è facile gestire due marmocchi, specie se si è un trentottenne e Thorin lo sapeva eccome.

Ogni giorno si malediva, aveva avuto la brillante idea di prendere sotto la sua tutela due bambini all’età di soli trentadue anni. Complimenti, proprio una bella idea, ti sei bruciato gli anni più belli della vita.

I mocciosi li gestiva da solo da quando sua sorella Dis era morta qualche giorno dopo la nascita di Kili, il suo secondogenito. Thorin era sempre stato scorbutico, anche con sua sorella, figuriamoci con i suoi mocciosi.

Ogni giorno la solita routine, accompagnare Fili e Kili a scuola, riposarsi, riprendere i mocciosi, far studiare Fili -che risultava assai difficile-, preparare la cena, mettere a dormire i mocciosi. Che fatica, vero Thorin? Ti sei ridotto a fare il padre in età così giovane.

“Buonanotte”

“Aspetta!”

Kili aveva cinque anni, era la fotocopia di sua madre e, come lei, aveva la capacità di abbindolare chiunque per ottenere ciò che voleva.

“Che diamine vuoi?”

No, la sera poteva stare davvero in pace, i marmocchi dormivano, Balin non fracassava le scatole con le sue inutili telefonate e soprattutto poteva riposare il cervello.

“Mi racconti una fiaba?”

Il bambino era sceso dal suo letto e aveva preso la grande mano di quello che considerava suo padre, stringendola forte.

La manina di Kili trasmetteva calore, era incandescente, e l’uomo quasi si scottò, la mano di quel bambino trasmetteva calore quanto il suo cuore.

Sospirò.

“È proprio necessario?”

Pregava ogni divinità esistente che quel moccioso stesse solo scherzando, voleva stare in pace, se lo meritava anche lui, no?

Oh, come invidiava i ragazzi della sua età, in giro a bere, a ballare, a divertirsi, e lui che faceva? Stava dietro a due pidocchi di dieci e cinque anni, che sfiga.

“Allora? Dai, dai, daaaaiiiiii!!!!!”

Ecco…ricomincia con i capricci.

Lancio un occhiata al più grande che dormiva beatamente e gli fece venire una gran voglia di buttarlo giù da quel letto e fargli leggere quella maledetta fiaba.

Così imparava…

L’aveva viziato Fili...perché mai allora doveva pesare tutto su di lui?

La sua attenzione venne di nuovo attirata dalla vocetta squillante quanto più esasperante del nipote.

“Daiiiiii…non la smetto finché non mi dirai di sì”

“E va bene” si era rassegnato.

Non faceva mai qualcosa con i nipoti, per una volta che sarà mai?

“Grazie”

Kili aveva un sorriso che gli arrivava alle orecchie.

Infondo capiva se Fili lo accontentava in tutto e per tutto, per quel sorriso uno venderebbe l’anima.

Il piccolo trascinò lo zio sul suo letto e con le sue manine prese un libro qualsiasi e lo diede all’uomo.

“Peter Pan?”

Ah, no! Tutto ma non Peter Pan, Thorin detestava profondamente quella stupida fiaba.

Ma dai, un ragazzino che non vuole crescere è da rinchiudere in un manicomio.

Lui a dieci anni già ne voleva avere venti.

“Sì”

Kili era estremamente sicuro e non stava più nella pelle, voleva sentire la storia di questo Peter Pan.

“Ok, ma che sia l'ultima. Peter Pan è la fiaba più stupida che io abbia mai letto”

All’improvviso sentì dei passi di Kili che era sceso dal letto.

Thorin volle nutrire la disperata speranza che fosse stato un capriccio momentaneo e che fosse finito nel momento in cui aveva accettato.

Macché!

“Fee…fee…svegliati!!!”

“Mh…sì Kee…tutto quello che vuoi” impastò nel sonno.

“Lo zio ci legge Peter Pan…svegliati!”

Ironicamente Thorin sorrise.

“Daiii…”

Fili si decise ad aprire gli occhi sollevandosi coi gomiti.

“Ti voglio tantttooooo bene, fatellone!”

“Kili, insomma!”

“Zietto!” gridò Kili e si staccò da Fili per abbracciare forte una gamba di suo zio.

“Ciao! Non ti avevo visto! È tanto che non ti vedo!”

Thorin si agitò cercando di staccarselo di dosso chiedendosi se davvero quel bambino potesse avere qualche problema spicologico dovuto all'assenza dei genitori in una così tenera età o fosse proprio scemo di suo.

“Insomma!”

L’uomo non riusciva proprio a liberarsi dallo stretto abbraccio del nipote.

“E che vuol dire che non vi vedi da tanto?! Ma se mi hai torturato fino a un minuto fa!” 

Kili non rispose, ma, stringendo ancor di più la presa, disse felice:

“Ti voglio tanto bene!” 

Thorin, suo malgrado, divenne tutto rosso e una gocciolina di sudore prese a scendergli dalla fronte.

“Staccati!”

“Ti voglio troppo bene!” ribadì Kili e Fili, che aveva capito subito dove il fratellino volesse andare a parare, approfittò di questo momento di debolezza dello zio per dire tutto d’un fiato:

“Io credo che voglia che ascoltiamo quella…” Si bloccò inghiottendo “…bellissima storia sul tuo letto zio”

“Oh sì, zietto” intervenne Kili “Sarei tanto contento!”

“NO!” Thorin riuscì finalmente a scrollarsi di dosso Kili.

“Non se ne parla! Cos’era questo? Tutto un piano per farmi dire di sì?”

“Ehm...” fece Fili imbarazzato e per Thorin fu troppo. Incrociò le braccia e insistette:

“No, no e poi no! Non ci entrerete neanche nel MIO letto, chiaro?” però poi commise l’errore di abbassare gli occhi sul nipote più piccolo.

Kili aveva uno sguardo così dolce e indifeso…

“Zio, si può volare come Peter Pan?”

Questa domanda Thorin se l'aspettava, però era spiazzato, non voleva dare al suo moccioso una delusione.

“Beh...solo se lo vuoi”

Con i bambini non ci sai proprio fare. È come dirgli che Babbo Natale non esiste.

“Davvero?”

Fili fissò il fratello.

Kili era tanto ingenuo ed era giusto così.

“Sì...però ora tornate a letto, è tardi”

“Va bene”

Kili e Fili scesero dal letto del loro zio e tornarono in camera loro.

Un volta dentro, Fili si butto sul letto sospirando esausto, mentre Kili si infilava sotto le coperte.

“Buona notte”

Cinque minuti più tardi…

“Fratellone…Fee”

“Mh…”

“Secondo te…Peter Pan e Wendy si sposano?”

“Bho…”

“Secondo me Wendy si sposa con Mikele”

“Ma sono fratelli”

“Sì…ma Wendy vuole tanto bene a Mikele e il nonno Balin dice che per sposare una persona devi volerle bene”

“Bho…non lo so, può darsi”

“Fee”

“Sì?”

“Posso dormire con te?”

“Vieni” disse, scostando le coperte per invitarlo a mettersi sotto con lui.

Kili si infilò dentro il letto, era felice, tanto felice, aveva passato un'intera serata con suo zio e Fili.

“Fee?”

“Mh?”

“Tu mi vuoi bene?”

“Certo che te ne voglio…che domande fai?”

“Allora da grande ti sposerai con me?”

“Mhmh…per me sarai sempre l’unico, il primo e il solo…nessuno prenderà mai il tuo posto nel mio cuore” promise Fili accarezzando dolcemente il capelli del fratello.


Angolo autrice!
Sale a tutti popolo di EFP! Mi chiamo Mikaru e questa è la prima soria che pubblico che mi viene ispirata da un libro...quindi lasciatemi una sincera recensione su cosa ve ne pare di questo capitolo...anch se questo primo capitolo e più un modo per presentare la storia vera e propria che avrà inizio più avanti!
Intanto mando un macio a tutti quelli che mi seguuiranno, quelli che recensiranno o che leggeranno solo!